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7 febbraio 2016 - 28 Shevat 5776
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come cambia la strategia del terrore palestinese

I lupi solitari lasciano ora cadere la maschera
e puntano a un nuovo terrorismo del branco

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L'attentato alla Porta di Damasco, a Gerusalemme, in cui è stata uccisa la giovane agente di polizia Hadar Cohen ha posto diversi interrogativi alle autorità israeliane. Non era mai accaduto in questi mesi, dall'inizio della cosiddetta intifada dei coltelli (esplosa in ottobre), che tre terroristi palestinesi colpissero insieme, armati di fucili, coltelli ed esplosivo. “Siamo di fronte a un escalation rispetto a quanto accadeva in passato – ha dichiarato il vicecapo della polizia di Gerusalemme Avshalom Peled – Gli agenti di polizia hanno sventato un attacco combinato molto più grande rispetto al passato”. L'intenzione dei terroristi, morti nello scontro a fuoco con le forze di sicurezza israeliane, era di portare un attacco su larga scala, affermano le autorità, e solo l'intervento della polizia di frontiera ha evitato che i tre riuscissero nel loro intento. Nessuno di loro,  a quanto risulta, era direttamente affiliato a organizzazioni terroristiche, il che rispecchia l'identikit degli attentatori palestinesi che hanno colpito in questi mesi di violenza. Sono però riusciti a evadere i controlli di sicurezza.

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il compromesso sul sito sacrO

Kotel, la sezione egalitaria
non ferma le polemiche

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Il compromesso siglato dal governo israeliano sul Kotel, il Muro Occidentale dell'antico Tempio di Gerusalemme, è stato definito storico dai media israeliani: è stato deciso di realizzare una nuova area definita egalitaria in cui uomini e donne dei movimenti dell’ebraismo Conservative e Reform potranno pregare insieme. Il sito sorgerà nell’area archeologica dove si trova l’Arco di Robinson, a sud della sezione gestita dal Rabbinato centrale d’Israele in cui vigono le regole dell’ortodossia, tra cui la divisione tra uomini e donne (mehitza). Ma non tutti sono d'accordo su questa decisione, sia nel mondo ortodosso sia nel mondo cosiddetto progressive, e il dibattito sul tema rimane acceso ed aperto.

Daniel Reichel

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la modifica del budget statale

Comunità arabe d'Israele,
al lavoro per l'integrazione

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Nonostante l'ondata di violenze che da alcuni mesi è tornata a colpire Israele, la cosiddetta intifada dei coltelli, il 31 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato un aumento senza precedenti degli stanziamenti pubblici a favore della minoranza araba, finalizzato a favorirne lo sviluppo e l'integrazione nell'economia israeliana. Quali sono le misure adottate, quali le motivazioni di questa decisione, inaspettata da parte di un governo di destra, e quali le chance di una effettiva attuazione delle misure?




Aviram Levy, economista



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il settiman-ale

I sorrisi tra Bibi e Tsipras

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Ma cosa avranno avuto mai da sorridersi tanto, Netanyahu e Tsipras? Proprio nella Giornata della Memoria, quando uno s’aspetta che il leader degli ebrei del mondo sia assorto nel doloroso ricordo, l’abbiamo visto, dopo una visita lampo del ministro della Difesa Ya’alon ad Atene il giorno prima, accogliere felice e scherzoso il leader del ribaltone della sinistra greca a Gerusalemme, per poi addirittura convolare con lui a Cipro il giorno dopo, una sorta di fuitina politica, col bonario presidente cipriota a benedire l’amore finora proibito. Ma non erano antisemiti questi greci? E proprio con Tsipras, poi. I commentatori hanno continuato a chiederselo perplessi la settimana dopo, come Shimon Shiffer su Ynet il 1 febbraio, dopo che ne avevano scritto su Haaretz il politologo greco David Patrikarakos il 26 gennaio, l’ex responsabile degli esteri palestinese Nabil Sha'ath il 27, perfino l’ex ambasciatore israeliano ad Atene, Arye Mekel, il 31.


Alessandro Treves
 
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segnalibro - israele e gli altri

I post-sionisti

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Qual è il volto oggi del sionismo a distanza di quasi settantanni dalla costituzione della solida democrazia israeliana? Qual è il rapporto di Israele con le sue componenti interne, in particolare con il mondo arabo (che costituisce il 20 per cento della popolazione nazionale)? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerca di dare risposta la lucida analisi della giornalista Anna Momigliano nel suo ultimo libro Israele e gli altri: un dissidio irrisolto, recentemente pubblicato da LaZisa, con prefazione di Tobia Zevi. Di seguito un brano estratto dal lavoro di Momigliano.

“È arrivato il momento di ammettere che Israele è una società malata”, ha detto il presidente israeliano Reuven Rivlin, qualche mese dopo l’assassinio di Mohammed Abu Khdeir. A differenza di altri politici e commentatori, Rivlin si è rifiutato di leggere quello e altri episodi di violenza tra arabi ed ebrei come opera di estremisti, pazzi o malati, poche mele marce che nulla hanno a che vedere col resto della società.

Anna Momigliano

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la grande poetessa fra linguaggio, identità e impegno civile

Agi Mishol: "La mia Israele declinata in versi"

img header“La poesia ebraica - ha scritto Ariel Hirschfeld, professore di letteratura all’Università Ebraica di Gerusalemme - fino alla fondazione dello Stato, fu il mezzo primario nella formazione del nuovo ebreo. Fu una rivoluzione culturale di cui è difficile esagerare l’importanza per il popolo ebraico. La poesia fu il mezzo attraverso il quale avvenne “l’educazione sentimentale” dell’uomo e di tutta la cultura ebraica, poiché fu il luogo in cui furono formulate, talora realmente per la pma volta, delle emozioni in lingua ebraica”.
Che ciò non sia valido solo per un passato, peraltro non così lontano, lo dimostra il ruolo rivestito dalla poesia nella società israeliana contemporanea. È in questo contesto che vanno collocati la produzione e il successo di Agi Mishol (nell'immagine ritratta da Kobi Kalmanovitz per Haaretz) nonché, più in generale, l’uso del linguaggio poetico da parte delle nuove generazioni per costruire la propria identità, israeliana ed ebraica al contempo. Infatti per quanto differenti possano essere le vicende biografiche degli autori e distanti le referenze culturali, ogni poeta israeliano non potrà non affrontare il rapporto con le fonti della tradizione venendo a decidere come utilizzarle, se lasciarle sopire o, invece, farle emergere, non fosse che solo per tratti e allusioni, tra una riga e l’altra.

Anna Linda Callow e Cosimo Nicolini Coen

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