Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

24 marzo 2016 - 14 Adar II 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Elia Richetti,
rabbino
Quest’anno le mie note su questa Parashà della settimana escono il giorno di Purim. Di per sé sembra che non ci sia alcun legame fra la Parashà, che parla dettagliatamente delle regole per il sacrificio di ‘olà e per l’offerta farinacea (minchà), e la festa di Purim, che si collega a momenti nei quali non c’era il Santuario, e comunque a luoghi al di fuori della terra d’Israel. Tuttavia, a ben vedere, un legame c’è.
Quando si offriva la minchà, un “qòmetz” (una presa, tanto quanto contiene la mano fra pollice, medio ed anulare) era il quantitativo che veniva arso direttamente sull’altare. In definitiva, era un quantitativo minimo.
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Il 22 marzo 1848 nella battaglia di Porta Tosa (oggi Porta Vittoria) venivano messe in fuga le truppe austriache al comando del maresciallo Radetzky e avevano termine le Cinque Giornate di Milano. Con la prima guerra d'indipendenza si ponevano così le prime concrete basi per la costruzione dell'Italia unita. Il 22 marzo 2016 negli attentati all'aeroporto di Bruxelles e alla stazione di metro a pochi metri dagli edifici dell'Unione Europea può darsi che siano state poste le prime concrete basi per la dissoluzione dell'Europa unita. La capitale d'Europa colpita nei suoi centri nevralgici, chiude lo spazio aereo del Belgio per oltre una giornata, interrompe tutti i trasporti su rotaia, chiude i confini con paesi minacciosi come... l'Olanda.
 
Leggi

"Terrorismo, perr vincerlo
rafforziamo il dialogo"
Nei mesi scorsi sono stata criticata perché ho detto che l’Islam fa parte dell’Europa. Sarebbe ora che capissimo che non si tratta di una presenza esterna. Questi terroristi sono cittadini europei, nati in Europa, cresciuti in Europa. È l’alleanza, il dialogo, la cooperazione la coesistenza di religioni diverse che risolverà questi problemi. Se ci raffiguriamo la questione in termini di ‘noi’, europei e cristiani, e ‘loro’, arabi, musulmani, terroristi, non vediamo la verità, perché stiamo comunque parlando di europei. E alimentiamo la stessa narrazione di quelli che vogliono dimostrare che vivere insieme, fianco a fianco, è impossibile”. Così l’alto rappresentante UE per la politica estera Federica Mogherini in una intervista a Repubblica sui fatti di Bruxelles.
Fiato sospeso intanto per la sorte di Patricia Rizzo, la funzionaria di origine siciliana di cui si sono perse le tracce. Un’apprensione giustificata dal fatto che, si legge sul Corriere, “la donna viaggiava ogni mattina sulla linea della metropolitana scelta dai terroristi per l’attentato e che la stazione colpita è quella che serve molti uffici distaccati della Commissione europea”.
Quale il futuro dell’Europa? Come reagire davanti a questa nuova ondata di terrore? Interviste e opinioni a confronto su tutti i giornali. Sul Corriere Paolo Mieli mette in guardia contro “i paragoni sbagliati”. E cioè l’evocazione di fascismo e nazismo, che porterebbe a “semplificazioni pericolose”. Scrive lo storico: “Se davvero fossimo al cospetto di eredi di Hitler e Mussolini, basterebbe non ripetere l’errore compiuto nel settembre 1938 a Monaco allorché il primo ministro inglese Chamberlain riuscì a far passare una politica di appeasement con la Germania nazista, sarebbe sufficiente resistere ad attentati comparabili alle bombe su Londra del 1940 e prima o poi schierare ‘sul terreno’ i nostri eserciti”.
Osserva Gianni Riotta su La Stampa: “Il terrorismo islamista non conosce amici o nemici tra di noi, considera avversario chiunque non ne condivida l’ideologia apocalittica di morte e oppressione. Non distingue tra Oriana Fallaci dura contro gli emigranti e il pacifismo cosmico di Tiziano Terzani, se ne infischia se abbiate votato Renzi, Berlusconi o Grillo o come voterete sulle trivelle, è indifferente alla vostra posizione su Israele e Palestina, Ogm, Jobs Act, unioni gay. Siate parte della Casta o la avversiate, per Isis siete comunque nemici da sterminare”.
 
