Qui Parigi – Il Convegno nazionale del Crif
Il domani degli ebrei di Francia

cazeneuve “Il mondo è diventato matto?” “Mondo ebraico, un villaggio gallo?” Puntano a destabilizzare le domande che ha voluto porre il Conseil Représentatif des Institutions Juives de France – l’organizzazione ombrello rappresentativa di tutte le istituzioni ebraiche d’oltralpe – in occasione del suo sesto Convegno nazionale, svoltosi nelle scorse ore a Parigi alla presenza di 1500 persone. Il grande ritrovo annuale ha riunito intellettuali, politici, leader spirituali ed esperti per discutere di tutti gli argomenti che riguardano l’attualità e la quotidianità del mondo ebraico. Domande addirittura volutamente provocatorie secondo il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, il cui lungo intervento ha chiuso la giornata di lavori. “La varietà di risposte degli intervenuti nel corso della giornata – ha affermato – dimostra la grande sensibilità e allo stesso tempo molteplicità di voci del mondo ebraico, che possiede quella che mi piace chiamare una cultura della vivacità”. Oltre a lui, tra le varie persone che si sono alternate nelle venticinque tavole rotonde della giornata, è intervenuto anche il ministro della Città, della Gioventù e dello Sport Patrick Kanner. “Di fronte alla minaccia estremista e all’antisemitismo, troviamo la forza di fare di ogni giorno un 11 gennaio”, il suo appello a riscoprire i valori della Repubblica, proprio come quella domenica in cui milioni di francesi sono scesi in piazza a pochi giorni dagli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e all’Hypercacher di Porte de Vincennes. Due tragedie la cui eco risuona ancora forte e ricorrente nel dibattito delle istituzioni ebraiche del paese, che tuttavia guardano al futuro con positività: il tema dell’edizione del Convegno di quest’anno era infatti “Domani gli ebrei di Francia”. Un titolo che esprime l’obiettivo di fare sì che “queste riflessioni ci illuminino le menti e ci permettano di vederci più chiaro in un mondo molto complicato, anche se non troviamo tutte le risposte”, come ha spiegato il presidente del Crif Roger Cukierman.
Uno sguardo che ha coinvolto tutti i possibili campi di indagine, dalla letteratura alla politica, dalla filosofia alla religione, dividendoli in varie sessioni. Come da migliore tradizione ebraica, i titoli contengono sempre un punto di domanda. “L’11 gennaio ha cambiato la Francia?”, quello che ha inaugurato la giornata e con cui si sono confrontati tra gli altri l’ex direttore di Charlie Hebdo Philippe Val e il filosofo Bernard-Henry Lévy. Una presa di coscienza e un risveglio che senza dubbio hanno attraversato la Francia, accompagnati tuttavia dalla crescita dei consensi raccolti dall’estrema destra xenofoba del Front National di Marine Le Pen e in generale del permanere di un numero alto di episodi antisemiti.
Un numero tuttavia in leggera diminuzione, ha sottolineato Cazeneuve, dopo l’entrata in vigore di un nuovo piano di misure preventive per cui il governo ha stanziato 100 milioni di euro. “Da gennaio di quest’anno a oggi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli episodi e gli atti antisemiti sono diminuiti dell’1,5 percento”, ha detto. Un dato “ancora troppo basso”, che tuttavia risulta incoraggiante e che testimonia il grande impegno del governo francese a combattere un fenomeno che mina i valori di democrazia e libertà della Repubblica. “Fintanto che ricoprirò un incarico pubblico e avrò questa responsabilità – ha dichiarato il ministro – metterò in opera qualsiasi misura affinché non vi sia un solo francese di religione ebraica che abbia paura di vivere in Francia”.
Misure pratiche per passare davvero dalla parola all’azione, una delle parole chiave del Convegno. Un messaggio affidato tra gli altri al Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, che ha dialogato in una doppia intervista con il filosofo ed ex ministro Luc Ferry cercando maniere nuove di vivere la propria vita ebraica in Francia.
Una Francia in cui sono 794 i siti ebraici sorvegliati da forze dell’ordine ed esercito, dove la crisi economica ha colpito la Comunità tanto quanto gli altri cittadini, dove il rapporto con Israele assume sempre nuove forme e dove i fenomeni dell’immigrazione e dell’estremismo islamico pongono nuove sfide al dialogo. Ed è proprio il confronto con le altre realtà culturali ed etniche del paese a costituire, secondo Cazeneuve, il punto su cui è maggiormente necessario concentrare le energie. “È in primo luogo compito del governo fare sì che non vengano mai meno dialogo e unità, valori senza i quali la Repubblica crollerebbe – ha affermato – e il Crif ha sempre dimostrato grande disponibilità e una lunga tradizione di apertura verso gli altri”. Un appello condiviso da Cukierman: “Abbiamo consacrato questa giornata agli scambi, alla comprensione e a favorire il dibattito critico – ha sottolineato – perché la Francia ha particolarmente bisogno in questo momento di pace, di sicurezza e di unità”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(2 novembre 2015)