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14 dicembre 2015 - 2 Tevet 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Nel Talmud e nella letteratura rabbinica spesso Chanuka è associata a Purim. Per esempio nel Mishneh Torah di Rambam si trovano addirittura nello stesso capitolo: "Hilchoth Meghillah veChanuka". Nei Siddurim leggiamo Al HaNissim per Chanuka e per Purim (con la prima parte in comune). Dal punto di vista della Halachah entrambe le feste sono Mitzvoth MiDeRabbanan (di origine rabbinica), ma nello stesso tempo hanno entrambe caratteristiche simili alle Mitzvoth MiDeOraita (di origine scritturale): si pensi alla Meghillat Ester che "rende impure le mani" e al fatto che pur di accendere la chanukia a olio il povero è tenuto a vendere i propri vestiti.
Per quale motivo questo peso in più rispetto ad altre norme MiDeRabbanan? Per quale motivo spesso queste due festività vengono associate?
 
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Anna
Foa,
storica
Tra i figli e i nipoti dei maggiori responsabili degli stermini del Novecento alcuni si sono appiattiti sulle posizioni dei padri, altri, sia pur pochi, si sono interrogati sulle colpe che pesavano sui loro avi e le hanno coraggiosamente rimesse in discussione. Così la pronipote di Goebbels, che ha passato la vita ad espiarne le colpe, così la pronipote di Himmler, così un giornalista turco, Hasan Cemal, nipote di Djemal Pasha, uno dei principali autori del genocidio armeno. Hasan Gemal ha denunciato in Turchia il genocidio armeno, ha chiesto scusa agli armeni, è stato incriminato dalle autorità turche per aver usato la parola genocidio, minacciato di morte, obbligato a vivere sotto scorta nel timore di attentati.
 
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Le elezioni in Francia,
Le Pen ridimensionata
Marine Le Pen e il suo Front National non guideranno nessuna delle regioni francesi. A sancirlo, il secondo turno delle elezioni transalpine da cui è risultato il ridimensionamento delle aspettative del partito xenofobo e populista della Le Pen, che domenica scorsa con il suo exploit aveva preoccupato milioni di francesi ed europei. Il fronte democratico ha tenuto, sottolinea tra gli altri La Stampa: sette regioni sono andate ai Répubblicains di Nicolas Sarkozy mentre cinque ai socialisti, con i secondi che hanno ritirato i propri candidati dove non avrebbero avuto chance di vincere e per aiutare i primi a sconfiggere il Front National. Quest'ultimo rimane il primo partito di Francia, ricorda Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, parlando di una nazione lacerata e di una Le Pen (“ci sono vittorie senza gloria e sconfitte gloriose”, ha sibilato una volta resi noti i risultati delle urne) che continua a fare paura. E in questo quadro, spiega sempre il Corriere, paradossalmente potrebbe avvantaggiare in chiave presidenziali 2017 lo sconfitto Francois Hollande, da tempo in crisi di credibilità. Sia i socialisti sia i repubblicani in ogni caso, spiega Cesare Martinetti su La Stampa, devono trovare una nuova visione politica in chiave anti-Front National.

Musulmani, la chiave contro i populismi. Per l'intellettuale Marek Halter (Repubblica) l'estrema destra cresce “sia essa tedesca o francese”, perché “costruisce il suo messaggio politico contro qualcosa o contro qualcuno. Negli anni Trenta, il nemico era l'ebreo”, oggi “i nemici sono i musulmani, accusati di non essersi assimilati agli europei, di non essersi integrati nella nostra società, di non essere diventati abbastanza italiani, francesi, tedeschi o ungheresi”. Secondo Halter, la soluzione per battere questi populismi “è nelle mani dei musulmani: basterebbe, per esempio, che 100mila di loro scendessero nelle strade per manifestare contro l'Is”. Intanto dall'altra parte – in Francia in particolare - ci si riorganizza, come dimostrano le parole di Marion Le Pen, bocciata insieme alla zia Marine, ma che dichiara “ne usciremo più forti. Certe vittorie sono vergognose” (Repubblica).

