Paolo Sciunnach,
insegnante
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E
queste sono le leggi che tu porrai davanti a loro (Shemoth 21, 1).
Secondo una opinione abbiamo il dovere religioso di osservare anche i
Mishpatim (Leggi interpretabili razionalmente) come se fossero Chuqim
(Statuti non comprensibili razionalmente) per vera esecuzione della
Volontà Divina. Ma in questo modo è fondamentale il concetto di Lishmah
(osservanza per se stessa), intesa con la piena Kavanah (partecipazione
del cuore) verso il Padre Nostro che è nei Cieli.
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Anna
Foa,
storica
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Ho
appreso da un post di Adriano Sofri su Facebook che a Roma in occasione
della visita del presidente iraniano non ci si è limitati alla misura
ridicola di coprire le nudità delle statue dei Musei Capitolini
inscatolandole accuratamente ma si è anche lasciate a casa per un
giorno le dipendenti donne che avrebbero potuto incontrare il
presidente e turbarne i sonni con il loro capo scoperto. Il ridicolo
raggiunge livelli davvero di guardia. Che cosa succederà in occasione
di una seconda visita, o di altre visite di sovrani o dittatori dei
Paesi del Golfo? Che tutte le donne dovranno restare chiuse in casa,
dalle bambine di sei anni in su? O che saremo tutte obbligate a
metterci il velo per un giorno? E siamo sicuri che in questo modo si
aiuta il processo di democratizzazione di questi Paesi?
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L'Egitto e il caso Regeni
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Chi
ha ucciso Giulio Regeni e perché? Sono i due interrogativi su cui sta
indagando in Egitto un team di esperti italiani, dopo il ritrovamento
del corpo senza vita del giovane ricercatore friulano. Secondo La
Stampa, Regeni era controllato dalla polizia segreta egiziana per la
vicinanza ai sindacati indipendenti e al mondo dei venditori ambulanti,
considerati dal regime del Cairo una possibile fonte di disordine. Per
gli amici del giovane, responsabili delle torture e dell’omicidio di
Giulio sono gli apparati statali egiziani: “si tratti di una
squadraccia di poliziotti alla cilena, della sicurezza a caccia di
potenziali spie oppure di quello che in Egitto viene chiamato ‘deep
State’, l’apparato del regime inossidabile a rivoluzioni e
controrivoluzioni che già da tempo avrebbe aperto le ostilità contro il
presidente Sisi, reo di non far ripartire il Paese” (La Stampa). Gli
investigatori italiani, racconta il Fatto Quotidiano, sono impegnati ad
evitare che il caso venga insabbiato.
Chi racconta la Storia. Nella classifica dei 50 libri di storia più
venduti nel Regno Unito compaiono solo quattro donne. Un dato che ha
aperto un dibattito Oltremanica sul ruolo delle voci femminili nella
storiografia. Se il Guardian, spiega che “la storia è fatta in buona
parte di guerre, combattute per millenni dagli uomini, dunque è
inevitabile che siano gli uomini a narrarle” (Repubblica), per la
storica Anna Foa il motivo è il diverso campo di ricerca che si presta
meno a produrre Best-sellers: “Molte storiche sono innovative, –
afferma Foa – i loro metodi d’indagine e gli argomenti che affrontano
difficilmente incontrano l’interesse del grande pubblico dei lettori.
Che invece predilige una narrazione storica più lineare” (Repubblica).
Pregiudizi antisemiti e il boicottaggio di Israele. Sul Corriere della
Sera Pierluigi Battista commenta i dati di un sondaggio commissionato
dalla Fondation du judaïsme Français, secondo cui “il 60 per cento dei
francesi, interpellati tra il luglio 2014 e il giugno 2015, crede che
la crescita spaventosa dell’antisemitismo in Francia e in Europa sia
colpa degli stessi ebrei”. Un pregiudizio connesso anche all’odio
contro Israele, “sconvolgente, ma non imprevisto”, l’amara analisi di
Battista che poi ricorda come in Italia “a proposito di miasmi
antisemiti che si avvolgono di nobili panni antisionisti, un gruppo di
professori universitari incita al boicottaggio della cultura
israeliana, degli studiosi israeliani, dei testi scientifici
israeliani”. “E la cosa non suscita scandalo”.
