David
Sciunnach,
rabbino
|
“E
la carne che sarà venuta a contatto con una qualsiasi cosa impura non
si dovrà mangiare ...” (Vaikrà 7, 19). Ha detto il Grande Tzaddìk Rabbì
Menachem Mendel di Kotzk: È ben noto che una cosa pura si renda impura
con il contatto di questa; e non avvenga il contrario, cioè che una
cosa impura divenga pura avendo contatto con essa. I nostri Maestri ci
hanno però insegnato nel Talmud (Sotà 11a, Sanedrìn 8b) che una buona
qualità è superiore ad una caratteristica negativa.
|
|
Leggi
|
Davide
Assael,
ricercatore
|
8.30
di mattina, prime comunicazioni degli attentati. Il giornalista alla
radio legge freneticamente i comunicati delle agenzie di stampa. Sui
social network i primi post con le immagini di chi è presente sui
luoghi della strage. Le notizie si fanno man mano più precise. Poco
dopo, altre esplosioni nella metropolitana. Speciali su ogni canale
televisivo, i politici si affrettano a commentare. Parte l’hashtag
#prayforbruxelles; Salvini comincia a twittare. Poi, ancora dirette
televisive e radiofoniche, prime vignette su Facebook per esorcizzare
la paura, comunicati di solidarietà a Bruxelles da parte delle comunità
islamiche occidentali.
|
|
Leggi
|
|
Le stragi di Bruxelles
|
Il
terrorismo islamista torna a colpire l’Europa e lo fa in una delle
capitali teoricamente più blindate, Bruxelles. Sui quotidiani italiani
compaiono sia ricostruzioni sia analisi in merito alla doppia strage
terroristica di ieri nella capitale belga. Il bilancio dei due attacchi
rivendicati dai jihadisti dell’Isis parla di 31 morti e oltre 230
feriti: il primo, alle 8 del mattino all’aeroporto di Zaventem dove,
secondo le autorità, due uomini si sono fatti esplodere e la polizia è
in cerca di un terzo complice (è caccia all’uomo, scrive Repubblica),
ritratto dalle telecamere di sicurezza dell’aeroporto mentre è al
fianco dei kamikaze; il secondo, verso le 9 del mattino con
un’esplosione che ha investito un convoglio della metropolitana alla
stazione di Maelbeck, nella zona dove si trovano le istituzioni europee
(Il Sole 24 Ore). Leonardo Cohen sul Fatto Quotidiano scrive che “gli
attentatori facevano probabilmente parte del gruppo che compì le stragi
in Francia ed erano braccati da giorni” mentre Guido Olimpo sul
Corriere della Sera ricostruisce la rete jihadista che ha coordinato
gli attacchi in Europa e la genesi di questi ultimi, avviata con
l’attentato al Museo ebraico di Bruxelles nel 2014. “La strage al museo
ebraico è stata condotta da uno solo, poi tentativi sempre affidati al
lupo solitario o a pochi, – scrive Olimpo – infine la grande offensiva
coordinata in grado di superare lo scudo anche quando c’era l’allarme”.
Le vittime delle stragi di Bruxelles. Cominciano ad emergere le
testimonianze dei sopravvissuti e le storie delle vittime degli
attentati in Belgio. Il Corriere racconta di come un uomo si sia
salvato perché costretto a correr dietro alle figlie che si erano
allontanate. Sua moglie, Adelma Marina Tapie Ruiz, rimasta nella zona
check-in è stata investita e uccisa dall’esplosione. “Assieme a lei –
scrive il Corriere – il primo corpo a ritrovare la sua identità è
quello di un israeliano, Yossef Haim ben Haya Sarah Gittel, che, con un
gruppo di ebrei Hassidim, avrebbe dovuto prendere lo stesso velo”.
Le reazioni. “Ci aspettavamo un attentato ed è accaduto”, le prime
dichiarazioni del Premier belga Charles Michel, che, mentre montano le
polemiche sulla gestione della sicurezza da parte delle autorità del
paese, ha parlato di “giorno più buio per il Belgio”. “Siamo in
guerra”, ha dichiarato il suo collega francese Manuel Valls mentre per
il presidente Usa Barack Obama è necessario rimanere uniti nella guerra
al terrore (Corriere). “Gli attentati in Belgio sono una terza guerra
mondiale contro i nostri valori comuni” le parole del ministro della
difesa israeliano Moshe Yaalon riprese dall’Unità, che evidenza anche
la reazione del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna:“C’è chi vorrebbe distruggere i nostri valori
fondamentali che accomunano i popoli liberi. Ma non glielo
permetteremo”.
