Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22 marzo 2016 - 12 Adar II 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
L’inizio del libro di Vaikrà viene ad insegnarci come ogni comunicazione dovrebbe essere preceduta da una “chiamata”. “L’Eterno chiamò Moshé e gli parlò…”. Questo non solo per evitare che la comunicazione diventi un messaggio generico e indifferenziato ma, anche e soprattutto, perché la persona chiamata possa sentirsi destinataria di un’attenzione particolare.
 
Leggi

Dario
Calimani,
anglista
Le uscite politiche strambe e dissonanti di Dario Fo, ricordano quelle spesso stonate di Moni Ovadia, o di Beppe Grillo. Si ha la sensazione che i comici non riescano a rimanere nel recinto della loro professione: la comicità. Quando ne escono e si danno alla politica, beh, è comprensibile che possano anche dar voce a fesserie. E, tuttavia, questo non è un buon motivo per impedire loro di parlare. È però un peccato che non si rassegnino a svolgere il loro semplice e dignitoso mestiere e che pensino di poter fare i maestri del pensiero. Finché sono sul palcoscenico tutto è accettabile: si tratta di finzione, anche quando è satira.
 
Leggi

Attentati a Bruxelles
Due esplosioni hanno colpito stamane alle 8 l’aeroporto internazionale di Bruxelles ‘Zaventen’, ci sarebbero diversi feriti. La polizia ha evacuato lo scalo e interrotto i collegamenti ferroviari, per ora non si conoscono le cause delle deflagrazioni. “Dalle immagini – scrive Repubblica – si vede il fumo che esce dall’edificio. Le esplosioni sono avvenute nella hall delle partenze, accanto al banco della American Airlines. Saltati tutti i vetri della struttura. Le immagini mostrano la sala completamente devastata”.
Secondo un primo bilancio dei media ci sarebbero 11 morti e 25 feriti.

Il “mai stata fascista” di Giorgia Meloni apre un caso nella destra romana. Il termine “mai” è molto impegnativo, osserva Pierluigi Battista sul Corriere. “Chissà perché allora – si legge – il Msi ha sentito il bisogno di non chiamarsi più così e di ribattezzarsi Alleanza Nazionale. E perché nelle tesi di Fiuggi si è addirittura scomodato l’antifascismo come momento storicamente necessario al ritorno della libertà in Italia. E perché Gianfranco Fini, con il parere entusiastico e unanime dei colonnelli che via via gli hanno voltato le spalle fino ad arrivare all’attuale irrilevanza collettiva, ha sentito il bisogno nel ’93 di andare in pellegrinaggio alle Fosse Ardeatine, e poi ad Auschwitz, e poi in visita commossa allo Yad Vashem di Gerusalemme, faccia a faccia con il ‘male assoluto’ della Shoah, mentre in Italia borbottavano per quella kippah in testa”.

La candidata grillina a Roma, Virginia Raggi, susciterebbe “curiosità, mista tuttavia a prudenza”, delle principali associazioni e categorie della Capitale (Repubblica). La Confcommercio di Rosario Cerra l’ha già vista e la vedrà ancora. Cosi come alcune rappresentanze diplomatiche straniere. E richieste analoghe sarebbero pervenute sia dal Vaticano sia dalla Comunità ebraica. “A Roma sono spesso le lobby a far oscillare il sismografo elettorale. Molto prima dei cittadini” scrive Giovanna Vitale.
 
Leggi

  davar
qui bruxelles - i due attentati islamisti di oggi
Il cuore dell'Europa ferito ancora
"Contro il terrore serve unità"

