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18 luglio 2016 - 12 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
Necessariamente la halakha tratta delle leggi in senso astratto, senza tener presente l'individuo nella sua interezza. Il compito invece della haggadah è di ricordare che lo scopo di un atto è di trasformare colui che agisce, che lo scopo dell'osservanza è di abituarci a raggiungere fini spirituali. Si sa bene che tutte le mizvoth mirano a purificare il cuore, che è l'elemento essenziale. Le mizvoth che noi compiamo con il nostro corpo hanno infatti lo scopo di stimolare la nostra spiritualità è vengono realizzate con la mente e con il cuore, perché questi ultimi sono i pilastri su cui si basa il servizio di D-o.
 
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Anna
Foa,
storica
"Per la sua cecità nel colpire gli innocenti, il terrorismo ha una forza immensa, in grado di paralizzare una società civile e rafforzare gli stereotipi razzisti. …Ci sono mezzi per indebolire il terrorismo. Prima di tutto bisogna combatterlo militarmente nei luoghi d’origine. Poi è necessario aumentare l’allerta sia della popolazione sia delle forze dell’ordine. Alla fine, però, il modo di minare anche se molto lentamente le fondamenta del terrorismo è per forza il cambiamento nel modo di rapportarsi della maggioranza nei confronti delle minoranze.” (David Grossman, Repubblica 16 luglio 2016).
 
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Sicurezza e quotidianità
Il doppio binario d'Israele
“Vivere con un doppio binario. Vivere sapendo che il rischio sta dentro l’angolo e quindi saperlo intercettare e al tempo stesso sempre accettare di vivere la massima quotidianità con la massima spensieratezza”.
Intervistata dal direttore di Rainews24 Antonio Di Bella, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni è stata ieri ospite a Saxa Rubra di uno spazio di approfondimento dedicato alla minaccia del terrorismo e alla risposta israeliana all’odio.
“L’invito – ha sottolineato nell’occasione – è a non avere il timore di insegnare oggi ai nostri figli in Europa di saper leggere questi segnali, di saper partecipare alla lettura di questi rischi e di questi pericoli. Si impara a vivere con la paura ma senza generare terrore. La sfida è sapere che esiste un rischio, ma non avere il terrore addosso”.

Ancora incerta la sorte dei cittadini italiani che risultano dispersi dopo l’attentato terroristico di Nizza. La lista si è ridotta a sei nomi, di cinque si conosce l’identità. Sono, come scrive tra gli altri Repubblica, Angelo D’Agostino e Gianna Muset, una coppia di anziani di Voghera e i loro amici, Mario Casati e Graziella Ascoli, di 90 e 77 anni. Probabilmente insieme a questo gruppo c’era anche una quinta persona di cui non è ancora stata diffusa l’identità. La lista dei dispersi si chiude con Carla Gave, iI figlio della coppia di Voghera.
Ieri, in tarda mattinata, una buona notizia a smentirne un’altra di segno opposto: la famiglia di Sal Sermoneta, un ebreo italiano residente in Canada, è stata rintracciata a Londra dopo che i parenti, nella serata di sabato, avevano segnalato all’unità di crisi della Farnesina la scomparsa di Sal stesso, della moglie e della figlioletta.

In merito all’attentato sventato ieri a Gerusalemme, il corrispondente del Corriere della sera Davide Frattini scrive: “I servizi segreti interni faticano quanto quelli occidentali a fermare i cosiddetti ‘lupi solitari’, l’ondata di violenza che va avanti dall’ottobre dell’anno scorso è soprattutto opera loro. Così i passanti sanno che la responsabilità è anche individuale, che la polizia non basta”.
Un tema toccato anche dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello in una intervista al Tempo: “Al terrore – afferma – non si può rispondere con la violenza. Occorre sfruttare la paura per instillare nella libera civiltà europea un nuovo senso di solidarietà collettiva. Al pari di quanto accade in Israele ogni cittadino deve diventare un guardiano della sicurezza dei propri simili”.

