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  8 Febbraio 2016 - 29 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
E queste sono le leggi che tu porrai davanti a loro (Shemoth 21, 1). Secondo una opinione abbiamo il dovere religioso di osservare anche i Mishpatim (Leggi interpretabili razionalmente) come se fossero Chuqim (Statuti non comprensibili razionalmente) per vera esecuzione della Volontà Divina. Ma in questo modo è fondamentale il concetto di Lishmah (osservanza per se stessa), intesa con la piena Kavanah (partecipazione del cuore) verso il Padre Nostro che è nei Cieli.
 
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Anna
Foa,
storica
Ho appreso da un post di Adriano Sofri su Facebook che a Roma in occasione della visita del presidente iraniano non ci si è limitati alla misura ridicola di coprire le nudità delle statue dei Musei Capitolini inscatolandole accuratamente ma si è anche lasciate a casa per un giorno le dipendenti donne che avrebbero potuto incontrare il presidente e turbarne i sonni con il loro capo scoperto. Il ridicolo raggiunge livelli davvero di guardia. Che cosa succederà in occasione di una seconda visita, o di altre visite di sovrani o dittatori dei Paesi del Golfo? Che tutte le donne dovranno restare chiuse in casa, dalle bambine di sei anni in su? O che saremo tutte obbligate a metterci il velo per un giorno? E siamo sicuri che in questo modo si aiuta il processo di democratizzazione di questi Paesi?
 
L'Egitto e il caso Regeni
Chi ha ucciso Giulio Regeni e perché? Sono i due interrogativi su cui sta indagando in Egitto un team di esperti italiani, dopo il ritrovamento del corpo senza vita del giovane ricercatore friulano. Secondo La Stampa, Regeni era controllato dalla polizia segreta egiziana per la vicinanza ai sindacati indipendenti e al mondo dei venditori ambulanti, considerati dal regime del Cairo una possibile fonte di disordine. Per gli amici del giovane, responsabili delle torture e dell’omicidio di Giulio sono gli apparati statali egiziani: “si tratti di una squadraccia di poliziotti alla cilena, della sicurezza a caccia di potenziali spie oppure di quello che in Egitto viene chiamato ‘deep State’, l’apparato del regime inossidabile a rivoluzioni e controrivoluzioni che già da tempo avrebbe aperto le ostilità contro il presidente Sisi, reo di non far ripartire il Paese” (La Stampa). Gli investigatori italiani, racconta il Fatto Quotidiano, sono impegnati ad evitare che il caso venga insabbiato.

Chi racconta la Storia. Nella classifica dei 50 libri di storia più venduti nel Regno Unito compaiono solo quattro donne. Un dato che ha aperto un dibattito Oltremanica sul ruolo delle voci femminili nella storiografia. Se il Guardian, spiega che “la storia è fatta in buona parte di guerre, combattute per millenni dagli uomini, dunque è inevitabile che siano gli uomini a narrarle” (Repubblica), per la storica Anna Foa il motivo è il diverso campo di ricerca che si presta meno a produrre Best-sellers: “Molte storiche sono innovative, – afferma Foa – i loro metodi d’indagine e gli argomenti che affrontano difficilmente incontrano l’interesse del grande pubblico dei lettori. Che invece predilige una narrazione storica più lineare” (Repubblica).

Pregiudizi antisemiti e il boicottaggio di Israele. Sul Corriere della Sera Pierluigi Battista commenta i dati di un sondaggio commissionato dalla Fondation du judaïsme Français, secondo cui “il 60 per cento dei francesi, interpellati tra il luglio 2014 e il giugno 2015, crede che la crescita spaventosa dell’antisemitismo in Francia e in Europa sia colpa degli stessi ebrei”. Un pregiudizio connesso anche all’odio contro Israele, “sconvolgente, ma non imprevisto”, l’amara analisi di Battista che poi ricorda come in Italia “a proposito di miasmi antisemiti che si avvolgono di nobili panni antisionisti, un gruppo di professori universitari incita al boicottaggio della cultura israeliana, degli studiosi israeliani, dei testi scientifici israeliani”. “E la cosa non suscita scandalo”.
 