|
|
Leggi
|
|
|
in ricordo della strage delle FOSSE ARDEATINE
"Costruiamo insieme la speranza"
I
nazisti di ieri e di oggi. L'impegno comune per far fronte contro ogni
forma di odio e barbarie. La solidarietà alle vittime degli orribili
attentati islamici di Bruxelles. Carica di emozioni e significati la
cerimonie di commemorazione svoltasi quest'oggi alle Fosse Ardeatine, a
poche ore dal 72esimo anniversario della strage. "Ancora oggi
esecuzioni, violenze e paure attraversano le nostre società. Serve
l'impegno di tutti, per offrire una speranza di futuro basata sulla
convivenza civile" sottolinea Rosetta Stame, presidente
dell'associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la
libertà della patria., cui spetta il compito di aprire la cerimonia.
Presenti le più alte cariche dello Stato: dal presidente della
Repubblica Sergio Mattarella al presidente del Senato Pietro Grasso al
ministro della Difesa Roberta Pinotti. E ancora il governatore della
Regione Lazio Nicola Zingaretti, il prefetto di Roma Franco Gabrielli,
il commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca. Guidano una folta
rappresentanza ebraica il presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e la presidente della Comunità romana
Ruth Dureghello, che in precedenza aveva accolto ZIngaretti davanti
alla lapide del Tempio Maggiore. Invoca la misericordia del creatore il
rabbino capo Riccardo Di Segni, che ricorda i morti dell'eccidio
leggendo il salmo 130.
Vengono scanditi i nomi dei 335 innocenti che trovarono la morte, in
questi luoghi, il 24 marzo del 1944. Una lunga sfilza di vite spezzate,
di sogni infranti. Il capo dello Stato visita privatamente le cave, al
suo fianco solo le autorità e i collaboratori più stretti. Una rapida
sosta nei luoghi più significativi, il pensiero che va anche al
preoccupante scenario internazionale che si delinea in queste ore.
"Caro presidente, la scelta simbolica di iniziare il suo mandato dalle
Ardeatine resta un messaggio e un impegno fortissimo. Vinceremo noi,
perché la vita vince sempre sulla morte" gli dice il presidente
Gattegna. "È vero, sono assolutamente d'accordo" risponde Mattarella.
a.s twitter @asmulevichmoked
(Nell'immagine, l'incontro durante la cerimonia alle Fosse Ardeatine
tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente
UCEI Renzo Gattegna)
|
dopo gli attentati di bruxelles
Belgio, gli ebrei contro il terrore:
"Difendiamo le nostre libertà"
Siamo
vicini a tutte le vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles. Il
messaggio di solidarietà diffuso nelle scorse ore dai presidenti delle
due maggiori istituzioni ebraiche del Belgio Philippe Markiewicz,
del Consistoire Central Israélite de Belgique, e Serge Rozen, del
Comité de Coordination de la Communauté Juive de Belgique. “Il nostro
paese, i nostri valori e la nostra democrazia vengono attaccati nella
loro essenza da atti indiscriminati di barbarie”, si legge nella nota
dei due presidenti, che hanno sottolineato l'impegno ebraico in queste
ore difficili per tutto il Belgio. Sia Markiewicz che Rozen sono
stati coinvolti dalle autorità di Bruxelles nell'unità anti-crisi
formata immediatamente dopo i due attentati di matrice islamica che
hanno colpito ieri la città, causando 31 vittime e oltre 250 feriti.
Amare le considerazioni di Samuel Markowitz, membro della Comunità
ebraica belga: “non era una questione del 'se' ma di 'quando' i
terroristi ci avrebbero colpito”, ha sottolineato Markowitz, ricordando
l'attacco al Museo ebraico di Bruxelles del 2014. D'altra parte la
Comunità ha ricordato l'impegno delle autorità per garantire la
sicurezza delle istituzioni ebraiche del Paese.
