Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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La mia amica Anna Segre
ha ragione quando sottolinea l'importanza dei numeri piccoli, sento
però di non trovarmi in piena sintonia con lei quando i numeri non sono
più piccoli, ma diventano l'espressione della "solitudine dei numeri
primi" parafrasando un romanzo vincitore del premio Strega. Viene
spontanea la necessità di differenziare luoghi di piccola esistenza
ebraica che vanno aiutati e sostenuti e luoghi di non esistenza ebraica
che spesso sono solo palcoscenici di ebraicità.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Il
Ghetto, sul cui concetto si sta avviando in questi giorni una lunga
stagione di incontri, è un luogo topografico e un luogo della mente.
Dal punto di vista storico si è trattato di una forzatura sociale,
politica e giuridica. Non si può costringere una popolazione a
risiedere in uno spazio ristretto per lungo tempo (dovrebbe essere
chiaro a tutti anche oggi), e le regole, le leggi che governano questa
clausura generano mostri: è naturale la pulsione alla violazione di
quelle norme, sia da parte della popolazione costretta all’interno, sia
da parte di chi resta fuori. Per fare il caso dei ghetti italiani, sono
note le resistenze dei proprietari di case cristiani che non erano per
nulla contenti di perdere l’uso del loro bene immobile.
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La Capitale delle destre
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“C’è
la destra 'ufficiale', quella che rifiuta l’etichettatura di
'fascista', ma che a seconda dei casi si autodefinisce 'sociale',
'popolare', 'nazionale', 'gollista', lepenista. Poi c ’è l’estrema
destra, quella che una volta era 'radicale', e che oggi viaggia sotto
le insegne di CasaPound, Forza Nuova o del 'rinato' Movimento sociale
italiano”. Ad analizzare il retroterra elettorale della destra romana,
un articolo del Corriere della Sera in cui si delineano le varie anime
'nere' da cui attingono i propri voti i quattro candidati al
Campidoglio più vicini a queste realtà: Giorgia Meloni, presidente di
Fratelli d'Italia sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini- che, riporta
il Corriere, inizialmente si era appogiato a Roma a CasaPound -;
Francesco Storace, segretario della Destra; Simone Di Stefano,
uno dei fondatori di CasaPound; Alfredo Iorio, leader del
'TrifoglioPopolo della vita', sostenuto da Fiamma Nazionale, Movimento
sociale italiano e Forza Nuova. Sulla campagna a destra a sindaco di
Roma, scrive anche la Stampa, parlando dell'appoggio dell'ex premier
Silvio Berlusconi a Guido Bertolaso: “L'ex Cavaliere, da sdoganatore a
fustigatore dei fascisti (romani)”, titola il quotidiano torinese,
raccontando delle trascorse alleanze di Berlusconi con Fini, Gasparri,
Storace e per questo accusato di sdoganare l'estrema destra mentre oggi
lo stesso Berlusconi accusa “i leghisti di Roma sono tutti ex fascisti”.
Oltre il centro destra. Rispetto il caos romano, diversa la situazione
della destra a Milano, dove il candidato sindaco è Stefano Parisi.
Intervistato dal Corriere, Parisi sottolinea di non volere il sostegno
di CasaPound. “Per mio credo, nella coalizione non troverà spazio nulla
che sia lontanamente riconducibile a posizioni razziste o antisemite. -
dichiara Parisi - Peraltro, le estreme non saranno mai maggioritarie
nel mondo occidentale. Sarebbe un errore per chiunque attardarsi su
posizioni respinte dalla stragrande maggioranza dei milanesi”.
“Parisi, poi, - scrive invece Repubblica - nei giorni
scorsi ha chiesto e ottenuto dal Carroccio di sganciarsi dai
neofascisti di CasaPound e dalla loro sigla lanciata pochi mesi fa:
'Sovranità'”. Il candidato sindaco ha respinto la candidatura dagli
ambienti di estrema destra della consigliera provinciale Roberta
Capotosti.
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qui milano - il seminario al memoriale
Dopo la Shoah, ritorno alla vita
“Prendere
in mano carta e penna per testimoniare al mondo e a se stessi di essere
vivi. Nonostante tutto, nonostante la Shoah. Per dare voce a un dolore
in realtà impossibile da raccontare, che nessuno può capire. Ma anche
per scrivere per cercare di ricostruire quel tessuto sociale distrutto
dalla persecuzione, per riagganciarsi alla vita e alla famiglia, per
gioire – non senza cupi pensieri - di essere liberi. Sono solo alcuni
degli elementi che si ritrovano nelle lettere inviate da sopravvissuti
alla Shoah all'indomani della loro liberazione e di cui ha parlato la
direttrice dello Yad Vashem di Gerusalemme Iael Nidam Orvieto, tra le
protagoniste ieri del seminario di aggiornamento per docenti
organizzato a Milano dall’Associazione Figli della Shoah assieme allo
Yad Vashem e al Memoriale della Shoah. “Dopo la Shoah: ritorno alla
vita e antisemitismo contemporaneo” il titolo del seminario,
tenutosi all'interno del Memoriale, e con protagonisti, assieme a
Orvieto, Yftach Ashkenazy dello Yad Vashem e Betti Guetta, sociologa
del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano (Cdec),
oltre alle testimonianze di alcuni docenti sul lavoro svolto in classe
sulla Memoria. A sottolineare l'importanza di un evento dedicato agli
insegnanti, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e della Fondazione del Memoriale Roberto Jarach. Parole vivide
e preziose, quelle pronunciate dalla Testimone della Shoah Liliana
Segre, presidente dell'Associazione figli della Shoah e accolta dalla
sala completamente gremita con un caloroso e significativo applauso. Leggi
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qui roma - la mostra di georges de canino
Arte, l'eternità dipinta su tela
Il
filo conduttore è “l’eternità”. Un tema che segna l’intera carriera
artistica di Georges de Canino, il protagonista di una mostra personale
(Carte 1973-2015) inaugurata ieri negli spazi della galleria Simone
Aleandri Arte Moderna di Roma in piazza Costaguti.
