David
Sciunnach,
rabbino
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“…di
prima spremitura per illuminare e far salire il lume eterno…” (Shemòt
27, 20). Ci fa notare il commento Toledòt Itzhàk, che la parola Katit –
di prima spremitura, si può dividere in due parti. La seconda parte, ha
come ghematrià-valore numerico 410 che sono gli anni del primo
Santuario. Mentre la prima parte, che ha come ghematrià-valore numerico
420, sono gli anni del secondo Santuario. Nonostante questo, il terzo
ed ultimo Santuario sarà eterno come è scritto: “… per illuminare e far
salire il lume eterno…”.
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David
Assael,
ricercatore
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Heinz
Christian Strache era nella foto di gruppo con Le Pen e gli altri
euroscettici europei alla riunione milanese organizzata da Matteo
Salvini un paio di settimane fa. Ed oggi abbiamo subito il primo,
grande successo politico raggiunto del leader della Lega: le posizioni
di Strache sono state recepite dal governo austriaco in carica, che ha
deciso la costruzione di un nuovo muro sul confine italiano. Così,
tutti gli immigrati che arriveranno da noi, qui resteranno; esattamente
il contrario di quanto auspicato dal segretario leghista. Quando si
dice lungimiranza politica! Bossi col 5% teneva in mano Berlusconi,
Salvini col 15% è destinato all'opposizione e fa campagna elettorale
per i partiti esteri, che perseguono obiettivi politici diametralmente
opposti ai suoi interessi. Complimenti, bisogna mettersi d'impegno.
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Unioni civili, l'ira di Renzi |
Strada
in salita per l’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili. “Non
votiamo la norma taglia emendamenti” ha annunciato a sorpresa il
Movimento Cinquestelle, suscitando l’ira del premier Matteo Renzi che
ha parlato di “voltafaccia elettorale”. Quali scenari nel breve
termine? Scrive la Stampa: “Renzi e il Pd si troveranno oggi davanti a
una difficile scelta: insistere con la Cirinnà com’è adesso, e
rischiare una bocciatura nei voti a scrutinio segreto. Oppure, ecco
l’altra possibilità, negoziare una tregua con i catto-dem, quella
trentina di senatori Pd che ieri sera avevano un’aria parecchio
sorniona e non si accontenteranno certo di qualche ritocco”.
La divulgazione degli atti acquisiti dalla commissione parlamentare
d’inchiesta sul cosiddetto “armadio della vergogna” è oggetto di
numerosi approfondimenti sui quotidiani. “Una svolta storica, frutto di
un’azione di grande incisività e di sensibilità istituzionale”
sottolinea il presidente UCEI Renzo Gattegna, le cui parole sono
riportate dall’Osservatore Romano.
“Le carte tratteggiano un paese pieno di ombre, tra criminali di guerra
e agenti ossequiosi verso gli ‘antichi comandanti'” sottolinea
Repubblica. “C’è tutto il carteggio su Kappler, un gran numero di
documenti su Cefalonia, lo sterminio della risiera di San Sabba, le
note del ministero della Guerra su crimini e massacratori e le liste di
chi passò dalle file naziste alle poltrone di governo o ai vertici
della giustizia tedesca” conferma il Corriere. Attesa per la
pubblicazione dei faldoni sulle stragi: da Marzabotto a Sant’Anna di
Stazzema.
“Bene, è un segnale importante. Non per la comunità ebraica ma per
tutta la società”. Al Corriere Roma la presidente della Comunità
ebraica Ruth Dureghello commenta la decisione del Movimento
Cinquestelle di sospendere la candidatura dalle “Comunarie” del prof
negazionista Antonio Caracciolo. “Credo fosse un dovere del Movimento
mandare un messaggio chiaro e inequivocabile: non sto parlando del
singolo candidato, sto dicendo che il Movimento aveva il dovere di dire
chiaramente a quali valori fa riferimento, a quali principi si ispira”.
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GLI STORICI A CONFRONTO
Si apre l'armadio della vergogna "Passo avanti significativo"
La divulgazione degli atti del cosiddetto “armadio della vergogna” continua a tenere banco tra gli storici contemporanei.
