Jonathan Sacks,
rabbino
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Le
persone che cambiano il mondo sono quelle che credono che la vita abbia
uno scopo, una direzione, un destino. Sanno dove vogliono andare e cosa
vogliono ottenere. Nel caso dell’ebraismo tale scopo è chiaro: mostrare
cosa significhi creare una piccola oasi nel deserto dell’umanità, dove
coesistano l’ordine e la libertà, regni la giustizia, ci si prenda cura
dei deboli, dove abbiamo l’umiltà di attribuire i nostri successi a Dio
e i nostri fallimenti a noi stessi, godiamo della vita come dono divino
e facciamo di tutto per renderla sacra.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Come
approccio culturale, io sono quello che si suol definire un
naturalista. Osservando un caso particolare, cerco istintivamente la
regola generale; un po' come faceva Darwin, per dirne uno. Cosa mi
insegna l'arresto di Gregoire Moutaux, trovato con un arsenale in
territorio ucraino, mentre progettava attentati a moschee e sinagoghe
durante gli europei di Francia? Svela un inquietante legame fra
islamofobia e antisemitismo, come se nella sua testa bacata fossero due
vasi comunicanti.
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Elezioni Usa, per Clinton
una candidatura storica
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Ampio
spazio sui quotidiani di oggi per la svolta nelle primarie democratiche
negli Stati Uniti: con il raggiungimento dei delegati necessari, sarà
Hillary Clinton ha rappresentare il suo partito alle presidenziali di
novembre contro il repubblicano Donald Trump. “Siamo alla soglia di un
momento storico”, ha dichiarato Clinton, prima donna nei 240 anni di
storia Usa ad essere candidata alla Casa Bianca. Il suo problema ora,
come spiegano Corriere e Repubblica tra gli altri, è riunire un
elettorato diviso tra lei e Bernie Sanders, lo sfidante democratico
capace di raccogliere consensi al di là delle di ogni previsione.
Clinton dovrà conquistare l’elettorato che fino ad oggi parteggiava per
Sanders (che formalmente non è ancora fuori dai giochi), soprattutto la
fascia più giovane. Questi ultimi, spiega la filosofa americana Martha
C. Nussbaum al Corriere, preferiscono l’approccio rivoluzionario di
Sanders al pragmatismo di Clinton: “Io credo si sbaglino di grosso. –
afferma Nussbaum – II loro atteggiamento mi ricorda il disprezzo che
molti giovani della mia generazione, che è quella del 1968, provavano
per Hubert Humprey (candidato democratico ndr). Sfortunatamente proprio
la loro disaffezione verso la politica assicurò l’elezione a Richard
Nixon. Spero che non succeda di nuovo”.
Rav Sacks e il futuro dell’Occidente. “Il futuro dell’occidente,
l’unica forma che ha aperto la strada alla libertà negli ultimi quattro
secoli, è a rischio. La civiltà occidentale è sull’orlo di un crollo
come quella di Roma antica perché la generazione moderna non vuole la
responsabilità di allevare i figli”, le parole di rav Jonathan Sacks, a
cui di recente è stato conferito il prestigioso Templeton Prize.
Intervistato dal Telegraph – e ripreso oggi dal Foglio – rav Sacks ha
messo in guardia l’Occidente dal crollo della natalità, tra le cause,
secondo l’ex rabbino capo del Commonwealth, del suo declino. Sul fronte
politico, la preoccupazione del rav è legata agli estremismi:
“L’estrema destra cerca un ritorno a un passato d’oro che non c’è mai
stato. L’estrema sinistra cerca un futuro utopico che non sarà mai. Gli
estremisti religiosi credono che si pud portare la salvezza con il
terrore. I secolaristi aggressivi credono che sbarazzandosi della
religione ci sarà la pace. Sono fantasie e perseguendole si mettono in
pericolo le fondamenta della libertà”.
L’ossessione antiebraica cambia forma. Sabotiamola. Così titola il
Corriere della Sera l’editoriale di Pierluigi Battista riguardo alla
cancellazione da parte di Google della app antisemita realizzata “da un
gruppo di dementi, concepita per individuare e indicare al pubblico
ludibrio con nome e cognome i singoli ebrei da intimidire e forse
colpire”. Battista plaude all’efficacia “del sistematico sabotaggio dei
sabotatori, la possibilità di scassare il gioco neutralizzandolo come
hanno fatto gli ebrei fingendosi seguaci dell’app. Entrare nei loro
meccanismi, distruggerne le potenzialità, fare uscire gli antisemiti
dal loro guscio per annullare il loro discorso dell’odio”.
