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29 marzo 2016 - 19 Adar II 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
"…Poiché l’ebreo Mordekhai era secondo solo al re Achashveròsh, grande per gli ebrei e gradito alla maggioranza dei suoi fratelli…” (Ester, 10; 2), “..ma non a tutti i suoi fratelli”, spiega il Talmùd, “..per dirci che una parte del Sinedrio prese le distanze da lui. Dice Rav Yoseph: è più grande lo studio della Torah del salvataggio di vite umane…” ( T.B. Meghillah 16 b). Perché una volta compiuto da Mordekhai il salvataggio del suo popolo egli avrebbe dovuto dedicarsi allo studio della Torah anziché proseguire l’attività politica, sia pure allo scopo di scongiurare eventuali pericoli futuri.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Questa sera, a Venezia, Mahler avrà il compito di farci riflettere sul Ghetto, fondato a Venezia cinquecento anni fa. Come possa accadere questo miracolo della riflessione non è chiaro a nessuno. Ma Mahler è una delle mie molte fisse sinfoniche e non me lo perdo per tutto l’oro del mondo. Non mi fa demordere neppure il fatto che il compositore, in un clima di antisemitismo, si sia convertito per far carriera. Non è questo che mi scandalizza. La musica sopravvive alle meschinità degli uomini, se di musica si tratta.
Ma il problema è un altro. Anche grazie a Moked e a Pagine Ebraiche si è finalmente cominciato a dibattere sul senso di celebrare/festeggiare/ commemorare/ricordare il Ghetto. Un malinteso deve pur esserci stato se attorno all’argomento si stanno accalorando il dibattito e la polemica. Qualcuno ha avviato un’operazione che, scendendo per una china più ripida del previsto, è diventata man mano reclamistica, spettacolare. Ora (siamo onesti!) è inutile dire che l’immagine festeggiante e celebrante che la stampa internazionale dà di questo evento è tutta colpa dei giornalisti che non hanno capito perché ignoranti. Forse a quei giornalisti è pervenuto un messaggio errato, quanto meno sbavato, e i responsabili di quel messaggio forse siamo noi - scrittori, giornalisti, pubblicisti, figure delle istituzioni e collaboratori vari. È ovvio a tutti che Mahler, tanto per dirne una, con il Ghetto non ha proprio nulla a che fare. E il concerto che lo mette al centro dell’occasione non può che apparire un modo superficiale di riunirsi per un’occasione sociale, come per puro intrattenimento o per porgere distinti saluti a tanti amici e autorità. Nessun significato scaturisce dalla musica di Mahler che possa essere collegato in modo diretto, facilmente fruibile dal grande pubblico (non a pochissimi eletti, colti e studiati) e trasmettere il senso della segregazione degli ebrei nel ghetto.
 
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Egitto, dirottato un aereo
Un Airbus dell’Egypt Air con 80 passeggeri a bordo è stato dirottato da Alessandria d’Egitto verso Larnaka (Cipro)”: lo riferiscono fonti aeroportuali al Cairo. Si sospetta una bomba a bordo. L’Airbus dell’Egypt Air è atterrato a Larnaka e “si crede” che uno dei passeggeri a bordo sia “armato”, riferiscono le agenzie di stampa. Secondo le prime informazioni fra i 30 e i 40 passeggeri sono stati liberati. Fra loro tutti quelli di nazionalità egiziana.

500 anni del Ghetto, Venezia blindata. Si aprono ufficialmente questa sera, al Teatro La Fenice, le iniziative per il Cinquecentenario del Ghetto ebraico di Venezia. In scena la Sinfonia n.1 in re maggiore Titano di Gustav Mahler, eseguita dall’orchestra diretta da Omer Meir Wellber. A supporto delle forze di sicurezza italiane, racconta il Corriere del Veneto, sono arrivati da Israele agenti del Mossad, che presenzieranno in borghese a tutte le attività di oggi, in collaborazione con la Digos. Il quotidiano ricorda come l’appuntamento alla Fenice sia “frutto della collaborazione tra Fondazione La Fenice, comitato I 500 anni del Ghetto di Venezia, Comunità ebraica veneziana, Unione comunità ebraiche italiane, World Jewish congress”. All’appuntamento, riporta il Corriere, parteciperanno “Ron Lauder, presidente del Congresso mondiale ebraico, Moshè Kantor, presidente del congresso europeo, e Renzo Gattegna, presidente delle comunità ebraiche italiane”e, tra le autorità, il presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro Maria Elena Boschi. In una breve sul Corriere della Sera si parla di “festa” per i 500 anni del Ghetto, seppur il comitato organizzatore abbia più volte sottolineato che non si possa parlare di celebrazioni o festeggiamenti ma la ricorrenza debba essere vista come uno spunto di riflessione sul significato del ghetto, della segregazione.

