Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

7 luglio 2016 - 1 Tamuz 5776
header

Orizzonti

Antisemitismo, definirlo per combatterlo

img header

Pochi giorni prima che l’Italia approvasse il disegno di legge sul negazionismo, a Bucarest i circa trecento rappresentanti dei trentuno paesi membri dell’International Holocaust Remembrance Alliance hanno approvato la definizione operativa di antisemitismo. L’IHRA, rete intergovernamentale nata nel 1998 come Task Force for International Cooperation on Holocaust Education, Remembrance, and Research (ITF) per impulso del governo svedese, raccoglie due volte all’anno tutte le delegazioni nazionali per una settimana di riunione plenaria, che vede riuniti ministri, ambasciatori e rappresentanti del mondo accademico, suddivisi per aree e commissioni. Il lavoro, così come durante tutto l’anno, procede su vari piani: studi e ricerche volte a promuovere azioni concrete di formazione e insegnamento, documenti da presentare alle organizzazioni internazionali e un’azione costante di pressione sui singoli governi per lavorare sull’idea che riporta il tema della Shoah nella politica contemporanea. Durante la prima sessione plenaria organizzata dalla presidenza rumena e nello spirito della Dichiarazione di Stoccolma del 2000 che guida le azioni dell’IHRA (il cui testo completo è disponibile sul sito dell’organizzazione) è stato raggiunto il consenso su una definizione operativa di antisemitismo a lungo attesa.

Leggi tutto

 

DEMENZA DIGITALE

Tripla parentesi: la nuova frontiera dell’intolleranza (e di chi la contrasta)

img headerUn altro simbolo di odio è andato ad aggiungersi al già lungo elenco dell'Anti Defamation League, l'organizzazione non governativa internazionale - ma basata negli Statu Uniti - che combatte l'antisemitismo e tutte le forme di fanatismo, e difende ideali democratici e tutela dei diritti civili per tutti attraverso "informazione, istruzione e legislazione". La tripla parentesi, nota anche come (((eco))) è usata da qualche tempo dai suprematisti bianchi per evidenziare il nome di personalità di origine ebraica (vera o presunta), prevalentemente su twitter. Così segnalato, l'"obiettivo" viene poi preso di mira dagli estremisti, che costruiscono campagne mirate di incitamento all'odio, principalmente online. Una pratica adottata soprattutto da gruppi razzisti di estrema destra, protetti dalla difficoltà di individuare quello che fino a qualche settimana addietro era una sorta di codice sconosciuto ai più, probabilmente nato nel 2014, quando "The Daily Shoah", il podcast del blog di destra "Right Stuff", iniziò a usare l'eco come effetto sonoro che andava a sottolineare qualsiasi nome di origine ebraica venisse pronunciato.

Leggi tutto

 

DEMENZA DIGITALE

Un patto contro l’odio online

img header

“I recenti attacchi terroristici ci hanno ricordato l’urgenza di affrontare il problema dell’istigazione all’odio online. I social media purtroppo sono anche usati dai gruppi terroristici per radicalizzare i giovani e come strumento razzista che diffonde violenza e odio. Questo accordo è un passo avanti importante, volto a garantire che Internet possa restare un luogo di espressione libera e democratica, in cui sono rispettati i valori e le leggi europee”. Così Vĕra Jourová, Commissario europeo per la Giustizia, i Consumatori e l’Uguaglianza di genere, ha commentato la firma apposta da Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube (Google) al Codice di condotta della Commissione Europea. La preoccupazione per gli attacchi terroristici e l’afflusso costante di rifugiati hanno reso ancora più forti le tensioni razziali esistenti in alcuni paesi, ma il focus del Codice non è esclusivamente sul terrorismo. Come ha ricordato anche Anna Masera su La Stampa il riferimento è a una legge approvata nel 2008 che definisce reato tutti i comportamenti che “incitano pubblicamente alla violenza o all’odio direttamente contro gruppi di persone o persone, con riferimento a razza, colore, religione, provenienza, nazionalità o origine etnica”.

Leggi tutto

 

DEMENZA DIGITALE

La disinformazione in rete
che mina le democrazie

img header

“Basta seguire gli account Twitter giusti e ti ritrovi i link a finti siti web e dubbie organizzazioni che producono statistiche inventate. E gli amici che ci credono. Se lo desideri, potrai entrare a vivere in una bolla interamente separata da qualsiasi realtà, eccetto quella creata da blogger di estrema destra, anarchici di estrema sinistra, esperti di comunicazione del Cremlino, tutti bravissimi a sviluppare questo tipo di realtà alternativa”. Così Anne Applebaum, giornalista americana, racconta i rischi connessi all’uso dei social network. Uso o forse abuso. In uno dei suoi editoriali per il Washington Post infatti, la vincitrice del Premio Pulitzer per il libro “Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici” (Mondadori) spiega quelli che definisce “i danni che Facebook sta apportando alle democrazie”. Con un focus cruciale: la demolizione del confine tra le notizie e l’informazione creata da testate e giornalisti professionisti e quella massa di dati, fatti o presunti tali, prese di posizione fatte da chi non deve rispondere a un’etica professionale, attraverso i propri profili online.