Il rapporto con la poesia, in particolare con Rimbaud; l’importanza
della parole e il suo dialogo con il segno; l’impegno politico; la
memoria nella rappresentazione della Shoah; la mitologia; fino ad
arrivare all’ultima produzione, la serie delle Palme. Diversi i
capitoli affrontati nelle opere di Georges, che è cavaliere al merito
della Repubblica e autore della menorah donata dalla Comunità ebraica
romana a papa Bergoglio in occasione della sua recente visita in
sinagoga. “Tutto il lavoro di de Canino si basa sul concetto di eterno.
Dalle poesie di Rimbaud alle immagini mitologiche che evocano di per sé
un’idea di immortalità, fino ad arrivare al tema della memoria che deve
mantenersi costante affinché non si dimentichi ciò che è stato, e alla
palma, che simbolicamente rappresenta la rinascita e la perpetuità”
sottolinea Giorgia Calò, curatrice della mostra e assessore alla
Cultura della Comunità ebraica.
Presenti all’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 2
aprile, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità
ebraica Ruth Dureghello, il direttore del dipartimento Cultura Claudio
Procaccia, la direttrice del Centro di cultura ebraica Miriam Haiun.
(Nell’immagine Simone Aleandri, Giorgia Calò e Georges de Canino) Leggi
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La scomparsa del grande filosofo americano
Hilary Putnam (1926 - 2016)
“Nel
1976, a Oxford, ho passato molto tempo con Peter Strawson, e un giorno
a pranzo mi ha fatto un'osservazione che non sono mai riuscito a
dimenticare. 'Di certo metà del piacere della vita risiede nei commenti
sarcastici sull'effimera operetta che si svolge sotto i nostri occhi'”.
Era dunque questa la massima che ha guidato Hilary Putnam, filosofo
ebreo statunitense, scomparso a 89 anni questa settimana. Grande amico
di Umberto Eco e di Noam Chomsky, nonostante la sua lunga carriera che
ne ha fatto una vera e propria colonna portante della filosofia
contemporanea, con tutta l'autorevolezza che insegnare per una vita a
Harvard può dare, questo spirito sereno, quasi un po' pop nonostante la
serietà delle implicazioni del suo pensiero, è rimasto sempre intatto. Leggi
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Confini e confronti
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Un
titolo come “I confini e i territori di Israele” sembra fatto apposta
per provocare discussioni. Anzi, il logo stesso della serata torinese
di mercoledì 16 (raccontata ieri da Filippo Tedeschi) ha suscitato
qualche mormorio: in effetti a cosa corrisponde? Non alla Terra di
Israele biblica (come ha spiegato bene rav Pierpaolo Pinhas
Punturello), non ai confini internazionalmente riconosciuti dello Stato
di Israele, e neppure al territorio che oggi è sotto controllo
israeliano (dato che l’immagine include la striscia di Gaza). Si
potrebbe dire che corrisponda a una percezione mentale di Israele che è
comune a molti, ma che tuttavia spesso non è coerente con i discorsi
che si fanno, per esempio quando si afferma che gli arabi sono il 20%
della popolazione (in realtà se si prendono in considerazione tutte le
zone incluse nel logo ci si avvicina al 50%).
Anna Segre, insegnante
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Il ghetto, il mondo |
“Il
ghetto rappresentava l'intero mondo per lui ed era abbastanza grande
per contenere tutto ciò che il cuore di un fanciullo può desiderare .
[…] Fu la donna che veniva ad accendere il fuoco di sabato a rivelare
al ragazzo ciò che per tanto tempo non era stata un'idea molto vaga, e
cioè che il mondo non era abitato da ebrei”. Difficile immaginare come
fosse effettivamente la vita nel ghetto di Venezia, alcune cronache o
racconti ne offrono un'idea, come queste parti estrapolate dal
memorabile “il Fanciullo del Ghetto” di Israel Zangwill.
Francesco Moises Bassano
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Il canto italiano a Natanya |
Si
sa, le tradizioni culturali e religiose sono una parte fondamentale
della storia dell’ebraismo. Immaginate delle famiglie romane
trapiantate in Israele, precisamente a Natanya, abituate da sempre a
pregare con il loro rito rispettando le tradizioni della città natale.
Immaginate poi che sempre quelle famiglie sentano la necessità di
continuare a pregare, non solo nello loro case, ma in una sinagoga,
come capitava a Roma. Immaginate infine che delle persone straordinarie
si siano battute e abbiano lottato per trovare un luogo dove far
pregare quelle famiglie e tener vivo quel magnifico rito e quella
storica tradizione. Bene, ora smettete di immaginare, perché tutto
quello che ho scritto, già da qualche tempo, è una splendida realtà.
Daniele Regard
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Terra e cura |
Esiste
una differenza tra quella terra conquistabile e contrattabile da un
lato, e quella terra che, comunque stiano le cose, di chiunque essa sia
e chiunque vi abiti, è nostra: nostra nel cuore e nella nostra anima.
Questo è bellissimo" Così commenta Sara Cividalli, presidente della
comunità di Firenze, l'intervento di rav Pierpaolo Pinhas Punturello in
occasione del suo tour tra le comunità ebraiche per il primo
appuntamento del Jewish Think Tank (UCEI) "I confini e i territori di
Israele".
Ilana Bahbout
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