Leggi

  davar
da israele, l'analisi sul belgio e il terrorismo
"L'intelligence non è mai perfetta
ma in Europa mancano sinergie"

Il terrorismo è terrorismo ovunque, questo è vero, qualsiasi sia il motore che lo muova. Come dice la parola stessa, vuole gettare nel terrore le società contro cui si scaglia. Ma non per questo tutte le situazioni sono assimilabili. Quanto accade in Europa è diverso da quello che succede in Israele”. A parlare è l'analista Yoram Schweitzer (nell'immagine), esperto di terrorismo internazionale e già consulente dell'ufficio del Primo ministro israeliano in materia di sicurezza nonché dell'INSS Program on Terrorism and Low Intensity Conflict. Schweitzer sottolinea a Pagine Ebraiche come nessuno si sia realmente stupito dei due attentati compiuti dall'Isis a Bruxelles. “Parlando di statistiche, visto il numero di foreign fighters che partono dal Belgio (il paese europeo con il più alto numero di jihadisti in proporzione alla popolazione) il rischio di attacchi era ed è alto. Forse quello che non ci si aspettava, a livello tattico, era un attentato così sanguinoso e ben organizzato. Il problema è che continueranno a provarci, in Belgio, in Francia, in Gran Bretagna, in Scandinavia, in Svizzera e sì, anche in Italia”.
Leggi

PURIM 5776 - l'iniziativa della eujc
Bruxelles, la festa per dire grazie
Sarà un Purim sottotono a Bruxelles, dove tutte le feste e gli eventi per celebrare la gioiosa ricorrenza di oggi sono state cancellate per precauzione dopo gli attentati degli scorsi giorni. Ma mentre la città è ancora scossa nel suo profondo e piange le sue vittime, la EUJS – European Union of Jewish Students, organizzazione ombrello che rappresenta tutte le unioni studentesche ebraiche in Europa con sede proprio nella Capitale bega, desidera “affrontare la situazione attuale in maniera positiva”. Per questo, ha lanciato la campagna “Toda on Purim” (Toda in ebraico significa grazie), dedicandola “a coloro che consentono la nostra vita ebraica quotidiana, a coloro che nei prossimi giorni avranno poche ore di sonno per permettere ai cittadini di Bruxelles di festeggiare Purim nelle loro case”. L’EUJS ha dunque inviato un Mishloah Manot alle squadre di sicurezza della città e invita tutti a fare lo stesso, mandando un augurio a “forze di sicurezza, volontari, leader politici e comunitari che sono in prima linea nel rendere le nostre Comunità sicure”.
Leggi

PURIM 5776 - l'italia ebraica in festa
La gioia che sconfigge la paura
Davanti alle nuove minacce del terrorismo islamico, l'Italia ebraica non si ferma. E si ritrova unita e compatta nelle celebrazioni della festa di Purim.
La festa gioia di grandi e piccini, ma anche il ricordo di una grande storia di coraggio che permise agli ebrei di Persia di scampare un terribile massacro.
Il nemico di allora si chiamava Haman, il perfido consigliere del re Assuero. Oggi nuovi nemici insidiano le conquiste del mondo libero e democratico.
Ma i loro piani sono destinati a fallire. E a ricordarcelo è proprio Purim, con lo straordinario potere liberatorio dei suoi costumi e delle sue tradizioni.
Ha osservato al riguardo il rav Jonathan Sacks: "La paura e i traumi si sconfiggono con la gioia. Conquistiamo il terrore festeggiando. Ci facciamo regali a vicenda, banchettiamo, ci mascheriamo, beviamo più del solito e quando sentiamo il nome di Haman facciamo rumore e lo prendiamo in giro. Proprio perché la storia di Purim era un affare molto serio, rispondiamo con poca serietà e in questo modo dichiariamo ad al alta voce: ‘Non ci fate paura!'”

Qui Torino - Purim e la Babele delle parlate

C’è qualcosa di meglio di uno spettacolo teatrale per festeggiare Purim? La Comunità ebraica di Torino, assieme al Gruppo di Studi Ebraici, ha proposto nell’occasione una “Pantomima semiseria di Purim nelle parlate giudaico italiane”, presentata da La Compagna dei Fini Dicitori. Lo spettacolo ha inizio: il veneziano si mischia al romano, poi fa capolino il piemontese; è poi il turno del triestino, del livornese e del ferrarese. Nei panni degli attori alcuni membri della Comunità e del Gruppo di Studi Ebraici, tra cui il rabbino capo Ariel Di Porto, romano di origine.

