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27 Giugno 2016 - 21 Sivan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
Il Servo di D-o soffre. Un filosofo chiese a Rabbi Eliezer: se il popolo ebraico è il popolo eletto, perché è quello più debole e perseguitato? Rabbi Eliezer rispose: questo è il destino del popolo di D-o, il Servo sofferente. Dal momento che è il popolo eletto, deve tendere a essere santo, un popolo sacerdotale, ed esso stesso come popolo non può sopportare per se stesso nessun errore, nessun difetto, né spirituale né materiale. A causa della propria vocazione spirituale particolare, quello che per altri è perdonabile, per il popolo ebraico è peccato. È come per il cuore, il più sensibile e vitale degli organi del corpo, il più lieve difetto fisico o titubanza spirituale possono essere per lui fatali.(Sefer HaZohar III)
 
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Anna
Foa,
storica
Perlomeno si discute di politica e non di gossip politico nostrano, di principi e non di poltrone. Sull’onda della paura, dello sconcerto, anche della disperazione, rinasce forse un discorso vero. Si riparla da qualche parte di Europa non soltanto in termini di burocrazia ma in termini di necessità di un’unione politica. Si parla di popolo e di populismo, di profughi e di ruolo dell’Europa. Certo, i discorsi sull’orlo dell’abisso non annullano il pericolo del vuoto. E qui l’abisso è il rischio di annullare la speranza non utopistica ma concreta di un’Europa unita, dopo che per due volte, nella prima metà del Novecento, l’Europa si era scannata e distrutta. Ma forse la scossa può anche spingerci ad andare avanti. Noi ebrei siamo parte integrante di questo sconvolgimento che ci può solo cambiare, se non vogliamo distruggerci. La storia ci ha insegnato che quando le nazioni europee hanno rifiutato, nel 1938, di accogliere i profughi (allora eravamo noi ebrei) quello che ne è seguito è stata la catastrofe, prima per noi ma poi per tutti. Forti di quella memoria che coltiviamo nei nostri cuori ed insegniamo ai nostri figli e ai figli del mondo, non possiamo che impegnarci a fondo per un’Europa unita, solidale rispetto a chi sfugge la guerra e la morte, senza muri e barriere. È il minimo, il prerequisito. Poi, da lì, possiamo, spero, ripartire.
 
Israele-Turchia, la svolta
Sei anni dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche e congelato i rapporti economici, Israele e Turchia riallacciano le loro relazioni. L’intesa è data per fatta dalle televisioni israeliane che hanno anticipato la notizia ieri sera e l’annuncio ufficiale, scrive tra gli altri Repubblica, “verrà dato oggi dallo stesso premier Benjamin Netanyahu a Roma” (dove è volato per incontrare il segretario di Stato americano John Kerry e il premier italiano Matteo Renzi).
Secondo le anticipazioni della stampa turca e israeliana, l’accordo prevede l’indennizzo da parte di Israele ai parenti delle nove vittime della Mavi Marmara e la possibilità che Ankara invii alla popolazione della Striscia di Gaza (attraverso il porto israeliano di Ashdod) “materiali per costruire infrastrutture per acqua, elettricità e ospedali”.
 
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  davar
qui roma - bibi annuncia la svolta diplomatica
Netanyahu a Pagine Ebraiche:

"Assieme all'Italia contro il Bds"
“Il movimento di boicottaggio contro Israele, che va sotto il nome di Bds, è stato tra i temi al centro del confronto che ho avuto questa mattina con il primo ministro italiano Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Un confronto estremamente positivo, in cui il premier mi ha ampiamente rassicurato sull’impegno del governo contro questa odiosa minaccia, che si presenta in modo sempre più aggressivo. Anche in questo paese. L’Italia e le sue istituzioni sono in prima fila nella lotta al Bds. Renzi a breve sarà in Israele per testimoniarlo con al fianco una nutrita delegazione di accademici. Un segno tangibile di amicizia, impegno, collaborazione”.
Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, rispondendo a una domanda di Pagine Ebraiche, nel corso di un incontro riservato in un hotel della Capitale a poche ore dalla conclusione della sua missione romana dedicata al negoziato di pace in Medio Oriente. Al centro del confronto, cui hanno partecipato anche alcuni giornalisti e rappresentanti diplomatici israeliani, tra cui l’ambasciatore Naor Gilon e il suo portavoce Amit Zarouk, il futuro della regione mediorientale, la ripresa dei rapporti con la Turchia (la grande notizia del giorno sui media di tutto il mondo), l’amicizia tra Italia e Israele.