(Foto di Carl Court - Getty Images)
|
dopo gli attentati di bruxelles
Sicurezza, il Belgio e l'Europa
guardano al modello Israele
I“Quanto
delle vostre libertà siete disposti a sacrificare in nome della
sicurezza?”. Era la domanda posta dallo storico israeliano Ilan
Greilsammer, intervistato da Pagine Ebraiche all'indomani degli
attentati di Parigi del novembre scorso. Un interrogativo rivolto ai
cittadini europei e ai loro rappresentanti che torna, pochi mesi dopo,
attuale quando ad essere colpita è stata un'altra capitale del Vecchio
Continente, Bruxelles. “Sapevamo che sarebbe successo”, la dolorosa
ammissione del Primo ministro belga Charles Michel, poche ore dopo il
doppio attacco compiuto da una cellula terroristica dell'Isis
all'aeroporto Zaventem e nella stazione di Maelbeck, nel centro della
città. Ora, come dopo Parigi, si cercano risposte per contrastare il
terrorismo islamista e in molti guardano al modello Israele come a una
possibile soluzione. Da Gerusalemme, il Primo ministro Benjamin
Netanyahu ha già assicurato al collega belga Michel la collaborazione
dell'intelligence israeliana, mettendo a disposizione il know-how dei
servizi di sicurezza dello Stato ebraico in materia di terrorismo. Leggi
|
dopo gli attentati di bruxelles
Talia e Alessandra: "Al sicuro, ma non abituiamoci al terrore"
“Stiamo
bene, del resto siamo rimaste chiuse in casa da ieri”. Si sente al
sicuro tra le mura di un appartamento la milanese Talia Bidussa, ex
presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia che adesso lavora per la
European Union of Jewish Students, l'organizzazione ombrello con sede a
Bruxelles che rappresenta tutte le unioni ebraiche studentesche
d'Europa. In questi giorni si trova a casa di Alessandra Ortona, anche
lei giovane ebrea milanese, arrivata a Bruxelles per iniziare una carriera
nell'ambito delle istituzioni europee. Da ieri mattina, in seguito agli
attentati terroristici che hanno colpito l'aeroporto e una stazione
della metropolitana, la Capitale belga si è trasformata in una città
deserta, con le forze dell'ordine che esortano gli abitanti a non
uscire.
“Mi sono svegliata ieri con la notizia dell'attacco all'aeroporto e
subito ho immaginato che non fosse il caso di andare in ufficio, che si
trova proprio nella zona delle istituzioni europee”, ha raccontato
Talia, che una volta avuta la conferma anche da parte della direzione
della Eujs ha poi sentito di una nuova esplosione alla fermata della
metropolitana di Maelbeek, a pochi passi da casa. Leggi
|
Ticketless
- Le scuse a Bassani |
Iniziato
in sordina il centenario della nascita di Giorgio Bassani: poche le
novità da segnalare - e dispiace. Chiedono scusa, per averlo stroncato,
i superstiti del Gruppo 63. Non dovrebbero essere lasciati soli. Si
vorrebbero ascoltare i mea culpa degli studiosi, numerosissimi, del
fascismo e della questione ebraica. Un argomento tabù, quello del
consenso ebraico al regime, che nessuno osava affrontare quando era
vivo lo scrittore ferrarese, che quel viaggio “dentro” il fascismo lo
aveva percorso per intero.
Venuto su alla scuola dello storicismo di Croce (proprio per questo le
neo-avanguardie lo snobbarono, come snobbarono Croce e la sua elegante
prosa) Bassani possedeva un rigoroso “senso della storia”. Le
digressioni storiche, assai frequenti nei suoi libri, sono poco note.
La scena di quel finire d’estate, su una spiaggia elegante, l’effetto
della doppia notizia data dai giornali (provvedimenti sulla razza e
morte del dottor Fadigati), nel finale de Gli occhiali d’oro, sono un
modello di come Bassani potrà aiutare gli storici a misurare l’inatteso.
Alberto Cavaglion
Leggi
|
|
Periscopio - Purim
|
Da
millenni, la festa di Purim sta a significare, per gli ebrei di tutto
il mondo, sparsi nelle varie nazioni, essenzialmente due cose: da una
parte, l’eterna esposizione al pericolo, e il perenne rischio che la
situazione di fragilità e precarietà precipiti in una catastrofe,
capace addirittura di portare all’annientamento dell’intero popolo
d’Israele; dall’altra, allo stesso tempo, l’invito a non perdere mai la
speranza, confidando nella possibilità che la fedeltà a se stessi e
alla propria missione riesca a portare la salvezza. Perciò il
significato della ricorrenza resterà eterno, valevole – come, a mio
avviso, per tutto ciò che rappresenta l’essenza più profonda dello
spirito dell’ebraismo – per tutti gli uomini: mai abbassare la guardia,
mai disperare.
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
|
Unioni à la carte
|
Presso
la Camera dei Deputati vi è la proposta di legge n° 3634, approvata dal
Senato della Repubblica, recante Regolamentazione delle Unioni civili
tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze,
evoluzione del c.d. disegno di legge Cirinnà, dal nome della senatrice
proponente.
La nuova disciplina, in tesi, dovrebbe essere approvata a scatola
chiusa dalla Camera, senza dover tornare in Senato, nel qual caso
avremmo dinanzi a noi un’intelaiatura definitiva dei rapporti di coppia
in Itali .
Emanuele Calò
Leggi
|
|
|