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a milano la conferenza sulla sicurezza 2.0
Twitter, lotta social al terrorismo
Sono
125mila i profili che Twitter ha deciso di sospendere perché
minacciavano e promuovevano “atti terroristici, principalmente legati
all'Isis”. Ad annunciarlo, lo stesso social network si è espresso
contro un uso distorto del servizio. “Condanniamo l'uso di Twitter per
promuovere il terrorismo e le nostre regole mettono in chiaro che
questo tipo di comportamento, o di qualsiasi minaccia violenta, non è
consentito”, afferma la multinazionale di San Francisco. Una presa di
posizione chiara contro la propaganda del movimento terroristico del
sedicente Califfato islamico, che in questi mesi ha sfruttato i social
network per propugnare i propri slogan di odio e violenza ed attirare
nuove leve. L'Isis non è l'unico ad aver sfruttato queste piattaforme
per i propri scopi terroristici, come dimostra la retorica violenta sul
web contro Israele, usata da movimenti come Hamas per incitare a
colpire i civili e i soldati israeliani.
Il fronte degli abusi sui sociali network non riguarda in ogni caso
solo il terrorismo, come ha sottolineano da Twitter. L'azienda ha
infatti annunciato di aver aumentato il team che si occupa di
rispondere alle segnalazioni connesse alle violazioni. L'obiettivo è
quello di garantire da una parte agli utenti la libera condivisione
delle proprie opinioni dall'altra arginare i contenuti offensivi o veri
e propri comportamenti illeciti. Bilanciamento complesso da gestire e
che sarà uno dei temi toccati nel corso dell'incontro “Sicurezza
informatica, istruzioni per l’uso”, organizzato dall'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Milano e Polizia
Postale questa sera nei locali della scuola ebraica milanese.
Un’occasione di confronto per rappresentare al meglio le problematiche,
i fenomeni e i comportamenti raccomandati e più opportuni per arginare
i rischi sul web e limitare l’accesso alle informazioni più delicate.
si terrà l'incontro “Sicurezza informatica, istruzioni per
l’uso”, dedicato proprio ad analizzare, valutare e avere delle risposte
dagli esperti sulla gestione dei propri profili nella dimensione
2.0. Interverranno i due copresidenti della Comunità Milo Hasbani
e Raffaele Besso, l’assessore alle Finanze UCEI Noemi Di Segni, il
direttore della redazione giornalistica dell’Unione Guido Vitale, il
dirigente della Polizia di Stato Salvatore Labarbera, il ricercatore
del Cdec Stefano Gatti e l’esperto di sicurezza digitale Simone
Tedeschi.
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qui firenze - I 70 ANNI DEL RAV LEVI
"Riscopriamo la complessità"
“Se abbiamo imparato oggi l’importanza e il valore della complessità
dei linguaggi e delle vie dell’umanità, la necessità di dare a noi e ai
nostri figli la possibilità di esprimere la loro curiosità scientifica
e culturale ma anche l’impulso verso la rivelazione e il contatto,
anche lontano coll’infinito, ne usciremo arricchiti”.
Trae questa conclusione rav Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, al
termine dalla giornata di studio organizzata dai familiari in occasione
del suo 70esimo compleanno. Universalismo e particolarismo nel mondo
ebraico, il contributo culturale dell’ebraismo italiano, Kabbalah e
scienza: questi i temi scelti per celebrare l’anniversario, declinati
da importanti studiosi, accademici e rabbini (a coordinarli,
nell’ordine, Wlodek Goldkorn, rav Riccardo Di Segni e Alessandro
Treves).
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QUI ROMA - MEMORIA
Ghetto, lo spettacolo sulla libertà
conquista il pubblico dell'Eliseo
Un
inno alla libertà, un punto di partenza necessario per elaborare i temi
legati al concetto di esclusione e di paura del diverso. Si presentava
così “Ghetto”, lo spettacolo ideato dal coreografo Mario Piazza che ha
conquistato ieri uno dei palcoscenici più importanti di Roma, il Teatro
Eliseo.