Da Roma per costruire una nuova Libia. Entro quaranta giorni potrebbe formarsi in Libia un governo di unità nazionale. Una soluzione diretta a stabilizzare il Paese, arrivata nel corso della Conferenza tenutasi a Roma nelle scorse e voluta dalla diplomazia italiana, con l'appoggio degli Stati Uniti. Dalla Capitale è arrivato l'“impegno forte della comunità internazionale a favorire e sostenere in tutti i modi il fragile processo di riconciliazione tra le fazioni libiche, messo in moto grazie alla mediazione dell’Onu” (Corriere). Per il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni – così come per il segretario di Stato Usa John Kerry - il governo di unità nazionale libico sarà uno strumento necessario in chiave anti-Isis.
 
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  davar
israele
Gerusalemme, ancora violenza
Undici persone sono rimaste ferite nell'ultimo attentato palestinese che ha colpito Gerusalemme. Un uomo - il ventunenne Abed Almohsin Hassoneh proveniente dal quartiere di Shuafat (la zona Est della Capitale) - ha infatti lanciato il suo veicolo contro un gruppo di civili israeliani nei pressi della stazione centrale degli autobus della città. Secondo quanto dichiarato dalla polizia, nella macchina dell'attentatore, ucciso sulla scena dell'aggressione, è stata trovata un'ascia. Rispetto ai feriti, uno è in condizioni gravi mentre, secondo le ricostruzioni, nell'attentato è rimasto coinvolto anche un bambino di 15 mesi, ricoverato in condizioni stabili. 

gli equilibrismi del presidente turco
Erdogan: "Rapporti con Israele?
Normalizzazione serve a tutti"

In una delle sue uscite sulla situazione israeliana, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva definito l'ultima ondata di attacchi terroristici palestinesi come “una nobile lotta”. A settembre aveva chiesto all'Onu provvedimenti contro Gerusalemme, accusando il governo israeliano di aver “violato” la santità della moschea Al Aqsa e gettando benzina su una situazione già incandescente. Queste prese di posizione di Ankara sembravano il segnale dell'ennesimo naufragio dei tentativi di riallacciare i rapporti tra i due paesi. Dall'episodio della Mavi Marmara – la nave diretta verso Gaza, teatro nel 2010 dello scontro tra le forze di sicurezza israeliane e gli attivisti filopalestinesi a bordo. Nell'incidente morirono nove attivisti turchi – le relazioni tra Turchia e Israele sono infatti turbolente: Gerusalemme ha chiesto ufficialmente scusa ad Ankara, proponendo un risarcimento per i famigliari delle vittime. L'accordo sembrava fatto per poi essere congelato praticamente all'ultimo, sancendo una nuova distanza tra le due diplomazie.
Ora, in un Medio Oriente traballante, dove la Siria è in ginocchio, la minaccia dell'Isis è sempre più forte e l'influenza dell'Iran si sta estendendo, Erdogan sembra pronto a riaprire le porte al governo del Premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nelle scorse ore infatti il presidente turco ha dichiarato che “un processo di normalizzazione dei rapporti con Israele sarebbe positivo per noi, per Israele, per i palestinesi e per l'intera regione”.
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dopo il voto - le analisi degli ebrei di francia
"L'onda xenofoba è stata fermata
ma l'estremismo chiede risposte"

L’aveva invocata il Gran rabbino di Francia Haim Korsia proprio all’indomani del primo turno elettorale, che vedeva il Front National di Marine Le Pen primo partito alle regionali francesi, e alla fine c’è stata: il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, la massima rappresentanza degli ebrei d’Oltralpe, ha salutato con soddisfazione “la riscossa civica che ha bloccato la strada delle regioni al Fn”. Un’espressione di sollievo, condivisa da molte istituzioni e intellettuali ebrei francesi, a cui però il Crif aggiunge un monito: “La forte mobilitazione cittadina nei valori repubblicani dev’essere per il governo e l’insieme della classe politica l’occasione di affrontare con prontezza il problema del progresso dell’estremismo”.
Un richiamo all’azione espresso con forza anche dal rav Korsia, che ha interpretato tra l’altro con allarme l’alto tasso di astensionismo e la demotivazione dei francesi nei confronti delle sorti del paese. “Ogni volta che c’è un risultato elettorale ci si dice: ‘adesso bisogna fare qualcosa’ ma non si fa mai granché. Bisogna – afferma – ricucire lo strappo e rispondere alla collera reciproca di chi si esprime attraverso l’astensionismo e i voti estremi”.