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interventi straordinari della giunta ucei
Roma, Keillah in crisi finanziaria L'Unione sblocca gli aiuti
Al via i finanziamenti straordinari per far fronte alla crisi finanziaria della Comunità ebraica di Roma.
Le modalità dell'intervento straordinario sono state definite nelle
scorse ore dalla Giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
cui il Consiglio UCEI del 15 maggio scorso, l'ultimo di questo
quadriennio, aveva demandato la definizione tecnica dell'operazione.
Preso atto della discussione svoltasi nel corso dei lavori di Consiglio
al quale erano intervenuti anche la presidente della Comunità romana
Ruth Dureghello e l'assessore al Bilancio Roberto Coen, la Giunta
dell'Unione ha deliberato di procedere all'erogazione straordinaria in
favore della Comunità ebraica di Roma.
L'intervento sarà articolato in due fasi, con una prima tranche di 150
mila euro da versare entro questo mese di luglio 2016 a valere
sull'extragettito dell'8 per mille. La seconda tranche sarà versata
entro il mese di dicembre di quest'anno, fino al raggiungimento
dell’importo complessivo di 300 mila euro.
Tale intervento potrà avvenire sulla base della relazione del Collegio
sindacale della Comunità ebraica di Roma che attesti lo stato di
avanzamento delle misure attuative del Bilancio preventivo 2016 della
Comunità e sulla base della approvazione del Bilancio preventivo 2017
della stessa Comunità con il relativo piano di ristrutturazione.
Oltre ad assumere tali provvedimenti d'urgenza, la riunione della
Giunta UCEI ha costituito una inconsueta occasione di incontro che ha
visto al lavoro congiuntamente i componenti dell'organismo esecutivo
che ha condotto l'Unione nello scorso quadriennio e molti altri
componenti del Consiglio.
Tutti i Consiglieri, infatti, erano stati invitati a prendere parte, di
persona o in teleconferenza, alla prima parte dei lavori, che è stata
dedicata all'analisi della situazione venutasi a creare con la
diffusione sui mezzi di comunicazione e sui social network, da parte
dei cinque rabbini componenti del Consiglio dell'Assemblea rabbinica
italiana, alla vigilia della consultazione elettorale per il rinnovo
del Consiglio UCEI, di una nota mirata a sconfessare la relazione
conclusiva presentata allo stesso Consiglio dell'Unione dal presidente
uscente Renzo Gattegna.
All'indomani di un serrato scambio di messaggi e di valutazioni, alla
discussione hanno preso parte numerosi Consiglieri in rappresentanza
delle Comunità italiane e, fra gli altri, anche i rabbini Alfonso Arbib
e Adolfo Locci, anch'essi Consiglieri UCEI, ma pure componenti del
Consiglio Ari.
La Giunta è proseguita nella nottata per affrontare un serrato Ordine
del giorno. Fra i diversi argomenti presi in esame il programma di
rilancio del Centro bibliografico UCEI, che animerà la prossima
stagione culturale con molti appuntamenti di grande rilievo e la
definizione dei programmi della prossima Giornata della cultura
ebraica, che si terrà in tutte le città italiane il prossimo 18
settembre e proporrà il tema dei linguaggi dell'ebraismo.
Nell'ambito dei lavori, il Segretario generale dell'Unione Gloria Arbib
ha consegnato al presidente Renzo Gattegna, a nome di tutti i
Consiglieri e di tutti i dipendenti, un piccolo dono, la litografia
originale ispirata allo Shir HaShirim dell'artista Raffaele Luzzati, in
segno di riconoscenza e di ammirazione per il grande lavoro svolto
nella decennale stagione del suo mandato alla guida dell'Unione che ora
volge al termine.
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ucei - verso le elezioni
Roma, la parola ai candidati
Entra
nel vivo la competizione per il prossimo Consiglio dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, che sarà eletto in occasione del voto
convocato per domenica 19 giugno.
Numerose le pagine di approfondimento sul numero di giugno di Pagine Ebraiche in distribuzione.
Quattro le formazioni in
lizza a Roma, dove saranno eletti 20 dei 52 Consiglieri del nuovo
esecutivo. In ordine di presentazione di lista Menorah, Benè Binah, Kol
Israel e Israele siamo noi.
