Paolo Sciunnach,
insegnante | Necessariamente
la halakha tratta delle leggi in senso astratto, senza tener presente
l'individuo nella sua interezza. Il compito invece della haggadah è di
ricordare che lo scopo di un atto è di trasformare colui che agisce,
che lo scopo dell'osservanza è di abituarci a raggiungere fini
spirituali. Si sa bene che tutte le mizvoth mirano a purificare il
cuore, che è l'elemento essenziale. Le mizvoth che noi compiamo con il
nostro corpo hanno infatti lo scopo di stimolare la nostra spiritualità
è vengono realizzate con la mente e con il cuore, perché questi ultimi
sono i pilastri su cui si basa il servizio di D-o.
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Anna
Foa,
storica | "Per
la sua cecità nel colpire gli innocenti, il terrorismo ha una forza
immensa, in grado di paralizzare una società civile e rafforzare gli
stereotipi razzisti. …Ci sono mezzi per indebolire il terrorismo. Prima
di tutto bisogna combatterlo militarmente nei luoghi d’origine. Poi è
necessario aumentare l’allerta sia della popolazione sia delle forze
dell’ordine. Alla fine, però, il modo di minare anche se molto
lentamente le fondamenta del terrorismo è per forza il cambiamento nel
modo di rapportarsi della maggioranza nei confronti delle minoranze.”
(David Grossman, Repubblica 16 luglio 2016).
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Sicurezza e quotidianità
Il doppio binario d'Israele
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“Vivere
con un doppio binario. Vivere sapendo che il rischio sta dentro
l’angolo e quindi saperlo intercettare e al tempo stesso sempre
accettare di vivere la massima quotidianità con la massima
spensieratezza”.
Intervistata dal direttore di Rainews24 Antonio Di Bella, la presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni è stata
ieri ospite a Saxa Rubra di uno spazio di approfondimento dedicato alla
minaccia del terrorismo e alla risposta israeliana all’odio.
“L’invito – ha sottolineato nell’occasione – è a non avere il timore di
insegnare oggi ai nostri figli in Europa di saper leggere questi
segnali, di saper partecipare alla lettura di questi rischi e di questi
pericoli. Si impara a vivere con la paura ma senza generare terrore. La
sfida è sapere che esiste un rischio, ma non avere il terrore addosso”.
Ancora incerta la sorte dei cittadini italiani che risultano dispersi
dopo l’attentato terroristico di Nizza. La lista si è ridotta a sei
nomi, di cinque si conosce l’identità. Sono, come scrive tra gli altri
Repubblica, Angelo D’Agostino e Gianna Muset, una coppia di anziani di
Voghera e i loro amici, Mario Casati e Graziella Ascoli, di 90 e 77
anni. Probabilmente insieme a questo gruppo c’era anche una quinta
persona di cui non è ancora stata diffusa l’identità. La lista dei
dispersi si chiude con Carla Gave, iI figlio della coppia di Voghera.
Ieri, in tarda mattinata, una buona notizia a smentirne un’altra di
segno opposto: la famiglia di Sal Sermoneta, un ebreo italiano
residente in Canada, è stata rintracciata a Londra dopo che i parenti,
nella serata di sabato, avevano segnalato all’unità di crisi della
Farnesina la scomparsa di Sal stesso, della moglie e della figlioletta.
In merito all’attentato sventato ieri a Gerusalemme, il corrispondente
del Corriere della sera Davide Frattini scrive: “I servizi segreti
interni faticano quanto quelli occidentali a fermare i cosiddetti ‘lupi
solitari’, l’ondata di violenza che va avanti dall’ottobre dell’anno
scorso è soprattutto opera loro. Così i passanti sanno che la
responsabilità è anche individuale, che la polizia non basta”.
Un tema toccato anche dalla presidente della Comunità ebraica romana
Ruth Dureghello in una intervista al Tempo: “Al terrore – afferma – non
si può rispondere con la violenza. Occorre sfruttare la paura per
instillare nella libera civiltà europea un nuovo senso di solidarietà
collettiva. Al pari di quanto accade in Israele ogni cittadino deve
diventare un guardiano della sicurezza dei propri simili”.
“Sui camion bar, bancarelle e gli urtisti, il Ministero dei Ben
Culturali non torna indietro: zero dialogo, non esistono tavoli dove
negoziare e rivedere le linee guida attivate, dopo venti anni di
battaglie a suon di carte bollate, dall’amministrazione Marino”. Così
scrive oggi il Messaggero nella sua cronaca romana.
Secondo il segretario generale dei Beni Culturali, il commercio
ambulante “avrà certo la sua legittimità” ma ma può essere svolto in
luoghi “che non siano quelli di vicinanza o coincidenza con i monumenti
simbolo mondiale del patrimonio italiano come il Colosseo”.
