18 gennaio 2016 - 8 Shevat 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini.
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Maurizio Molinari
@Maumol 17 gennaio
#Sinagoga, #PapaFrancesco:
"Ebrei e cristiani devono sentirsi
fratelli" per le "radici ebraiche…
https://www.instagram.com/p/
BApXVFLi5ep/
Luciano Fontana
@lucfontana 17 gennaio
Il rabbino capo Di Segni: le differenze religiose non devono essere giustificazioni alla violenza
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
Le notizie vengono pubblicate anche su twitter, @paginebraiche, con l'hashtag #PE24BreakingNews.
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Le parole del nuovo Dialogo
È
una tipica formula di ringraziamento ebraica quella che Bergoglio
rivolge alla platea che assiste alla sua visita in sinagoga, terzo papa
nella storia a varcare la soglia del Tempio Maggiore. Parole scelte non
a caso e che si imprimono in una giornata che segna un capitolo
ulteriore, e decisamente positivo, nei rapporti tra ebrei e cristiani.
Dialogo, incontro, reciproco rispetto. I risultati raggiunti, gli
obiettivi da perseguire. Quello che unisce e quello che divide. Il
rispetto, innanzitutto. Anche nel solco dei valori testimoniati dalla
dichiarazione conciliare Nostra Aetate, che 50 anni fa ha costituito un
vero e proprio spartiacque nelle relazioni e che è più volte evocata
negli interventi.
Molto positiva la lettura che i giornali fanno della visita di
Bergoglio al Tempio Maggiore di Roma, accolto in sinagoga dal rabbino
capo Riccardo Di Segni, dalla presidente Ruth Dureghello e dal
presidente UCEI Renzo Gattegna. “Al Tempio Maggiore ebrei e cristiani
fanno un nuovo passo verso la conoscenza. E nonostante le differenze,
le diffidenze, il passato e le divisioni, la terza visita di un
pontefice nella sinagoga romana diventa, ammette rav Di Segni,
‘chazaqà’, cioè consuetudine fissa” sottolinea Repubblica.
“Dopo l’abbraccio con il rabbino capo, Bergoglio entra in sinagoga. La
percorre in lungo e in largo, senza fretta, stringendo mani e
restituendo abbracci. Nessuna formalità – scrive la Stampa – solo il
desiderio di testimoniare amicizia”.
Nel merito ampia intervista del Corriere della sera al presidente
dell’Unione. La visita, afferma, è stata molto importante “come segno
di continuità”. Un rapporto positivo, riflette Gattegna, che è
cominciato cinquant’anni fa con il Concilio Vaticano II, è avanzato con
la visita in sinagoga di Giovanni Paolo II ed è “fortunatamente in
continuo progredire”. Il Corriere mette inoltre in rilievo il giudizio
positivo del numero di Pagine Ebraiche andato in stampa questa notte.
Ancora terrorismo palestinese.
Una donna israeliana, Dafna Meir, è stata accoltellata a morte da un
terrorista palestinese nella sua abitazione nell’insediamento di
Otniel, in Cisgiordania, alla presenza di tre dei suoi sei figli.
Secondo le ricostruzioni dei media israeliani, la donna ha combattuto
con l’aggressore nel tentativo di proteggere i propri figli ed è stata
colpita più volte. L’attentatore è in fuga ed è ricercato dall’esercito
israeliano. Ancora una volta la notizia sulla stampa italiana passa
praticamente inosservata (solo il Tempo riporta dell’attentato).
Nuova strage in Siria.
È Deir Ezzor il nuovo teatro della guerra in Siria, città da mesi sotto
assedio intorno a cui si combattono le battaglie più dure tra i
miliziani dell’Isis e l’esercito di Assad sostenuto dai bombardamenti
russi. E dopo un rapimento di almeno 400 persone portate a Raqqa,
diventata la capitale dello Stato Islamico, l’agenzia di Stato siriana
denuncia un massacro di 300 civili decapitati secondo il governatore
della provincia “per aver aiutato l’esercito siriano” a portare aiuti
nel loro distretto. A fare un punto della situazione è il Corriere
della sera.
La visita di Rohani. Il
presidente iraniano Hassan Rohani arriverà in visita a Roma il 25
gennaio, per poi recarsi a Parigi. L’annuncio giunge il giorno dopo la
revoca delle sanzioni a Teheran a seguito degli accordi di Vienna
siglati lo scorso luglio. L’intesa rappresenta, secondo Rohani,
l’esempio di come la cooperazione diplomatica con l’Occidente possa
giovare alla Repubblica islamica. La Casa Bianca, che pure ieri ha
lodato il successo della diplomazia sul fronte nucleare, ha dal canto
suo promulgato nuove sanzioni, di entità minore, a causa dei recenti
lanci missilistici da parte dei Pasdaran. “Nonostante i notevoli passi
in avanti degli ultimi tempi, – sottolinea il Messaggero – la tensione
pluridecennale tra Iran e Usa non è ancora del tutto superata”.
Burkina Faso, tra le vittime un bambino italiano. L’ucraina
Victoria Yankovska, moglie di Gaetano Santomenna, proprietario
italo-libanese del bar Cappuccino a Ouagadougou, in Burkina Faso, il
loro figlio Misha di nove anni e la sorella di lei, Jana, sono tra le
vittime dell’attentato compiuto dal commando armato di Al Qaeda contro
un hotel di lusso e un ristorante per stranieri. A confermarlo nelle
scorse ore la Farnesina. Il bilancio del terribile attentato jihadista
parla di 29 persone trucidate e oltre trenta ferite (Corriere).
Il caso di Edgardo Mortara.
Nella sua rubrica sul Corriere della sera Sergio Romano risponde a una
lettera che lo interpella sul caso di Edgardo Mortara e del suo
drammatico rapimento da parte delle autorità papaline nel 1858, a cui
Pagine Ebraiche ha dedicato un ampio approfondimento sul numero di
gennaio. “Un nuovo dibattito su quella vicenda – scrive Romano – non
potrebbe ignorare ciò che accadde durante la Seconda guerra mondiale,
particolarmente in Francia, dove i piccoli Mortara furono
potenzialmente non meno di 8.000”.
Milano, le primarie per il nuovo sindaco.
Il Giornale riporta di una riunione del comitato elettorale di Giuseppe
Sala, ex commissario Expo e ora candidato alle primarie democratiche
per il sindaco di Milano. Tra i partecipanti il consigliere comunale
Ruggero Gabbai, che ha pubblicato una foto dei lavori sui social
network, esponenti della Comunità ebraica del capoluogo lombardo e il
deputato Pd Emanuele Fiano.
La guerra a Hebron.
Il Fatto Quotidiano pubblica un lungo reportage da Hebron, definita “il
centro della nuova Intifada”. In nessuna città, si legge, “israeliani e
palestinesi sono così lontani come qui, dove abitano gomito a gomito”.
Francesca Matalon
twitter @fmatalonmoked
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