“Sui camion bar, bancarelle e gli urtisti, il Ministero dei Ben Culturali non torna indietro: zero dialogo, non esistono tavoli dove negoziare e rivedere le linee guida attivate, dopo venti anni di battaglie a suon di carte bollate, dall’amministrazione Marino”. Così scrive oggi il Messaggero nella sua cronaca romana.
Secondo il segretario generale dei Beni Culturali, il commercio ambulante “avrà certo la sua legittimità” ma ma può essere svolto in luoghi “che non siano quelli di vicinanza o coincidenza con i monumenti simbolo mondiale del patrimonio italiano come il Colosseo”.
 
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  davar
i lavori del consiglio dell'ebraismo italiano
La nuova Giunta a confronto
con temi e sfide strategiche

Subito al lavoro la nuova Giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha avviato il proprio corso al termine della riunione del Consiglio UCEI svoltasi ieri a Roma con primo punto all’ordine del giorno la nomina del nuovo organo esecutivo. Un primo proficuo confronto che ha visto al tavolo, accanto alla presidente Noemi Di Segni, i due neo vicepresidenti Giulio Disegni (delega al Patrimonio) e Giorgio Mortara (delega alle Politiche sociali), oltre al rav Giuseppe Momigliano (Culto) e agli assessori David Menasci (Rapporti con le Comunità), Guido Guetta (Bilancio), Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e giovani), Gianni Ascarelli (Beni Culturali) e Franca Formiggini Anav (Personale e affari legali).
Ampia la maggioranza, all’interno del Consiglio, che ha determinato la formazione dell’esecutivo oltre che dei tre assessorati fuori Giunta, assegnati ai Consiglieri Giacomo Moscati (Rapporti internazionali), David Meghnagi (Cultura) e Jacqueline Fellus (Casherut).
Tra i temi all’ordine del giorno anche la composizione delle commissioni incaricate di affiancare i singoli assessori per il raggiungimento degli obiettivi strategici. A coordinare i vari gruppi di lavoro, come stabilito dalla Giunta, sarà il Consigliere Guido Osimo.
L'assise dell'ebraismo italiano ha votato anche la nomina del nuovo Collegio sindacale dell’ente, che risulta composto da Riccardo Bauer, Cesare Cava e Roberto Busnach.
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LA PRESIDENTE UCEI OSPITE DEGLI STUDI RAI
"Nella guerra al terrorismo
l'Europa impari da Israele"

La vita in Europa ai tempi del terrorismo islamico. Come reagire davanti all’ondata di ultimi attacchi? Quale il giusto approccio davanti a una minaccia che si fa sempre più presente nel quotidiano di milioni di cittadini, puntando a distruggere tutti i valori delle società democratiche e progredite?
Per affrontare il tema, il direttore di Rainews24 Antonio Di Bella ha voluto al suo fianco la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ospite ieri di uno spazio di approfondimento dedicato alla lezione da trarre, in questo senso, dall’esperienza israeliana.
“Vivere con un doppio binario. Vivere sapendo che il rischio sta dentro l’angolo e quindi saperlo intercettare e al tempo stesso sempre accettare di vivere la massima quotidianità con la massima spensieratezza”. Così la presidente dell’Unione ha illustrato l’approccio di Israele verso questo tema così doloroso ma anche così attuale, come ha dimostrato l’attacco sventato ieri a Gerusalemme.
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trieste - al via redazione aperta
Le sfide per il futuro ebraico
Prende il via in queste ore l'ottava edizione di Redazione Aperta, laboratorio giornalistico organizzato a Trieste e, quest'anno, anche a Venezia dalla redazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il supporto delle Comunità ebraiche delle due città. Numerosi gli ospiti che animeranno il confronto per due settimane di intenso lavoro e programmazione. Ad aprire Redazione Aperta, l'incontro tra la redazione, assieme ad alcuni ospiti del Master in Cultura ebraica e comunicazione dell'Unione, con il direttore del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Simonetta Della Seta.
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L'INCONTRO CON L'AMERICAN JEWISH COMMITTEE
Israele, lotta all'odio, community
Una sfida sempre più globale

