Qui Livorno – Rav Toaff, il ricordo dei Maestri

IMG_20160407_115654 È stata la “presenza fisica” del rav Elio Toaff, che si poteva quasi percepire in ognuno degli interventi, il denominatore comune del Limmud organizzato a Livorno in sua memoria a poco meno di un anno dalla scomparsa.
“Qualunque argomento si sia affrontato – le parole del presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri – il filo conduttore è stato sempre il riferimento a un grande rabbino e Maestro che ha amato l’insegnamento, un uomo retto e di grande spessore, aperto al dialogo e al confronto ma difficilmente condizionabile, e sempre pronto a lottare”. Il rav Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana e rabbino capo a Genova, ha sottolineato in particolare come Toaff, allo stesso modo in cui si discute se i salmi di Pesach che si leggeranno a breve si rivolgano agli ebrei o a un’umanità più ampia, fosse riuscito a “rivolgersi con i suoi insegnamenti contemporaneamente al popolo ebraico e anche in generale a tutti, trasmettendo la tradizione in un momento difficile e allo stesso tempo proponendo messaggi dal valore universale”. Oltre a lui hanno reso omaggio alla memoria del rav Toaff in sinagoga anche il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta, il rabbino capo di Firenze Joseph Levi e il preside delle scuole ebraiche di Roma Benedetto Carucci Viterbi. I loro interventi hanno seguito quelli della mattinata, nel corso della quale hanno invece parlato il rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Livorno Yair Didi, il rabbino capo di Napoli Umberto Piperno, il professor Gabriel Levi e l’ex presidente della Comunità livornese Samuel Zarrugh.
A evidenziare l’importanza del ruolo di mediatore del rav Toaff è stato anche il rav Bahbout, il quale ha osservato come egli sia riuscito a trovare un equilibrio fra tradizione e cambiamento. Un compito molto importante – il suo monito – poiché la tradizione non deve rimanere invariata ma mantenersi pur nel cambiamento. E sulla trasmissione di tale tradizione si è soffermato anche rav Carucci, spiegando quanto nell’ebraismo sia considerato importante vivere a fianco di un Maestro e apprendere per questa via diretta. Un pilastro alla base dell’unità del popolo ebraico, sulla quale ha riflettuto il rav Sermoneta. La simboleggia la festa di Yom Haatzmaut – ha detto – poiché uno Stato deve avere in primo luogo un popolo, ma anche delle leggi, che già erano esistenti, e infine un territorio, che invece mancava e del quale la festa celebra l’acquisizione. Il rav Levi ha quindi sottolineato come secondo la Mishnah e il commento di Maimonide le mitzvot compiute dall’uomo nei confronti del suo prossimo, grazie alle quali si mantiene la pace e si fa del bene alla società, siano considerate tra i meriti anche per il mondo a venire. “Sono dunque convinto – le sue parole – che l’attenzione di rav Toaff per i rapporti umani sia da considerare tra i suoi più grandi meriti”.
Al termine della giornata Mosseri si è quindi detto soddisfatto di un evento che spera non esaurisca il suo significato in una sola occasione. “Vorrei che questo diventasse un evento annuale – la sua conclusione – poiché Livorno ha una tradizione di grandi Maestri, che costituisce la sua ricchezza, e sebbene sia consapevole del fatto che non si possa tornare ai fasti del passato, sono convinto che sia invece possibile tornare a vedere Livorno come centro culturale e a immaginare questa Comunità viva e vitale anche fra decenni”.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(8 aprile 2016)