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18 marzo 2016 - 8 AdarI 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
La mia amica Anna Segre ha ragione quando sottolinea l'importanza dei numeri piccoli, sento però di non trovarmi in piena sintonia con lei quando i numeri non sono più piccoli, ma diventano l'espressione della "solitudine dei numeri primi" parafrasando un romanzo vincitore del premio Strega. Viene spontanea la necessità di differenziare luoghi di piccola esistenza ebraica che vanno aiutati e sostenuti e luoghi di non esistenza ebraica che spesso sono solo palcoscenici di ebraicità.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Il Ghetto, sul cui concetto si sta avviando in questi giorni una lunga stagione di incontri, è un luogo topografico e un luogo della mente. Dal punto di vista storico si è trattato di una forzatura sociale, politica e giuridica. Non si può costringere una popolazione a risiedere in uno spazio ristretto per lungo tempo (dovrebbe essere chiaro a tutti anche oggi), e le regole, le leggi che governano questa clausura generano mostri: è naturale la pulsione alla violazione di quelle norme, sia da parte della popolazione costretta all’interno, sia da parte di chi resta fuori. Per fare il caso dei ghetti italiani, sono note le resistenze dei proprietari di case cristiani che non erano per nulla contenti di perdere l’uso del loro bene immobile.
 
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La Capitale delle destre
“C’è la destra 'ufficiale', quella che rifiuta l’etichettatura di 'fascista', ma che a seconda dei casi si autodefinisce 'sociale', 'popolare', 'nazionale', 'gollista', lepenista. Poi c ’è l’estrema destra, quella che una volta era 'radicale', e che oggi viaggia sotto le insegne di CasaPound, Forza Nuova o del 'rinato' Movimento sociale italiano”. Ad analizzare il retroterra elettorale della destra romana, un articolo del Corriere della Sera in cui si delineano le varie anime 'nere' da cui attingono i propri voti i quattro candidati al Campidoglio più vicini a queste realtà: Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini- che, riporta il Corriere, inizialmente si era appogiato a Roma a CasaPound -; Francesco Storace, segretario della Destra;  Simone Di Stefano, uno dei fondatori di CasaPound; Alfredo Iorio, leader del 'TrifoglioPopolo della vita', sostenuto da Fiamma Nazionale, Movimento sociale italiano e Forza Nuova. Sulla campagna a destra a sindaco di Roma, scrive anche la Stampa, parlando dell'appoggio dell'ex premier Silvio Berlusconi a Guido Bertolaso: “L'ex Cavaliere, da sdoganatore a fustigatore dei fascisti (romani)”, titola il quotidiano torinese, raccontando delle trascorse alleanze di Berlusconi con Fini, Gasparri, Storace e per questo accusato di sdoganare l'estrema destra mentre oggi lo stesso Berlusconi accusa “i leghisti di Roma sono tutti ex fascisti”.

Oltre il centro destra. Rispetto il caos romano, diversa la situazione della destra a Milano, dove il candidato sindaco è Stefano Parisi. Intervistato dal Corriere, Parisi sottolinea di non volere il sostegno di CasaPound. “Per mio credo, nella coalizione non troverà spazio nulla che sia lontanamente riconducibile a posizioni razziste o antisemite. - dichiara Parisi - Peraltro, le estreme non saranno mai maggioritarie nel mondo occidentale. Sarebbe un errore per chiunque attardarsi su posizioni respinte dalla stragrande maggioranza dei milanesi”.  “Parisi, poi,  - scrive invece Repubblica - nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto dal Carroccio di sganciarsi dai neofascisti di CasaPound e dalla loro sigla lanciata pochi mesi fa: 'Sovranità'”. Il candidato sindaco ha respinto la candidatura dagli ambienti di estrema destra della consigliera provinciale Roberta Capotosti.
 
