Roberto
Della Rocca,
rabbino
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L’inizio
del libro di Vaikrà viene ad insegnarci come ogni comunicazione
dovrebbe essere preceduta da una “chiamata”. “L’Eterno chiamò Moshé e
gli parlò…”. Questo non solo per evitare che la comunicazione diventi
un messaggio generico e indifferenziato ma, anche e soprattutto, perché
la persona chiamata possa sentirsi destinataria di un’attenzione
particolare.
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Dario
Calimani,
anglista
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Le
uscite politiche strambe e dissonanti di Dario Fo, ricordano quelle
spesso stonate di Moni Ovadia, o di Beppe Grillo. Si ha la sensazione
che i comici non riescano a rimanere nel recinto della loro
professione: la comicità. Quando ne escono e si danno alla politica,
beh, è comprensibile che possano anche dar voce a fesserie. E,
tuttavia, questo non è un buon motivo per impedire loro di parlare. È
però un peccato che non si rassegnino a svolgere il loro semplice e
dignitoso mestiere e che pensino di poter fare i maestri del pensiero.
Finché sono sul palcoscenico tutto è accettabile: si tratta di
finzione, anche quando è satira.
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Attentati a Bruxelles
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Due
esplosioni hanno colpito stamane alle 8 l’aeroporto internazionale di
Bruxelles ‘Zaventen’, ci sarebbero diversi feriti. La polizia ha
evacuato lo scalo e interrotto i collegamenti ferroviari, per ora non
si conoscono le cause delle deflagrazioni. “Dalle immagini – scrive
Repubblica – si vede il fumo che esce dall’edificio. Le esplosioni sono
avvenute nella hall delle partenze, accanto al banco della American
Airlines. Saltati tutti i vetri della struttura. Le immagini mostrano
la sala completamente devastata”.
Secondo un primo bilancio dei media ci sarebbero 11 morti e 25 feriti.
Il “mai stata fascista” di Giorgia Meloni apre un caso nella destra
romana. Il termine “mai” è molto impegnativo, osserva Pierluigi
Battista sul Corriere. “Chissà perché allora – si legge – il Msi ha
sentito il bisogno di non chiamarsi più così e di ribattezzarsi
Alleanza Nazionale. E perché nelle tesi di Fiuggi si è addirittura
scomodato l’antifascismo come momento storicamente necessario al
ritorno della libertà in Italia. E perché Gianfranco Fini, con il
parere entusiastico e unanime dei colonnelli che via via gli hanno
voltato le spalle fino ad arrivare all’attuale irrilevanza collettiva,
ha sentito il bisogno nel ’93 di andare in pellegrinaggio alle Fosse
Ardeatine, e poi ad Auschwitz, e poi in visita commossa allo Yad Vashem
di Gerusalemme, faccia a faccia con il ‘male assoluto’ della Shoah,
mentre in Italia borbottavano per quella kippah in testa”.
La candidata grillina a Roma, Virginia Raggi, susciterebbe “curiosità,
mista tuttavia a prudenza”, delle principali associazioni e categorie
della Capitale (Repubblica). La Confcommercio di Rosario Cerra l’ha già
vista e la vedrà ancora. Cosi come alcune rappresentanze diplomatiche
straniere. E richieste analoghe sarebbero pervenute sia dal Vaticano
sia dalla Comunità ebraica. “A Roma sono spesso le lobby a far
oscillare il sismografo elettorale. Molto prima dei cittadini” scrive
Giovanna Vitale.
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qui bruxelles - i due attentati islamisti di oggi
Il cuore dell'Europa ferito ancora
"Contro il terrore serve unità"
Parigi
come Bruxelles, Bruxelles come Parigi. Il terrorismo islamista torna a
colpire nel cuore dell'Europa e lo fa, ancora una volta, nella capitale
belga, come nel 2014 quando il bersaglio fu il Museo ebraico della
città. Il bilancio dei due attentati di oggi parla di almeno 26 morti e
oltre 150 feriti: il primo attacco, con l'esplosione di due bombe - i
cui almeno una attivata da un attentatore suicida -, è avvenuto attorno
alle 8 di mattina all'aeroporto di Zaventem; il secondo, circa un'ora
dopo, quando una bomba è esplosa a bordo di un treno della
metropolitana, vicino alla stazione di Maalbeek, nel centro di
Bruxelles e vicino al quartiere delle istituzioni europee. “È un giorno
buio per il Belgio. Quello che temevamo è accaduto”, la prima reazione
del Primo ministro belga Charles Michel, a cui sono arrivati attestati
di solidarietà da parte di tutto il mondo democratico internazionale.
“Il mondo intero si è svegliato con apprensione e dolore per le
drammatiche notizie che continuano ad arrivarci da Bruxelles. Mai come
in queste ore difficili dobbiamo ritrovarci uniti, vicini e solidali
per combattere da un unico fronte questa terribile e persistente
minaccia”, le parole del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna, appena appresa la notizia degli attacchi. “C’è
chi vorrebbe distruggere la nostra quotidianità, le nostre certezze, i
valori fondamentali che accomunano i popoli liberi e democratici
d’Europa, di cui non a caso è stata colpita una delle capitali. Ma non
glielo permetteremo”, ha ribadito Gattegna. Molte le voci del mondo
ebraico europeo e internazionale che hanno voluto testimoniare la
propria vicinanza a Bruxelles, dove le scuole ebraiche sono state
chiuse nelle scorse ore per motivi di sicurezza. “Questi sono attacchi
contro tutto ciò che noi difendiamo – ha affermato il presidente
dell'European Jewish Congress Moshe Kantor - Tutti gli europei,
senza eccezioni, devono affrontare insieme e cacciare via il terrorismo
e l'intolleranza che vive in mezzo a noi”.
