Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Quando
Giuseppe incontra suo padre dopo tanti anni di lontananza, durante i
quali quest’ultimo lo aveva creduto morto, gli si getta al collo, lo
bacia e piange. Giacobbe, dal canto suo, non fa altrettanto: era
intento, secondo il midrash, a recitare lo Shemah. Rav Wolbe vede in
questo atteggiamento di Giacobbe il raggiungimento della menuchat
hanefesh, la tranquillità di animo: la capacità di non farsi turbare –
anche di fronte ad avvenimenti di grande portata emotiva – da ciò che
accade intorno a noi.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Martedì
prossimo cade il digiuno del 10 di Tevet. Per molto tempo è stato
associato al ricordo della deportazione e della Shoah, poi questa
identificazione è venuta meno. È una metamorfosi interessante e, credo,
significativa: dice che la Memoria non è un atto di registrazione,
bensì di costruzione del ricordo passato. Non è assegnare date a
eventi, ma un modo di classificarli e dunque di interpretarli.
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Una forza di pace
per la Libia |
Dopo
il sì unanime di venerdì notte sul cessate il fuoco e la risoluzione
sulla pace in Siria, il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
affronta la situazione della Libia, su cui tra domani e martedì
dovrebbe approvare un’altra risoluzione. Da un lato l’Onu avallerà
dunque l’accordo raggiunto giovedì in Marocco tra le parti libiche per
la formazione di un governo unitario, dall’altro farà appello alla
comunità internazionale per sostenere le richieste d’aiuto inviate dal
paese, formando una forza di pace multinazionale probabilmente sotto
comando italiano.
La questione siriana non è però del tutto chiusa, sottolinea
Repubblica. Alcuni nodi di fondo sono infatti rimandati ai negoziati
tra opposizione e regime che inizieranno a gennaio, probabilmente a
Ginevra, sotto la guida di Staffan De Mistura, rappresentante speciale
del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Il più complesso riguarda
il futuro di Bashar al-Assad, di cui la risoluzione non fa menzione.
Mogherini: “Una vittoria per la diplomazia”. Sulle
ultime mosse della diplomazia si è espressa al termine del vertice
sulla Siria l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione
europea Federica Mogherini, che in un’intervista al Corriere della sera
sottolinea “il successo dei formati multilaterali, dove si connette il
lavoro delle Nazioni Unite, dei partner regionali e della Ue, un
modello che potrebbe in futuro aiutarci a prevenire nuove crisi e a
gestirne delle altre”.
“Ecco perché Marine è come i jihadisti”. Su Repubblica parla il politologo francese ed esperto di mondo islamico Gilles Kepel, autore del saggio
Terreur dans l’Hexagone (Gallimard), che analizza l’anno che sta per
concludersi, protagonista negli scorsi giorni di un acceso scontro con
la leader del Front National Marine Le Pen per aver suggerito un
parallelismo tra i jihadisti e l’estrema destra. Entrambi i movimenti,
afferma Kepel, “vogliono costruire un mondo basato sull’estremizzazione
di una funzione identitaria, sia essa nazionalista o religiosa”.
Secondo il politologo, “i video per il reclutamento francese della
jihad hanno una sconvolgente somiglianza con le cassette della
propaganda xenofoba”. Basti citare – dice Kepel – “il rigetto delle
élite politiche, giudicate incapaci di gestire i problemi sociali del
Paese”.
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concerto di fine anno in senato
"Convivenza, la nostra sfida"
Anche
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna tra i selezionati ospiti che hanno preso parte al tradizionale
concerto di fine anno tenutosi questa mattina nell'aula del Senato.
Svoltosi alla presenza delle più alte cariche dello Stato, incluso il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il concerto ha avuto
come protagonisti i ragazzi e le ragazze del coro delle voci bianche
del Teatro dell'Opera di Roma (direzione di José Maria Sciutto),
esibitisi in un repertorio che ha spaziato dal Medioevo a brani
contemporanei, oltre al celebre cantautore napoletano Massimo Ranieri.
Accanto al presidente UCEI il cardinale vicario Agostino Vallini e il
segretario del centro islamico culturale d'Italia Abdellah Redouane.
Una scelta simbolica, sottolineata con queste parole dal presidente del
Senato Pietro Grasso: “La pluralità di opinioni, di tradizioni
culturali e fedi religiose deve rappresentare un motivo di
arricchimento e di scambio, di sviluppo della civile convivenza,
piuttosto che un pretesto per divisioni e scontri“.
