CULTURA
Milano, capitale degli ebrei
A
voler dare i numeri, la Milano ebraica non sfigura certo. + 1.143 %,
questo è il tasso di crescita demografica della comunità tra il 1871 e
il 1938 . Decenni di storia in salita, da 700 persone a 8000, con la
trasformazione di un piccolo nucleo, ancora legato all’antico centro
egemone di Mantova, in grande, dinamica realtà di aggregazione
nazionale e internazionale. Il sismografo della minoranza amplifica la
curva dell’espansione del capoluogo lombardo. Gli anni dello splendore
del l’ebraismo locale, quelli incuneati tra l’Italia unitaria e la
promulgazione delle leggi razziali, corrispondono allo sviluppo
tumultuoso della città. Cuochi, camerieri, sarte, letterati, pittori,
artisti, e poi insegnanti, medici, avvocati, ingegneri, imprenditori e
banchieri, il ventaglio delle professioni la dice lunga sul dinamismo e
la capacità d’integrarsi di un gruppo ad altissimo tasso di
alfabetizzazione. Anche la densità percentuale è significativa
dell’impulso ebraico alla crescita milanese. Se si scorrono gli elenchi
di personaggi famosi, dei filantropi, degli intellettuali, si rimane
stupiti dell’impatto sulla vita cittadina di una minoranza che non ha
mai superato lo 0,6 % della popolazione complessiva. In un libro ricco
di dati e argomentato con passione, Rony Hamaui ricostruisce le tappe
di una storia ancora giovane.
Giulio Busi, Sole 24 Ore
4 settembre 2016
Leggi
tutto