(Nell’immagine: a destra Marine Le Pen, leader del Front National, accanto alla nipote Marion Maréchal-Le Pen. Entrambe sono state battute al ballottaggio) 
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QUI ROMA - CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI
Leggi antiebraiche in Italia
Effetti, mancanze, silenzi

Quali furono gli effetti delle leggi razziste sulla popolazione ebraica in Italia? E soprattutto, come reagì la comunità dei giuristi davanti alla negazione dei diritti fondamentali?
Domande su cui si interrogheranno i qualificati relatori chiamati a presentare, domani pomeriggio al Centro Bibliografico UCEI, lo studio dell’avvocato civilista Giuseppe Acerbi sul tema “Le leggi razziali e antiebraiche italiane ed il ceto dei giuristi”.
In programma a partire dalle 17, l’evento sarà condotto dalla Consigliera UCEI Fabiana Di Porto e si aprirà con i saluti del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e del giurista Gustavo Ghidini (Società Umanitaria e Luiss Guido Carli)
Seguiranno quindi gli interventi di Pietro Rescigno (Università Sapienza e Accademia dei Lincei), Guido Alpa (Università Sapienza), Caterina Montagnani (Università di Cassino) e David Meghnagi (Università Roma Tre).

UNIONE GIOVANI EBREI D'ITALIA
Ugei, il presidente Nacamulli:
“Siamo pronti per ripartire”

Ariel Nacamulli, neo presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, dimostra da subito di avere le idee chiare: “Credo che uno dei nostri primi obiettivi dovrebbe essere quello di coinvolgere maggiormente anche i ragazzi di Roma e Milano nelle nostre attività. Ed essendo un romano trapiantato a Milano mi sento propositivo nel perseguire questa sfida”.
Vent’anni, studente di Ingegneria matematica al Politecnico, Nacamulli è al suo primo incarico all’interno del direttivo Ugei e prende il testimone da Talia Bidussa, che lo ha preceduto: “Non mi aspettavo di diventare presidente – spiega – ma non sono preoccupato: sento di saper gestire l’organizzazione degli eventi e ho già collaborato in passato per iniziative simili”.
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chanukkah 5776 - otto giorni, otto luci
Un'eredità a sette braccia
Rabbenu Nissim Gerondi (1320-1376), nelle sue glosse all’opera di rav Itzchak Alfassi (1013-1103), scrive un motivo per cui è proibito usare i lumi della Chanukkiah (Shabbat 21b): “Il miracolo avvenuto con la Menorah ha fatto stabilire la norma dei lumi di Chanukkah e ciò ha reso la Chanukkiah come la Menorah che non era possibile usare”. Altra conferma del fatto che i lumi della Chanukkiah siano considerati eredi di quelli della Menorah arriva da rabbì Moshè Isserles (1520-1572; Shulchan ‘Arukh 673:1) il quale sancisce che la Chanukkiah si debba accendere con olio di oliva, proprio come la Menorah del Santuario.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
 
CHANUKKAH 5776 – CASALe monferrato 
Religioni unite per la pace
Ormai la cerimonia molti la conoscono a memoria, ma ci si emoziona sempre. Chi partecipa da anni magari la spiega a chi ci viene per la prima volta, anche se non ebreo. Soprattutto se non è ebreo, ma comunque casalese, fiero di avere una sinagoga così bella in città.
Nessuno ha davvero contato le edizioni in cui l’accensione del candelabro a otto braccia, la Channukkiah simbolo della festa, è diventata un momento pubblico a Casale. Siamo probabilmente intorno alla ventesima, facendo il calcolo che in ogni anno per questa occasione il Museo dei Lumi si arricchisce di una decina di pezzi e siamo arrivati oltre i 180 con quelli arrivati domenica. Ogni anno però c’è sempre qualche particolare novità. A essere diversa anche la partecipazione, a un mese esatto dai drammatici fatti di Parigi. Per una festa che celebra la luce e in cui la comunità ebraica invita tutti i rappresentati delle religioni mondiali ad accendere insieme un lume, non è un elemento da poco.
Per questo è giusto cominciare la cronaca dalle parole del rappresentante del Coreis Isa Benassi, che ha detto: “La luce viene da Dio, noi possiamo solo preparare le lampade, ma Dio ci permette di accendere e di riconoscere in questa luce la fratellanza tra tutti gli uomini”. Quella del Coreis è stata la sola dichiarazione pubblica dei tanti amici chiamati al gesto simbolico di accendere un lume sotto la guida di Elio Carmi, vicepresidente della Comunità. Accanto a lui,
in rappresentanza dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Claudia De Benedetti, oltre a Marco Cavper la Chiesa evangelica di Alessandria, don Cassano per la Chiesa cattolica casalese e, per la prima volta, anche una comunità molto particolare: quella buddista di Renkoji, con il loro rappresentante Shoryo Tarabini.