(Nell'immagine, da
sinistra, il cardinale vicario Agostino Vallini, il presidente UCEI
Renzo Gattegna e il segretario del centro islamico culturale d'Italia
Abdullah Redouane)
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l'assise dell'unione delle comunità ebraiche
Risorse, bilancio e nuovi assetti
Il Consiglio UCEI al lavoro
Prospettive
future, impegno sul sociale, rafforzamento della sicurezza. Sono alcuni
dei temi al centro del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, riunitosi in queste ore a Roma. Diversi i punti all'ordine
del giorno, in primo luogo l'approvazione del Bilancio preventivo 2016,
accolto favorevolmente dal Consiglio e votato a larghissima maggioranza
(tre le astensioni e nessun voto contrario). L'esame e l'approvazione
delle modifiche allo Statuto dell'ebraismo italiano, l'approvazione del
riparto dei progetti legati all'extragettito dell'Otto per mille per le
Comunità e altri enti, la nomina della Commissione centrale per le
elezioni UCEI e la scelta della loro data (prevista comunque per il
2016), sono alcuni degli argomenti al centro dei lavori del Consiglio;
lavori che si sono aperti con la comunicazione del presidente
dell'Unione Renzo Gattegna, a cui è seguita la presentazione del
Bilancio da parte dell'assessore UCEI competente Noemi Di Segni. Di
Segni ha tracciato una panoramica sullo stato economico dell'ente e
della realtà ebraica, sottolineando come – alla luce di quanto accaduto
a Milano e soprattutto dopo gli attentati di Parigi – il tema della
sicurezza abbia assunto ulteriore rilevanza e come si sia portato
avanti in queste settimane una attività di collaborazione e valutazione
della situazione delle ventuno Comunità italiane, volto a tutelare
tutti gli iscritti. Altri temi che rimangono prioritari, ha ricordato
l'assessore Di Segni, sono quelli legati all'emergenza sociale e
all'assistenza delle famiglie in difficoltà, con il proseguo
dell'impegno dell'UCEI per rispondere a queste problematiche. Nella
prima parte della riunione consigliare si è svolta, in un clima sereno
e di dialogo, la discussione sul Bilancio, impostato a una logica di
chiara lettura delle risorse a disposizione dell’ebraismo italiano e a
un impegno di spesa scandito per centri di costo. I lavori proseguono
nel pomeriggio.
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rabbinato d'israele-santa sede
“I migranti una opportunità”
Far
sì che l'immagina divina, che è in ciascun essere umano, sia rispettata
e promossa. Far sì che piena dignità sia accordata a chi bussa alle
nostre porte, anche nella consapevolezza del positivo contributo che
potrà derivarne. Far sì che l'opinione pubblica e i legislatori si
distinguano nell'individuazione e nell'implementazione delle migliori
pratiche.
Questi gli obiettivi che si sono posti i partecipanti al 13esimo
incontro della commissione bilaterale delle delegazioni del Gran
Rabbinato di Israele e della Commissione della Santa Sede per i
rapporti religiosi con l'ebraismo, guidate rispettivamente dal rav
Rasson Arousi e dal cardinale Peter Turkson.
Incentrato sul tema “Migranti e rifugiati: minaccia o opportunità?”,
l'incontro si è svolto a Gerusalemme e ha rilanciato il comune impegno
di ebrei e cristiani sui grandi temi della contemporanietà, anche in
relazione agli ultimi segnali arrivati in tal senso dal Vaticano. Come
il nuovo documento della Commissione per i rapporti religiosi con
l’ebraismo, dedicato alla dimensione teologica del dialogo e intitolato
“Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili”.
Tale documento, si legge in una nota congiunta, afferma la validità
eterna della “divina alleanza” con il popolo ebraico e sottolinea che
da parte della Chiesa “non c’è l’intento di convertire gli ebrei”.
Centrale inoltre, si afferma, lo sforzo di costruzione di un mondo “più
giusto e pacifico”.