Grande la fiducia espressa al termine della serie di incontri che hanno segnato questa missione. In particolare Netanyahu si è soffermato sul ripristino delle relazioni diplomatiche tra Gerusalemme e Ankara, annunciato nelle scorse ore e ufficializzato proprio questa mattina. Un accordo che, per il primo ministro, avrà conseguenze “immense” per l’economia israeliana oltre a costituire “un passo importante per la normalizzazione delle relazioni”.
Tra i vari punti, esposti stamane dal premier, l’accordo prevede il pagamento da parte di Israele di 20 milioni di dollari per le vittime dello scontro sulla nave Mavi Marmara nel 2010, il reinsediamento dei rispettivi ambasciatori, un compromesso sugli aiuti umanitari per Gaza secondo il quale la Turchia potrà intervenire attraverso il porto di Ashdod (la prima nave partirà venerdì), l’impegno della Turchia a sostegno di Israele per affinché siano recuperati i resti di due soldati caduti nella Striscia del 2014 e si arrivi al rilascio di altri civili ad oggi prigionieri del movimento terroristico Hamas.
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GLI EFFETTI DELLA BREXIT
Unione, Israele perde un alleato
Le ripercussioni a Gerusalemme

Dal punto di vista economico, Israele non teme la Brexit. A confermarlo, un documento del ministero dell’Economia israeliano secondo cui l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea potrebbe anzi favorire le esportazioni israeliane sia nel mercato europeo sia Oltremanica. La questione Brexit ha invece rilevanza sul fronte politico: con l’uscita di scena di Londra dall’Ue, Israele perde un prezioso sostegno a Bruxelles e questo potrebbe portare a ulteriori pressioni da parte dell’Europa nei confronti dello Stato ebraico. Alcuni esempi: la questione dell’etichettature dei prodotti provenienti dai Territori e l’appoggio alla Conferenza di pace promossa dalla Francia, avversata da Gerusalemme.


(Nell’immagine, il recente incontro a Buckingham Palace tra la regina Elisabetta e l’ambasciatore israeliano Mark Regev)
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QUI LONDRA, QUI PARIGI - L'APPELLO
"Il razzismo lo si combatte

solamente restando uniti"
“Come musulmano britannico, non sono estraneo al pregiudizio. So che cosa significhi essere discriminato solo per la propria cultura o religione. Ed è per questo che prometto di combattere il razzismo in tutte le sue forme e farò della lotta all’allarmante crescita dell’antisemitismo negli ultimi anni una delle mie priorità”. Lo ha scritto Sadiq Khan, sindaco di Londra da meno di due mesi, in un intervento pubblicato dal Jerusalem Post questa mattina, nel quale ribadisce l’importanza del ruolo della capitale britannica come polo di incontro tra etnie, culture e fedi diverse. Un luogo le cui varie componenti “non mostrano solo semplice tolleranza reciproca, ma anche rispetto, accoglienza e incoraggiamento”. La consapevolezza di questa commistione costituisce per il primo cittadino una risorsa. Una convinzione condivisa anche con il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, insieme alla quale Khan ha diffuso oggi, attraverso il giornale inglese Financial Times e quello francese Le Parisien, un appello congiunto a “lavorare insieme più strettamente che mai” proprio nelle ore successive alla decisione dell’Inghilterra tramite referendum di lasciare l’Unione europea.
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qui trieste - festival ullmann
Tyberg, la sinfonia ritrovata
Prima esecuzione in Italia, proprio nel luogo che lo vide deportato, una sinfonia di Marcel Tyberg, uno dei tanti autori ebrei “cancellati” dal regime nazista, protagonisti della III edizione del Festival Viktor Ullmann dedicato – unico in Europa – alla musica concentrazionaria, degenerata e dell’esilio. In collaborazione con il Civico Museo della Risiera di San Sabba , nella struttura di via Palatucci è stata eseguita dall’Orchestra Abimà e dalla Civica Orchestra a fiati “G.Verdi” (dirette entrambe da chi scrive) la seconda sinfonia di Tyberg, autore che visse a lungo ad Abbazia e passò per la Risiera prima di essere deportato ad Auschwitz dove morì. Sul palco un’orchestra sinfonica di ben 50 elementi. Nato a Vienna nel 1893 in una famiglia di musicisti (suo padre era un violinista molto conosciuto e sua madre una valente pianista), Tyberg – grazie alle amicizie del genitore – conobbe molti musicisti famosi e divenne amico di Rodolfo Lipizer. Dopo la morte del padre, nel 1927, andò vivere con la madre ad Abbazia. Dopo l’occupazione tedesca del 1943, venne arrestato e deportato.


