17 aprile 2015 - 5 Kislev 5776 |

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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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CRIF
@Le_CRIF
16 novembre Isr"La société française a besoin de
cohésion. Cette cohésion, il faut la construire avec tous, sur la base
de nos valeurs." Y. Arfi sur @itele
Anne Hidalgo
@Anne_Hidalgo
16 novembre
La Tour Eiffel éclairée aux couleurs du drapeau français #NousSommesUnis
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#PE24BreakingNews |
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Hollande ai paesi democratici:
“Insieme contro i jihadisti”
“La
Francia è in guerra”. Ha esordito così François Hollande nel suo
discorso – riportato integralmente su Repubblica – alle due camere di
Assemblea Nazionale e Senato riunite a Versailles per la terza volta
nella storia repubblicana francese. Hollande ha dunque presentato al
Parlamento quali saranno le misure straordinarie che il paese
intraprenderà per far fronte alla situazione di emergenza dopo gli
attentati di Parigi: un'intensificazione delle operazioni in Siria e un
rafforzamento dell'alleanza con Stati Uniti e Russia per smantellare le
roccaforti dell'Isis, un progetto di prolungamento a tre mesi dello
stato di emergenza, un richiamo a tutti gli Stati dell'Unione Europea
affinché si uniscano alla Francia nella sua lotta ma anche lavorino a
una “protezione effettiva delle frontiere esterne”, un miglioramento
della sicurezza interna, ma soprattutto una revisione della
Costituzione perché “questa guerra di altro tipo richiede un regime che
permetta di gestire lo stato di crisi, uno strumento appropriato per
basarvi il varo di misure eccezionali per un certo periodo, senza dover
ricorrere allo stato d'assedio e senza compromettere l'esercizio delle
libertà pubbliche”.
“Noi – ha detto Hollande – sradicheremo il terrorismo perché i francesi
vogliono continuare a vivere insieme senza temere i loro simili. Noi
sradicheremo il terrorismo perché la libertà di movimento delle persone
e il multiculturalismo restino possibili e la civiltà umana ne sia
arricchita. Noi sradicheremo il terrorismo affinché la Francia continui
a mostrare il cammino da percorrere. ll terrorismo non distruggerà la
Repubblica, perché sarà la Repubblica a distruggerlo”.
L'obiettivo della lotta al terrorismo anche al centro del vertice G20
in Turchia, dove il presidente statunitense Barack Obama ha parlato di
un'intensificazione della strategia contro lo Stato Islamico – definito
“il volto del male” – ma senza l'invio di altre truppe di terra,
sollecitando tutti a “non confondere i rifugiati che scappano dalla
violenza con i terroristi”. La strategia di Obama, scrive la Stampa, si
regge su tre pilastri: “Le operazioni in corso per ridurre il
territorio controllato dall’Isis, quelle contro il terrorismo per
prevenire altri attentati come quelli di Parigi, e il filone
diplomatico per trovare una soluzione politica alla guerra in Siria”.
Intanto, mentre la Francia si rialza e tenta di riprendere la vita
quotidiana, è aperta la caccia all'uomo per catturare l'ultimo degli
otto attentatori ancora vivo e latitante, Salah Abdeslam, francese, 26
anni, che ha passato la frontiera franco-belga sabato mattina, quando è
stato identificato ma non fermato. A fare il punto sulle indagini e
sulle identità dei responsabili della strage è, tra gli altri, La
Stampa.
Ieri la polizia belga ha effettuato un grande blitz a Molenbeek,
quartiere di Bruxelles crocevia di jihadisti, ma Abdeslam non era lì, e
nemmeno in Piemonte come a un certo punto della giornata si era temuto.
A Molenbeek vivevano anche Mohamed Amri, uno degli arrestati che
potrebbe essere l'artificiere che ha preparato i giubbotti bomba
proprio in casa sua, dove è stata trovata una grande quantità di
nitrato, e Abdelhamid Abaaoud, 27 anni anni, di origine marocchina, la
mente che sarebbe dietro gli attacchi di Parigi, coordinati dalla
Siria. Da lì sarebbero passati, prima o poi, tutti gli attentatori.
Gli alleati inconsapevoli. “Dolore,
sconforto e indignazione. Solidarietà commossa con le vittime e con i
loro familiari. Mi chiedo poi quale perversione e blasfemia possa
albergare nei cuori e nelle menti di chi crede di essere gradito a Dio
compiendo simili efferatezze. Ho provato rabbia e sdegno nei confronti
di quegli opinionisti e di quei politicanti che adducono
giustificazioni, attenuanti, contestualizzazioni: alleati
inconsapevoli, ma egualmente pericolosi e subdoli, del terrore”. Così
parla il rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del
Centro-Nord Italia, in un'intervista al Quotidiano Nazionale in cui
riflette sul radicalismo alla luce degli attentati di Parigi. Sullo
stesso tema si sofferma in un'intervista a Repubblica anche la filosofa
Agnes Heller, ebrea ungherese sopravvissuta alla Shoah e poi dissidente
perseguitata dal regime socialista. “L'islamismo è il nazismo
contemporaneo – dichiara Heller – e va combattuto allo stesso modo.
