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2 Giugno 2016 - 25 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Torà ci garantisce che se seguiremo gli statuti divini ed osserveremo le mitzvòth “la terra darà il suo prodotto e l’albero del campo darà il suo frutto”.
Nel libro Sheerìth Ya’aqòv si osserva che dei prodotti della terra fanno parte anche gli alberi, tanto che se su un frutto d’albero si dice la berakhà per i prodotti della terra non si deve ridire la berakhà. Se è così, perché viene sottolineato che “l’albero del campo darà il suo frutto”?
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Anche a Jewish in the City – la bella e intensa tre-giorni che si è svolta questa settimana a Milano all’insegna dei 150 anni dalla fondazione della comunità – è risuonata più di una volta una locuzione sulla quale ho richiamato diverse volte l’attenzione dei lettori. Si tratta delle due parole: “Voi ebrei”. A me personalmente dà molto fastidio, ma a quanto pare risuona diversamente nelle anime e nelle menti di altre persone che un po’ ci credono. Dal più semplice: “Ma voi ebrei quanti siete?” al più esigente: “Da voi ebrei ci aspetteremmo un comportamento etico superiore alla media”; dall’iperbolico: “Certo voi ebrei avete una marcia in più”, all’accusatorio: “Sempre voi ebrei”. La mia critica infastidita consiste nel fatto che “voi ebrei” rende tutti uguali su una particolarità che evidentemente si presume sia facilmente misurabile per essere attribuita con tanta certezza a un intero collettivo. E quindi è percepita come una peculiarità quasi fisica che omologa e omogeneizza persone che in realtà sono molto diverse fra di loro. “Voi ebrei” presume e impone una specie di monopensiero, di monocarattere, di monopsiche, di monovalore, applicabile a tutti gli appartenenti al collettivo. E quindi a priori elimina ogni possibilità di una dialettica, di un dissenso, di un pluralismo di posizioni, di idee e di scelte diverse all’interno della compagine ebraica. E facendo questo, stravolge l’essenza vera dell’ebraismo che è ricco di opzioni e di offerte, e dal suo proprio interno elabora migliaia di diverse interpretazioni di un medesimo versetto. Ma “voi ebrei” implica anche l’impossibilità assoluta di ogni possibilità di far parte a pieno titolo, di essere veramente equiparati a quel “noi” che decide le regole del gioco, governa, detiene la vera forza e determina il destino degli altri. “Voi” compresi.
 
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Migranti, è scontro
Governo-Cei
L’emergenza profughi, il diritto alla dignità delle persone salvate, la tutela della sicurezza. Temi che continuano a essere centrali nel dibattito politico e mediatico. È scontro ad esempio tra il governo e la Conferenza Episcopale Italiana, in particolare nelle figure del ministro Angelino Alfano e del segretario Cei Nunzio Galantino. Osserva Massimo Franco (Corriere): “Matteo Renzi si è sforzato di attenuare l’impatto che i naufraghi nel Mediterraneo hanno sull’opinione pubblica, di liquidare l’allarme come strumentalizzazione elettorale. Lo scontro tra il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino e il ministro dell’Interno Angelino Alfano ripropone invece la questione”. Sul tema dell’accoglienza un interessante riflessione di Alberto Melloni (Repubblica) su come questo viene declinato nelle varie fedi e tradizioni religiose. Mentre Il Fatto Quotidiano, tenendo viva la sfida dell’incontro tra culture diverse, parla di Djerba (Tunisia) e del suo essere “Gerusalemme d’Africa”. Uno degli ultimi luoghi nel mondo arabo dove esiste oggi una comunità ebraica.
 
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  davar
2 giugno - GATTEGNA E GIANNINI A TEL AVIV
"Italia-Israele, il futuro è insieme"
“Il BDS (movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele) è sbagliato nel principio, e sbagliato nella pratica”. Così il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini durante la conferenza per celebrare i 15 anni dell’accordo di cooperazione scientifica tra Italia e Israele che si è svolta al Centro Peres per la Pace in occasione della Festa della Repubblica. Giannini, accompagnata in Israele dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, ha sottolineato l’importanza dei legami fra i due paesi nel mondo dell’università e della ricerca, testimoniata anche dalla visita di una delegazione della Conferenza dei Rettori italiani, che hanno partecipato a una serie di conferenze organizzate in vari istituti del paese, dall’Università di Tel Aviv all’IDC di Herzlyia al Technion. Si tratta della delegazione universitaria più numerosa mai arrivata dall’Italia, segno dell’impegno di promozione dei rapporti tra le due realtà accademiche (10 i convegni organizzati in diverse istituzioni israeliane e dedicati alla ricerca in questa prima settimana di giugno). “Mai come oggi è fondamentale rafforzare i rapporti culturali, accademici e scientifici tra Italia e Israele. Due paesi amici, in marcia insieme verso il futuro. La migliore risposta a chi ancora oggi promuove iniziative di odio e di boicottaggio,” ha commentato il presidente UCEI Gattegna. A sottolineare l’importanza dell’educazione nel mondo di oggi, il presidente emerito dello Stato ebraico Shimon Peres, che ha incontrato la delegazione italiana a margine della conferenza (presenti tra gli altri l’ambasciatore italiano Francesco Maria Talò, l’attaché culturale Elena Loewenthal, il presidente della Camera di commercio Israele-Italia Ronni Benatoff, la scrittrice Manuela Dviri del Centro Peres, il rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli).
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pagine ebraiche a trento economia
L'Europa e i luoghi della crescita
Nuova edizione al via per Trento Economia, il grande festival internazionale cui partecipa anche la redazione di Pagine Ebraiche con il dossier Mercati e Valori in distribuzione negli spazi della fiera. Forte interesse in queste ore per la rassegna che raccoglie alcune delle voci più autorevoli del panorama italiano e mondiale per riflettere, da diversi punti, sui principali temi economici e sociali.