Davide Casali
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informazione - international edition
L'Europa, sempre protagonista
Europa protagonista nella nuova uscita di Pagine Ebraiche International Edition. Nella settimana che segue il referendum sulla Brexit e la scelta dei cittadini del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea, molti i contenuti che sotto diverse angolature raccontano qualcosa del Vecchio Continente. Come la grande mostra “Venezia, gli ebrei, l’Europa. 1516-2016” che, inaugurata negli scorsi giorni nel Palazzo Ducale della città lagunare, narra il mondo cosmopolita, le lingue, le culture, delle comunità ebraiche lungo cinque secoli di storia, con uno sguardo privilegiato al Veneto, ma anche andando oltre. Venezia e Francoforte sono poi le due città messe a confronto dall’economista errante Susanna Calimani, che è partita dalla prima dove è cresciuta per approdare a lavorare nella seconda, dopo varie tappe intermedie, in un percorso simile a quello di tanti altri cittadini europei. Clima e cibo fanno pendere la bilancia decisamente a favore della contendente italiana, vita di quartiere e mancanza di turisti a favore di quella tedesca, accomunate però da un pezzo di storia comune: anche a Francoforte gli ebrei furono costretti a trasferirsi e vivere in una Judengasse a partire dal 1462, pochi decenni prima che lo stesso avvenisse a Venezia.
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sorgente di vita
Natalia Ginzburg, l'omaggio
Un omaggio a Natalia Ginzburg nel centenario della nascita ha aperto la puntata di Sorgente di vita di domenica 26 giugno, in replica oggi alle 1,20 e lunedì 3 luglio alle 7,30 del mattino: dal matrimonio con Leone Ginzburg, eroe della Resistenza, agli esordi letterari e ai prestigiosi premi nel dopoguerra, il ritratto di una grande scrittrice italiana attraverso i ricordi del figlio Carlo, le sue interviste conservate negli archivi della RAI e le letture di brani dei suoi libri con la voce di grandi attori italiani, Servillo, Bonaiuto, Moretti e Buy.
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pilpul
 Oltremare - Colline
Che Tel Aviv sia una bolla è noto a tutti: una specie di città-stato, in cui si riversa un’ottima parte di quegli israeliani che vogliono vivere una vita cosmopolita, e migliaia di nuovi immigrati ogni anno, che cercano il passaggio meno traumatico possibile dalle città europee o americane alla vita mediorientale. A volte però la bolla scoppia, tutto d’un tratto, e ti trovi faccia a faccia con l’estremo più lontano alla vita cittadina e moderata qui accanto al mare.
Sedevo l’altra sera con amici a cena, e dopo una battuta del tutto bonaria sulla provenienza di un vino dai territori occupati, ho scoperto che un mio conoscente lavora quotidianamente nei territori, non solo quelli riconosciuti ma anche quelli fuori dalla legge. Fra un bicchiere (occupato) e l’altro, racconta che lui, che – va da se – sostiene i coloni a livello ideologico, ogni tanto va a fare lavori di costruzione per i giovani delle colline. A quel punto ho messo giù il bicchiere.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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