Turchia, scuole ebraiche nel mirino dell’Isis. L’Isis sta preparando un attacco imminente contro scuole e asili nidi ebraici in Turchia. È quanto rivela la rete britannica Sky News. L’obiettivo più probabile è la sinagoga di Istanbul a Beyoglu, che ospita anche una centro giovanile ed una scuola. La notizia dell’attacco imminente proviene da sei distinti membri di Isis arrestati nella città turca di Gaziantep. Israele ha chiesto ai suoi cittadini presenti in Turchia di lasciare “al più presto” il Paese (Corriere della Sera).
 
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  davar
I 500 ANNI DEL GHETTO
Gli occhi del mondo su Venezia
L'attenzione del mondo puntata su Venezia e sul suo quartiere ebraico nelle ore che segnano l'avvio delle iniziative per i 500 anni dall'istituzione del Ghetto.
Un grande momento di incontro per riflettere sui temi delle minoranze, dell'esclusione, dei diritti e delle libertà negate. Le terribili vessazioni che furono inflitte agli ebrei veneziani, ma anche lo straordinario contributo culturale che seppero offrire all'umanità intera in quella condizione degradante al centro di un fitto calendario di impegni che si aprono questa sera all'Ateneo Veneto e al Teatro La Fenice, sede di due prestigiosi appuntamenti.
Nell'immagine il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il vicepresidente UCEI Roberto Jarach e il presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati mentre accolgono il presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini in visita nel Ghetto. 

i 500 anni del ghetto - speciale pagine ebraiche
Venezia, il racconto della Storia
che vale una presa di coscienza

La condizione delicata degli ebrei veneziani è la metafora di un bivio che obbligava a compiere scelte forti e a prendere decisioni ferme ed al tempo stesso aperte al mondo circostante”. È la riflessione di rav Roberto della Rocca ad aprire l’ampio dossier di Pagine Ebraiche dedicato al Cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto di Venezia. Un anniversario che non andrà celebrato come una festa ma servirà “per approfondire una storia secolare che parla la lingua amara della negazione, della sopraffazione e del disprezzo”, come ricorda nel suo editoriale per il giornale dell’ebraismo italiano il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Ed è questo il percorso – ricordare il significato della segregazione – che seguono le diverse riflessioni e gli approfondimenti presenti nello speciale curato da Ada Treves per il numero di marzo di Pagine Ebraiche dal significativo titolo “Questa Storia vale una presa di coscienza”. Un dossier che sarà distribuito nelle prossime ore ai rappresentanti delle istituzioni e ai cittadini che parteciperanno alla prima iniziativa ufficiale per il Cinquecentenario del Ghetto: la messa in scena al Teatro La Fenice della Sinfonia n.1 in re maggiore Titano di Gustav Mahler, eseguita dall’orchestra diretta da Omer Meir Wellber. Evento inaugurale che vede tra i suoi protagonisti una delle voci più autorevoli e conosciute della storiografia moderna, Simon Schama, a cui è stato affidato il compito di raccontare al pubblico il Ghetto, la sua storia e le sue complessità. Un tema che l’illustre storico ha voluto anticipare al direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, nell’ampia intervista concessa al giornale. Venezia, spiega Schama, è “il punto di svolta, il nostro inizio per comprendere il presente” della realtà ebraica. E per questo proprio dall’istituzione nella città lagunare del primo ghetto d’Europa, racconta a Vitale lo storico (nell'immagine, un momento dell'incontro), muoverà i passi il secondo e atteso capitolo della sua La storia degli ebrei – In cerca delle parole (Mondadori editore per l’edizione italiana) che attraverserà cinque secoli di vita ebraica per arrivare fino al mondo contemporaneo.



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i 500 anni del ghetto  
In Laguna per parlare di cultura
e tutela del patrimonio ebraico

Due dense giornate di impegno a Venezia per i delegati dell'Association européenne pour la Préservation du Patrimoine Juif, chiamati a raccogliere idee e proposte per un anno di importanti iniziative culturali.
La delegazione, ospite dal Consiglio d'Europa, sarà inoltre protagonista di alcuni eventi legati al Cinquecentenario del Ghetto. A partire dallo svelamento di alcune targhe all'interno del museo ebraico cittadino che avranno luogo nella giornata di domani.
Partecipano ai lavori dell'associazione, tra gli altri, il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni, la vicepresidente della Fbcei Annie Sacerdoti e il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach.
 