Parigi come Bruxelles, Bruxelles come Parigi. Il terrorismo islamista torna a colpire nel cuore dell'Europa e lo fa, ancora una volta, nella capitale belga, come nel 2014 quando il bersaglio fu il Museo ebraico della città. Il bilancio dei due attentati di oggi parla di almeno 26 morti e oltre 150 feriti: il primo attacco, con l'esplosione di due bombe - i cui almeno una attivata da un attentatore suicida -, è avvenuto attorno alle 8 di mattina all'aeroporto di Zaventem; il secondo, circa un'ora dopo, quando una bomba è esplosa a bordo di un treno della metropolitana, vicino alla stazione di Maalbeek, nel centro di Bruxelles e vicino al quartiere delle istituzioni europee. “È un giorno buio per il Belgio. Quello che temevamo è accaduto”, la prima reazione del Primo ministro belga Charles Michel, a cui sono arrivati attestati di solidarietà da parte di tutto il mondo democratico internazionale. “Il mondo intero si è svegliato con apprensione e dolore per le drammatiche notizie che continuano ad arrivarci da Bruxelles. Mai come in queste ore difficili dobbiamo ritrovarci uniti, vicini e solidali per combattere da un unico fronte questa terribile e persistente minaccia”, le parole del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, appena appresa la notizia degli attacchi. “C’è chi vorrebbe distruggere la nostra quotidianità, le nostre certezze, i valori fondamentali che accomunano i popoli liberi e democratici d’Europa, di cui non a caso è stata colpita una delle capitali. Ma non glielo permetteremo”, ha ribadito Gattegna. Molte le voci del mondo ebraico europeo e internazionale che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza a Bruxelles, dove le scuole ebraiche sono state chiuse nelle scorse ore per motivi di sicurezza. “Questi sono attacchi contro tutto ciò che noi difendiamo – ha affermato il presidente dell'European Jewish Congress Moshe Kantor -  Tutti gli europei, senza eccezioni, devono affrontare insieme e cacciare via il terrorismo e l'intolleranza che vive in mezzo a noi”.

(Nell'immagine, la vignetta del disegnatore Plantu per il quotidiano Le Monde in cui si collegano gli attentati terroristici di Parigi con quelli
odierni a Bruxelles)
Leggi

Venezia, i 500 anni del Ghetto 
"Cultura, arma contro la barbarie"
L’interesse per le iniziative del Cinquecentenario del Ghetto di Venezia si conferma altissimo. Una nuova prova arriva dall’affollata conferenza stampa svoltasi questa mattina nei locali della Comunità ebraica veneziana per fare una nuova il punto sul ricco calendario di eventi in programma e sulle molte sfide di questa ricorrenza.
Perché anche in un giornata drammatica come quella odierna resta irrinunciabile l’impegno a fare cultura e a “combattere la barbarie con la civiltà”. A ricordarlo è lo studioso Shaul Bassi, tra le anime del comitato “I 500 anni del Ghetto di Venezia”, in un applaudito intervento.
“Il nostro pensiero va alle vittime e a tutti coloro che soffrono” esordisce il presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati, che ricorda come molti siano gli spunti di grande attualità sollevati dalla vicenda del Ghetto. “Rileggerne la storia significa riflettere sul tema del dialogo, dell’accoglienza, dei valori non negoziabili. Punti di riferimento imprescindibili – afferma Gnignati – in un’epoca che ci sollecita a governare la complessità”.
Dice il rabbino capo Scialom Bahbout: “Questo anniversario costituisce uno stimolo per interrogarci sul futuro: come imposteremo, come organizzeremo i prossimi anni? La Comunità ebraica dovrà restare protagonista assieme al resto della città, lavorando affinché la cultura sia sempre più strumento di sicurezza”.
Leggi

qui washington - la conferenza per israele
Aipac, Trump piace al pubblico non i suoi attacchi a Obama  
“Parlo qui davanti a voi come vero amico e da sempre sostenitore di Israele. Sono un nuovo arrivato nella politica ma non tra chi sostiene lo Stato ebraico”. Così Donald Trump, candidato più quotato a rappresentare i repubblicani nella corsa alla Casa Bianca, ha esordito parlando al pubblico dell'Aipac, l'organizzazione impegnata nel sostenere Israele e che ogni anno organizza a Washington una conferenza internazionale per difendere e discutere la situazione dello Stato ebraico. Trump ha ricevuto molti applausi nel corso del suo intervento – questa volta il magnate di New York aveva preparato un discorso e non è andato a braccio come fa di solito -; una vera standing ovation è arrivata quando ha definito una “catastrofe” l'accordo sul nucleare iraniano, siglato dal presidente Usa Barack Obama con Teheran e fortemente osteggiato dall'Aipac. “Io sono uno che sa fare accordi, e lasciatemi dire una cosa, questo accordo (quello iraniano) è catastrofico per l'America, per Israele e per l'intero Medio Oriente”. Nel suo discorso Trump ha attaccato direttamente il presidente Obama, affermando che fortunatamente manca solo un anno alla fine del suo incarico, e definendolo come “probabilmente la cosa peggiore mai capitata a Israele”. Parole che hanno ottenuto il plauso di una parte del pubblico, non della presidente dell'Aipac Lillian Pinkus, che nelle scorse ore ha letto un messaggio in cui ha condannato gli attacchi personali a Obama da parte del candidato repubblicano.
Leggi