Sala stracolma e molti applausi per una performance che ha già calcato
molti palchi europei e che pone al centro della propria narrazione
l’intricata storia di Sarah e David, due innamorati costretti ad
affrontare numerosi ostacoli legati alla loro identità ebraica. Tra
lacrime e sorrisi, tra gli alti e bassi di un’esistenza in salita, nel
segno della resilienza, la capacità di superare traumi e avversità
senza farsi schiacciare, l’invito a non perdere mai l’hatikvah, la
speranza.
Promosso e ideato dalla Comunità ebraica romana, lo spettacolo ha
potuto contare sul patrocinio del Comitato per il coordinamento per le
celebrazioni in ricordo della Shoah di Palazzo Chigi e dalla Fondazione
Museo della Shoah, oltre alla collaborazione del Teatro Eliseo e
dell’Accademia Nazionale di Danza.
“Tra i tanti motivi di orgoglio, oltre al successo della serata in sé e
della qualità dei contenuti proposti, c’è il fatto di aver creato delle
sinergie destinate a consolidarsi e a rafforzarsi nel tempo” sottolinea
l’assessore comunitario Giorgia Calò, che ha coordinato un gruppo di
lavoro in cui fondamentale è stato il contributo offerto dal Centro di
Cultura ebraica e in particolare dalla sua direttrice Miriam Haiun e da
Micol Temin. Leggi
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qui torino
Il Decimo Comandamento
“Non
desiderare ciò che appartiene ad altri”. È stato il decimo comandamento
il tema della conferenza del rabbino capo di Torino Ariel Di Porto, in
occasione della Giornata per la conoscenza dell’Ebraismo. L’incontro,
organizzato dalla Comunità Ebraica della città assieme alla Comunità
Diocesiana per l’Ecumenismo e il dialogo, la Comunità Evangelica
per l’Ecumenismo e l’A.E.C., Amicizia Ebraico-Cristiana di
Torino, si pone a conclusione di un intenso ciclo di studi sui Dieci
Comandamenti. Ad aprire la serata, i saluti del presidente della
Comunità torinese, Dario Disegni, che ha sottolineato l’importanza del
dialogo e dello scambio di conoscenza tra le diverse comunità
religiose. A seguire, l’intervento di Monsignor Cesare Nosiglia,
arcivescovo di Torino, con l'invito a riflettere sulla volontà di
possedere l’altro e come questo desiderio sia trattato nelle Sacre
Scritturre.
Alice Fubini Leggi
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Milano, 150 anni di Comunità
La
Comunità ebraica di Milano festeggia nel 2016 i 150 anni dalla sua
fondazione. Nel 1866, a pochi anni dall’Unità d’Italia, il nucleo
ebraico che fino a quel momento costituiva una sezione della più
numerosa e importante comunità di Mantova, si costituì ufficialmente
come gruppo autonomo. Un avvenimento che, come raccontato ai lettori di
Pagine Ebraiche International Edition, segnava la fine dei secoli in
cui gli ebrei erano stati banditi dalla città, dove non potevano
fermarsi per più di tre giorni consecutivi. Tra le iniziative per
celebrare l’anniversario insieme a tutta la cittadinanza, la terza
edizione del festival Jewish and the City, prevista per la prossima
primavera. A marzo si apriranno anche le celebrazioni per i 500 anni
della creazione del Ghetto di Venezia, che continua tra l’altro a
suscitare grande interesse nella stampa internazionale. Questa
settimana pubblica un lungo articolo il quotidiano israeliano Haaretz,
che indaga tra l’altro l’origine incerta della parola “ghetto”.
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Oltremare
- Sicurezza |
Non
sono un giardiniere né un pasticcere, e forse per questo ci sono due
cose che davvero non capisco di questa stagione a Tel Aviv. La prima è
la potatura invernale degli alberi fino all'osso. La seconda è
l'inaugurazione di un numero esorbitante di pasticcerie, tutte fra
l'altro lungo Ivn Gvirol. Non credo che ci sia un legame fra i due
fenomeni, a meno che le brioches non producano ossigeno, e sarebbe una
bella rivoluzione. Ma credo che anche nella terra che stilla latte e
miele, le brioches al burro producano solo calorie e felicità. Quindi
l'ossigeno è chiaramente in discesa.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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