(Nell'immagine, la vignetta del disegnatore Plantu per il quotidiano Le
Monde in cui si collegano gli attentati terroristici di Parigi con
quelli
odierni a Bruxelles) Leggi
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qui washington - la conferenza per israele
Aipac, Trump piace al pubblico non i suoi attacchi a Obama
“Parlo
qui davanti a voi come vero amico e da sempre sostenitore di Israele.
Sono un nuovo arrivato nella politica ma non tra chi sostiene lo Stato
ebraico”. Così Donald Trump, candidato più quotato a rappresentare i
repubblicani nella corsa alla Casa Bianca, ha esordito parlando al
pubblico dell'Aipac, l'organizzazione impegnata nel sostenere Israele e
che ogni anno organizza a Washington una conferenza internazionale per
difendere e discutere la situazione dello Stato ebraico. Trump ha
ricevuto molti applausi nel corso del suo intervento – questa volta il
magnate di New York aveva preparato un discorso e non è andato a
braccio come fa di solito -; una vera standing ovation è arrivata
quando ha definito una “catastrofe” l'accordo sul nucleare iraniano,
siglato dal presidente Usa Barack Obama con Teheran e fortemente
osteggiato dall'Aipac. “Io sono uno che sa fare accordi, e lasciatemi
dire una cosa, questo accordo (quello iraniano) è catastrofico per
l'America, per Israele e per l'intero Medio Oriente”. Nel suo discorso
Trump ha attaccato direttamente il presidente Obama, affermando che
fortunatamente manca solo un anno alla fine del suo incarico, e
definendolo come “probabilmente la cosa peggiore mai capitata a
Israele”. Parole che hanno ottenuto il plauso di una parte del
pubblico, non della presidente dell'Aipac Lillian Pinkus, che nelle
scorse ore ha letto un messaggio in cui ha condannato gli attacchi
personali a Obama da parte del candidato repubblicano. Leggi
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qui torino
Nel nome di Emanuele Artom
Non
c’è futuro senza memoria. Questo lo striscione simbolo della marcia in
ricordo di Emanuele Artom, giovane intellettuale, trucidato perché
ebreo e perché membro della Resistenza. Cartelli blu con i nomi dei
campi di concentramento di Buchenwald, Auschwitz e molti altri fanno
capolino tra il corteo costituito per la maggior parte da giovani.
L’iniziativa è stata promossa per il quinto anno dalla Comunità ebraica
di Torino assieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Città di Torino. La
marcia, immersa in un silenzio denso di significati, è partita dal
binario 17 della Stazione Porta Nuova, da dove partirono i treni per i
campi, per poi giungere in piazzetta Primo Levi, passando davanti alla
scuola ebraica, che porta il nome dello stesso Artom. La marcia
silenziosa termina con la musica e le parole cantate dai bambini della
scuola davanti all’entrata del Tempio. Molte le autorità che hanno
preso parte a questa iniziativa: il sindaco Piero Fassino; Dario
Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese; Daniela Sironi,
presidente della Comunità di Sant’Egidio; Nino Boeti, vicepresidente
del Consiglio regionale; Claudia De Benedetti, consigliere UCEI; il
rabbino capo Ariel Di Porto, i rappresentanti delle Comunità ebraiche
di Vercelli e di Casale Monferrato, il presidente della Circoscrizione
8 Mario Cornelio Levi e
Cesare Alvazzi Del Frate, vicepresidente dell’ANPI provinciale. Tra i
molti giovani presenti anche gli studenti della scuola media
Calamandrei, Nievo-Matteotti, dell’Istituto Giulio e del liceo musicale
Cavour. Leggi
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Una giornata per i migranti |
Da
settimana scorsa il Senato ha istituito la Giornata della Memoria per i
migranti vittime del mare, prevista per il prossimo 3 ottobre e poi
ogni anno alla stessa data. Hanno votato a favore i partiti di
maggioranza mentre si sono opposti il Movimento 5 stelle, Forza Italia
e la Lega. In sintesi, l’obiezione (pretestuosa?) era questa: la
commemorazione annuale è un simbolo, non risolve
l’emergenza-immigrazione e quindi rivela un’ipocrisia; inoltre, le
Giornate ufficiali, quelle segnalate nel calendario, sono troppe e
dunque inflazionate.
A ben pensarci, gli stessi argomenti possono costituire un argomento in
favore di questa iniziativa: l’esistenza delle persone, e delle
comunità sociali, è fatta di simboli. Non serve citare Sigmund Freud
per ricordarlo. Evocare momenti importanti della propria storia e
fissarli nello scorrere ciclico del tempo aiuta a costruire la propria
identità e vivere meglio. E non dobbiamo forse considerare fondamentale
un evento come la morte di 366 persone, annegate a Lampedusa il 3
ottobre 2013?
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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