I 500 ANNI DEL GHETTo
Le pagine di Venice Synagogue,
identità da sfogliare e custodire

Pagine di identità, pagine da collezione. Pagine per continuare a scrivere una grande storia di impegno, cultura, tradizione. Una grande folla ha assistito questa mattina alla presentazione di “Venice Synagogue”, elegante e prestigioso volume pubblicato da Assouline i cui ricavati contribuiranno, sotto l'egida della fondazione Venetian Heritage, alla realizzazione di alcuni progetti legati alla Venezia ebraica. A presentare l'opera Toto Bergamo Rossi.
L'impegno di comunicazione e divulgazione vede protagonista anche la stampa locale. Tra le altre, significativa la proposta del Gazzettino, che ai propri lettori offre un approfondito studio dello storico Giovanni Distefano intitolato “Venezia e il Ghetto”. A presentarlo il giornalista e assessore comunitario Paolo Navarro Dina. 

qui roma - l'incontro al pitigliani
Web, navigare in sicurezza
Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso. Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Pitigliani e Polizia Postale organizzano domani (30 marzo) a Roma un’occasione di confronto per rappresentare al meglio le problematiche, i fenomeni e i comportamenti raccomandati e più opportuni per arginare i rischi e limitare l’accesso alle informazioni più delicate sul web. A confrontarsi sul tema nelle sale del Centro Pitigliani, alcuni esperti di sicurezza 2.0 e di comunicazione. L'incontro, secondo appuntamento organizzato dall'Unione dopo quello realizzato a Milano con la Comunità ebraica locale, sarà aperto dai saluti dell’assessore alle Finanze UCEI Noemi Di Segni, del presidente del Pitigliani Daniele Fiorentino e del dirigente della Polizia Postale Nunzia Ciardi. Gli interventi in materia di comunicazione e di sicurezza informatica saranno invece affidati al direttore della redazione giornalistica dell’Unione Guido Vitale, al sostituto commissario della Polizia Postale Roberto Giuli e all'esperto di sicurezza digitale Simone Tedeschi.

il progetto del Mibact nella capitale 
Le catacombe ebraiche di Roma,
simbolo di un'antica convivenza

Sono le catacombe ebraiche conosciute più antiche e da ora anche visitabili quelle di Vigna Randanini, un tesoro dell’archeologia ebraica che grazie alla presenza di molte decorazioni ancora intatte mostrano una compresenza di elementi che “testimonia una stretta convivenza tra ebrei e pagani nella Roma antica”. Lo spiega l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma Giorgia Calò, sottolineando come questo intreccio fra le vicende della Capitale e gli ebrei che vi risiedono è stato una costante della storia che rende eccezionale la presenza della minoranza ebraica. Le catacombe, databili tra il II e il IV secolo e.v., si estendono in una proprietà privata a quasi dieci metri di profondità tra l’Appia Antica e l’Appia Pignatelli, ma apriranno al pubblico nelle prime domeniche del mese a partire dal Primo maggio, grazie a una collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo e la Soprintendenza archeologica di Roma con il sostegno della Comunità ebraica.
A presentare il progetto Daniela Porro, responsabile della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma, insieme a Calò, al ministro del Mibact Dario Franceschini, a monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, all’imam Yahia Sergio Pallavicini, al prefetto Angelo Carbone, a capo della Direzione Centrale per l’amministrazione del Fondo Edifici per il Culto – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, e a Ugo Taucer, capo di Gabinetto del Commissario Straordinario di Roma Capitale.
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pilpul
Barriere fuori tempo
Le esperienze personali influenzano i nostri giudizi sugli avvenimenti generali. Martedì 15 gennaio sono atterrato a Bruxelles, poche ore prima del blitz fallito per catturare Salah Abdeslam. Giovedì 17 sono finito con un gruppo a visitare Molenbeek, ho girato per il mercato e incontrato degli attivisti che nel quartiere lavorano per l’inclusione sociale. Il giorno dopo in quelle stesse strade hanno effettivamente trovato e catturato il terrorista più ricercato d’Europa, in barba alla retorica sui luoghi comuni che mi ero appena sorbito. Sono ripartito domenica 20 marzo usando ovviamente l’aeroporto al centro dell’attacco di martedì 22 (ma c’è chi se la è vista molto più brutta). In tutto ciò, ero andato per un seminario dell’American German Marshall Fund (quello del famoso Piano Marshall del Dopoguerra) sulle relazioni euro-atlantiche. 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il passato di Lufthansa
Anche la Lufthansa, la compagnia aerea tedesca, fu complice del nazismo. Nel 1932 la Deutsche Luft Hansa, dalle cui ceneri nel 1955 nacque la Lufthansa, mise a disposizione di Adolf Hitler un velivolo per la sua campagna elettorale. Erhard Milch, dirigente della compagnia, divenne segretario di Stato del potente ministro dell’aviazione Hermann Göring. E durante la Seconda guerra mondiale la Deutsche Luft Hansa sfruttò 10 mila lavoratori forzati, bambini compresi, costringendoli a lavorare in condizioni disumane in stabilimenti dove si costruivano o si riparavano ali, motori e componenti meccaniche.
È quanto rivela uno studio dello storico tedesco Lutz Budrass, commissionato nel 1999 dalla stessa compagnia aerea, e a lungo tenuto nel cassetto, i cui risultati sono stati anticipati dalla Lufthansa, con un fascicolo allegato a un libro fotografico sulla storia della società, uscito poco prima dell’arrivo in libreria, lo scorso 14 marzo, del saggio, pubblicato da una casa editrice di Monaco.


Mario Avagliano
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