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i lavori del consiglio dell'ebraismo italiano
La nuova Giunta a confronto
con temi e sfide strategiche
Subito
al lavoro la nuova Giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
che ha avviato il proprio corso al termine della riunione del Consiglio
UCEI svoltasi ieri a Roma con primo punto all’ordine del giorno la
nomina del nuovo organo esecutivo. Un primo proficuo confronto che ha
visto al tavolo, accanto alla presidente Noemi Di Segni, i due neo
vicepresidenti Giulio Disegni (delega al Patrimonio) e Giorgio Mortara
(delega alle Politiche sociali), oltre al rav Giuseppe Momigliano
(Culto) e agli assessori David Menasci (Rapporti con le Comunità),
Guido Guetta (Bilancio), Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e
giovani), Gianni Ascarelli (Beni Culturali) e Franca Formiggini Anav
(Personale e affari legali).
Ampia la maggioranza, all’interno del Consiglio, che ha determinato la
formazione dell’esecutivo oltre che dei tre assessorati fuori Giunta,
assegnati ai Consiglieri Giacomo Moscati (Rapporti internazionali),
David Meghnagi (Cultura) e Jacqueline Fellus (Casherut).
Tra i temi all’ordine del giorno anche la composizione delle
commissioni incaricate di affiancare i singoli assessori per il
raggiungimento degli obiettivi strategici. A coordinare i vari gruppi
di lavoro, come stabilito dalla Giunta, sarà il Consigliere Guido Osimo.
L'assise dell'ebraismo italiano ha votato anche la nomina del nuovo
Collegio sindacale dell’ente, che risulta composto da Riccardo Bauer,
Cesare Cava e Roberto Busnach. Leggi
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il censimento del Fondo Ambiente Italiano
Sciesopoli, luogo del cuore
Luoghi
di ricordi, di emozioni. Luoghi di memoria, di storia. Luoghi del
cuore. Ed è così che si chiama il progetto del Fondo Ambiente Italiano
(Fai), un censimento nazionale che da tredici anni in collaborazione
con Intesa San Paolo chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli
e grandi tesori a cui sono affezionati e che vorrebbero preservare in
modo che rimangano così per sempre. E quest'anno, all'interno del
censimento "I Luoghi del cuore" compare anche Sciesopoli, l'ex colonia
fascista a Selvino, vicino a Bergamo, dove tra il 1945 e il 1948
vissero ottocento bambini sotto la cura di esponenti della Comunità
ebraica di Milano e della Brigata Ebraica, amichevolmente accolti dalla
popolazione locale. Si può votare online sul sito iluoghidelcuore.it
per sostenere la sua candidatura a luogo del cuore preferito dagli
italiani, in modo tale da fargli ottenere visibilità e anche
eventuali fondi per la sua tutela e valorizzazione. Leggi
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informazione - international edition
“Coprire gli specchi, per Nizza”
“Per
favore, risparmiamoci metafore inutili e facili populismi,
risparmiamoci parole a voce alta ed opinioni urlate. E copriamo gli
specchi, per Nizza”. Un pensiero ai fatti della città della Costa
Azzurra, dove un efferato attacco terrorista ha ucciso oltre ottanta
persone, viene rivolto dall’economista Susanna Calimani nel suo
intervento mensile pubblicato sull’uscita odierna di Pagine Ebraiche International Edition.
Una riflessione che ricorda gli usi della shivah, la settimana di lutto
prevista dalla tradizione ebraica dopo la scomparsa di una persona
cara, tra cui appunto quello di coprire gli specchi.
C’è tanta Italia a Nizza, nelle sue origini (per secoli il centro fu
parte della Savoia e lì nacque Giuseppe Garibaldi), nell’attuale
popolazione tricolore, che costituisce il secondo gruppo di origine
straniera più numeroso della città, nel fatto che è meta di vacanza
amatissima da tanti cittadini della Penisola. E proprio nel luogo
dell’attentato, la Promenade des Anglais, vi è un omaggio alla figura
di un grande italiano, Angelo Donati, diplomatico e uomo d’affari che
negli anni tra il 1940 e il 1943 si adoperò per garantire la sicurezza
degli ebrei di Nizza e dei tanti che vi erano arrivati da tutta Europa:
una targa al civico 43 ne ricorda l’impegno. Leggi
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Oltremare
- Colori |
Vista
la completa infrequentabilità dei telegiornali, che da giovedì sera
sono una colata di lava di pessime notizie che erutta da diversi
vulcani in diversi continenti, ho avuto un guizzo di post trauma e ho
ricominciato a non acquisire nulla che passi dallo schermo o da una
radio, e che non siano le previsioni del tempo. Dopo otto anni in
Israele il cervello acquisisce questa non innata capacità, per fortuna:
spegne l'audio, abolisce la traduzione simultanea oramai incorporata
alla realtà, e prende fiato.
E così mi sono accorta che da qualche mese c'è in giro a Tel Aviv una
nuova moda, per ora prevalentemente femminile. Donne di ogni età, dalle
adolescenti alle loro nonne, si tingono lunghe ciocche di capelli di
colori meravigliosi e impossibili in natura. Dal blu al turchese,
passando per il bianco puro e il grigio perla che vanno forte per le
ventenni. Probabilmente è una moda che abbiamo ricevuto di riflesso con
ritardo di anni, come capita spesso in questo angolo di periferia
dell’Impero. Come la luce che arriva da un sole lontano. Ha tutta
l'aria di essere un riflesso europeo, più che europeo tedesco, e più
che tedesco berlinese, ma la mia è una pura supposizione.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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