Tutti i governi dovrebbero unirsi in una causa comune”. Sulle pagine
genovesi del quotidiano parla invece Ofir Haivry, storico israeliano
vicepresidente dell'Istituto Herzl di Gerusalemme invitato oggi nel
capoluogo ligure dalla Comunità ebraica cittadina per parlare di
"Israele e il nuovo Medio Oriente: Tra Isis, Iran e nuove nazioni
emergenti".
“Purtroppo noi avremmo voluto essere come voi europei e vivere in pace
– afferma lo storico – invece temo che, almeno per qualche tempo, sia
il contrario. Da alcuni anni l'Europa tendeva a emarginare il problema
israeliano come una cosa che non riguardasse i vostri paesi”. Ma di
fronte agli attacchi di Parigi “siamo un tutt'uno”.
Sulle pagine del Corriere una riflessione di Donatella Di Cesare sul
concetto di umanità e sul nostro rapporto con l'orrore: “I corpi
mutilati, che un'impietosa telecamera ci mostra sul selciato di Beirut,
o per le vie di una sconosciuta città della Siria, non ci inquietano
come i feriti e i morti intravisti nel buio della notte di Parigi. Per
giustificarci potremmo dire che dove riconosciamo un volto, l'umanità
ferita suscita in noi compassione e sdegno. In quelle strade di Parigi
avremmo potuto trovarci anche noi; ci immaginiamo al posto dell'altro,
vittima inerme. E l'immaginazione diventa la spinta per l'etica. Se
invece l'umanità ci appare lontana, anonima, senza volto, il nostro
sentire si inceppa”.
Nathan Graff: “Milano non è antisemita”. “Mi
sento molto meglio, grazie a Dio. Penso che mi sia stata data di nuovo
la vita e spero di tornare alla mia vita normale il prima possibile.
Non ho paura, mi sento solo un po’ debole, ma è andato tutto bene. Sono
stato aggredito in quanto ebreo, ma non credo che Milano sia una città
antisemita”. Così Nathan Graff, le cui parole sono riportate dal
Corriere Milano. Nel capoluogo lombardo, a pochi metri dal luogo
dell'agguato, si svolgerà nel pomeriggio un sit in contro la violenza
organizzato dalla Comunità ebraica milanese insieme al consigliere
comunale Manfredi Palmeri. Il Giorno racconta che nelle scorse ore
Graff ha ricevuto la visita del console israeliano Galit Efraim, oltre
che, tra gli altri, dei due presidenti della Comunità Milo Hasbani e
Raffaele Besso e del vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Roberto Jarach.
Milano dedica inoltre una giornata intera, quella di domani, a Khaled
al-Asaad, il custode di Palmira trucidato per mano dell'Isis tre mesi
fa. L’associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, formata dal
Comune, da Gariwo e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha
organizzato per le 11 una cerimonia di intitolazione ad al-Assad di un
albero e un cippo al Giardino dei Giusti. Un appuntamento che il
presidente di Gariwo Gabriele Nissim ha chiesto che “diventi simbolo
della protesta morale della nostra città contro i crimini dell’Isis, a
cui tutti i milanesi possano partecipare”. Ci sarà anche il console
francese Olivier Brochet, mentre Avvenire riporta che non sarà presente
nessun rappresentante siriano, in quanto dopo aver letto che
parteciperà anche l'Ucei – riporta il quotidiano – sarebbe emerso il
timore di ritorsioni in patria. "Non dobbiamo nasconderci ma avere il
coraggio di combattere l’indifferenza, musulmani ed ebrei insieme.
Dobbiamo educare i giovani alla cultura e alla memoria", dichiara il
Consigliere UCEI Giorgio Mortara.
Israelitico, incontro Gabrielli-Celotto.
Primo faccia a faccia a Palazzo Valentini tra il prefetto Franco
Gabrielli e il nuovo commissario dell'Ospedale Israelitico nominato
dalla Comunità ebraica, Alfonso Celotto. "Sbloccheremo nei prossimi
giorni gli stipendi di novembre e sono pienamente assicurati anche
quelli di dicembre. Ora siamo al lavoro per poter recuperare la piena
fruibilità dell'ospedale da parte dei pazienti" le parole di Celotto,
riportate dal Messaggero. Per la presidente della Comunità romana Ruth
Dureghello "il primo obiettivo è la riapertura dell'ospedale nel più
breve tempo possibile, al fine di restituire i servizi sanitari a tutti
i cittadini".
Scomparso il partitigiano Lonati.
È scomparso a Brescia all'età di 94 anni Bruno Giovanni Lonati,
partigiano che sosteneva di aver ucciso Benito Mussolini con l’amante
nell’ambito di una missione diretta dall’agente segreto britannico John
Maccaroni, il cui scopo sarebbe stato quello di recuperare il presunto
carteggio segreto tra il dittatore fascista e il primo ministro
britannico Winston Churchill. La sua testimonianza, riporta il
Corriere, aveva fatto molto discutere. In quanto, si legge, “in genere
gli studiosi non l’avevano ritenuta suffragata da sufficienti
riscontri”.
Francesca Matalon
twitter @fmatalonmoked
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