L’età delle demagogie
L’antipolitica abita sul web
“Ho
impiegato del tempo per capire che la novità che avevamo davanti, nelle
sue grandi linee, era la replica di un film già visto molte volte.
Nella storia italiana chi dice di essere il nuovo, il purissimo,
l’incontaminato, lo fa per non far capire che è vecchio, anzi
vecchissimo”. Apre con questa premessa il suo “I Purissimi: I nuovi
vecchi italiani di Beppe Grillo” (Feltrinelli) lo storico David
Bidussa. Sin dall'inizio ci chiarisce che la strada del “nuovo”,
rivendicata a pieni polmoni e in ogni occasione dal Movimento Cinque
Stelle e dalla sua guida politica, il comico Grillo, non è altro che un
percorso già battuto da altri, più volte. E i puri, nella precisa
narrazione di Bidussa, quelli del nuovo abito della politica, quelli
che indossano vestiti bianchi e candidi, anzi i più bianchi e candidi,
si rivelano come riproposizioni di altro che già c'era. Non basta la
rete, non basta internet e la sua presunta democraticità per dimostrare
la novità di un mondo nato sì a attorno a un blog, beppegrillo.it, e
quindi nella realtà 2.0 ma che non sfugge alle regole e deformazioni
della vita analogica. “Più che uno spazio di discussione - scrive
Bidussa - beppegrillo.it sembra un ordine, con le sue regole non
violabili, pena la sanzione di espulsione. Per i trasgressori, gli
'infedeli', i corruttibili o, più laicamente, i dubbiosi non c’è
possibilità di recupero. Sono 'persi'. La salvezza è nella conversione,
nel pentimento e nella sottomissione”.
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