Prolifico
autore di saggi sul periodo nazifascista, Claudio Vercelli guarda con
interesse alle nuove carte: “È ancora presto per dire se tutto il
materiale sarà effettivamente fruibile dalla collettività, ma si tratta
comunque di un fatto importante. Tre in particolare – afferma – sono
gli aspetti su cui vale la pena riflettere”. Il primo, la conferma di
una evoluzione culturale della società italiana che permette oggi di
far luce su episodi ritenuti per molti anni inaccettabili vercellie
inconoscibili. “Viene marcata una distanza con quei tempi, insieme a
una maggiore disponibilità a coglierne il senso” osserva Vercelli. Il
secondo, lo stimolo a trattare i documenti come un punto di partenza e
non necessariamente come una meta. “La ricerca storica è un’operazione
complessa, che non può basarsi soltanto su quello che troviamo scritto
nei documenti. Bisogna mantenere una prospettiva larga – dice Vercelli
– cogliendo ad esempio le relazioni e i nessi impliciti”. Il terzo, la
possibilità di esplorare le responsabilità dei soggetti che furono
compartecipi nei crimini del fascismo e del nazismo. Magari meno
esposti, ma comunque coinvolti. Su tutti le pubbliche amministrazioni.
“Se i documenti saranno letti e approfonditi adeguatamente – conclude –
ho la sensazione che potranno emergere molti elementi rilevanti, sia
sui segnali di continuità che su eventuali fratture maturate nel
dopoguerra”.
Concorda
Lutz Klinkhammer, direttore di storia contemporanea all’Istituto
Germanico di Roma. “Il mio invito è quello di essere pazienti, perché
il materiale è talmente tanto da necessitare un po’ di tempo per una
sua valutazione esaustiva. Comunque – spiega – l’impressione è che ci
siano delle novità non di poco conto rispetto al carteggio e agli atti
conservati in archivi pubblici già liberamente consultabili”. La
pubblicazione degli elenchi, prosegue Klinkhammer, costituisce di per
sé “una grossa facilitazione” ma non può sostituirsi ad elementi
imprescindibili dell’identità di uno storico chiamato a svolgere con
professionalità il proprio mestiere. E cioè, elenca il nostro
interlocutore, “fiuto, bravura individuale, lavoro a tappeto negli
archivi”.
Decisamente
ottimista la studiosa Elisabetta Insolvibile, il cui nonno scampò
all’eccidio di Cefalonia: “Devo ancora studiare le carte, ma dai titoli
e da quel poco che ho visto mi pare che non manchino gli spunti e le
sollecitazioni”. Ad incuriosirla la possibilità di approfondire
ulteriormente le responsabilità italiane in quegli anni bui, sia
nell’arco temporale 1940-43 che nei mesi della Repubblica Sociale. E
ancora, la sua speranza è che possano emergere nuovi elementi su chi
organizzò e rese possibile la fuga di Kappler da Roma.
Anche
Tullia Catalan (Trieste) si augura che i conti col passato vengano
fatti fino in fondo. Con particolare riferimento ai crimini compiuti
all’interno della Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio
attivo in Italia. “Mi riservo di leggere con calma le carte, ma auspico
fortemente che si possa fare un passo in avanti. Ci sono alcune verità,
molto dolorose, su cui troppo spesso abbiamo avuto le mani legate.
Penso ad esempio al collaborazionismo locale, tra i più significativi”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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melamed - i lavori dell'ihra a lucerna Memoria, uno sguardo al futuro Si
concludono oggi i lavori della International Research Conference on
Education about the Holocaust, conferenza organizzata dalla delegazione
svizzera presso l’International Holocaust Remembrance Alliance in
collaborazione con la Pedagogische Hochschule di Lucerna. Due giorni e
mezzo intensissimi, in cui le presentazioni si sono alternate alle
tavole rotonde, ai diversi panel che si svolgevano in parallelo, e in
cui ogni coffee break era la scusa per discutere di ricerche in corso
e, soprattutto per progettarne di nuove. In rappresentanza di una
trentina di paesi diversi, provenienti da università, centri di
ricerca, istituzioni governative e non, i presenti hanno avuto
l’occasione di confrontarsi sullo stato attuale della ricerca
sull’insegnamento della Shoah.
