14 dicembre 2015 - 2 Tevet 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini.
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Israel Mission to UN @IsraelinUN
13 dic
Mr. Ronald Lauder, @WorldJewishCong president: #Hanukkah carries new significance to our present world today.
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Francia, Le Pen ridimensionata
Marine
Le Pen e il suo Front National non guideranno nessuna delle regioni
francesi. A sancirlo, il secondo turno delle elezioni transalpine da
cui è risultato il ridimensionamento delle aspettative del partito
xenofobo e populista della Le Pen, che domenica scorsa con il suo
exploit aveva preoccupato milioni di francesi ed europei. Il fronte
democratico ha tenuto, sottolinea tra gli altri La Stampa: sette
regioni sono andate ai Répubblicains di Nicolas Sarkozy mentre cinque
ai socialisti, con i secondi che hanno ritirato i propri candidati dove
non avrebbero avuto chance di vincere e per aiutare i primi a
sconfiggere il Front National. Quest'ultimo rimane il primo partito di
Francia, ricorda Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, parlando di una
nazione lacerata e di una Le Pen (“ci sono vittorie senza gloria e
sconfitte gloriose”, ha sibilato una volta resi noti i risultati delle
urne) che continua a fare paura. E in questo quadro, spiega sempre il
Corriere, paradossalmente potrebbe avvantaggiare in chiave
presidenziali 2017 lo sconfitto Francois Hollande, da tempo in crisi di
credibilità. Sia i socialisti sia i repubblicani in ogni caso, spiega
Cesare Martinetti su La Stampa, devono trovare una nuova visione
politica in chiave anti-Front National.
Musulmani, la chiave contro i populismi.
Per l'intellettuale Marek Halter (Repubblica) l'estrema destra cresce
“sia essa tedesca o francese”, perché “costruisce il suo messaggio
politico contro qualcosa o contro qualcuno. Negli anni Trenta, il
nemico era l'ebreo”, oggi “i nemici sono i musulmani, accusati di non
essersi assimilati agli europei, di non essersi integrati nella nostra
società, di non essere diventati abbastanza italiani, francesi,
tedeschi o ungheresi”. Secondo Halter, la soluzione per battere questi
populismi “è nelle mani dei musulmani: basterebbe, per esempio, che
100mila di loro scendessero nelle strade per manifestare contro l'Is”.
Intanto dall'altra parte – in Francia in particolare - ci si
riorganizza, come dimostrano le parole di Marion Le Pen, bocciata
insieme alla zia Marine, ma che dichiara “ne usciremo più forti. Certe
vittorie sono vergognose” (Repubblica).
Da Roma per costruire una nuova Libia. Entro
quaranta giorni potrebbe formarsi in Libia un governo di unità
nazionale. Una soluzione diretta a stabilizzare il Paese, arrivata nel
corso della Conferenza tenutasi a Roma nelle scorse e voluta dalla
diplomazia italiana, con l'appoggio degli Stati Uniti. Dalla Capitale è
arrivato l'“impegno forte della comunità internazionale a favorire e
sostenere in tutti i modi il fragile processo di riconciliazione tra le
fazioni libiche, messo in moto grazie alla mediazione dell’Onu”
(Corriere). Per il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni –
così come per il segretario di Stato Usa John Kerry - il governo di
unità nazionale libico sarà uno strumento necessario in chiave
anti-Isis.
Germania, il villaggio neonazi.
Sulla Stampa l'inquietante racconto di quanto sta accadendo nel
villaggio di Jamel, a sud di Schwerin, dove una cinquantina di
neonazisti sogna di costituire “un mini Reich”.
La Guerra Fredda di Spielberg. Uscirà
mercoledì nelle sale l'ultimo film del regista americano Steven
Spielberg, Ponte delle Spie, ambientato nella Berlino della Guerra
Fredda. Il film, scrive Vittorio Zucconi su Repubblica, è affidato al
genio del fratelli Cohen (che ne curano la sceneggiatura) e riguarda
“lo scambio fra un agente del Kgb, una 'talpa' annidata a Brooklyn
chiamata - forse - Rudolf Abel e Gary Powers, il pilota dell'aereo spia
americano U2 abbattuto dalla contraerea e catturato mentre sorvolava
per conto della Cia il territorio sovietico”.
L'Islam e il concordato.
Intervistato da Libero, il deputato italomarocchino Khalid Chaouki
chiede a Renzi un concordato tra Islam e Stato e afferma che “la
violenza è la malattia della mia religione, l'integrazione è fallita”.
Secondo Chaouki, “I musulmani non si libereranno mai dell'odio verso
l'Occidente finché non ci sarà una presa di coscienza che la violenza è
purtroppo un cancro insito nella storia dell'islam e come tale va
eliminato”.
Fischer, da Israele alla Fed.
Su Corriere Economia, Fabrizio Goria spiega il ruolo di Stanley
Fischer, già governatore della Banca centrale d'Israele, all'interno
dell'americana Federal Reserve, di cui è vicepresidente. Fischer ha
dimostrato proprio in Israele la sua capacità di analizzare le
situazioni economiche, portando il Paese a superare la crisi del 2009
senza tante difficoltà.
Milano, le note di Avital. “È
stato il primo mandolinista a ricevere una nomination ai Classical
Grammy Awards. Si chiama Avi Avital, domani al Dal Verme (ore 20.30)
per il Concerto di Natale a favore di Opera San Francesco, messo in
campo dalle Serate Musicali. Con lui, l'Orchestra Barocca di Venezia,
in un programma che associa la Serenissima di Vivaldi alla Napoli di
Paisiello” (Giornale Milano).
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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