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  davar
a milano la conferenza sulla sicurezza 2.0
Twitter, lotta social al terrorismo
Sono 125mila i profili che Twitter ha deciso di sospendere perché minacciavano e promuovevano “atti terroristici, principalmente legati all'Isis”. Ad annunciarlo, lo stesso social network si è espresso contro un uso distorto del servizio. “Condanniamo l'uso di Twitter per promuovere il terrorismo e le nostre regole mettono in chiaro che questo tipo di comportamento, o di qualsiasi minaccia violenta, non è consentito”, afferma la multinazionale di San Francisco. Una presa di posizione chiara contro la propaganda del movimento terroristico del sedicente Califfato islamico, che in questi mesi ha sfruttato i social network per propugnare i propri slogan di odio e violenza ed attirare nuove leve. L'Isis non è l'unico ad aver sfruttato queste piattaforme per i propri scopi terroristici, come dimostra la retorica violenta sul web contro Israele, usata da movimenti come Hamas per incitare a colpire i civili e i soldati israeliani.
Il fronte degli abusi sui sociali network non riguarda in ogni caso solo il terrorismo, come ha sottolineano da Twitter. L'azienda ha infatti annunciato di aver aumentato il team che si occupa di rispondere alle segnalazioni connesse alle violazioni. L'obiettivo è quello di garantire da una parte agli utenti la libera condivisione delle proprie opinioni dall'altra arginare i contenuti offensivi o veri e propri comportamenti illeciti. Bilanciamento complesso da gestire e che sarà uno dei temi toccati nel corso dell'incontro “Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso”, organizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Milano e Polizia Postale questa sera nei locali della scuola ebraica milanese. Un’occasione di confronto per rappresentare al meglio le problematiche, i fenomeni e i comportamenti raccomandati e più opportuni per arginare i rischi sul web e limitare l’accesso alle informazioni più delicate.
 si terrà l'incontro “Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso”, dedicato proprio ad analizzare, valutare e avere delle risposte dagli esperti sulla gestione dei propri profili nella dimensione 2.0.  Interverranno i due copresidenti della Comunità Milo Hasbani e Raffaele Besso, l’assessore alle Finanze UCEI Noemi Di Segni, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione Guido Vitale, il dirigente della Polizia di Stato Salvatore Labarbera, il ricercatore del Cdec Stefano Gatti e l’esperto di sicurezza digitale Simone Tedeschi.
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qui firenze -  I 70 ANNI DEL RAV LEVI
"Riscopriamo la complessità"
“Se abbiamo imparato oggi l’importanza e il valore della complessità dei linguaggi e delle vie dell’umanità, la necessità di dare a noi e ai nostri figli la possibilità di esprimere la loro curiosità scientifica e culturale ma anche l’impulso verso la rivelazione e il contatto, anche lontano coll’infinito, ne usciremo arricchiti”.
Trae questa conclusione rav Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, al termine dalla giornata di studio organizzata dai familiari in occasione del suo 70esimo compleanno. Universalismo e particolarismo nel mondo ebraico, il contributo culturale dell’ebraismo italiano, Kabbalah e scienza: questi i temi scelti per celebrare l’anniversario, declinati da importanti studiosi, accademici e rabbini (a coordinarli, nell’ordine, Wlodek Goldkorn, rav Riccardo Di Segni e Alessandro Treves).
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qui milano  
Il rapporto tra medicina e Shoah
"Ricordare è pensare, e della Shoah resta ancora molto su cui riflettere". Da questa consapevolezza, espressa dal presidente dell'Associazione Medica Ebraica Giorgio Mortara, si è sviluppato il convegno "Medicina e Shoah. Dalle politiche razziste dell'800 alla bioetica", svoltosi al Memoriale della Shoah di Milano e organizzato insieme alla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, il cui direttore Michele Sarfatti ha presentato i lavori, e dalle case editrici Le Monnier e Mondadori Education. Dopo una mattinata di incontro con studiosi e storici, il pomeriggio è stato dedicato ai libri, con la presentazione del volume Vittime e sopravvissuti. Gli esperimenti nazisti su cavie umane di Paul Weindling (Le Monnier).
 