Il giornale dell'UCEI, con all'interno lo speciale approfondimento sui "luoghi della crescita", è presente per il quarto anno consecutivo all'evento. Tra gli ospiti diversi rappresentanti del governo: Maria Elena Boschi, ministro per le riforme costituzionali e i rapporti col parlamento, Paolo Gentiloni, ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia e delle finanze.
una lucida testimonianza  
2 giugno, le memorie di Alberta
Contadine o insegnanti, casalinghe o impiegate, artiste o politiche. Sono le “ragazze del ’46”, le protagoniste dell’omonimo programma loro dedicato questa settimana su Rai3. Dieci testimonianze per ricordare con emozione il 2 giugno di 70 anni fa nel quale, insieme a milioni di altre italiane, contribuirono a cambiare il destino di una nazione imprimendole una decisiva svolta democratica. La parola questa sera (20.10) andrà ad Alberta Levi Temin, 97 anni magnificamente portati, costretta fino a pochi mesi prima a nascondersi per via delle persecuzioni antiebraiche. L’emozionante testimonianza di una donna da sempre attiva per la pace, la libertà e la democrazia.
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LA NOTA DELL'ARI
"L'educazione un tema chiave"
Il presidente dell'Assemblea Rabbinica Italiana rav Giuseppe Momigliano ci ha inviato la seguente nota:
"Nell’ultima riunione del Consiglio UCEI, il Presidente avv. Gattegna, al termine del suo mandato  di dieci anni di presidenza, ha letto una relazione conclusiva. Desideriamo in primo luogo esprimere la nostra gratitudine per l'impegno disinteressato di tutti i Consiglieri e in particolare al presidente uscente, che non intende continuare la sua attività, per la sua lunga militanza disinteressata e appassionata a favore dell'ebraismo italiano. Il rispetto e la gratitudine sono fuori discussione ma questo non può cancellare opinioni e visioni anche molto diverse, valutazioni critiche di  impostazioni e risultati che devono fare parte di un sano dibattito per il bene comune".
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qui trani - la visita
Israele, la Santa Sede, il dialogo L'ambasciatore fa il punto 
In viaggio per alcune località pugliesi, assieme alla moglie Rita, l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede Zion Evrony ha voluto incontrare la piccola e vivace Comunità pugliese radunatasi, per l’occasione, in Scolanova (sede di sempre più frequenti incontri con importanti ospiti). A fare gli onori di casa, a nome della Sezione di Trani della Comunità di Napoli, Francesco Lotoro e chi scrive, da sempre attive presenze sul territorio, questa volta affiancati da Tomer Corinaldi, di recente trasferitosi a Trani da Gerusalemme ad infoltire le fila della Comunità. 


Cosimo Yehuda Pagliara
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qui livorno
Nuovo Consiglio, i candidati
Nove candidati per cinque posti. Questa la situazione in vista delle prossime elezioni comunitarie a Livorno, in programma il 19 giugno. Cinque i rappresentanti del vecchio esecutivo che si sono ricandidati: il presidente Vittorio Mosseri, il vicepresidente Guido Servi, i Consiglieri Franco Levi, Gianfranco Giachetti e Silvia Ottolenghi. In lizza alle elezioni anche Arnoldo Cassuto, Gadiel Polacco, Guido Guastalla e Roberto Menasci. Ciascun elettore avrà diritto ad esprimere al massimo tre preferenze.
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qui firenze 
Limmud, il confronto è aperto
In corso a Firenze i lavori della terza edizione del Limmud Italia Day, occasione di confronto aperta all’Italia ebraica su molti e diversi temi. Dibattiti, workshop, musica, danza, teatro: un fitto calendario di eventi in cui ciascun partecipante è protagonista. Oltre 140 i partecipanti all’edizione 2016, che ha una propria sezione dedicata ai giovanissimi, dai 5 ai 12 anni (Young Limmud). Fondato in Gran Bretagna nel 1976, Limmud è presente oggi in oltre 40 paesi nel mondo, con tanti eventi ogni anno, al motto di “Ovunque vi troviate, Limmud vi porterà un passo avanti nel vostro cammino ebraico”.
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spotlight
JCiak - Sono dappertutto
“Sono qui – spiega Yvan allo psicologo – perché mia moglie dice che ho un vero problema con l’antisemitismo: dice che sono ossessionato”. Prende così il via una serie di sedute che vedono scorrere un fiume in piena di luoghi comuni e pregiudizi antiebraici radicati nel profondo della società francese e purtroppo diventati in questi anni stretta attualità. A metterli in scena, in un fuoco di fila di sketch, è Il sont partout di Yvan Attal, da ieri in Francia nelle sale cinematografiche. Scritto e interpretato dallo stesso Attal, il film dichiara fin dal titolo il suo soggetto. Il sont partout rovescia infatti il Je suis partout che funge da testata a un foglio antisemita tristemente diffuso in Francia fra gli anni 30 e il 44, quando, dopo la Liberazione, la redazione viene arrestata e condannata.