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  davar
CONCLUSI I LAVORI DEL WORLD JEWISH CONGRESS
"Sul terrorismo vogliamo verità"
Ferma condanna di ogni forma di violenza e terrore. Verità sui terribili attentati che colpirono la comunità ebraica argentina e la rappresentanza diplomatica israeliana negli anni Novanta. Richiesta di impegno alle Nazioni Unite e al segretario di Stato americano affinché rendano possibile la restituzione dei corpi dei soldati israeliani uccisi dai terroristi di Hamas.
Temi che hanno segnato i lavori dell’assemblea plenaria del World Jewish Congress a Buenos Aires e che gli oltre 400 delegati giunti da tutto il mondo hanno voluto esprimere in alcune mozioni approvate durante la riunione, cui hanno partecipato tra gli altri il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni e l’assessore UCEI Victor Magiar.
“Il mondo ebraico è molto esiguo nei numeri e forse anche per questo ha a cuore così profondamente i problemi l’uno dell’altro. Per questo ci tengo ad affermare la nostra vicinanza a ciascuna comunità nazionale e allo Stato di Israele” ha sottolineato il presidente del WJC Ronald Lauder (nell'immagine) aprendo la sessione conclusiva dell’assemblea.
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"qui trani - lech lechà
Aspettando shabbat in sinagoga
Si avvia verso la conclusione la quarta edizione di Lech Lechà, la settimana di cultura ebraica organizzata a Trani da Regione Puglia, Comune di Trani, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comunità ebraica di Napoli.
E nell’avviarsi alla conclusione si prepara intensamente all’ingresso dello Shabbat, il giorno di riposo. La sinagoga Scolanova è stata infatti il baricentro di una vera e propria full immersion nello studio della Torah e dei testi sacri. Un ultimo momento a porte aperte prima della pausa e del concerto conclusivo dedicato a “Il violino di Chagall” in programma domani sera alle 20.30 al Castello Svevo di Trani.
Anche in queste ultime ore la manifestazione si conferma un significativo punto di incontro e di confronto. “Abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo posti – ha raccontato ieri il fondatore di Lech Lechà, Francesco Lotoro – ossia quello di proporre iniziative che non ci portassero a parlare tra noi di quanto sia bello l’ebraismo ma di comunicarne la cultura e i valori alla cittadinanza e a un pubblico non ebraico, la cui presenza è stata in questi giorni più numerosa che mai da tutta Italia”.
(Nell’immagine l’intervento del maskil Gadi Piperno in sinagoga)


qui milano - il seminario al memoriale
Dopo la Shoah, ritorno alla vita
“Prendere in mano carta e penna per testimoniare al mondo e a se stessi di essere vivi. Nonostante tutto, nonostante la Shoah. Per dare voce a un dolore in realtà impossibile da raccontare, che nessuno può capire. Ma anche per scrivere per cercare di ricostruire quel tessuto sociale distrutto dalla persecuzione, per riagganciarsi alla vita e alla famiglia, per gioire – non senza cupi pensieri - di essere liberi. Sono solo alcuni degli elementi che si ritrovano nelle lettere inviate da sopravvissuti alla Shoah all'indomani della loro liberazione e di cui ha parlato la direttrice dello Yad Vashem di Gerusalemme Iael Nidam Orvieto, tra le protagoniste ieri del seminario di aggiornamento per docenti organizzato a Milano dall’Associazione Figli della Shoah assieme allo Yad Vashem e al Memoriale della Shoah. “Dopo la Shoah: ritorno alla vita e  antisemitismo contemporaneo” il titolo del seminario, tenutosi all'interno del Memoriale, e con protagonisti, assieme a Orvieto, Yftach Ashkenazy dello Yad Vashem e Betti Guetta, sociologa del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano (Cdec), oltre alle testimonianze di alcuni docenti sul lavoro svolto in classe sulla Memoria. A sottolineare l'importanza di un evento dedicato agli insegnanti, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione del Memoriale Roberto Jarach. Parole vivide e preziose, quelle pronunciate dalla Testimone della Shoah Liliana Segre, presidente dell'Associazione figli della Shoah e accolta dalla sala completamente gremita con un caloroso e significativo applauso.
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qui roma - la mostra di georges de canino
Arte, l'eternità dipinta su tela 
Il filo conduttore è “l’eternità”. Un tema che segna l’intera carriera artistica di Georges de Canino, il protagonista di una mostra personale (Carte 1973-2015) inaugurata ieri negli spazi della galleria Simone Aleandri Arte Moderna di Roma in piazza Costaguti.
Il rapporto con la poesia, in particolare con Rimbaud; l’importanza della parole e il suo dialogo con il segno; l’impegno politico; la memoria nella rappresentazione della Shoah; la mitologia; fino ad arrivare all’ultima produzione, la serie delle Palme. Diversi i capitoli affrontati nelle opere di Georges, che è cavaliere al merito della Repubblica e autore della menorah donata dalla Comunità ebraica romana a papa Bergoglio in occasione della sua recente visita in sinagoga. “Tutto il lavoro di de Canino si basa sul concetto di eterno. Dalle poesie di Rimbaud alle immagini mitologiche che evocano di per sé un’idea di immortalità, fino ad arrivare al tema della memoria che deve mantenersi costante affinché non si dimentichi ciò che è stato, e alla palma, che simbolicamente rappresenta la rinascita e la perpetuità” sottolinea Giorgia Calò, curatrice della mostra e assessore alla Cultura della Comunità ebraica.
Presenti all’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 2 aprile, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il direttore del dipartimento Cultura Claudio Procaccia, la direttrice del Centro di cultura ebraica Miriam Haiun.