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qui ferrara - meis
I (nuovi) mondi di Primo Levi
Premiata da un successo di pubblico e critica, la mostra “I mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza” continua il suo viaggio e, dopo l’inaugurazione dello scorso anno a Torino, è arrivata in gennaio a Ferrara. Allestita al Castello Estense, grazie alla collaborazione tra il Centro Internazionale di Studi Primo Levi e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, resterà aperta fino al 21 febbraio arricchendosi di nuove opportunità per riflettere e approfondire. Nell’ambito dell’esposizione, la Sala dei Comuni del Castello Estense ospiterà martedì 9 febbraio due iniziative: alle 11.30 si terrà l’incontro “Incrocio fra curatela e progettualità” che vedrà come protagonisti l’architetto Gianfranco Cavaglià, progettista dell’allestimento, e il co-curatore Fabio Levi e ripercorrerà il lungo lavoro di ricerca che ha portato alla nascita della mostra, coinvolgendo anche l’Ordine degli Architetti di Ferrara e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara.
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spotlight - israele
Gabi Shoshan (1950-2016)
Era triste già da un po’ quel ragazzo dagli occhi neri.
Gabi Shoshan era solo un giovanotto nato in Marocco quando divenne una stella della musica israeliana. Il suo disco d’esordio come solista “Na’ar Shachor Einaim” (“Il ragazzo dagli occhi neri”), pubblicato nel 1973, lo aveva incoronato come un astro nascente del panorama artistico del Paese promettendogli una strada lastricata di successi. Anni di fama, ricchezza e grandi sogni che non facevano presagire la triste fine che avrebbe fatto quarant’anni dopo: lo scorso sabato Shoshan è stato ritrovato senza vita da un amico nella piccola casa di Holon dove viveva solo.
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QUI ROMA - MEMORIA
Ghetto, lo spettacolo sulla libertà
conquista il pubblico dell'Eliseo

Un inno alla libertà, un punto di partenza necessario per elaborare i temi legati al concetto di esclusione e di paura del diverso. Si presentava così “Ghetto”, lo spettacolo ideato dal coreografo Mario Piazza che ha conquistato ieri uno dei palcoscenici più importanti di Roma, il Teatro Eliseo.
Sala stracolma e molti applausi per una performance che ha già calcato molti palchi europei e che pone al centro della propria narrazione l’intricata storia di Sarah e David, due innamorati costretti ad affrontare numerosi ostacoli legati alla loro identità ebraica. Tra lacrime e sorrisi, tra gli alti e bassi di un’esistenza in salita, nel segno della resilienza, la capacità di superare traumi e avversità senza farsi schiacciare, l’invito a non perdere mai l’hatikvah, la speranza.
Promosso e ideato dalla Comunità ebraica romana, lo spettacolo ha potuto contare sul patrocinio del Comitato per il coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah di Palazzo Chigi e dalla Fondazione Museo della Shoah, oltre alla collaborazione del Teatro Eliseo e dell’Accademia Nazionale di Danza.
“Tra i tanti motivi di orgoglio, oltre al successo della serata in sé e della qualità dei contenuti proposti, c’è il fatto di aver creato delle sinergie destinate a consolidarsi e a rafforzarsi nel tempo” sottolinea l’assessore comunitario Giorgia Calò, che ha coordinato un gruppo di lavoro in cui fondamentale è stato il contributo offerto dal Centro di Cultura ebraica e in particolare dalla sua direttrice Miriam Haiun e da Micol Temin.
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qui torino
Il Decimo Comandamento
“Non desiderare ciò che appartiene ad altri”. È stato il decimo comandamento il tema della conferenza del rabbino capo di Torino Ariel Di Porto, in occasione della Giornata per la conoscenza dell’Ebraismo. L’incontro, organizzato dalla Comunità Ebraica della città assieme alla Comunità Diocesiana per l’Ecumenismo e il dialogo, la Comunità Evangelica per  l’Ecumenismo e l’A.E.C., Amicizia Ebraico-Cristiana di Torino, si pone a conclusione di un intenso ciclo di studi sui Dieci Comandamenti. Ad aprire la serata, i saluti del presidente della Comunità torinese, Dario Disegni, che ha sottolineato l’importanza del dialogo e dello scambio di conoscenza tra le diverse comunità religiose. A seguire, l’intervento di Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, con l'invito a riflettere sulla volontà di possedere l’altro e come questo desiderio sia trattato nelle Sacre Scritturre.

