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28 giugno 2016 - 22 Sivan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Con la Parashah di Beaalotechà, letta nella diaspora lo scorso Shabbat, ha inizio una sequela  di lagnanze e di contestazioni che caratterizzano gran parte del quarto libro della Torah.
Nell’undicesimo capitolo di Bemidbàr, lo smanioso desiderio della carne e la nostalgia dell’Egitto sono associati al rifiuto della manna. La manna prende questo nome quando, in Shemòt, 16; 15, il popolo si chiede: "..mah hu..? ”, “ ..cosa è...perché non sapevano cosa fosse...”.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
In una Polonia che ben poche tracce conserva del suo passato ebraico, a parte qualche falso ad uso del turista cursorio e corrivo e qualche cimitero antico che non riesci a vedere, l'unico motivo di una visita è il museo dell'ebraismo polacco a Varsavia. Una visione ironicamente equilibrata dell'antisemitismo polacco durante la Shoah, ma senza troppe statistiche: alcuni aiutarono, altri furono indifferenti, altri ancora furono antisemiti. 
 
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Israele e Turchia, l'intesa
Ampio spazio sui quotidiani italiani per l'accordo siglato a Roma tra Israele e Turchia. Un'intesa che, dopo sei anni di tensione, ha portato alla normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi, toccando diversi aspetti strategici: dalla costruzione di una pipeline che porterà il gas del giacimento israeliano Leviatano in Europa attraverso la Turchia, fino alla costruzione da parte dei turchi di un ospedale Gaza, di una nuova centrale elettrica e di un impianto di desalinizzazione dell’acqua (Sole 24 Ore, Corriere della Sera e Il Foglio tra gli altri). Un accordo, scrive Antonio Ferrari sul Corriere, che dimostra realismo mentre Albero Negri sul Sole 24 Ore sottolinea come l'accordo tra Gerusalemme e Ankara può portare a un nuovo equilibrio in Medio Oriente, anche rispetto al conflitto contro l'Isis in Siria. Più scettico l'analista israeliano Zvi Bar'el, intervistato dal Corriere, che però sottolinea come sia Israele sia Turchia siano impegnati – e per questo alleati - a contrastare l'espansionismo dell'Iran.

Renzi in Israele e l'impegno contro il Bds. Come anticipato ieri dal notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, uno dei temi toccati durante l'incontro tenutosi a Roma tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Primo ministro italiano Matteo Renzi è stato la minaccia del movimento che vuole il boicottaggio d'Israele. “L’Italia e le sue istituzioni sono in prima fila nella lotta al Bds", ha sottolineato Netanyahu, rispondendo a una domanda di Pagine Ebraiche, e spiegando che il movimento del boicottaggio non è una minaccia economica ma politica e culturale. E per dare un segnale forte in chiave anti-Bds,  Renzi, come riporta La Stampa, ha promesso che sarà in visita a Gerusalemme "il prossimo dicembre e si farà accompagnare da una nutrita delegazione di rettori e professori italiani per spezzare l'isolamento accademico".
 
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  davar
le reazioni in israele all'intesa con ankara
Bibi apre al Medio Oriente 2.0,
con i turchi accordo strategico

