Germania, incubo attentati

rassegnaIn Germania è incubo attentati. Intorno alle 16.30, nella città di Reutlingen, non lontano da Stoccarda, un 21enne siriano, richiedente asilo, ha massacrato a colpi di machete una donna polacca, presumibilmente incinta, sua collega in un ristorante turco posto nei pressi della stazione degli autobus (la polizia esclude al momento la pista del terrorismo).
Sei ore più tardi, alle 22, davanti all’Eugene’s wine bar di Ansbach — sempre nel sud della Germania, in Baviera — un’esplosione ha ucciso una persona e ne ha ferite altre undici. A causare l’esplosione un ordigno, piazzato da un profugo siriano con uno zaino spalla. Il morto è proprio lui, l’attentatore.
“L’incubo in cui la Germania è precipitata, in queste ore, sembra non avere più fine. In una giornata in cui i notiziari erano ancora colmi del dolore seguito alla strage di Monaco, e riflettevano lo sgomento dell’attentato sul treno di appena sette giorni fa – scrive il Corriere – altri due attacchi hanno scosso i nervi di un Paese sfibrato da una tensione inattesa, e che non accenna a diminuire”.

Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, sul Fatto Quotidiano: “Più che fenomeno di costume, la caccia globale ai Pokemon Go rischia di assumere sempre più i contorni di una vera e propria patologia e ulteriore fonte che alimenta a gocce l’oceano della violenza. Che umanità è quella che si mette alla ricerca dei celebri mostriciattoli ad Auschwitz, nei luoghi dove si consumò il più grave crimine mai commesso dall’uomo contro l’uomo? E a quali codici etici e comportamentali risponde chi, tra i dirigenti della Nintendo, permette che tutto questo accada senza porre argini e filtri?”
“Il gioco senza confini e la demenza digitale – afferma ancora Di Segni – sono una minaccia molto grave, troppo spesso sottovalutata. Ed è ancora più grave che vi sia chi, per fini commerciali, sfruttando tutte le potenzialità-fragilità di queste fasce di consumatori, non si faccia scrupoli a violare luoghi e testimonianze che dovrebbero essere dedicati a ben altro tipo di attività. Alle autorità competenti, chiedo di intervenire con fermezza per porre fine a questo abominio, ai genitori che ancora possono decidere il destino dei loro figli chiedo nelle parole di Levi, semplicemente di riflettere che questo è stato”.
Sulla questione interviene anche la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, che dice: “Auschwitz non è solo un luogo sacro per gli ebrei. È il cimitero dell’umanità, è il punto dove l’umanità ha incontrato il baratro e ha toccato il suo punto più basso. Anche solo pensare di poter giocare ad Auschwitz è inconcepibile”. Aggiunge Dureghello: “Anna Frank diceva di volere credere nell’intima bontà dell’uomo e lo stesso voglio fare anche io. Voglio credere che sia stata una svista, un errore, una superficialità”.

Prediche in italiano per gli imam della moschea di Roma. “Nel corso di un’assemblea tenuta sabato con gli imam della città di Roma, abbiamo deciso di avviare un corso di lingua italiana per formare le guide del culto islamico presenti nella capitale, da tenersi ogni sabato nella scuola della Grande moschea” dichiara il segretario generale del Centro islamico, Abdullah Redouane. Secondo Repubblica si tratta di un “segnale di grande collaborazione, alla luce del proselitismo che avviene in una lingua sconosciuta ai più nei centri di preghiera, con il percorso di prevenzione antiterrosismo messo a punto dalla nostra intelligence”.

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è stato invitato nei territori amministrati dall’Autorità Nazionale Palestinese in occasione delle festività natalizie. A darne notizia il primo cittadino stesso, intervenuto durante le celebrazioni del decennale di collaborazione tra l’Università Federico II e l’ateneo di Nablus. “L’obiettivo della visita – dichiara De Magistris, cittadino palestinese onorario – è consolidare i rapporti tra Napoli e le città palestinesi. Da parte nostra c’è il massimo impegno affinché si arrivi al più presto alla definizione di due Stati, Israele e Palestina, che vivano vicini e in pace. È inaccettabile l’occupazione della Palestina”.

Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked

(25 luglio 2016)