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25 Luglio 2016 - 19 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
“Ecco, un popolo che da solo dimorerà e che non sarà annoverato tra le altre popolazioni” (Bemidbar 23, 9). Come considerare le parole di Bilam, incaricato di maledire il popolo ebraico da Balak?
 
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Anna
Foa,
storica
Mentre la vecchia Europa continua a tingersi di sangue, non dimentichiamoci la Turchia. Ieri una grande manifestazione ha portato in piazza l’altra metà della Turchia, i laici, coloro che non hanno appoggiato il golpe militare e hanno trovato il coraggio di protestare contro la repressione che infuria: carcere, torture, licenziamenti, sospensione di ogni libertà costituzionale. Non possiamo soli i turchi, mentre il regime di Erdogan smantella pezzo a pezzo ogni conquista democratica e ogni legalità. Cauti i commenti riportati su L’Unione informa di ieri da parte del mondo ebraico turco, una prudenza comprensibile. Ma bellissimo e degno di essere meditato e messo in atto, il messaggio rivolto dalla presidente dell’UCEI Noemi Di Segni al rabbino capo di Turchia rav Haleva per assicurargli la solidarietà di tutti gli ebrei italiani “con gli ebrei turchi e con tutti i cittadini turchi che amano la democrazia e la libertà”.
 
Germania, incubo attentati
In Germania è incubo attentati. Intorno alle 16.30, nella città di Reutlingen, non lontano da Stoccarda, un 21enne siriano, richiedente asilo, ha massacrato a colpi di machete una donna polacca, presumibilmente incinta, sua collega in un ristorante turco posto nei pressi della stazione degli autobus (la polizia esclude al momento la pista del terrorismo).
Sei ore più tardi, alle 22, davanti all’Eugene’s wine bar di Ansbach — sempre nel sud della Germania, in Baviera — un’esplosione ha ucciso una persona e ne ha ferite altre undici. A causare l’esplosione un ordigno, piazzato da un profugo siriano con uno zaino spalla. Il morto è proprio lui, l’attentatore.
“L’incubo in cui la Germania è precipitata, in queste ore, sembra non avere più fine. In una giornata in cui i notiziari erano ancora colmi del dolore seguito alla strage di Monaco, e riflettevano lo sgomento dell’attentato sul treno di appena sette giorni fa – scrive il Corriere – altri due attacchi hanno scosso i nervi di un Paese sfibrato da una tensione inattesa, e che non accenna a diminuire”.

Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, sul Fatto Quotidiano: “Più che fenomeno di costume, la caccia globale ai Pokemon Go rischia di assumere sempre più i contorni di una vera e propria patologia e ulteriore fonte che alimenta a gocce l’oceano della violenza. Che umanità è quella che si mette alla ricerca dei celebri mostriciattoli ad Auschwitz, nei luoghi dove si consumò il più grave crimine mai commesso dall’uomo contro l’uomo? E a quali codici etici e comportamentali risponde chi, tra i dirigenti della Nintendo, permette che tutto questo accada senza porre argini e filtri?”
“Il gioco senza confini e la demenza digitale – afferma ancora Di Segni – sono una minaccia molto grave, troppo spesso sottovalutata. Ed è ancora più grave che vi sia chi, per fini commerciali, sfruttando tutte le potenzialità-fragilità di queste fasce di consumatori, non si faccia scrupoli a violare luoghi e testimonianze che dovrebbero essere dedicati a ben altro tipo di attività. Alle autorità competenti, chiedo di intervenire con fermezza per porre fine a questo abominio, ai genitori che ancora possono decidere il destino dei loro figli chiedo nelle parole di Levi, semplicemente di riflettere che questo è stato”.
Sulla questione interviene anche la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, che dice: “Auschwitz non è solo un luogo sacro per gli ebrei. È il cimitero dell’umanità, è il punto dove l’umanità ha incontrato il baratro e ha toccato il suo punto più basso. Anche solo pensare di poter giocare ad Auschwitz è inconcepibile”. Aggiunge Dureghello: “Anna Frank diceva di volere credere nell’intima bontà dell’uomo e lo stesso voglio fare anche io. Voglio credere che sia stata una svista, un errore, una superficialità”.
 
