Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Una
famiglia di olim chadashim italiani ha lasciato Gerusalemme ed è
tornata in Italia. Perché? Molti i motivi: difficoltà nell’iniziare una
nuova vita in Israele, valutazioni economiche, complessità nel
decodificare la società israeliana nella vita di tutti i giorni e
bisogno di ritmi di vita diversi. Una famiglia di olim chadashim
italiani ha lasciato Gerusalemme e subito si sono alzati “venticelli ed
aurette assai gentili” di pensieri, critiche, borbottii ed altri
sussurri. Perché? Perché tra gli italkim che li hanno conosciuti c’è
chi si è chiesto quanto ancora sia dura la klità (l’inserimento) nella
società di Israele, c’è chi ha pensato quanto Israele non possa essere
la panacea di ogni problema economico, identitario o sociale che sia,
c’è poi chi non si è chiesto nulla e ha considerato questa, come altre
“yeridot”, un tradimento, un abbandono, forse anche una abiura.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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A
proposito dell’orgogliosa partecipazione dei vessilli della Brigata
ebraica alla manifestazione del 25 Aprile e dell’inopportunità politica
e storica dell’intervento polemico del Forum Palestina ha certamente
ragione Anna Foa. Trovo però che sia necessario ragionare
sull’opportunità di allargare gli orizzonti della riflessione sul
significato della guerra di resistenza antifascista e antinazista
intrapresa in Italia e in Europa.
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Modì, guerra in tribunale
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La
sorte toccata a un capolavoro di Amedeo Modigliani, Uomo seduto con
bastone (1918), al centro delle ultime rivelazioni dei Panama Papers.
Tra i casi sui quali l’inchiesta fa emergere nuovi elementi c’è infatti
la contesa legale che oppone nei tribunali statunitensi Philippe
Maestracci, nipote del mercante d’arte ebreo Oscar Stettinger, e la
famiglia Nahmad, molto influente nel settore da decenni. Come spiega
Repubblica, Maestracci sostiene che il quadro fu requisito dai nazisti
“tra i beni che Stettinger fu costretto a lasciare dietro di sé”
abbandonando la Francia per sfuggire alle persecuzioni, e poi venduto.
Secondo Maestracci si troverebbe quindi in possesso dei Nahmad, “che
hanno sempre negato in tribunale di aver acquisito l’opera”.
Prima tornata di discussioni ieri a Roma, nella sede della scuola
superiore di polizia, per inquirenti e investigatori di Italia ed
Egitto titolari delle inchieste sull’omicidio di Giulio Regeni. Scrive
il Corriere: “Come un vertice internazionale tra capi di Stato e di
governo, l’incontro è stato diviso in diverse sessioni. E solo alla
fine, se tutto andrà come previsto e annunciato, ci sarà un comunicato
sui risultati raggiunti. Magari congiunto”. Le discussioni dovrebbero
concludersi oggi, anche se gli egiziani “hanno fatto scrivere ai
giornali locali che si potrebbe andare anche oltre, persino una
settimana”.
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iERI ALLA SAPIENZA UNA INQUIETANTE RIUNIONE Roma, il 25 aprile dei propal:
"In piazza contro i sionisti"
Non
certo il pubblico delle grandi occasioni (immagine in basso), ma
comunque il consueto campionario di follie e deliri. “Il sionismo? Il
peggior crimine contro l’umanità”. “Israele oggi è come il nazifascismo
ieri”. “Diciamo no al mostro imperialista”. Questo il clima che si
respirava ieri nelle aule di Fisica dell’Università La Sapienza di
Roma, dove il Forum Palestina ha convocato un’assemblea per discutere,
assieme ad altri sigle e movimenti, gran parte dei quali appartenenti
alla galassia propal, il comportamento da tenere in occasione delle
prossime celebrazioni del 25 aprile.
L’idea,
già annunciata in un farneticante testo circolato sul web, è quella di
assicurare una presenza “militante antifascista, internazionalista,
antisionista e antimperialista”. Un impegno da condurre “sulla scia dei
risultati conseguiti lo scorso anno”. Come è noto, tra i risultati ci
fu quello di tenere lontano le insegne della Brigata Ebraica e di tanti
altri che, schifati dalla distorsione valoriale proposta da questi
movimenti e da chi all’interno dell’Anpi Roma poco ha fatto per
scongiurare tensioni e parole di odio, non hanno partecipato al
tradizionale corteo che dal Colosseo arriva ogni anno a Porta San
Paolo.
Lo
scenario per quest’anno appare non molto diverso, ma resta ancora da
capire quali passi muoverà l’Anpi romana in occasione di una riunione
organizzativa che si svolgerà nel fine settimana. Ieri il commissario
straordinario Claudio Maderloni ha preso molti appunti e, intervenendo
in apertura di riunione, ha assicurato la massima disponibilità
all’ascolto e all’inclusione. Ma al tempo stesso ha voluto chiarire
alcuni punti. “Il 25 aprile – ci ha detto Maderloni – deve essere la
festa di tutti, quindi preventivamente non si può dire di no a nessuno.
Certamente però su certi punti non può esserci convergenza, in
particolare quando si portano avanti impossibili equiparazioni tra
sionismo e nazifascismo.
