18 novembre 2015 - 6 Kislev 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav David Sciunnach e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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Maurizio Molinari @Maumol (17 novembre) #Sinai #Putin promette: "Inseguiremo ovunque e puniremo iterroristi dell'attentato all'aereo". Maxitaglia su di loro
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#PE24BreakingNews
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Parigi, è caccia all'uomo
Giunge
all’alba la notizia di un nuovo blitz della polizia francese in un
presunto covo di terroristi a Saint Denis durante il quale sarebbero
morte almeno tre persone e altre sarebbero rimaste ferite. Lo scopo del
raid è catturare la mente degli attentati di Parigi, il belga di
origini marocchine Abdelhamid Abbaoud.
Ieri ad Hannover, la partita di calcio Germania-Olanda è stata
annullata a seguito di un allarme bomba: cancellata anche
Belgio-Spagna. Un’atmosfera tesa, quella che si respira in Europa,
raccontata sui quotidiani anche attraverso la descrizione delle
chiamate ricevute dal centralino del comune di Parigi e la
significativa riduzione degli ingressi in metropolitana.
Quello di oggi “è un clima che richiama l’ascesa del nazismo”. Così il
rabbino Giuseppe Laras sulle pagine del Corriere. “Gli ebrei, ora come
in passato, sarebbero causa dei mali del mondo. Se non ci fosse
Israele, sostengono molti, musulmani e non, vi sarebbe pace con
l’Islam. È falso. È una verità apparente trasformata in dogma. I
jihadisti lo sanno bene – scrive Laras – e sosterranno questa tesi
avvelenata e allettante per far credere che solo così tornerà a esservi
pace, anche in Europa”.
Sul Corriere, lo scrittore israeliano Amos Oz si appella ai musulmani
moderati: “Sono loro – spiega – che dovrebbero denunciare i fanatici
nei loro quartieri e impugnare il bastone quando necessario”. Oz
propone inoltre che si crei un piano di aiuti per il mondo islamico
simile a quello che fu il piano Marshall per l’Europa del dopo-guerra.
Mentre continua l’azione militare francese contro il Califfato, dal
Cremlino arrivano parole di sostegno inequivocabili: “Uniti come contro
Hitler”. Intanto l’Unione Europea si prepara a scendere in campo per
aiutare la Francia come sancito dai trattati che prevedono, in caso di
attacco armato sul territorio di uno stato membro, che gli altri Paesi
dell’Unione prestino assistenza (Repubblica).
Il papa alla sinagoga di Roma.
Bergoglio visiterà la sinagoga di Roma il prossimo 17 gennaio. Ad
accoglierlo ci saranno il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente
delle Comunità Ruth Dureghello e il presidente UCEI Renzo Gattegna. Nel
riportare la notizia, Avvenire cita quanto scritto ieri su Pagine
Ebraiche: “Sarà un incontro carico di significati simbolici, anche alla
luce dei drammatici accadimenti di questi mesi e dell’impegno che le
religioni e i leader religiosi sono chiamati ad assumere nella lotta
all’oscurità”. Bergoglio sarà il terzo papa a visitare la sinagoga dopo
Wojtyla nel 1986 e Ratzinger nel 2010.
Kippah in testa, per Nathan.
Oltre cinquecento le persone scese in piazza ieri a Milano con la
kippah in testa. Un gesto simbolico per testimoniare la propria
vicinanza a Nathan Graff, il quarantenne aggredito e ripetutamente
accoltellato lo scorso giovedì nei pressi della scuola ebraica. Tra i
presenti, come riportano i quotidiani locali, i co-presidenti della
Comunità ebraica Raffaele Besso e Milo Hasbani, il vicepresidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, Corrado
Passera, candidato sindaco di Italia Unica, l’ex presidente del
Consiglio comunale Manfredi Palmieri, Riccardo Corato di Fratelli
d’Italia oltre che Ruggero Gabbai e Daniele Nahum del Pd e il fondatore
dei City Angels Mario Furlan.
I 90 anni di Bauman.
Su Repubblica, Wlodek Goldkorn intervista il pensatore Zygmut Bauman in
occasione del suo novantesimo compleanno. Ebreo polacco, vittima del
nazismo, comunista e poi anticomunista, Bauman racconta: “Un comico
inglese diceva che l’ebreo è l’uomo che in ogni luogo è fuori luogo.
Sì, sono nato straniero e morirò straniero. E sono innamorato di questa
mia condizione”.
La cultura dell’altro.
Intervistato dal Resto del Carlino, il rabbino capo di Bologna Alberto
Sermoneta riflette sulla presenza del crocifisso nelle scuole: “Nel mio
liceo – dice – il crocifisso c’era e dava più fastidio a certi
cattolici che a me. Un detto del Talmud recita: le regole del governo
vanno rispettate da tutti'”. Sottolinea però come in alcuni casi,
nonostante le intese tra Stato e Unione delle Comunità Ebraiche, ci si
ritrovi a vivere delle difficoltà: “Per anni l’inizio della scuola in
Emilia-Romagna è coinciso con il primo giorno del capodanno ebraico:
non è stato fatto apposta, ma viene meno l’attenzione. Perché i nostri
ragazzi devono saltare giorni di scuola, quando le norme prevedono il
contrario?”.
Scrive invece una lettrice di Libero: “Gli ebrei appartengono
all’Occidente e sono vertebra inseparabile di quella spina dorsale che
speriamo l’Occidente tenga dritta in questa epoca in cui combattiamo
per la nostra stessa sopravvivenza. Per la sopravvivenza del prosciutto
nelle mense scolastiche, del Cristo di Chagall, delle bellezze in
bikini, della goduria di un prosecco d’estate”.
Israele-Puglia: l’asse si rafforza. Turismo,
cultura, tecnologia, agricoltura: sono questi i campi che hanno
permesso alla Puglia di essere individuata come primo, e per il momento
unico, sede di un consolato onorario dello Stato d’Israele in Italia.
Sul Corriere del Mezzogiorno, il console Luigi De Santis scrive: “Mi
piace pensare che anche questa volta la Puglia tutta sarà in grado di
dimostrare che la tanta attenzione che il mondo ci rivolge in questo
delicato momento storico è ben riposta e giustificata dai risultati che
come sistema Puglia potremo raggiungere".
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
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