Daniela Gross
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  pilpul

Setirot - Segni
Ci risiamo. Un datore di lavoro può vietare ai propri dipendenti di portare in modo visibile segni politici, filosofici (chissà poi che cosa vuol dire), religiosi. Ecco la conclusione a cui è arrivato l’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea in nome di una «politica di neutralità». Non è la prima volta che il principio viene affermato e ribadito da diversi tribunali. E d’altronde sulla legge francese che anni fa proibì nei locali pubblici simboli di fede si è già discusso moltissimo (nel 2010 il divieto in Francia e Belgio; nel 2014, poi, la Corte europea dei Diritti dell’uomo sentenziò che ciò non lede la libertà di religione). Tutti i casi, e le polemiche conseguenti, hanno riguardato e riguardano ovviamente il velo. Dal che si evince – o meglio io deduco, è la mia opinione – che tutto questo sia “politico”. E lo dico, beninteso, da laico convinto. Pronto a fare autocritica qualora mi si dicesse che i veli in questione coprono il volto (niqab e burka) perché in questo caso sarebbero sufficienti a proibirlo le leggi di ordine pubblico. Se invece si tratta di chador o hijab, non posso che dissentire. Sarei furibondo e preoccupatissimo se qualcuno venisse licenziato perché porta la kippah.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Leah Goldberg
Era nata il 29 maggio 1901 a Konigsberg, nell’allora Prussia orientale, aveva studiato filosofia e lingue semitiche presso le università di Berlino e Bonn e nel 1935 era emigrata nella Palestina Mandataria, dove era stata accolta subito nel gruppo di poeti Yachdav di cui faceva parte anche Nathan Alterman. Una vita breve quella di Leah Goldberg, poetessa raffinata, consulente letterario del teatro Habima, redattrice di Sifriat Hapoalim e autrice per l’infanzia. Le sue liriche sono state musicate e negli anni sono state scelte da alcuni nomi del panorama musicale israeliano. Tra questi oggi ho scelto due donne: Yehudit Ravitz e Achinoam Nini, due voci interessanti con personalità molto diverse, due cantanti emerse grazie alle band dell’IDF.

Maria Teresa Milano
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Time Out - 2 giugno
Festa della Repubblica italiana. Forse imperfetta, con dei limiti, ma in grado di assicurare democrazia e stabilità a questo paese negli ultimi settant’anni. Di questo noi ebrei italiani abbiamo giovato nonostante le turbolenze dei vari momenti. Eppure nel giorno in cui celebriamo la nostra Repubblica vale la pena domandarsi quanto, dal giorno in cui si fece il referendum e si scelsero i componenti dell’assemblea costituente, sia cresciuta la partecipazione degli ebrei e delle comunità ebraiche al dibattito pubblico.

Daniel Funaro
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La parentesi (di Nabokov)
Il problema, con Nabokov, è la soluzione: in una intervista lui stesso ha dichiarato che preferiva “andare di libri che di scrittori”. L’inglese “to go by books, not by authors” è migliore, ma ci siamo capiti. Ci sono libri eccezionali di autori mediocri, e libri mediocri di autori eccezionali. Ma con lui, no: non ho trovato ancora un suo solo libro che non sia formidabile. Ovvio, ho le mie preferenze – e “Guarda Gli Arlecchini”, meno conosciuto (!) di “Lolita”, è ai primi posti. Prendete questo suo “Una Risata nel Buio” (Adelphi, 20 euro, traduzione Franca Pece) nelle prime righe sappiamo già tutto, ci pare.

Valerio Fiandra
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Lingue madre
Ostana, od Oustano che dir si voglia in occitano (o lingua d’oc, idioma neolatino distinto già nella Commedia dantesca dalla lingua d’oil da cui deriva il francese moderno) è uno tra i piccoli borghi con meno di cento abitanti censiti come i più belli d’Italia, in provincia di Cuneo a poca distanza dalla Francia. Nonostante si trovi in una zona impervia e remota, la valle fu abitata sin dai tempi preistorici e nel X secolo vi giunsero persino le scorribande saracene, attratte dalle miniere di minerali preziosi per fabbricare armi.

Sara Valentina Di Palma
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