Ogni decisione organizzativa e operativa sul corteo sarà comunque
vagliata nelle prossime ore, tanto di più non posso dire”. Sarà
interessante capire se verranno recepite le indicazioni del presidente
nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia, così intervenuto negli scorsi
giorni: “Da anni c’è chi prova a inquinare lo spirito più autentico del
25 aprile con iniziative che intendo rigettare chiaramente. Siamo al
lavoro per instaurare anticorpi solidi, che tengano il più possibile al
riparo da brutte sorprese”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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QUI LIVORNO - A UN ANNO DALLA SCOMPARSA Rav Toaff, il ricordo dei Maestri
È
stata la “presenza fisica” del rav Elio Toaff, che si poteva quasi
percepire in ognuno degli interventi, il denominatore comune del Limmud
organizzato a Livorno in sua memoria a poco meno di un anno dalla
scomparsa. “Qualunque argomento si sia affrontato – le parole del
presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri – il filo conduttore
è stato sempre il riferimento a un grande rabbino e Maestro che ha
amato l’insegnamento, un uomo retto e di grande spessore, aperto al
dialogo e al confronto ma difficilmente condizionabile, e sempre pronto
a lottare”. Il rav Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea
Rabbinica Italiana e rabbino capo a Genova, ha sottolineato in
particolare come Toaff, allo stesso modo in cui si discute se i salmi
di Pesach che si leggeranno a breve si rivolgano agli ebrei o a
un’umanità più ampia, fosse riuscito a “rivolgersi con i suoi
insegnamenti contemporaneamente al popolo ebraico e anche in generale a
tutti, trasmettendo la tradizione in un momento difficile e allo stesso
tempo proponendo messaggi dal valore universale”. Leggi
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GRANDE SUCCESSO PER L'INIZIATIVA DELL'UNIONE Pesach, a tavola con K.it Un
successo significativo. Pacchi esauriti in poche ore, tanti messaggi e
telefonate di congratulazioni. E un generoso benefattore che, a Milano,
ha acquistato tutti i cartoni a disposizione per destinarli ai più
bisognosi. L’iniziativa dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
per la festività di Pesach ha lasciato il segno: 500 cartoni low cost
con all’interno numerosi prodotti, dal vino al pane azzimo, dagli
affettati ai biscotti, in vendita al prezzo calmierato di 20 euro.
Grandi, medie e piccole comunità. Un servizio reso a tutte e 21 le
realtà territoriali su impulso di K.it, il marchio di certificazione
nazionale promosso dall’Unione. ”L’apprezzamento che ha suscitato e
continua a suscitare questa iniziativa è davvero notevole. Sia nei
leader comunitari che nei rabbini che nei singoli iscritti. Una
ulteriore dimostrazione che la strada che stiamo percorrendo è quella
giusta” afferma Jacqueline Fellus, assessore UCEI e referente del
progetto K.it sin dagli inizi. Leggi
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Garantismo e autorevolezza
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A
cosa si possono paragonare i rabbini? A dirigenti, giudici, insegnanti,
professori universitari, organizzatori di eventi culturali?
Probabilmente un po’ a tutte queste cose e a nessuna di queste. È un
tema di cui abbiamo già parlato tante volte, l’ultima a Torino domenica
scorsa. In quel contesto, dato che si discuteva in particolare su come
sarà regolato secondo la bozza di modifica dello Statuto Ucei il
rapporto tra Comunità e Rabbini, i paragoni proposti non si riferivano
tanto alla professione rabbinica in sé quanto ad alcuni aspetti
specifici del rapporto di lavoro (come viene assunto un rabbino, di
quale livello di autonomia gode nell’esercizio delle sue funzioni, come
e quando può essere revocato, ecc.). Come è stato messo in evidenza,
tali questioni possono influenzare in modo molto forte il destino
dell’ebraismo italiano, anche perché condizionano la scelta dei singoli
rabbini di lavorare o meno per una Comunità. Come è logico, nei
paragoni proposti durante la serata ciascuno aveva in mente in
particolare la propria professione, e anche io non ho potuto fare a
meno di pensare alla mia.
Anna Segre, insegnante
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Alle nostre porte |
Da
cinque giorni sono nel famigerato campo profughi di Idomeni, in Grecia,
al confine con la Macedonia – o FYROM come è chiamata ufficialmente per
una disputa territoriale – per adesso sorvolerò nel fare un resoconto
dettagliato sulle persone che vivono nel campo o sulle pessime
condizioni igenico-sanitarie in cui questo versa. Soltanto un appunto:
qui sono bloccati oltre mille Ezidi, gli stessi Ezidi del Sinjar che
nel 2014 furono assediati dalle milizie del Daesh e riempirono i titoli
dei giornali di tutto il mondo. Adesso essi sono alle nostre porte, ma
contemporaneamente sono stati dimenticati da noi e dall’interesse
mediatico, e quindi si trovano nuovamente in pericolo.
Francesco Moises Bassano, studente
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Costruire insieme
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“O
Tu che apri senza chiave. O Tu che dai senza pretendere che ti si resti
obbligati, sostentaci, e sostenta (gli altri) per mezzo nostro”. Questa
sera, 1 Nissan, gli ebrei libici recitano questa formula mescolando la
“bsisa”, un impasto di farine in ricordo del “basamento” del
Tabernacolo eretto proprio in questa data. Simbolo delle migliori
fondamenta, la bsisa si prepara quando si pone la prima pietra di un
edificio, quando si celebra un matrimonio o in occasione di un primo
parto: quando si vuole costruire qualcosa insieme, mi sembra, in cui vi
sia la possibilità e la capacità di donare nel senso più puro e
originario.
Ilana Bahbout
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