"Rinnoviamo un clima di fiducia”
“Bisogna
partecipare e considerare l’Unione come propria, più vicina. Anche
perché oggi partiamo inevitabilmente da due sfide da cui dipenderà la
sopravvivenza dell’ebraismo italiano: quella demografica e quella,
purtroppo, della sicurezza. E non solo: bisogna rispondere a chi ha
sempre disconosciuto l’Unione e vorrebbe magari imporre un modello di
governo non collaborativo”. Così Livia Ottolenghi, ex assessore alla
Cultura della Comunità ebraica romana e capolista di Menorah.
“Giovane, preparata, motivata” i tre aggettivi scelti per definire la
formazione. “La composizione della lista parla da sé: sette under 40,
sette veterani, undici debuttanti alle elezioni in Comunità, la più
giovane e il meno giovane tra tutti i candidati. Rappresentanti di
tutte le professioni e i mestieri, studenti. Esperienza e nuove idee.
Una squadra di persone diverse – dice Ottolenghi – con un unico
intento”.
“Seminiamo insieme per il futuro”
“Votare
è un meraviglioso strumento democratico, è un diritto ma anche un
dovere di tutti coloro che desiderano esprimere la loro rappresentanza
all’Unione e contribuire allo sviluppo e al riconoscimento del nostro
popolo. Andare a votare perché l’istituzione e la politica (anche in
ambito ebraico) è ‘noi’, non un luogo ‘loro’ o del ‘voi’". È l’invito
alla partecipazione della capolista di Benè Binah, l’attuale assessore
al Bilancio e Otto per Mille UCEI Noemi Di Segni.
“A cominciare dai 18 anni – afferma – votare è segno di partecipazione
a uno dei tanti rami del grande albero che è l’ebraismo intero.
L’albero non a caso da noi scelto come simbolo di lista. Radici che ci
tengono saldamente uniti e una grande chioma che infonde nuova linfa e
rinnovamento”.
“Portiamo l’istruzione al centro”
“Il
19 giugno dobbiamo cambiare e far sentire in maniera autorevole la
nostra voce, senza delegare ad altri le scelte per il nostro futuro e
quello dei nostri figli. In una frase, bisogna votare per garantire un
futuro ebraico delle nostre Comunità”. Così Franca Formiggini Anav, già
presidente degli Asili ebraici, in corsa con la lista Kol Israel.
“Coesa, competente, per Israele”: queste le tre caratteristiche che,
secondo la candidata, definiscono la lista. “Siamo fortemente compatti
nella visione del futuro e intendiamo cambiare i criteri di
ripartizione delle risorse per favorire l’istruzione. In questo siamo
forti del contributo che ciascuno di noi ha già dato, operando pro bono
in ambito ebraico. Inoltre – afferma Anav – saremo sempre dalla parte
di Israele e in prima linea contro ogni forma di odio”.
I tre aggettivi per l’Unione del futuro sono invece “unita, organizzata e moderna”.
"Lavoriamo per essere inclusivi”
Spesso
si sente dire, e purtroppo questo vale anche per le elezioni del
governo italiano, ‘non sarà il mio voto a spostare le cose…tanto sono
tutti uguali…nulla cambierà’. Così ci si abbandona all’indifferenza, e
spesso è proprio quella indifferenza a far sì che non si prenda mai
posizione. Votare significa poter decidere, significa cambiare”.
Ne è convinta Giorgia Calò, attuale assessore alla Cultura della
Comunità ebraica romana, candidata con la formazione Israele siamo noi.
“Bisogna riflettere sul fatto che il disinteresse verso queste elezioni
– aggiunge Calò – il non voler esercitare il diritto al voto, non avrà
come conseguenza la scomparsa dell’UCEI (non sia mai); l’UCEI si
occuperà comunque della vita degli iscritti alle comunità d’Italia,
solo che le scelte verranno prese da altri e che probabilmente non
terranno conto degli interessi di chi non ha fatto sentire la sua voce
quando avrebbe potuto”. Leggi
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le nuove voci sull'enciclopedia on-line
Grandi donne dell'ebraismo, anche Wikipedia le riscopre
La
poetessa Fradl Shtok fu la prima a comporre sonetti in yiddish.
Henrietta Szold fu la fondatrice di Hadassah, l’Organizzazione delle
donne sioniste d’America. Barbara Ochs Adler fu membro del direttivo
del Jewish Board of Guardians, la più grande organizzazione ebraica
newyorchese di sevizi sociali. Come saperne di più? Cercando su
Wikipedia, che domande, ma è una risposta ovvia solo in apparenza. Le
voci di queste tre donne ebree e di molte altre degne di nota per i
motivi più vari sono infatti online nell’enciclopedia più consultata al
mondo solo da pochi giorni, da quando cioè si è tenuto al Center for
Jewish History di New York una giornata espressamente dedicata
all’aggiornamento, alla modifica, alla correzione e alla creazione –
chiamata più precisamente una ‘edit-a-thon’ – delle voci in lingua
inglese riguardanti l’universo femminile ebraico (nell'immagine, un
momento dell'evento).
