20 dicembre 2015 - 8 Tevet 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Sarah Tuttle-Singer
@TuttleSinger 20 dicembre Amazing: ‘With inexplicable strength,’ Ra’anana woman saves family from terrorist http://toi.sr/1S06lXT
Bernie Sanders
@BernieSanders
19 dicembre We can deliver change, but we can’t do it by tinkering with the system at the margins. We need a political revolution.
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#PE24BreakingNews
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Una forza di pace per la Libia
Dopo il sì unanime di venerdì notte sul cessate il fuoco e la
risoluzione sulla pace in Siria, il consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite affronta la situazione della Libia, su cui tra domani e
martedì dovrebbe approvare un'altra risoluzione. Da un lato l'Onu
avallerà dunque l'accordo raggiunto giovedì in Marocco tra le parti
libiche per la formazione di un governo unitario, dall'altro farà
appello alla comunità internazionale per sostenere le richieste d'aiuto
inviate dal paese, formando una forza di pace multinazionale
probabilmente sotto comando italiano.
La questione siriana non è però del tutto chiusa, sottolinea
Repubblica. Alcuni nodi di fondo sono infatti rimandati ai negoziati
tra opposizione e regime che inizieranno a gennaio, probabilmente a
Ginevra, sotto la guida di Staffan De Mistura, rappresentante speciale
del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Il più complesso riguarda
il futuro di Bashar al-Assad, di cui la risoluzione non fa menzione.
Mogherini: “Una vittoria per la diplomazia”. Sulle
ultime mosse della diplomazia si è espressa al termine del vertice
sulla Siria l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione
europea Federica Mogherini, che in un'intervista al Corriere della sera
sottolinea “il successo dei formati multilaterali, dove si connette il
lavoro delle Nazioni Unite, dei partner regionali e della Ue, un
modello che potrebbe in futuro aiutarci a prevenire nuove crisi e a
gestirne delle altre”.
“Ecco perché Marine è come i jihadisti”. Su Repubblica parla il politologo francese ed esperto di mondo islamico Gilles Kepel, autore del saggio Terreur dans l'Hexagone (Gallimard),
che analizza l'anno che sta per concludersi, protagonista negli scorsi
giorni di un acceso scontro con la leader del Front National Marine Le
Pen per aver suggerito un parallelismo tra i jihadisti e l'estrema
destra. Entrambi i movimenti, afferma Kepel, “vogliono costruire un
mondo basato sull'estremizzazione di una funzione identitaria, sia essa
nazionalista o religiosa”. Secondo il politologo, “i video per il
reclutamento francese della jihad hanno una sconvolgente somiglianza
con le cassette della propaganda xenofoba”. Basti citare – dice Kepel –
“il rigetto delle élite politiche, giudicate incapaci di gestire i
problemi sociali del Paese”.
Terrorismo palestinese. Nuovo
attacco terroristico in Israele, a Raanana, dove un palestinese ha
accoltellato tre persone, per poi venire catturato dalle forze di
sicurezza senza aprire il fuoco. Gravi le condizioni di una delle
vittime, un uomo sulla quarantina, lievi le lesioni delle altre due,
tra cui una sessantenne. Nella zona continuano comunque i
rastrellamenti poiché, come scrive Libero, non si esclude che un
secondo terrorista sia ancora in fuga.
I media israeliani: “Colpito Kuntar”. Nella
notte intanto Gerusalemme ha condotto un raid aereo anti-Hezbollah in
Siria. Tra le vittime, come riportano i media israeliani, vi sarebbe
anche il 53enne pluriomicida Samir Kuntar. Nel 1979, nel corso di
un'azione terroristica, aveva ucciso una bambina di quattro anni e suo
padre.
Brescia, jihadisti a processo. La
Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato a carico
del pakistano Muhammad Waqas e del tunisino Lassaad Briki, arrestati a
luglio con l'accusa di terrorismo internazionale. I due presunti
jihadisti legati all'Isis parlavano nelle intercettazioni di attentati
da compiere in Italia, tra cui un'azione contro la base militare Nato a
Ghedi, in provincia di Brescia (Avvenire Milano).
Mein Kampf a scuola? Il no della Comunità ebraica.
In Germania è polemica tra l'associazione degli insegnanti tedeschi e
la Comunità ebraica, che si è dichiarata fortemente contraria
sull'ipotesi di leggere il Mein Kampf nelle ultime classi dei licei in chiave anti-estremista. Riporta la notizia, tra gli altri, l'Unità.
I nuovi germogli dell'antisemitismo.
“Le grandi indignazioni del momento non mancano, così come le reazioni
di circostanza. Ma pochi, veramente pochi, osano provare a dire
qualcosa, anche sfidando certe banalità 'politically correct', per
ribadire che il mai distrutto razzismo dello 'Judenhass' sta nuovamente
germinando in tutte le contrade europee”. Così il presidente del teatro
di Trento Club Armonia Renzo Fracalossi in un editoriale sul Corriere
del Trentino.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
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