Ognuno da casa propria ma in contemporanea e soprattutto con lo stesso messaggio: l'intesa per la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Turchia è stata firmata. Nelle scorse ore infatti è arrivata da Gerusalemme e Ankara l'ufficializzazione della firma dell'accordo che ricuce il rapporto tra i due Paesi, dopo sei anni di gelo. Il fatto che l'annuncio sia stato fatto separatamente, sottolineano i media israeliani, - ognuno a casa propria appunto –, dimostra che ancora molta è la strada da fare. “È un accordo che ha importanza strategica per Israele” e che permetterà di “creare un'isola di stabilità” nel Medio Oriente, il commento del Premier israeliano Benjamin Netanyahu da Roma, dove ha incontrato il segretario Usa John Kerry e il Premier italiano Matteo Renzi. D'accordo con lui la maggior parte della maggioranza che lo sostiene e che domani all'interno del gabinetto dei ministri voterà a favore dell'intesa. Ma non tutti. Il ministro dell'Educazione Naftali Bennett e il ministro alla Giustizia Ayelet Shaked, di HaBayt HaYehudi, così come il ministro della Difesa Avigdor Lieberman, leader di Israel Beitenu, hanno annunciato che voteranno contro.
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pagine ebraiche - dossier sport
Identità, passione, valori positivi La parola ai grandi protagonisti
Chi l’ha detto che una favola a stagione è abbastanza? Magari non vale quanto quella del Leicester di Claudio Ranieri, l’uomo simbolo di un calcio dove il cuore è più forte di piedi raffinati e di investimenti multimilionari. Ma comunque l’impresa dell’Hapoel Beer Sheva, che in Israele si è aggiudicato all’ultimo tuffo e dopo 40 anni un titolo nazionale, e che appena un paio di stagioni fa lottava per non retrocedere in seconda divisione, ha comunque i contorni della magia. Quella del Leicester del deserto è una delle tante storie un po’ speciali che vi raccontiamo nel dossier “Sport”, sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione mentre entra nel vivo la competizione per aggiudicarsi gli Europei di Francia (con l’Italia in grande smalto) e si avvicina l’appuntamento con una nuova Olimpiade, la prima a svolgersi in Sud America. Un’edizione molto attesa, segnata anche da una diversa consapevolezza del passato rispetto ai Giochi di Londra, quando il comitato organizzatore si dimostrò piuttosto indifferente rispetto al 40esimo anniversario del massacro palestinese ai Giochi di Monaco, suscitando un vespaio di meritate polemiche (quest’anno le cose dovrebbero andare molto diversamente).
Questo approfondimento è dedicato allo sport, ma non necessariamente in una dimensione agonistica. Nostro gradite ospite nelle pagine interne è infatti il sociologo Mauro Valeri, a capo dell’osservatorio che monitora gli episodi di intolleranza nelle diverse serie del calcio italiano. Un fenomeno articolato, che come tale richiede investimenti e ragionamenti complessi. Quelli che svolgono assieme a noi alcuni protagonisti dell’informazione sportiva, chiamati a rapportarsi con una società che cambia e che inevitabilmente influenza anche quello che accade sugli spalti, dove talvolta l’estremismo dilaga, e il modo in cui questo viene raccontato dai grandi media.
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pagine ebraiche - dossier sport 
Antognoni e l'arbitro israeliano
"Così ho sconfitto i fantasmi"

Ci sono voluti oltre trent’anni perché si rincontrassero. L’italiano, ancora la stessa criniera bionda che ha fatto sognare i tifosi della Fiorentina e della nazionale. L’israeliano, un po’ invecchiato ma comunque lucido, l’ha riconosciuto al volo. “Toh, guarda chi si vede”.
L’italiano avrebbe potuto sfogare un po’ di acredine, e ne avrebbe avuto pieno diritto, ma con la signorilità che lo contraddistingue ha preferito scherzarci sopra. L’israeliano è stato al gioco. Pochi minuti insieme, il tempo di un cocktail, di un paio di battute fulminanti, e poi ciascuno via per la sua strada.
L’italiano all’anagrafe fa Giancarlo Antognoni, un gigante dello sport e del calcio azzurro. L’israeliano è nato a Timosoara, in Romania, ma da bambino (dopo l’inferno della Shoah) ha scelto la sua terra promessa, uno Stato giovane che iniziava a sedimentarsi proprio in quella stagione, dove l’hanno registrato come Abraham Klein.
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anche israele ricorda bud spencer
Carlo Pedersoli (1929-2016)
Nella mia vita ho fatto di tutto, ma proprio di tutto. Solo due cose non ho potuto fare: il ballerino classico e il fantino”. Diceva così di sé Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, scomparso ieri a Roma all’età di 86 anni. Un’affermazione vera nella vita, dove è stato nuotatore olimpico e attore, studente brillante ai Parioli a Roma e impiegato in un’impresa di costruzioni in Sudamerica, ma anche pilota di elicotteri e scrittore; così come al cinema, dove ha recitato nei celebri Spaghetti Western che l’hanno reso famoso in tutto il mondo insieme al suo inseparabile compagno Terence Hill, lavorando anche con Eli Wallach (figlio di ebrei polacchi nonché noto per essere stato il “brutto” di Sergio Leone), ma ha anche saputo farsi portavoce della denuncia sociale con una parte in Torino nera di Carlo Lizzani. Soprannominato “il gigante buono del cinema italiano”, oggi tutti lo ricordano con affetto, dal premier italiano Matteo Renzi (“Ciao Bud, ti abbiamo voluto bene in tanti”, lo ha salutato in un tweet) alla stampa israeliana, che ha sottolineato come “in coppia con il suo amico Terence Hill sono stati ammirati in tutta Europa e in Israele”.
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il museo interattivo della comunità
Padova ebraica, storia secolare
d'integrazione e identità

