17 Giugno 2016 - 11 Sivan 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Pierpaolo Pinhas
Punturello e di Gadi Luzzatto Voghera. Nella sezione pilpul una
riflessione di Anna Segre, Francesco Moises Bassano e Ilana Bahbout.
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Matteo Renzi
@matteorenzi
16 giu
Come padre prima che come politico piango sconvolto Jo Cox. Con tutti
gli italiani abbraccio la sua famiglia. L'odio non potrà vincere, mai.
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#PE24BreakingNews
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Estrema destra, violenza omicida L'Inghilterra riflette e si ferma
Tre
proiettili e sei pugnalate: così in Inghilterra un fanatico di destra
ha ucciso la deputata laburista Jo Cox, 41 anni e due figli, schierata
contro la Brexit. Il barbaro assassinio e i nuovi venti dell’estremismo
che soffia sull’Europa aprono oggi le pagine di tutti i giornali.
L’Inghilterra si interroga e si ferma. Compresi i favorevoli alla
Brexit che, spiega il Corriere, “hanno interrotto ogni attività”. Boris
Johnson, ex sindaco di Londra e uomo forte della campagna per l’uscita
del Regno Unito dall’Ue, ha definito la notizia della sparatoria
“terribile”. Commosso anche il premier Matteo Renzi: “Come padre prima
che come politico piango sconvolto Jo Cox. Con tutti gli italiani
abbraccio la sua famiglia. L’odio non potrà vincere, mai”.
Ramallah? Soffocata dalla corruzione. Su
Repubblica, Fabio Scuto racconta la corruzione imperante a Ramallah e
la sempre più scarsa credibilità di Abu Mazen. “Soffocata dalla
corruzione – si legge – abbandonata a se stessa nelle sue speranze di
negoziati, dilaniata dalle divisioni interne, l’Anp affonda
rapidamente. Il domani appare assai incerto, al punto da preoccupare
seriamente anche i Paesi arabi da sempre vicini ai palestinesi come
l’Egitto, l’Arabia Saudita, la Giordania”.
“L’ultimo sondaggio in Cisgiordania – scrive ancora – dice che per 2
palestinesi su 3 Abu Mazen dovrebbe dimettersi, il 95,5% considera
l’Amministrazione profondamente corrotta e deve essere mandata a casa.
Ma non si vota, per le divisioni fra Gaza amministrata da Hamas e la
Cisgiordania gestita da Fatah, non c’è un delfino e il ‘dopo’ sarà una
lotta a coltello”.
Milano, nuovo scontro sulla candidata islamica del Pd. Su
La Stampa, Alberto Mattioli analizza i principali motivi di scontro tra
i due candidati alle elezioni amministrative milanesi. Il titolo è per
Sumaya Abdel Qader, musulmana, responsabile culturale del Coordinamento
delle associazioni islamiche di Milano, candidata Pd, “ben piazzata
come preferenze e quindi consigliera in caso di vittoria di Sala”. A
far discutere sono in particolare i veementi attacchi contro Israele
postati dal marito e dalla madre su Facebook. Su di lei, Parisi fa
sapere di nutrire fortissimi sospetti: “II problema è molto grande
perché il Caim ha rapporti con i Fratelli musulmani” e “c’è un evidente
orientamento del Pd a loro favore”. Sala ribatte che sostiene sempre
Sumaya, “a sua volta minacciata dai fondamentalisti” ed “elemento di
dialogo con gli islamici”. Anche se condanna le sparate anti-Israele
dei suoi cari.
I 500 anni del Ghetto - Appuntamento a Palazzo Ducale.
Si inaugura oggi a Palazzo Ducale la mostra “Venezia, gli Ebrei e
l’Europa 1516-2016″ curata da Donatella Calabi, uno degli eventi più
significativi del Cinquecentenario del Ghetto della città lagunare.
“Venezia, città cosmopolita già nel XVI secolo – scrive Francesca Pini
sul Corriere Sette – aveva accolto al proprio interno varie comunità
straniere: tedeschi, greci, albanesi, persiani, turchi. Ma sentì la
precisa esigenza politica d’isolare gli ebrei, nonostante essi
potessero commerciare (con botteghe a Rialto) ed esercitare il prestito
su pegno”. Denaro prezioso il loro, per una Serenissima che, da grande
potenza che era, versava nel primo decennio del Cinquecento in
difficoltà finanziarie e politiche “dopo le vicende belliche che
l’avevano contrapposta alle forze della Lega di Cambrai, come ben
evidenzia Calabi”.
Il bambino nella neve. Sempre sul settimanale del Corriere, Stefano Jesurum riflette sull’ultima emozionante prova di Wlodek Goldkorn: Il bambino nella neve
(ed. Feltrinelli). Una lettura che, ammette, lo ha “scombussolato”.
Perché, come scrive l’autore, “la memoria è solo il nulla su cui
cerchiamo di strutturare la nostra identità. Ed è un bene che sia così.
Altrimenti non avrei potuto vivere e amare le persone vive”.
Il Singer più bravo. Goldkorn
firma a sua volta una recensione sull’Espresso al primo romanzo di
Israel Joshua Singer, uscito nel 1927 a Vilnius con il titolo Accaio e ferro e oggi ripubblicato da Adelphi come Acciaio contro acciaio
con la traduzione di Linda Callow. All’epoca, spiega Goldkorn, “il
libro fu stroncato da molti critici, tanto che l’autore pensò di
abbandonare la letteratura per dedicarsi solo al giornalismo”. Adesso
per fortuna i lettori italiani potranno ancora una volta ammirare “la
trascinante prosa del fratello maggiore, e più bravo, del premio Nobel
Isaac Bashevis Singer”.
A Magris il Kafka Prize 2016. È
Claudio Magris ad aggiudicarsi per il 2016 il Kafka Prize, andato in
passato a intellettuali come Philip Roth, Elfriede Jelinek, Harold
Pinter, Amos Oz ed Eduardo Mendoza. Un riconoscimento che premia
l’intero lavoro di un autore, scrive il Corriere (Ida Bozzi), “la cui
opera di eccezionale valore racconti ai lettori anche della sua
origine, nazionalità e cultura, come quella Franz Kafka”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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