24 Marzo 2016 - 14 Adar II 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum, Maria Teresa Milano, Daniel Funaro, Valerio Fiandra e Sara Valentina Di Palma.
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Federica Mogherini
@FedericaMog
23 mar
À #Bruxelles. Hommage aux victimes avec @JunckerEU @CharlesMichel @manuelvalls. Au travail à la Commission
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#PE24BreakingNews |
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"Terrorismo, per combatterlo bisogna rafforzare il dialogo"
“Nei
mesi scorsi sono stata criticata perché ho detto che l’Islam fa parte
dell’Europa. Sarebbe ora che capissimo che non si tratta di una
presenza esterna. Questi terroristi sono cittadini europei, nati in
Europa, cresciuti in Europa. È l’alleanza, il dialogo, la cooperazione
la coesistenza di religioni diverse che risolverà questi problemi. Se
ci raffiguriamo la questione in termini di ‘noi’, europei e cristiani,
e ‘loro’, arabi, musulmani, terroristi, non vediamo la verità, perché
stiamo comunque parlando di europei. E alimentiamo la stessa narrazione
di quelli che vogliono dimostrare che vivere insieme, fianco a fianco,
è impossibile”. Così l’alto rappresentante UE per la politica estera
Federica Mogherini in una intervista a Repubblica sui fatti di
Bruxelles.
Paura per Patricia. Fiato
sospeso intanto per la sorte di Patricia Rizzo, la funzionaria di
origine siciliana di cui si sono perse le tracce. Un’apprensione
giustificata dal fatto che, si legge sul Corriere, “la donna viaggiava
ogni mattina sulla linea della metropolitana scelta dai terroristi per
l’attentato e che la stazione colpita è quella che serve molti uffici
distaccati della Commissione europea”.
Dopo Bruxelles. Opinioni a confronto. Quale
il futuro dell’Europa? Come reagire davanti a questa nuova ondata di
terrore? Interviste e opinioni a confronto su tutti i giornali. Sul
Corriere Paolo Mieli mette in guardia contro “i paragoni sbagliati”. E
cioè l’evocazione di fascismo e nazismo, che porterebbe a
“semplificazioni pericolose”. Scrive Mieli: “Se davvero fossimo al
cospetto di eredi di Hitler e Mussolini, basterebbe non ripetere
l’errore compiuto nel settembre 1938 a Monaco allorché il primo
ministro inglese Chamberlain riuscì a far passare una politica di
appeasement con la Germania nazista, sarebbe sufficiente resistere ad
attentati comparabili alle bombe su Londra del 1940 e prima o poi
schierare ‘sul terreno’ i nostri eserciti”.
Osserva Gianni Riotta su La Stampa: “Il terrorismo islamista non
conosce amici o nemici tra di noi, considera avversario chiunque non ne
condivida l’ideologia apocalittica di morte e oppressione. Non
distingue tra Oriana Fallaci dura contro gli emigranti e il pacifismo
cosmico di Tiziano Terzani, se ne infischia se abbiate votato Renzi,
Berlusconi o Grillo o come voterete sulle trivelle, è indifferente alla
vostra posizione su Israele e Palestina, Ogm, Jobs Act, unioni gay.
Siate parte della Casta o la avversiate, per Isis siete comunque nemici
da sterminare”.
La richiesta dell'imam. “Ho
sempre condannato senza esitazione ogni atto di terrorismo e di
estremismo religioso. Dunque ho il diritto di dirlo: smettetela per
favore di metterci ogni volta su banco degli imputati, di far sentire
una intera comunità colpevole a priori e a discolparsi di colpe non
sue” dice l’imam di Firenze e presidente Ucoii Izzedin Elzir in una
intervista a Repubblica Firenze.
La risposta israeliana al terrore. Come
sfidare l’incubo attentati? La risposta migliore arriva da Israele,
scrive Fabio Nicolucci sul Mattino: “Il modello israeliano ha molto da
insegnare. Esso risultata infatti efficace se non si limita
all’antiterrorismo classico, quello della pur necessaria sorveglianza
fissa e delle squadre di pronto intervento. Ma ad essa si affiancano
due componenti più flessibili e molto più importanti: una
consapevolezza ‘diffusa’ da parte della cittadinanza e un più
sviluppato ruolo dell’Intelligence. In realtà due facce della stessa
medaglia”.
Piccole Isis crescono. L’analista
israeliano Mordechai Kedar, in una intervista a La Stampa, afferma: “II
peccato originale del Belgio e dell’Europa è stato consentire ai
musulmani di giungere in massa e creare enclavi nelle città, avulse
dalla società, delle pericolose variabili esogene che si sono
trasformate in piccole Isis nel cuore dell’Occidente”. Israele può
aiutare l’Europa, dice Kedar: “Serve sorveglianza concertata, non solo
nelle moschee. I jihadisti non sembrano nemmeno tali al giorno d’oggi,
e forse in moschea entrano solo dalla porta secondaria” dice ancora
Kedar.
Esulta per gli attentati, sospeso da scuola. Sospeso
uno studente marocchino di una scuola media di Cremona. Ai compagni di
classe ha detto di essere contento per gli attentati di Bruxelles. E
quando è uscito in corridoio ha arrotolato un quaderno e lo ha
imbracciato simulando di sparare dei colpi con un mitra (Corriere).
Kippah sì, kippah no. Portare
o no la kippah in pubblico? Questa la domanda che il mensile Toscana
ebraica ha posto ad alcuni giovani ebrei fiorentini e livornesi. La
direttrice Hulda Liberanome ne parla con Repubblica Firenze.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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