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spotlight - una nuova prova per portman
Natalie veste i panni di Jackie
“Per
quanto riguarda il mio aspetto fisico, sono alta un metro e sessanta,
ho i capelli castani, il volto squadrato e gli occhi così
disgraziatamente distanti l’uno dall’altro che mi ci vogliono tre
settimane per riuscire a trovare un paio d’occhiali che si adattano al
mio naso. Il mio viso non ha niente d’eccezionale, ma se mi vesto come
si deve posso sembrare snella”. Si descriveva così Jacqueline de
Bouvier, meglio conosciuta come Jackie Kennedy per il suo matrimonio
con il presidente statunitense, in un autoritratto inviato alla rivista
Vogue per partecipare al concorso letterario del Prix de Paris nel
1951. A questo ritratto ha dovuto far di tutto per assomigliare Natalie
Portman, che sarà protagonista di un film biografico intitolato Jackie,
prodotto da Darren Aronofsky, la cui uscita è prevista per il 2017. La
prima fotografia di Portman nei panni di una delle più grandi icone di
stile degli anni ’60, scattata dal regista Pablo Larraín, ha già fatto
il giro del web, aprendo un dibattito sulla somiglianza tra le due che
fa già crescere l’attesa per la pellicola.
(Nelle immagini: in alto Portman nei panni di Jackie Kennedy, sotto la First Lady nel 1962)
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melamed - dafdaf 64
Storia, storie e un grande artista
Apre
con una copertina diversa dal solito, il numero 64 di DafDaf, in quello
che vuole essere un omaggio sia a un grandissimo artista, Henri
Matisse, che a una casa editrice per ragazzi che ha saputo osare, e
pubblica il primo volume di una nuova collana, in collaborazione con il
MoMa. Il giardino di Matisse,
infatti, è il primo dei “Grandi Albi MoMA” della casa editrice
Fatatrac, un progetto sviluppato insieme al MoMa, il celebre Museum of
Modern Art di New York e dedicato all’arte per giovani lettori, a
partire dalle grandi mostre retrospettive del museo. Il testo del primo
Grande Albo della collana è stato scritto da Samantha Friedman, una
delle curatrici della mostra “Henri Matisse: The Cut Outs” insieme a
Cristina Amodeo, l’illustratrice italiana che è stata chiamata a
interpretare il tema del collage in Matisse. E inizia così: “Un giorno
l’artista Henri Matisse ritagliò un uccellino da un pezzo di carta
bianca. Aveva una forma semplice, ma gli piaceva così tanto che decise
di non gettarlo via. L’attaccò allora alla parete del suo appartamento
per nascondere una macchia. L’uccellino sembrava sentirsi molto solo
così Matisse ritagliò altre forme che lo raggiunsero sul muro”,
raccontando il percorso di Matisse verso l’utilizzo del collage come
mezzo espressivo.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
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Il giorno e la Memoria
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La
notizia è recente ma il suo contenuto è, per così dire, datato: la
Procura di Roma ha avviato un’indagine su una lista di proscrizione
firmata da Radio Islam (sito web e incubatore del peggiore antisionismo
e del negazionismo più abietto) già diversi anni fa. Della disgustosità
della lista, intitolata al “monopolio ebraico sui mezzi di
informazione”, non è il caso di dire più di tanto, essendo tale
elemento fatto in sé ovvio. Se ne occupi la magistratura, per
l’appunto, facendo ricorso all’applicazione della legge. Tuttavia, ne
deriva una prima riflessione, che rimanda al rapporto tra ciò che è
stato, anche solo poco tempo fa, e il come lo percepiamo adesso, nel
nostro presente: la sfasatura tra i tempi in cui la lista di
proscrizione fu prima redatta e poi pubblicata e quelli dell’azione
penale, rischia di consegnare ai suoi estensori un’immeritata
notorietà.
Claudio Vercelli
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Il settimanAle: Usa-Israele
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Dopo
la rielezione di Barack Obama, la percentuale di ebrei americani che lo
avevano votato venne stimata al 70% – mentre fra gli ebrei americani
trasferitisi in Israele, che potevano comunque votare alle
presidenziali, appena al 20%, ovvero addirittura l’80% avrebbe votato
per Mitt Romney. La parte dell’ebraismo americano che ha scelto
l’aliyah, circa 170 mila persone, non è quindi rappresentativa,
politicamente, dei 5-6 milioni rimasti in Usa, in maggioranza vicini al
partito democratico e alle sue istanze civili e sociali. Un contrasto
riproposto dall’editoriale di Haaretz del 18 dicembre e dall’articolo
di Allison Kaplan Sommer del 14 dicembre.
Alessandro Treves, neuroscienziato
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