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  davar
venezia, la casa degli ebrei
Un dossier per guardare al futuro
Ritorna a Venezia con il numero di Agosto, Pagine Ebraiche: sedici pagine sono dedicate alle manifestazioni organizzate in occasione del cinquecentenario dell’istituzione del ghetto, che continuano a fornire occasioni di approfondimento e di studio. Inizia oggi quella che in molti ormai chiamano “la settimana del Mercante”, facendo riferimento alla prima rappresentazione de “Il mercante di Venezia” nel luogo in cui Shakespeare l’aveva immmaginato, e il ghetto si popola di personaggi tutti da raccontare. Da Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti agli attori della Compagnia de’Colombari, da F. Murray Abraham, lo straordinario attore che darà voce a Shylock nel processo d’appello intentato dall’ebreo più famoso, a Karin Coonrod e Frank London, regista e compositore delle musiche per il Mercante, tutti si ritrovano in Campo del Ghetto, tra le antiche case che tante storie hanno visto. Le pagine del dossier “Venezia – I 500 anni del ghetto” si propongono così come una guida ai tanti appuntamenti in programma, ma guardano anche al futuro, iniziando a mappare il patrimonio vivo che questo anno straordinario lascia alla città e alla sua comunità ebraica.


Clicca qui per leggere il pdf del dossier curato da Ada Treves

ISRAELE - la nuova strategia diplomatica
Una stretta di mano con Riad
La fotografia che immortala la stretta di mano tra il direttore generale degli Affari esteri Dore Gold e l’ex generale saudita Anwar Eshki è uno dei segnali del cambiamento degli equilibri in Medio Oriente. Seppur Riad e Gerusalemme non possano considerarsi alleate, l’inaspettata visita di Eshki – militare in pensione con stretti legami con la monarchia saudita – dimostra che i due Paesi, che ufficialmente non hanno rapporti diplomatici, hanno invece da tempo stabilito un contatto. Di questo avvicinamento – in cui è coinvolto anche l’Egitto – aveva già parlato su queste pagine il demografo e analista Sergio Della Pergola, in occasione della cessione all’Arabia Saudita da parte del Cairo della sovranità sulle isole di Tiran e Sanapir all’imbocco del Mar Rosso. Come spiegava Della Pergola, “le due isolette disabitate svolgono un importante ruolo strategico come postazione di controllo della navigazione internazionale verso il Golfo di Aqaba che è anche il Golfo di Eilat”.
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Al via la seconda settimana di lavori
Redazione aperta in Laguna
Si è aperta in queste ore la seconda settimana di lavori di Redazione aperta, il laboratorio giornalistico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane giunto all'ottava edizione. Dopo aver lasciato Trieste, sede della prima settimana del laboratorio, la redazione si è ritrovata quest'oggi a Venezia, in concomitanza con l'avvio di una serie di prestigiose iniziative organizzate in Laguna in occasione del Cinquecentenario del Ghetto.
Ad aprire la giornata di incontri un confronto con Sira Fatucci, coordinatrice per l'Unione delle attività della Giornata Europea della Cultura Ebraica. In programma domenica 18 settembre in molte città, la Giornata (giunta alla 17esima edizione) avrà come capofila per l'Italia la Comunità di Milano. "Lingue e dialetti ebraici" il tema dell'iniziativa, analizzata da Fatucci nelle sue molte complessità programmatiche, strategiche e comunicative. 
QUI ROMA
Medicina e Shoah, una mostra

