2 novembre 2015 - 20 Cheshwan 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini.
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Haaretz.com@haaretzcom
2 novembre
Shin Bet chief: There isn't sufficient cause to outlaw Israel's northern Islamic Movement http://htz.li/3Nk
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#PE24BreakingNews
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Dopo le affermazioni antisemite:
"Tavecchio se ne vada a casa"
Dopo
le affermazioni antisemite: "Tavecchio se ne vada a casa"
Ampio spazio sui giornali per le molte reazioni di sdegno che
sono seguite alle affermazioni antisemite e omofobe del numero
uno della Federcalcio Carlo Tavecchio (per il Corriere della
sera, che cita fonti governative, il primo ministro Matteo Renzi
sarebbe "allibito").
In evidenza in particolare le dichiarazioni del presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che
ha parlato di "danno d'immagine immenso" per la credibilità dello sport
e delle sue istituzioni. Intervistato da Repubblica, il
presidente dell'Unione dice: "Tavecchio dovrebbe prendere atto
con modestia della inopportunità per se stesso di restare in
quella posizione. Dovrebbe semplicemente dimettersi, e comunque
chi di dovere dovrebbe chiederne le dimissioni".
"Nel calcio non può esserci spazio per antisemitismo, razzismo e
omofobia. Lo sport italiano dovrebbe pretendere un passo
indietro", twitta in sintonia la presidente della Comunità
ebraica di Roma Ruth Dureghello. Mentre per l'onorevole Carlo
Giovanardi, citato dal Corriere, l'ondata di sdegno sarebbe stata
suscitata dalle "lobby gay". I giornali riportano fra l'altro
anche le impressioni del presidente del Maccabi Italia Vittorio
Pavoncello e dell'ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo
Pacifici, che tendono a minimizzare l'accaduto riconoscendo a Tavecchio
di avere operato con amicizia nei confronti del calcio israeliano.
Ricordando Rabin. Sul
Fatto Quotidiano un ampio articolo di Leonardo Coen, con apertura in
prima pagina, ricostruisce la storia dell'ex premier Yitzhak Rabin, di
cui il 4 novembre cade il ventesimo anniversario dall'assassinio. Ad
ucciderlo, ricorda Coen, YgalAmir, “un militante della destra
estremista. Non si è mai pentito del suo gesto. Anzi, per il 38 per
cento degli ultra-ortodossi, è un eroe, secondo un'imbarazzante
inchiesta del quotidiano Ha'aretz”. Il clima che precedette
l'assassinio di Rabin, l'uomo simbolo degli Accordi di Oslo con i
palestinesi, fu caratterizzato da forti tensioni interne, con settori
della destra e del mondo religioso ferocemente contrari all'accordo,
ricorda il giornalista. A ricostruire quel periodo una mostra
alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, “un'esposizione
terribile e drammatica che mostra (e denuncia) quali e quanti
incitamenti all'odio contro Rabin precedettero i due spari
fatali”. Ancora sul Fatto, Furio Colombo prende spunto
dall'assassinio di Rabin per aprire una riflessione – di cui il titolo
non appare rispecchiarne il significato -, sul processo di la
pace tra israeliani e palestinesi, sottolineando che per una parte del
mondo “Israele non deve esistere, e questa colpa non si mitiga
governando meglio. Israele deve scomparire e basta. Per questo è un
errore continuare a pensare che la questione si risolva fra i due
popoli, uno dei due popoli (non proprio i palestinesi ma l'immenso,
ricchissimo mondo arabo, che tiene i palestinesi privi di tutto
affinché siano affamati e pronti a combattere) ha detto no fin dal
primo giorno”.
Sette ministeri per Netanyahu. “Dopo
un braccio di ferro durato due mesi, Netanyahu riesce a dimissionare
uno scomodo ministro, l'ultrà religioso Arye Deri, e si prende la
settima poltrona di governo: quella dell'Economia”, riporta il
Corriere. Secondo il quotidiano di via Solferino la decisione del Primo
ministro israeliano è dettata dalla volontà di controllare “l'accordo
sul gas, firmato in agosto fra i texani della Noble Energy e il Delek
Group israeliano, al quale Deri (con gli ambientalisti e parte della
Knesset) s'opponeva. Si tratta d'un piano che lascerà al colosso Usa il
totale controllo del più grande giacimento di gas naturale del
Mediterraneo”. Intanto sul fronte diplomatico Netanyahu si prepara,
come ricorda il Quotidiano nazionale, ad incontrare a Washington il
presidente Obama con cui parlerà dei negoziati con i palestinesi e
della questione energetica. Sempre sul Quotidiano nazionale
l'europarlamentare Gianni Pittella annuncia il tentativo di Strasburgo
di far incontrare i vertici dei due schieramenti proprio all'interno
del Parlamento Ue.
Turchia: vince Erdogan, rabbia curda.
Con circa il 50 per cento dei voti, l’Akp del presidente Erdogan
ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento e potrà creare un governo
monocolore, riporta La Stampa.
I quaderni neri di Heidegger.
Presto nelle librerie la traduzione curata da Bompiani dei Quaderni
neri 1931-1938 del filosofo tedesco Martin Heidegger, in cui scrive
Donatella Di Cesare sul Corriere della Sera si chiariscono i rapporti
dell'autore e il movimento hitleriano: “Nelle note dei taccuini II
nazionalsocialismo è apprezzato come la forza che sa rispondere
all'urgenza politica del momento: il contrasto sta nel modo di
concepirlo”.
Milano, dialogo sul Giardino dei Giusti.
Appello sulle pagine milanesi del Corriere della Sera da parte di
Gabriele Nissim per instaurare un dialogo positivo attorno al Giardino
dei Giusti e al progetto per il Monte Stella, contestato da un gruppo
di cittadini. “Ciò che stupisce – scrive Nissim - è che nessuno dei
contestatori abbia mai pensato di ricercare un dialogo costruttivo.
L’obiettivo era e rimane quello di creare il mostro, facendo leva
sull’interesse collettivo alla salvaguardia del verde, mostrando sui
social network disegni non corrispondenti al progetto e invitando i
cittadini a firmare contro lo «scempio architettonico», con toni
allarmistici e catastrofici”.
Genova non dimentica. Si
terrà domani pomeriggio la marcia per ricordare la deportazione
nazifascista il 3 novembre del 1943 di 261 ebrei da Genova, ricordata
sulle pagine del Secolo XIX. A organizzare la manifestazione, la
Comunità di Sant'Egidio assieme alla Comunità ebraica locale.
“Interverranno – riporta Repubblica - il rabbino capo di Genova
Giuseppe Momigliano, il sindaco Marco Doria, Ariel Dello Strologo,
presidente Comunità Ebraica genovese, e i responsabili della Comunità
di Sant'Egidio”.
Milano, il Museo Botanico in memoria di Aurelia Josz.
“Il Museo Botanico sarà intitolato ad Aurelia Josz, una figura
eccezionale del ‘900, riferimento della cultura milanese. La Josz nel
1902 fondò la prima Scuola Pratica Femminile di Agricoltura, presso
l’Orfanotrofio della Stella di Milano, scuola che fu poi trasferita a
Villa Lonati, dove oggi è nato il Museo Botanico” (Corriere della Sera).
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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