Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Dopo
la morte di Sarah, Avraham sposa una donna di nome Keturah con cui
genera sei figli. Chi era questa Keturah? Rashì la identifica con
Hagàr. Profondo e suggestivo il parallelismo narrativo con cui la Torah
ci racconta i due matrimoni: quello di Yitzchak con Rivkà e quello di
Avraham con Hagàr – Keturah. La preoccupazione con cui Avraham cerca
una compagna adeguata per suo figlio si intreccia con il prodigarsi di
Yitzchàk nel riportare Hagàr nella casa di suo padre, da cui era stata
cacciata. Non si tratta soltanto di una riparazione della frattura che
l’allontanamento di Hagàr aveva procurato, ma piuttosto sembra che
Yitzchak comprenda in profondità il valore che Hagàr riveste per suo
padre. Non solo una serva o una madre surrogata, ma una moglie a pieno
titolo.
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Dario
Calimani,
anglista
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All’Expo,
Israele mostrava le importanti scoperte tecnologiche nel campo
dell’agricoltura e il proprio contributo alla lotta contro la fame nel
mondo. Con l’irrigazione goccia a goccia, con la desalinizzazione
dell’acqua di mare, Israele ha fatto fiorire il deserto. Con le sue
start-up e con uno sviluppo esponenziale del high-tech, Israele fa
concorrenza alla Silicon Valley. La chiamano già la Start-up Nation. Se
passate per Tel Aviv, fatevi accompagnare, vicino al centralissimo
Rothschild Boulevard, a quell’impressionante incubatore tecnologico,
giovane e dinamico, che è il MindSpace. La ricerca medica, in Israele,
sta facendo importanti scoperte per la cura della fibromialgia e
dell’Alzheimer, ha scoperto un super-farmaco per la cura del diabete. È
tutto questo che l’ottusità del movimento anti-israeliano BDS sta
boicottando.
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Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno
di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe
ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat,
sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico Ë santo e
non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ
KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della
famiglia di Kehat,
sua famiglia d'origine, un'altra persona).
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Obama-Netanyahu,
prove di disgelo |
Rassicurazioni
reciproche e una promettente stretta di mano: a più di un anno di
distanza il Premier israeliano Benjamin Netanyahu è volato a Washington
per incontrare il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Un vertice
atteso, dopo il progressivo raffreddamento dei rapporti tra i due a
seguito del’accordo sul nucleare in Iran, nel quale si sono riaffermate
le reciproche intenzioni: Obama ha sottolineato come la sicurezza
d’Israele sia tra le priorità americane, mentre Netanyahu ha ribadito
che “nonostante le aumentate violenze delle ultime settimane non
abbiamo perso la nostra speranza di pace e rimaniamo convinti della
necessità di due Stati per due popoli”. Da quanto filtrato
dall’incontro avvenuto a porte chiuse, anche la notizia che la cifra
stanziata in aiuti militari verso Israele dovrebbe aumentare da 3 a 5
miliardi di dollari (Repubblica).
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qui roma - a ventanni dall'assassinio di rabin
Arafat-Abbas, leader bugiardi
Eitan
Haber, portavoce dell’ex Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin
(1922-1995), sarà protagonista di una serata, organizzata dall’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, al Centro Ebraico Pitigliani di Roma,
giovedì 12 novembre (ore 20.30). Un’occasione per discutere e
riflettere, a vent’anni di distanza dall’assassinio del premier, in
compagnia dei giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e Anna
Momigliano (Rivista Studio).
“L’Autorità palestinese (Ap) si è rivelata un regno virtuale della
menzogna, dove ogni funzionario – dal presidente Arafat in giù – passa
le sue giornate a mentire a una serie ininterrotta di giornalisti
occidentali”. Sono passati dieci anni da quando lo storico israeliano
Benny Morris nell’introduzione del suo celebre 1948: Israele e Palestina tra guerra e pace affermava tutta la sua disillusione nei confronti della leadership palestinese.
Allora
erano gli ultimi giorni di Yasser Arafat alla guida dell’Ap: “l’uomo di
cui nessuno si fidava, Rabin in primis”, come lo ha descritto a Pagine
Ebraiche un altro noto storico israeliano, Tom Segev, ha lasciato al
suo popolo una realtà divisa, conflittuale e senza speranze di pace. A
ereditarne lo scettro, a capo dell’Autorità nazionale palestinese, è
stato Mahmoud Abbas che ha deciso di proseguire la politica della
menzogna denunciata da Morris. Almeno questa è l’opinione di Eitan
Haber, l’uomo ombra dell’ex Primo ministro Yitzhak Rabin, che – a
vent’anni dall’assassinio del premio Nobel per la pace israeliano per
mano di un terrorista ebreo – quando parla di Abbas lo descrive come
una “figura tragica” così come un bugiardo. Un giudizio maturato nel
corso degli anni e rafforzato dall’ultima ondata di terrorismo
palestinese, quella definita come la “rivolta dei coltelli”, che da
settimane colpisce civili e soldati israeliani.
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la decisione del bet din di londra 'Niente divorzio, niente sinagoga' Voci rabbiniche a confronto Da
quindici lunghi anni la signora Rivka, ebrea londinese, aspetta che il
suo ex marito, John Abayahoudayan, le conceda il get, il divorzio
religioso. Secondo la legge ebraica infatti solo il marito può
sciogliere la moglie dal vincolo matrimoniale, altrimenti resta una
agunah, una donna “incatenata”, e dunque non può risposarsi.