Alice Fubini

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usa - la finale di football americano
Il mondo ebraico al Super Bowl
tra musica, spot e filantropia

Se seguire le partite di football americano può essere complicato, soprattutto per chi non ha dimestichezza con le complesse regole del gioco, guardare il Super Bowl è tutta un'altra faccenda. Certo non mancano palle ovali e touchdown, e la tensione dei tifosi è palpabile come in tutte le finali di campionato. Ma il Super Bowl – disputato nella notte e vinto dai Denver Broncos contro i Carolina Panthers - è soprattutto un grande evento televisivo, e l'aspettativa è alta su ogni cosa, dallo show di fine primo tempo fino addirittura alla costosissima pubblicità, tanto che erano in 100 milioni le persone incollate alla tv per seguire la partita disputata ieri. E tra il dj Mark Ronson che ha fatto ballare mezza America e Amy Schumer che si improvvisava candidata alla presidenza in una pubblicità che ha messo insieme una vera e propria campagna elettorale per vendere una birra, il mondo ebraico non è rimasto lontano dai riflettori. I buoni rapporti tra mondo ebraico e football americano non si esauriscono nelle esibizioni di pop star planetarie e i businessman miliardari delle pubblicità. Negli scorsi giorni è stato infatti annunciato che il proprietario della squadra dei New England Patriots e noto filantropo Robert Kraft (nell'immagine con il giocatore Tom Brady) riceverà un dottorato honoris causa dalla Yeshiva University.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Milano, 150 anni di Comunità
La Comunità ebraica di Milano festeggia nel 2016 i 150 anni dalla sua fondazione. Nel 1866, a pochi anni dall’Unità d’Italia, il nucleo ebraico che fino a quel momento costituiva una sezione della più numerosa e importante comunità di Mantova, si costituì ufficialmente come gruppo autonomo. Un avvenimento che, come raccontato ai lettori di Pagine Ebraiche International Edition, segnava la fine dei secoli in cui gli ebrei erano stati banditi dalla città, dove non potevano fermarsi per più di tre giorni consecutivi. Tra le iniziative per celebrare l’anniversario insieme a tutta la cittadinanza, la terza edizione del festival Jewish and the City, prevista per la prossima primavera. A marzo si apriranno anche le celebrazioni per i 500 anni della creazione del Ghetto di Venezia, che continua tra l’altro a suscitare grande interesse nella stampa internazionale. Questa settimana pubblica un lungo articolo il quotidiano israeliano Haaretz, che indaga tra l’altro l’origine incerta della parola “ghetto”.
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pilpul
 Oltremare - Sicurezza
Non sono un giardiniere né un pasticcere, e forse per questo ci sono due cose che davvero non capisco di questa stagione a Tel Aviv. La prima è la potatura invernale degli alberi fino all'osso. La seconda è l'inaugurazione di un numero esorbitante di pasticcerie, tutte fra l'altro lungo Ivn Gvirol. Non credo che ci sia un legame fra i due fenomeni, a meno che le brioches non producano ossigeno, e sarebbe una bella rivoluzione. Ma credo che anche nella terra che stilla latte e miele, le brioches al burro producano solo calorie e felicità. Quindi l'ossigeno è chiaramente in discesa.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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