A organizzarla per il terzo anno di fila è stata Lea Lange,
coordinatore della collezione digitale del Jewish Women’s Archive, e
all’evento hanno partecipato una ventina di autori o, come preferiscono
farsi chiamare, ‘Wikipedian’. Leggi
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RiMEIScolando - Il tennista
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"Ero
un ragazzo dotato di un fisico eccellente (giocavo a tennis niente
affatto male, ormai posso dirlo senza falsa modesta), e la vita per me
era tutta da scoprire: qualcosa di aperto, di vasto, di invitante, che
mi stava dinanzi, e a cui mi abbandonavo con impeto cieco, senza mai
voglia di ripiegarmi su me stesso un momento solo”. Così ricordava
Giorgio Bassani il tempo della sua primavera ferrarese. Giocava a
tennis al Circolo Marfisa d’Este, in via Aurelio Saffi, il più
esclusivo di Ferrara. Poi, con le leggi razziali, tutta la famiglia
Bassani fu espulsa dal club sportivo ed egli fece chiaro riferimento a
questa amara esclusione nel suo romanzo più famoso, Il Giardino dei
Finzi-Contini. Dopo quasi ottanta anni,
Giorgio Bassani torna al suo prediletto circolo, dove tra l’altro,
oltre a giocare a tennis, amava anche consumare i pasti ed
intrattenersi con gli amici. Ci torna, seppure idealmente, grazie a una
bella iniziativa presa dal Tennis Club Marfisa in occasione del
centenario dello scrittore. Quattro incontri con autorevoli voci di
Ferrara – lo storico Francesco Scafuri, il classicista Claudio Cazzola,
l’italianista Gianni Venturi e la gloria del tennis e del giornalismo
sportivo italiano Gianni Clerici – per ricordare i luoghi bassaniani, i
dialoghi letterari e quelli con la racchetta. Alla presenza del sindaco
Tiziano Taliani, dell’assessore alla Cultura e vicesindaco Massimo
Maisto, membro, tra l’altro, del Cda del Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah, nonché vero sostenitore del MEIS, ho salutato
per la prima volta i ferraresi nei miei nuovi panni di direttore del
Museo, esprimendo la soddisfazione di far tornare Bassani ai suoi amati
campi di tennis ferraresi.
Simonetta Della Seta
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Ticketless
- Noi-Voi |
Sergio
Della Pergola nel suo scritto apparso in aleftav negli scorsi giorni ha
ragione. La locuzione “Voi ebrei” dà fastidio. Penso però che sarebbe
onesto lamentare l’analogo disturbo procurato dal “Noi ebrei”. L’una e
l’altra locuzione abbattono a priori, in Italia direi più che altrove,
ogni pluralismo di posizioni. “Voi Ebrei” è monocorde. “Noi Ebrei” dà
voce ad un corpo separato. Non usava così negli anni del Risorgimento e
del sorgere dello Stato unitario (poi della Resistenza e della
Costituente).
Non è un ragionamento astratto. Un segnale positivo viene in questi
giorni dalla traduzione del Talmud, che rappresenta un’inversione di
tendenza. Erano decenni che si traduceva poco o nulla. “Noi” pensavamo
(qualcuno ancora pensa) che la traduzione sia un esercizio inutile, una
perdita di tempo. Nulla di nuovo sotto il sole.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Guerre dei romani
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È
stato presentato sabato scorso a Napoli, all'Associazione Lucana
"Giustino Fortunato" (con interventi, oltre che dell'autore, di Marisa
Tortorelli, Donata Violante e del sottoscritto), un libro di
grandissimo interesse, "Le guerre ebraiche dei Romani" (ed. il Mulino),
scritto da Ariel Lewin, professore di Storia romana presso l'Università
della Basilicata e tra i massimi conoscitori della storia dell'antico
Vicino Oriente (segnatamente, della condizione degli ebrei nell'impero
romano, delle provincie di Iudaea e di Syria-Palestina e dei rapporti
tra romani e arabi).
Il volume, rivolto a un pubblico più ampio di quello dei soli
specialisti, scritto in una prosa semplice e avvincente, si legge come
un romanzo.
Francesco Lucrezi, storico
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