Difesa di Israele contro ogni delegittimazione, lotta all’odio e all’antisemitismo, rafforzamento della cooperazione tra diverse comunità europee. Questi i principali temi abbracciati nel corso di un confronto avvenuto nelle scorse ore tra la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e una delegazione dell’American Jewish Committee, organismo ebraico internazionale con sede a New York che ha nell’Italia un importante partner strategico.
Segnato da grande cordialità e da un comune impegno su questi fronti, l’incontro vuol essere la premessa a un percorso di collaborazione sempre più intenso. A guidare la delegazione Ajc il direttore esecutivo David Harris (nell’immagine), accompagnato dalla rappresentante per l’Italia e presso la Santa Sede Lisa Palmieri Billig e dall’ex Consigliere UCEI Eva Ruth Palmieri.
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il censimento del Fondo Ambiente Italiano 
Sciesopoli, luogo del cuore
Luoghi di ricordi, di emozioni. Luoghi di memoria, di storia. Luoghi del cuore. Ed è così che si chiama il progetto del Fondo Ambiente Italiano (Fai), un censimento nazionale che da tredici anni in collaborazione con Intesa San Paolo chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori a cui sono affezionati e che vorrebbero preservare in modo che rimangano così per sempre. E quest'anno, all'interno del censimento "I Luoghi del cuore" compare anche Sciesopoli, l'ex colonia fascista a Selvino, vicino a Bergamo, dove tra il 1945 e il 1948 vissero ottocento bambini sotto la cura di esponenti della Comunità ebraica di Milano e della Brigata Ebraica, amichevolmente accolti dalla popolazione locale. Si può votare online sul sito iluoghidelcuore.it per sostenere la sua candidatura a luogo del cuore preferito dagli italiani, in modo tale da fargli ottenere visibilità  e anche eventuali fondi per la sua tutela e valorizzazione.
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informazione - international edition
“Coprire gli specchi, per Nizza”
“Per favore, risparmiamoci metafore inutili e facili populismi, risparmiamoci parole a voce alta ed opinioni urlate. E copriamo gli specchi, per Nizza”. Un pensiero ai fatti della città della Costa Azzurra, dove un efferato attacco terrorista ha ucciso oltre ottanta persone, viene rivolto dall’economista Susanna Calimani nel suo intervento mensile pubblicato sull’uscita odierna di
Pagine Ebraiche International Edition. Una riflessione che ricorda gli usi della shivah, la settimana di lutto prevista dalla tradizione ebraica dopo la scomparsa di una persona cara, tra cui appunto quello di coprire gli specchi.
C’è tanta Italia a Nizza, nelle sue origini (per secoli il centro fu parte della Savoia e lì nacque Giuseppe Garibaldi), nell’attuale popolazione tricolore, che costituisce il secondo gruppo di origine straniera più numeroso della città, nel fatto che è meta di vacanza amatissima da tanti cittadini della Penisola. E proprio nel luogo dell’attentato, la Promenade des Anglais, vi è un omaggio alla figura di un grande italiano, Angelo Donati, diplomatico e uomo d’affari che negli anni tra il 1940 e il 1943 si adoperò per garantire la sicurezza degli ebrei di Nizza e dei tanti che vi erano arrivati da tutta Europa: una targa al civico 43 ne ricorda l’impegno.
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pilpul
 Oltremare - Colori
Vista la completa infrequentabilità dei telegiornali, che da giovedì sera sono una colata di lava di pessime notizie che erutta da diversi vulcani in diversi continenti, ho avuto un guizzo di post trauma e ho ricominciato a non acquisire nulla che passi dallo schermo o da una radio, e che non siano le previsioni del tempo. Dopo otto anni in Israele il cervello acquisisce questa non innata capacità, per fortuna: spegne l'audio, abolisce la traduzione simultanea oramai incorporata alla realtà, e prende fiato.
E così mi sono accorta che da qualche mese c'è in giro a Tel Aviv una nuova moda, per ora prevalentemente femminile. Donne di ogni età, dalle adolescenti alle loro nonne, si tingono lunghe ciocche di capelli di colori meravigliosi e impossibili in natura. Dal blu al turchese, passando per il bianco puro e il grigio perla che vanno forte per le ventenni. Probabilmente è una moda che abbiamo ricevuto di riflesso con ritardo di anni, come capita spesso in questo angolo di periferia dell’Impero. Come la luce che arriva da un sole lontano. Ha tutta l'aria di essere un riflesso europeo, più che europeo tedesco, e più che tedesco berlinese, ma la mia è una pura supposizione. 


Daniela Fubini, Tel Aviv
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