(Nell’immagine Simone Aleandri, Giorgia Calò e Georges de Canino)
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La scomparsa del grande filosofo americano
Hilary Putnam (1926 - 2016)
“Nel 1976, a Oxford, ho passato molto tempo con Peter Strawson, e un giorno a pranzo mi ha fatto un'osservazione che non sono mai riuscito a dimenticare. 'Di certo metà del piacere della vita risiede nei commenti sarcastici sull'effimera operetta che si svolge sotto i nostri occhi'”. Era dunque questa la massima che ha guidato Hilary Putnam, filosofo ebreo statunitense, scomparso a 89 anni questa settimana. Grande amico di Umberto Eco e di Noam Chomsky, nonostante la sua lunga carriera che ne ha fatto una vera e propria colonna portante della filosofia contemporanea, con tutta l'autorevolezza che insegnare per una vita a Harvard può dare, questo spirito sereno, quasi un po' pop nonostante la serietà delle implicazioni del suo pensiero, è rimasto sempre intatto.
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pilpul
Confini e confronti
Un titolo come “I confini e i territori di Israele” sembra fatto apposta per provocare discussioni. Anzi, il logo stesso della serata torinese di mercoledì 16 (raccontata ieri da Filippo Tedeschi) ha suscitato qualche mormorio: in effetti a cosa corrisponde? Non alla Terra di Israele biblica (come ha spiegato bene rav Pierpaolo Pinhas Punturello), non ai confini internazionalmente riconosciuti dello Stato di Israele, e neppure al territorio che oggi è sotto controllo israeliano (dato che l’immagine include la striscia di Gaza). Si potrebbe dire che corrisponda a una percezione mentale di Israele che è comune a molti, ma che tuttavia spesso non è coerente con i discorsi che si fanno, per esempio quando si afferma che gli arabi sono il 20% della popolazione (in realtà se si prendono in considerazione tutte le zone incluse nel logo ci si avvicina al 50%).

Anna Segre, insegnante
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Il ghetto, il mondo
“Il ghetto rappresentava l'intero mondo per lui ed era abbastanza grande per contenere tutto ciò che il cuore di un fanciullo può desiderare . […] Fu la donna che veniva ad accendere il fuoco di sabato a rivelare al ragazzo ciò che per tanto tempo non era stata un'idea molto vaga, e cioè che il mondo non era abitato da ebrei”. Difficile immaginare come fosse effettivamente la vita nel ghetto di Venezia, alcune cronache o racconti ne offrono un'idea, come queste parti estrapolate dal memorabile “il Fanciullo del Ghetto” di Israel Zangwill.

Francesco Moises Bassano
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Il canto italiano a Natanya
Si sa, le tradizioni culturali e religiose sono una parte fondamentale della storia dell’ebraismo. Immaginate delle famiglie romane trapiantate in Israele, precisamente a Natanya, abituate da sempre a pregare con il loro rito rispettando le tradizioni della città natale. Immaginate poi che sempre quelle famiglie sentano la necessità di continuare a pregare, non solo nello loro case, ma in una sinagoga, come capitava a Roma. Immaginate infine che delle persone straordinarie si siano battute e abbiano lottato per trovare un luogo dove far pregare quelle famiglie e tener vivo quel magnifico rito e quella storica tradizione. Bene, ora smettete di immaginare, perché tutto quello che ho scritto, già da qualche tempo, è una splendida realtà.

Daniele Regard
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Terra e cura
Esiste una differenza tra quella terra conquistabile e contrattabile da un lato, e quella terra che, comunque stiano le cose, di chiunque essa sia e chiunque vi abiti, è nostra: nostra nel cuore e nella nostra anima. Questo è bellissimo" Così commenta Sara Cividalli, presidente della comunità di Firenze, l'intervento di rav Pierpaolo Pinhas Punturello in occasione del suo tour tra le comunità ebraiche per il primo appuntamento del Jewish Think Tank (UCEI) "I confini e i territori di Israele".

Ilana Bahbout
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