Di che cosa è fatta una storia? Di luoghi, momenti irripetibili nel bene e nel male, persone e idee che le guidano. Nulla di tutto questo manca nella secolare vicenda della comunità ebraica di Padova, che oggi conta circa duecento anime, ma come in tanti altri casi non sono i numeri che valgono, è la sostanza di vita. Per raccontare questa storia, che è unica come ogni altra ma con qualcosa di speciale in più, non si può non partire da una data terribile: nella notte fra il 13 e il 14 maggio 1943 un incendio doloso – opera di fascisti – distrugge quasi interamente la sinagoga della città con i suoi archivi. Nessun giornale menziona l’evento, nessuno viene denunciato. La comunità viene "consigliata" di "dichiarare che si è trattato di un cortocircuito", racconta Ada Levi nelle sue memorie.

Elena Loewenthal, La Stampa 28 giugno 2016

(Nell’immagine l’inaugurazione del museo della Padova ebraica) 
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i due bandi della comunità
Torino cerca figure professionali,
un internal auditor e un docente 

La Comunità ebraica di Torino ha aperto due bandi per la selezione di un'internal auditor, con il compito di verificare il bilancio e la situazione patrimoniale di ogni comparto comunitario, fornendo  analisi, valutazioni, raccomandazioni, informazioni sulle attività prese in esame, e per la selezione di personale docente per la scuola primaria Colonna e Finzi.
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qui firenze
Ester Lopes Pegna (1927-2016)
Ci ha lasciati da poche ore Ester Smulevich Lopes Pegna z.l. e tutte noi del Consiglio dell’Associazione Donne Ebree d’Italia Firenze desideriamo ricordarla sia come amica che come maestra di tanto sapere. Ester è stata una donna speciale che, oltre all’amore e all’affetto per i suoi cari, ha dedicato con passione tanto tempo all’Adei Wizo (di cui per molti anni è stata presidente).
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pilpul
Schegge di razionalità
A Roma, nella giornata di ieri, Turchia e Israele hanno trovato un accordo dopo sei anni di scontri e strali. Risarcimento alle vittime della Mavi Marmara, immunità per i soldati che avevano condotto l’assalto, aiuti per Gaza, riconoscimento “velato” per Hamas che potrà avere degli uffici ad Ankara. Sullo sfondo, il conflitto interno al mondo arabo tra sunniti e sciiti, e la comune volontà – che avvicina anche Egitto e Arabia Saudita – di limitare l’ascesa iraniana nella zona. In un mondo che pare sempre più una maionese impazzita, schegge di razionalità. E forse non è del tutto casuale che si manifestino a Roma, sotto gli auspici della diplomazia nazionale e internazionale.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Venezia 1516
Cinque secoli fa, nel 1516, veniva istituito a Venezia il primo ghetto al mondo. La settimana scorsa è stata inaugurata a Palazzo Ducale una grande mostra dal titolo “Venezia, gli Ebrei e l’Europa. 1516-2016”, allestita da un comitato scientifico presieduto da Donatella Calabi, che vede la presenza dei più importanti studiosi mondiali di quella vicenda e la collaborazione del Museo Ebraico di Venezia e dello Iuav, con il sostegno della Regione del Veneto e delle Fondazioni David Berg di New York, Venetian Heritage, Galdys Krieble Delmas, Save Venice, e Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia.
La mostra, che sarà aperta fino al 13 novembre, racconta attraverso immagini, documenti e filmati la storia del Ghetto di Venezia, della sua crescita, della sua architettura, della società dei mestieri, della vita materiale e delle relazioni tra la minoranza ebraica e l’intera città in un contesto di rapporti con altri insediamenti ebraici in Europa e nel bacino mediterraneo, con un catalogo edito dalla casa editrice Marsilio e curato da Donatella Calabi, Ludovica Galeazzo e Martina Massaro.


Mario Avagliano
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