Alberto Angelino
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
La stagione delle feste
Come si trascorre il periodo delle feste invernali quando si è immersi in una doppia vita? Nella sua rubrica Double Life su Pagine Ebraiche International Edition, Daniela Fubini racconta quella strana stagione dicembrina in cui amici e parenti provenienti da paesi addobbati da lucine e rametti di pino sbarcano nella sua Tel Aviv vibrante di caos feriale, chiedendo tempo, attenzione e magari collaborazione logistica e/o linguistica. Eppure, nonostante la difficoltà di infilarli tra riunioni, scadenze e appuntamenti “attraverso i visitatori, le loro domande e commenti, abbiamo l’opportunità di guardare con più attenzione alla nostra piccola Israele, sviluppando ancor più la sensazione di essere esattamente nel posto giusto nell’universo”, sottolinea Fubini. “Perciò, grazie per essere venuti!”.
Per la nuova uscita del giornale dell’ebraismo italiano dedicata al pubblico internazionale, attenzione particolare rivolta al rapporto tra ebraismo e Chiesa cattolica. Il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Momigliano esprime perplessità sul documento firmato da 25 rabbini di varie nazionalità, in prevalenza appartenenti a circoli Modern Orthodox, che propone un nuovo approccio teologico al rapporto tra le due fedi.
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qui roma 
Ilana e Alberto, mazal tov! 
Un affettuoso mazal tov a Ilana Bahbout e Alberto Pavoncello, che si sono uniti in matrimonio, da parte della redazione del Portale dell'ebraismo italiano e di Pagine Ebraiche.

pilpul
 Le Pen, una famiglia in crisi?
Marine non ha vinto. Hanno invece perso, insieme a lei, sua nipote, l’insopportabile padre (l’eterno Jean-Marie, quello per cui “Le camere a gas naziste sono solo un piccolo dettaglio della storia della Seconda guerra mondiale”), il Fronte Nazionale tutto, quello che raccoglie appassionatamente la ‘Francia profonda’, gli skinheads ma anche i disillusi, i populisti di ogni risma e colore, gli identitaristi alla ricerca di una nuova identità.
Il secondo turno delle regionali ha duramente sanzionato l’entusiasmo di una settima prima, quando il partito già neofascista poi ‘qualcosa d’altro’, era arrivato in prima posizione. In una miscela di effervescenza tra i suoi dirigenti e quadri, preoccupazione se non angoscia nei suoi avversari e scetticismo frammisto a cinismo in non poca parte dell’elettorato.


Claudio Vercelli
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 Oltremare - La vedova siriana
Chi non avesse mai visto il film La sposa siriana vada pure in punizione e ricominci a leggere dopo aver recuperato la mancanza, culturale oltre che cinematografica. Il film è di Eran Riklis, anche regista di Finale di Coppa, una storia surreale e eccellente ambientata durante la guerra del Libano del 1982, la stessa estate della Coppa del Mondo. Lì i protagonisti erano un soldato israeliano prigioniero e il capo di una cellula palestinese, e diciamo solo che il tifo per l’Italia accomuna le persone più diverse.
Nella Sposa siriana, una giovane donna drusa è promessa sposa di una celebrità locale che vive appena oltre confine, in Siria, e dal momento in cui passerà dal lato siriano per sposarsi, non potrà più ritornare in territorio israeliano. Storie di confine, al limite del credibile.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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