Una
situazione purtroppo ben nota, che spesso si ripropone all’interno
delle comunità ebraiche del mondo intero e che ha visto una durissima e
importante presa di posizione da parte del Bet Din, il tribunale
rabbinico, di Londra. Attraverso un avviso pubblicato sul giornale
ebraico inglese Jewish Chronicle, il Bet Din locale ha infatti bandito
l’entrata di John Abayahoudayan nelle sinagoghe, fintanto che egli non
“libererà” la sua ex moglie. Nella nota, corredata da una foto di
Abayahoudayan, oltre a diffidarlo, viene suggerito ai membri della
comunità di considerare se sia appropriato o meno entrare in affari e
stringere rapporti sociali con lui.
A
Pagine Ebraiche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni spiega: “Non
conosco il caso specifico, dunque non posso commentarlo. Ma credo che
qualsiasi misura adottata per cercare di risolvere situazioni simili
sia la benvenuta. Ovviamente le soluzioni variano di contesto in
contesto: a certi ad esempio non farebbe alcuna differenza avere il
divieto di entrare in sinagoga. In Italia inoltre il Bet Din ha le mani
legate, dipendendo dalle leggi dello Stato: diffondere un avviso del
genere con tanto di fotografia potrebbe essere considerata una
violazione della privacy e avere conseguenze legali”.
(Nell’immagine l’avviso pubblicato dal Bet Din di Londra) Leggi
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roma - a settant'anni dai pogrom anti-ebraici Tripoli, ferita ancora aperta
Risuonano
nel cimitero del Verano a Roma i salmi e il kaddish in memoria degli
ebrei libici uccisi nei pogrom del 4-7 novembre 1945.
A
settanta anni da quei tragici fatti, una memoria viva. Qualcuno
condivide ricordi di famiglia, qualcuno è stato testimone diretto,
qualcuno accende una candela di fronte al monumento comemorativo voluto
da Raffaello Fellah. Tutti ascoltano in silenzio il suono dello shofar.
Come viene ricordato ai presenti, centinaia i negozi, le case e le
sinagoghe cui fu dato fuoco in quelle ore tra Tripoli, Amrus, Zanzur,
Zawia, Tagiura e Msellata. Gli ebrei libici vivevano in dialogo
costante con la società di quel tempo, ma l’odio nei loro confronti
incendiò rapporti consolidati e mostrò in tutta la sua ferocia il volto
della barbarie antisemita. Significativa la delegazione comunitaria
romana che ha preso parte alla cerimonia. A rendere omaggio alla
memoria delle vittime, tra gli altri, la presidente Ruth Dureghello e
il rabbino capo Riccardo Di Segni.
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qui firenze Binario 16, i giovani ricordano
Tanti
giovani, in rappresentanza di diverse scuole del territorio,
all’annuale commemorazione in ricordo degli ebrei deportati da Firenze
(l’appuntamento era al binario 16 della stazione ferroviaria Santa
Maria Novella, da dove partirono i convogli). Tra gli altri gli alunni
dell’istituto comprensivo di Scandicci, che hanno cantato un brano su
Terezin e recitato una celebre frase del Talmud, dove si legge che il
mondo non si mantiene “che per il fiato dei bambini”.
Significativa la presenza istituzionale. Ad intervenire, tra gli altri,
la presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, il
rabbino capo Joseph Levi, la consigliera di Palazzo Vecchio Francesca
Paolieri, il vicepresidente del Consiglio comunale Massimo Fratini e
Mara Aldrighetti, assessore comunale a Pozzallo, la città siciliana in
cui nacque l’indimenticabile sindaco Giorgio La Pira.
(Foto di Sergio Servi)
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Yitzhak Rabin |
A
sinistra, l’anniversario della morte di Yitzhak Rabin è servito a
commuoversi, certamente, ma anche a mettere sul banco degli imputati
Benjamin Netanyahu. In molte delle commemorazioni, infatti, a Bibi è
stato imputato il clima di odio in cui maturò l’omicidio e, inoltre, il
suo scarso impegno successivo a promuovere il processo di pace. A
destra, queste affermazioni hanno destato costernazione e scandalo:
quell’atto efferato non sarebbe riconducibile a nessuna dialettica
politica, per quanto aspra, e la colpa del conflitto a bassa intensità
sarebbe tutta dei palestinesi. Questa divaricazione è stata forte in
Israele ma ne abbiamo avuto sentore anche dagli interventi pubblicati
su questo giornale, spesso polemici tra loro. Può sembrare un segnale
di debolezza, che nemmeno di fronte a un enorme dolore si riesca a
recuperare l’unità. Ma io penso che non sia così, se i toni si
mantengono civili.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- tro a Roma
con il ministro Kyenge |
Dal
testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è
chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici
(tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader)...
dfdf e non ha bisogno di leader)...
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non ha bisogno di leader)...
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non ha bisogno di leader)...
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Mario Avagliano
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Pilpul
aggiuntivo |
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testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è
chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici
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Rachel Silvera, studentessa/stagista
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aggiuntivo |
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Rachel Silvera, studentessa/stagista
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Rachel Silvera, studentessa/stagista
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Rachel Silvera, studentessa/stagista
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