Leggi tutto

 

La scomparsa di Elie Wiesel 

Maestro di Vita
e di Memoria 

Quando si pensa a Elie Wiesel z.l. la nostra mente va subito alla drammatica questione dell’eclisse di Dio durante la Shoah. Cosa abbiamo imparato di essenziale dalla frequentazione del messaggio di Wiesel? In primis, che alcune domande come: “Credi in Dio? Dio esiste o no?”, sono domande non ebraiche e semmai di altre tradizioni religiose. Per un ebreo la vera protesta è inscindibile dalla fedeltà alla Torah. A Dio possiamo dire tutto, ripete Elie Wiesel nelle sue opere, purché sia dall’interno dell’ebraismo. Abbiamo il diritto di domandarci se è normale che la tradizione ebraica non sia stata assolutamente scossa dalla Shoah, come i nostri antenati lo furono dalla distruzione del Tempio e dall’esilio. È soprattutto nel libro “Giobbe o Dio nella tempesta”, scritto con Josy Eisenberg, che Elie Wiesel affronta il tema del Male e le sue cause, le sue conseguenze, filosofiche, teologiche, storiche. In virtù della sua passione per lo studio, il suo interrogare senza posa i testi, il suo pensiero, la sua intelligenza del cuore, mossi dalla sua propria esperienza, dalla sua prova del Male e dell’Esilio, dell’assurdo, del nulla e della morte, Elie Wiesel è stato un Maestro che ha incarnato il dovere del Talmid Chakham, che è quello di insegnare, di studiare, di invitare allo studio.

Roberto Della Rocca, rabbino
Pagine Ebraiche 24, 5 luglio 2016


Leggi tutto

La scomparsa di Elie Wiesel

L'uomo che vide Dio appeso a una forca  

Ed è giunta anche per lui quella notte infinita di cui la sua scrittura aveva fatto cifra del male assoluto in terra e in cielo. No, qualcosa di più: La notte di Elie Wiesel è il ritratto del mondo che ha attraversato: il ghetto. Buchenwald. Auschwitz. «Dietro di me sentii il solito uomo domandare: Dov'è Dio. E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca». Appeso a quella forca c'era un bambino, ancora vivo per un soffio di tempo. Elie Wiesel ci ha Iasciati: l'annuncio arriva dalla collina dello Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, ed è come un'eco triste che risuona ai quattro angoli del mondo, ovunque lui ha vissuto, scritto, lottato. Era nato nel 1928 a Sighetu Marmatiei, in Romania, anzi fra i monti Carpazi, là dove c'era un ebraismo remoto, distante da tutto nel tempo e nello spazio, quasi millenario. Un ebraismo di campagna e di montagne, fatto più di silenzi che di parole. Wiesel aveva attraversato l'infanzia insieme allo yiddish e a un chasidismo dolce, mite, condito di un umanesimo spontaneo, fatto di parole antiche. Aveva studiato tanta Torah, sia con il padre sia con la madre.




Elena Loewenthal, La Stampa
3 luglio 2016


Leggi tutto



Shir Shishi - una poesia per erev shabbat

"Sono sprofondato padre,
e negli abissi sei assente"

img header
Per questo venerdì, ho scelto di riportare parole molto particolari: si tratta dell'elegia o canto di preghiera recitato durante il funerale di Michael Mark, il direttore della Yeshiva che è stato assassinato il 3 luglio scorso. Queste parole sono state scritte dal figlio Yehoshua, un ragazzo giovane, per piangere la morte crudele del padre. Anche se non si tratta della lirica di un poeta, penso meriti di essere letta anche in italiano.


Padre mio, la forza e la tenerezza.
La forza della tenerezza.
L’equilibrio. Anima più profonda del mare
E amico con tutti.
Uno sguardo penetrante e io penso alla teshuva. Quando
quegli occhi avvolgono, so che insieme oggi
supereremo ogni sciagura. Col passare degli anni
si schiariscono altre tue
profondità. Altra gente, sembra,
si appoggiano, con lui si consigliano. Pubblico
di ammiratori. Da te hai studiato e
a noi tutti insegnato ad accettare l’altro,
amarlo. Padre – uomo della cabbala,
della sposa, del dare infinito
e del pensiero. Un pensiero singolare. Comprensione
della realtà stratificata. Padre, cosa
dirò e cosa racconterò? Non c’è foglio che tenga.
Il mio cuore si spezza di nostalgia.
Il Mar Rosso si lacera e placido non tornerà.
Son sprofondato, padre, negli abissi sei assente.
Si è prosciugato il mio cuore, assetato per il tuo amore. Hashem
ha soddisfatto la Sua volontà,
e cosa sarà di noi?
Accetteremo con amore?
A chi andrà la nostra maledizione?


Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.