27 Luglio 2016 - 21 Tammuz 5776 |

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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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Matteo Renzi
@matteorenzi
26 lug
Commozione e sdegno per il sacrificio di Padre Jacques, ucciso mentre
celebrava Messa. Vicini alla Chiesa Cattolica e alla Francia
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#PE24BreakingNews |
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Terrorismo, l'ultimo confine
L’orrenda azione terroristica compiuta ieri in Normandia segna, per molti analisti, la violazione “dell’ultimo confine”.
Scrive Bernardo Valli su Repubblica: “I jihadisti hanno colpito i
redattori di Charlie Hebdo giudicati blasfemi e gli ebrei del negozio
kasher della Porte de Vincennes; poi hanno aggredito i parigini durante
il weekend allo stadio, nei caffè affacciati sulla Senna, al Bataclan
dove si suonava il rock; e hanno falciato i cittadini che a Nizza,
davanti al Mediterraneo, festeggiavano il 14 luglio. Le chiese non
erano state violate”.
“Il Signore ispiri a tutti pensieri di riconciliazione e fraternità in
questa nuova prova” dice Bergoglio in un telegramma, a firma del
segretario di stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, inviato
all’arcivescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun. “Ancora sangue,
sangue su sangue, che si aggiunge a quello versato in molti luoghi, da
troppo tempo, ma soprattutto nel Medio e nel Vicino oriente, in Africa,
ora anche in Europa, spesso ostentando e dunque profanando apertamente
il nome di Dio, comunque offeso e ferito ogni volta che si uccide un
essere umano” scrive il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni
Maria Vian.
Spazio sui giornali (Il Sole 24 Ore, tra gli altri) per l’intervento di
solidarietà del presidente UCEI Noemi Di Segni a nome di tutti gli
ebrei italiani. “Un’azione – le sue parole – che ancora una volta
sconvolge per la brutalità e la ferocia e che deve trovarci tutti uniti
non solo nella condanna, ma anche nella volontà di non rinunciare a
vivere appieno la nostra quotidianità”.
Elevate intanto le misure di sicurezza in molti luoghi e obiettivi
sensibili anche in Italia. In Laguna, per il Mercante di Venezia, alla
cui rappresentazione in Ghetto parteciperà anche la presidente
dell’Unione, allestito un checkpoint (Corriere del Veneto).
Le sfide della presidente. Sempre
Noemi Di Segni è oggi protagonista, sul settimanale Donna Moderna, di
un ampio colloquio sui temi e le sfide del suo mandato. Alla domanda su
quali valori possa portare l’ebraismo oggi in Italia e in Europa, Di
Segni risponde: “La vocazione a confrontarsi, ad approfondire, al porre
sempre domande cercando risposte. L’importanza dell’alfabetizzazione,
del saper leggere dalla prima infanzia, della conoscenza. E il valore
della vita, che per noi è sacra e va salvata”.
“Le autorità – afferma la presidente UCEI in un altro passaggio –
devono riconoscere i segnali di pericolo e in Italia credo che siamo in
buone mani. Ma la nostra vita quotidiana deve andare avanti e a noi
genitori e insegnanti tocca spiegare ai giovani quanto il mondo sia
cambiato senza però trasmettere la paura. Bisogna insegnare ai bambini
l’affettività, la carezza, il rispetto: ognuno di noi ha la propria
ricchezza culturale e va apprezzata. Non si può crescere nel timore
dell’altro".
Bergoglio e la scelta del silenzio. Sull’Osservatore
Romano, una riflessione del rabbino Abraham Skorka sulla scelta del
papa di restare in silenzio ad Auschwitz-Birkenau. “Nella nostra ultima
conversazione – scrive il rabbino, amico di lunga data con Bergoglio –
Papa Francesco mi ha spiegato che nella sua visita ad Auschwitz ha
scelto di esprimersi attraverso il silenzio. Forse perché tutto quello
che aveva da dire lo ha già detto nel suo messaggio allo Yad Vashem, a
Gerusalemme, e nelle parole che ci siamo scambiati nel nostro incontro
a Buenos Aires, poi riprese nel libro Il cielo e la terra (2010).
L’arcivescovo di Buenos Aires affermava: ‘La Shoah è un genocidio come
gli altri genocidi del XX secolo, ma ha una particolarità. Non intendo
dire che è di primaria importanza mentre gli altri sono di secondaria
importanza, ma c’è una particolarità, una costruzione idolatrica contro
il popolo ebreo. La razza pura e l’essere superiore sono gli idoli
sulla cui base si costituì il nazismo. Non è solo un problema
geopolitico, ma esiste anche una questione religiosa e culturale. E
ogni ebreo che veniva ucciso era uno schiaffo al Dio vivo in nome degli
idoli'”.
Abu Mazen e il senso del ridicolo.
Una richiesta di risarcimento per “il danno subito allora”. È l’ultima
boutade di Abu Mazen, che intende chiedere al governo britannico un
indennizzo per gli effetti della dichiarazione Balfour, il documento
ufficiale del 1917 in cui Londra si esprimeva con favore alla creazione
di un ‘focolare ebraico’ nell’allora Palestina. “Per carattere e
attitudine politica – si legge sul Corriere – il premier israeliano
preferisce mantenere la situazione esistente, le provocazioni come la
richiesta di risarcimento lo irrigidiscono nelle sue posizioni,
considera Abu Mazen inaffidabile. Un analista ieri ricordava che un
paio di anni fa anche gli egiziani avevano pensato agli indennizzi per
la Storia, dagli ottomani al protettorato britannico. Agli israeliani
avrebbero domandato i danni per le Dieci Piaghe”.
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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