per capire la nuova sfida etica
Dalle origini dell’eugenica di metà Ottocento alle politiche razziali e di sterminio del Terzo Reich. Incentrata sul ruolo dei medici nel programma di sterminio, passando per le sperimentazioni condotte nei campi di concentramento su soggetti umani usati come cavie di laboratorio, la mostra “Medicina e Shoah” allestita da metà maggio nei locali del Museo di Storia della Medicina grazie a una collaborazione tra Università La Sapienza di Roma e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, continua a suscitare forte interesse.
Anche per l’ottica innovativa dell’esposizione, che è quella di evidenziare come il processo di Norimberga ai medici nazisti abbia aperto la via alle riflessioni sulla liceità degli scopi e dei metodi delle ricerche sperimentali, sino alle attuali disposizioni della bioetica medica e alla pratica del consenso informato.
Inaugurata con il contributo dei Testimoni Sami Modiano e Piero Terracina, e sostenuta dai fondi della raccolta Otto per Mille UCEI, la mostra (curata da Silvia Marinozzi) resterà aperta fino al 15 settembre.
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ISRAELE - IN VIAGGIO CON TAGLIT
Quelle domande sull'identità
Vengono da tutta Italia i ragazzi in viaggio con la nuova edizione tricolore di Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare Israele a ragazzi tra i 18 e 26 anni. Da Roma, Milano, Firenze, Padova, Vicenza e più: i ragazzi sono sbarcati all’aeroporto di Ben Gurion pronti a percorrere il paese da nord e sud, e a scoprire e riflettere sulle grandi questioni che ne attraversano il tempo presente e la radici.
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SORGENTE DI VITA
Talled, i rabbini in filanda
Una piccola azienda veneta, una delle tante eccellenze del made in Italy, ospita il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il maestro Joseph Arbib per produrre gli “zizit”, le frange del talled: li vediamo al lavoro intorno alla “filandina” , con l’aiuto degli esperti. Dai bozzoli ai fili di seta, si rinnova l’antica tradizione italiana della filatura della seta, al servizio di un uso religioso ebraico. “Rabbini in filanda” è il servizio di apertura della puntata di Sorgente di domenica 24 luglio, in replica questa sera.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
Riflettori puntati su Venezia
“Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare pronto per essere rappresentato nell’antico Ghetto della città per la prima volta nella storia. Quattrocento anni dalla morte del drammaturgo, cinquecento dall’istituzione del luogo in cui gli ebrei furono per secoli costretti a risiedere, l’occasione per cui la nuova produzione dell’opera andrà in scena (la prima è prevista per il 26 luglio). La Laguna è dunque protagonista dell’odierna uscita dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche, che apre offrendo ai suoi lettori un testo introduttivo del direttore del progetto, il docente dell’Università Ca’ Foscari Shaul Bassi, che ne spiega complessità e attualità. Torna a raccontare Venezia anche il dossier del numero di agosto del giornale dell’ebraismo italiano, curato da Ada Treves: i suoi contenuti sono introdotti per il pubblico fuori dai confini della penisola.
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pilpul
 Oltremare - Pulizia
A Tel Aviv passiamo il tempo a convincere noi stessi e il resto del globo che tutto intorno a noi è Medio Oriente ma qui, almeno fra il fiume Yarkon a nord e la fontana di Allenby a sud, è Occidente. Con i turisti funziona abbastanza: non vedranno un solo cammello né beduini senza gps nelle nostre strade. Troveranno invece gallerie d’arte, teatro, parchi giochi moderni che fanno invidia a ogni adulto, e una passeggiata sul mare perfetta.
Basta che non alzino gli occhi a guardare i fili della luce e di qualunque altra cosa arrotolati in modo estremamente artistico ed esposti ad ogni intemperia o gatto avventuroso, o che non guardino in terra i marciapiedi sabbiosi e sporchi, molto meno occidentali di quanto vorremmo ammettere.
Ma su questo polveroso punto, ci sono novità. Vengono sotto forma di cubi semovibili con spazzoloni rotanti davanti, dietro e ai lati. Procedono schizzando acqua a caso e a passo d’uomo, peggiorando non di poco il traffico nelle viuzze laterali, terrorizzando i gatti, e alzando folate di polvere che da sole posson tirare su una tempesta di sabbia come nulla. Al lato marciapiede, marcia un omino in divisa armato di pompa collegata, che disegna simpatici graffiti d’acqua sul marciapiede, sposta di qualche decina di centimetri frammenti di plastica e escrementi di cani, e mai una volta che invece innaffi direttamente la mia bicicletta. No, dico, visto che c’è.
Acqua usata per questa pulizia: pochissima, giustamente, qui l’acqua non si spreca. Tempi di effetto della pulizia: due ore scarse, al netto della polvere che dopo il passaggio del camioncino si riabbassa un paio di metri piú avanti. Strato di zozzo che si avvinghia alla mia bicicletta ad ogni passaggio: considerevole.
Le buone notizie sono due: le mie orecchie si stanno affinando e ora so prevedere l’arrivo di uno di questi camion pulitori ben prima che girino l’angolo, e svicolare. E sono pronta ad ammettere qui ed ora: anche Tel Aviv è Medio Oriente, e alla polvere ci si abitua.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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