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  29 Febbraio 2016 - 20 Adar 5776

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini.
 
David Kertzer ‏
@DavidKertzer 
28 feb
Italian press buzzing over Trump's embrace of Mussolini slogan. 
Farce, parody or tragedy?

 
#PE24BreakingNews
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Rouhani festeggia con un tweet
"In Iran una nuova atmosfera"
“Con il vostro voto avete creato una nuova atmosfera. Mi alzo in piedi davanti a voi”. Così il presidente Hassan Rouhani su Twitter, commentando gli esiti del voto in Iran.
“L'Iran volta pagina? Di certo siamo di fronte a un risultato notevole se anche la guida suprema, il per ora leader sconfitto ayatollah Khamenei, riconosce il senso dell'alta affluenza dichiarando che l'Iran è un paese saggio e determinato” scrive Francesca Paci su La Stampa.
Numerose le opinioni pubblicate al riguardo sui quotidiani. “L'accordo sul nucleare è stato di grande aiuto per spingere i moderati” sostiene il politologo Ian Bremmer in una intervista al Corriere (Giuseppe Sarcina). “È inutile illudersi, il potere è sempre in mano ai radicali” avverte invece Fiamma Nirenstein (Il Giornale).
Sul Corriere, Paolo Salom racconta la consultazione dal punto di vista degli ebrei iraniani e la discutibile scelta del governo di Teheran di fissare il voto in una data che, dopo il tramonto, ha segnato la profanazione dello Shabbat.

Se Donald twitta Benito. Incredibile gaffe di Donal Trump, che ha ritwittato una frase di Benito Mussolini (“Meglio vivere un giorno da leoni, che cento da pecora”) presa dall'account @ilduce2016 con foto del dittatore fascista e capelli biondi del candidato repubblicano. “Voglio essere associato a buone citazioni. Mi piaceva come suonava. Sapevo di citare Mussolini, ma che differenza fa?” ha commentato Trump (Repubblica, tra gli altri).

La sfida di Bergoglio. Di fronte al “cuore nero” dell'Europa che si starebbe manifestando ad Est, l'episcopato apparirebbe inerte. “Ma il papa, i suoi diplomatici e i suoi vescovi” non potranno non misurarsi con questa sfida, sottolinea Alberto Melloni su Repubblica. Bergoglio in ogni caso dovrà farlo nel viaggio in Polonia di questa estate per la giornata della gioventù che – osserva lo storico della Chiesa – non potrà essere soltanto un trionfo giubilare celebrato a un passo dai cancelli di Auschwitz-Birkenau, “ma un incontro con la generazione che se perde l'Europa ritroverà la guerra”.

Da Tripoli a Roma. Su La Stampa, Ariela Piattelli racconta la vitalità degli ebrei di Libia insediatisi a Roma dopo i pogrom e la fuga del '67. “Una Comunità unita che ricorda l'esodo e la propria seconda vita” si legge nell'approfondimento. A intervenire sono lo storico leader Shalom Tesciuba, la vicepresidente della Comunità ebraica romana Claudia Fellus, lo psichiatra David Meghnagi e l'imprenditore Hamos Guetta.

Il dossier su Hillary. Nelle stesse ore in cui vinceva in South Carolina, rafforzando sempre più la sua leadership democratica, Hillary Clinton è finita sotto i riflettori per la sua attività da segretario di Stato. Una lunga e dettagliata inchiesta del New York Times, di cui Repubblica riporta alcuni stralci, rivela infatti il ruolo decisivo che la stessa ebbe nel convincere uno “scettico” Obama a intervenire in Libia contro il regime di Gheddafi.


Gli Oscar si inchinano alla Memoria. "A fare da colonna sonora è la cacofonia grigia del campo. Le porte che sbattono, la selezione degli oggetti, il metallo delle pale nelle ceneri dei morti. In primo piano, un volto d’uomo. Frugato fin nelle più remote increspature per raccontare l’estremo girone di Auschwitz, quello dei Sonderkommando".
A "Il figlio di Saul" l'Oscar per il miglior film straniero


Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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