a roma il ricordo dei soldati israeliani caduti
“Cari ragazzi, siete con noi”
Mentre l’integralismo islamico torna a colpire il cuore dell’Europa, Roma accoglie i genitori di 29 soldati israeliani uccisi nella lotta contro il terrorismo. A organizzare la visita la no-profit Or Lamishpachot, nata per aiutare le famiglie che hanno perso i figli durante il servizio militare a tornare a una vita normale nonostante il lutto della loro scomparsa, con il sostegno del Keren Hayesod. Nel corso della serata inaugurale, ieri in sinagoga, hanno portato i loro saluti agli ospiti la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni e l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon.
Leggi

qui torino
Nel nome di Emanuele Artom
Non c’è futuro senza memoria. Questo lo striscione simbolo della marcia in ricordo di Emanuele Artom, giovane intellettuale, trucidato perché ebreo e perché membro della Resistenza. Cartelli blu con i nomi dei campi di concentramento di Buchenwald, Auschwitz e molti altri fanno capolino tra il corteo costituito per la maggior parte da giovani. L’iniziativa è stata promossa per il quinto anno dalla Comunità ebraica di Torino assieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Città di Torino. La marcia, immersa in un silenzio denso di significati, è partita dal binario 17 della Stazione Porta Nuova, da dove partirono i treni per i campi, per poi giungere in piazzetta Primo Levi, passando davanti alla scuola ebraica, che porta il nome dello stesso Artom. La marcia silenziosa termina con la musica e le parole cantate dai bambini della scuola davanti all’entrata del Tempio. Molte le autorità che hanno preso parte a questa iniziativa: il sindaco Piero Fassino; Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese; Daniela Sironi, presidente della Comunità di Sant’Egidio; Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale; Claudia De Benedetti, consigliere UCEI; il rabbino capo Ariel Di Porto, i rappresentanti delle Comunità ebraiche di Vercelli e di Casale Monferrato, il presidente della Circoscrizione 8 Mario Cornelio Levi e
Cesare Alvazzi Del Frate, vicepresidente dell’ANPI provinciale. Tra i molti giovani presenti anche gli studenti della scuola media Calamandrei, Nievo-Matteotti, dell’Istituto Giulio e del liceo musicale Cavour.
Leggi

pilpul
Una giornata per i migranti
Da settimana scorsa il Senato ha istituito la Giornata della Memoria per i migranti vittime del mare, prevista per il prossimo 3 ottobre e poi ogni anno alla stessa data. Hanno votato a favore i partiti di maggioranza mentre si sono opposti il Movimento 5 stelle, Forza Italia e la Lega. In sintesi, l’obiezione (pretestuosa?) era questa: la commemorazione annuale è un simbolo, non risolve l’emergenza-immigrazione e quindi rivela un’ipocrisia; inoltre, le Giornate ufficiali, quelle segnalate nel calendario, sono troppe e dunque inflazionate.
A ben pensarci, gli stessi argomenti possono costituire un argomento in favore di questa iniziativa: l’esistenza delle persone, e delle comunità sociali, è fatta di simboli. Non serve citare Sigmund Freud per ricordarlo. Evocare momenti importanti della propria storia e fissarli nello scorrere ciclico del tempo aiuta a costruire la propria identità e vivere meglio. E non dobbiamo forse considerare fondamentale un evento come la morte di 366 persone, annegate a Lampedusa il 3 ottobre 2013?


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.