La scomparsa di Elie Wiesel
Maestro di Vita
e di Memoria
Quando
si pensa a Elie Wiesel z.l. la nostra mente va subito alla drammatica
questione dell’eclisse di Dio durante la Shoah. Cosa abbiamo imparato
di essenziale dalla frequentazione del messaggio di Wiesel? In primis,
che alcune domande come: “Credi in Dio? Dio esiste o no?”, sono domande
non ebraiche e semmai di altre tradizioni religiose. Per un ebreo la
vera protesta è inscindibile dalla fedeltà alla Torah. A Dio possiamo
dire tutto, ripete Elie Wiesel nelle sue opere, purché sia dall’interno
dell’ebraismo. Abbiamo il diritto di domandarci se è normale che la
tradizione ebraica non sia stata assolutamente scossa dalla Shoah, come
i nostri antenati lo furono dalla distruzione del Tempio e dall’esilio.
È soprattutto nel libro “Giobbe o Dio nella tempesta”, scritto con Josy
Eisenberg, che Elie Wiesel affronta il tema del Male e le sue cause, le
sue conseguenze, filosofiche, teologiche, storiche. In virtù della sua
passione per lo studio, il suo interrogare senza posa i testi, il suo
pensiero, la sua intelligenza del cuore, mossi dalla sua propria
esperienza, dalla sua prova del Male e dell’Esilio, dell’assurdo, del
nulla e della morte, Elie Wiesel è stato un Maestro che ha incarnato il
dovere del Talmid Chakham, che è quello di insegnare, di studiare, di
invitare allo studio.
Roberto Della Rocca, rabbino
Pagine Ebraiche 24, 5 luglio 2016
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