Alice Fubini

(Nell'immagine, un momento della festa di Purim nella Comunità ebraica di Torino)
Leggi

qui ginevra 
"L'Onu rispetti lo Stato d'Israele,
inaccettabile il doppio standard"

Il 21 marzo, un giorno prima dei tragici attentati di Bruxelles, si è tenuta davanti al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra una manifestazione di protesta contro l’ipocrisia del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu nei confronti di Israele. Diverse organizzazioni ebraiche e non, provenienti da Paesi europei e da Israele, si sono radunate per denunciare il doppio standard dell’Onu, sempre critico con Israele, e compiacente verso tutto il resto del mondo. A guidare la protesta Yair Lapid, membro della Knesset. Con lui erano presenti, tra gli altri, David Breakstone, vicepresidente dell’Organizzazione mondiale sionista, Kay Wilson, una donna israeliana gravemente ferita in un attacco di terroristi palestinesi, Gilad Kabilo, dell’Israel-Asia Center, Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali del Simon Wiesenthal Center, Hillel Neuer, direttore esecutivo dell'Osservatorio delle Nazioni Unite, Andras Pataki, della Israeli-Allies Foundation. A introdurre i relatori Saksia Pantel, della Federazione Sionista. Tra le delegazioni, gruppi provenienti, tra gli altri Paesi, da Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria. Presente anche una folta rappresentanza dell’Associazione Svizzera-Israele, sezione Ticino, guidata dal suo presidente Adrian Weiss.

Giuseppe Giannotti
Leggi

A TEL AVIV L'ULTIMO SORRISO
Johan Cruyff (1947-2016)
Sei marzo 2016, spogliatoio del Bloomberg stadium di Tel Aviv. Padre e figlio sorridono entrambi, in quella che è forse l’ultima foto di Johan Cruyff in vita in circolazione. La leggenda dell’Ajax e della nazionale olandese si è spenta oggi, a 68 anni, al termine di una durissima battaglia ingaggiata contro la malattia. Una malattia inesorabile ma affrontata sempre a testa alta e con un coraggio da leone come dimostra appunto l’intenzione di regalarsi – poco meno di venti giorni fa – un viaggio in Israele insieme alla moglie per salutare Jordi, il figlio direttore sportivo del Maccabi.
“Ieri è stata una giornata perfetta. Vittoria per 5 a 0 e visita di papà e mamma” spiegava allora Jordi, ex giocatore di buon livello, oggi impegnato nella difficile sfida di traghettare la più titolata squadra israeliana verso una dimensione europea accettabile.

(Nell’immagine l’incontro a Tel Aviv tra Johann Cruyff, a destra, e il figlio Jordy, al centro, lo scorso 6 marzo)
Leggi

DUE GIOVANI IMPUTATI A PROCESSO
Vercelli, lo striscione dell'odio
"Ovadia testimone per la difesa"

Si è aperto ieri a Torino il processo contro due giovani attivisti di un centro sociale che, nell’estate del 2014, nel pieno dell’operazione ‘Margine protettivo’ a Gaza, avevano affisso un farneticante striscione anti-israeliano all’ingresso della sinagoga di Vercelli. “Stop bombing Gaza – Israele assassini – Free Palestine” avevano scritto i due, che tra le varie accuse devono adesso rispondere di propaganda di idee basata sull’odio razziale.
Leggi

  pilpul
Setirot - Siamo tutti europei
Il dolore, la tragedia e l’orrore spingono inevitabilmente verso semplificazioni emotive. Ma è difficile – in questi giorni – non avere voglia di urlare “siamo tutti europei!”. Avendo però l’accortezza di sentire nel profondo di noi stessi che quel “tutti” significa tutti: cristiani, atei, musulmani, ebrei, donne e uomini di ogni credo, etnia, provenienza. Certo, ognuno nel proprio intimo penserà che questo auspicio che deve diventare imperativo – pena la distruzione di una civiltà, di un mondo – riguardi l’altro, loro e non noi. Ma loro chi? Noi chi? 

Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

In ascolto - Caro Bruno
Oggi voglio ricordare Bruno Chiesa, docente di ebraico biblico all'Università di Torino e grande studioso, a un anno dalla sua prematura scomparsa. Vorrei raccontarlo con la musica, ma la sua vita è stata ricca e interessante, ha incontrato migliaia di persone e vissuto in parti diverse del mondo e non è semplice dedicargli una sola canzone.
Era profondamente colto e le sue analisi filologiche avevano la complessità di un'opera di Arnold Schoenberg ma, come sanno fare solo le persone davvero intelligenti, di fronte allo sguardo interrogativo dell'interlocutore, traduceva i concetti in termini semplici e tutto si apriva come in Mozart: ricco, articolato, ma chiaro e piacevole da ascoltare. Bruno era affettuoso e dava volentieri consigli, spesso con quella vena di malinconia nello sguardo, come in una ballad suonata da Chet Baker.


Maria Teresa Milano
Leggi

Time Out - A testa alta
Se vivesse oggi Morderchai verrebbe ritenuto da molti correligionari un provocatore. Un ebreo che, nel rifiutare di inchinarsi al Ministro persiano Aman, mette in grave rischio tutto il popolo ebraico. Che problema c'è a inchinarsi di fronte a un altro uomo se questo gesto può salvare la propria vita e quella del proprio popolo? La risposta la fornisce la Meghilla, quando i messi di Aman riportano la ragione per cui Morderchai non si inchinava: perché lui era ebreo. "Non si inchinava e non si prostrava davanti a lui" dice il testo. Osservano i rabbini che sebbene il senso indichi un'azione al passato, i verbi inchinare e prostrare non sono al passato, ma al futuro.

Daniel Funaro
Leggi

Storie ordinarie, finalmente
Le parole gridate, in televisione o sui giornali, ci hanno stancato. Anche i più giustamente arrabbiati di noi si rendono conto ormai che non basta alzare la voce per esser ascoltati. Eppure, i media sono ancora pieni di foto drammatiche, di dichiarazioni estreme. E lo sono anche molti libri. Il peggior risultato di questa maniera di raccontare consiste nell’appiattimento. La stessa foto che ci ha emozionato o indignato, pochi mesi dopo è dimenticata o peggio: è smentita dal comportamento che osservano gli stessi che avevano più mostrato la propria indignazione. Il delitto efferato che leggiamo su qualche best seller ci pare copiato dalla cronaca, spesso lo è. E i veri dolori, quelli consumati fuori dal faro delle breaking news, e le disperazioni autentiche? O le gioie minute, ma ancora presenti nelle nostre vite ordinarie, raccontate con pudore e sincerità, non ci sono più o nessuno se ne accorge, tranne noi?

Valerio Fiandra
Leggi

Madri d'Israele - Dalia
Con Purim alle porte la frenesia si fa più totale.
I figli tormentano le mamme, che tormentano i papà, che tormentano a loro volta i figli.
Inizia così un tour de force infinito, una corsa contro il tempo fatto di travestimenti improbabili e ceste piene di dolciumi e una mela, rossa o verde che sia, deposta insieme alle caramelle gommose e ai cioccolatini ripieni per mettere a tacere i sensi di colpa.
Stiliamo dunque una rapida lista delle Mitzvot a cui adempiere in questa festività nella quale tutto è possibile.
Lettura della Meghilla? Fatto. Maschere per i bambini? Fatto. Banchetto con pietanze di ogni genere? Fatto. Mishloach Manot? Fatto, eccome.
Eppure manca sempre un precetto all’appello, il più importante di tutti, forse.


David Zebuloni
Leggi

La Neue Synagoge
Berlino, Oranienburger Strasse. Una targa commemorativa ricorda l'ufficiale prussiano in servizio presso il distretto 16 della città, Wilhelm Krützfeld, il quale durante la Reichkristallnacht del 9 novembre 1938 tentò di salvare dalle fiamme la Sinagoga Nuova, intimando alle SA di andarsene e chiamando sul posto i vigili del fuoco a spegnere l'incendio che esse avevano appiccato.
Il 10 novembre Krützfeld fu chiamato dal Presidente della polizia berlinese nonché membro delle SA, Graf von Helldorf, a rispondere della cosa, ma se pensassimo che ricevette una punizione esemplare, resteremmo stupiti dal constatare che la cosa non ebbe altri risvolti se non un richiamo formale, a dimostrare che un certo spazio di manovra, per non eseguire ciecamente gli ordini antisemiti, c'era.


Sara Valentina Di Palma
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.