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qui torino - SEGNALIBRO
"Antifascismo, valore in crisi" “L’antifascismo,
nella sua storia e nella sua cultura, è stato il momento più alto, di
maggiore tensione ideale e morale che l’Italia repubblicana abbia mai
vissuto”. Sono parole tratte da L’eclisse dell’antifascismo
(ed. Laterza) di Manuela Consonni, volume presentato nelle scorse ore
al Museo diffuso della Resistenza di Torino. La presentazione
dell’opera è stata accompagnata dalle riflessioni di Anna Foa, studiosa
dell’età moderna e autrice della prefazione, di Stefano Levi della
Torre, accademico, pittore e saggista e di Fabio Levi, direttore del
Centro Internazionale di Studi Primo Levi.
Emanuele Levi
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LUTTO NEL MONDO DELL'ARTE Eugenio Carmi (1920-2016)
Una
persona indimenticabile, sia a livello artistico che a livello
personale. Così Nicoletta Pallini, curatrice di una mostra interamente
dedicata l’anno scorso a Eugenio Carmi al Palazzo Ducale di Genova,
ricorda a Pagine Ebraiche il grande pittore scomparso ieri a Lugano
all’età di 96 anni. Ebreo genovese, Carmi è stato uno dei maggiori
esponenti dell’astrattismo italiano, che seppe usare accanto alla tela
e ai materiali più classici, anche materiali della quotidianità e
addirittura di scarto, come quelli delle fabbriche, mischiandoli per
ricreare nuove e inaspettate forme d’arte. Questo spirito innovatore si
ritrova anche nella channukkiah da lui disegnata per il Museo della
Luci di Casale Monferrato, che raccoglie una collezione di candelabri
di arte contemporanea. Quella di Carmi, realizzata nel 2000, è
disegnata con una tecnica mista su legno e tessuto, riprendendo le
forme geometriche e le tinte brillanti che caratterizzano l’opera del
pittore.
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Ticketless - Intimità marrane
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Non è la prima volta, e temo non sarà l’ultima, che mi capita di segnalare un articolo uscito sul sito www.storiamestre.it,
uno dei luoghi di dibattito più vivaci e intensi che si possano
incontrare navigando in rete. Oggi vorrei rinviare alla traduzione di
un saggio di Giovanni Levi sul tema delle “intimità marrane”, che i
giovani redattori di “storiamestre” hanno tradotto dal francese (uscito
in origine sotto il titolo Intimité marrane, sulla rivista di
psicoanalisi Penser/Rêver (n.
25, 2014, pp. 103-113). “L’intimità è una emozione ambigua”, si legge,
“che possiamo osservare dall’esterno ma che non possiamo verbalizzare.
Ed è ambigua anche nel momento in cui si vive direttamente”. Partendo
dalla biografia di Zorzi (Giorgio) Cardoso, unico figlio maschio di
Giacomo Cardoso, Giovanni Levi svolge una serie di osservazioni molto
acute sul rapporto conflittuale delle identità ebraiche nascoste,
confinate nella segreta sfera del Regno delle Madri, come diceva
Giacomo Debenedetti. Il padre di Cardoso era stato il terzo console
portoghese a Venezia dopo Lodovico Lopes di Coimbra, morto a Venezia
nel 1620, seguito nella carica dal genero Giorgio Cardoso proveniente
da Fez, dove professava apertamente l’ebraismo, morto di peste a
Venezia nel 1630 dove – secondo una denuncia all’inquisizione –
frequentava la chiesa, ma “stava alla messa ridendo e facendo poco
conto” e aveva dato a suo figlio Giacomo un pedagogo ebreo “un giudeo
con la baretta chiamato Santes che lo portava con la mano in braccio”.
Il saggio si snoda lungo il crinale dell’autobiografia ebraica nella
seconda metà del Novecento e offre spunti di grande interesse sul tema
delle identità plurali dell’ebraismo contemporaneo.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Irena Sendler
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Al
di là degli aspetti morali, educativi, civili, uno dei più grandi
meriti della Giornata della Memoria – e che, pur di fronte agli aspetti
problematici di varia natura (più volte, da diverse parti richiamati,
con varietà di argomentazioni), ne rende tanto importante l’esistenza –
è senz’altro quello di far conoscere a un più vasto pubblico storie di
straordinaria importanza, altrimenti condannate a restare nell’ombra, o
a scivolare inesorabilmente nell’oblio.
Francesco Lucrezi, storico
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