Shir Shishi – Zelda davanti al mare

kaminskiDi lei ho già portato diverse poesie e tuttavia, come la linfa di una pianta e la rugiada sulle foglie, è sempre presente nei tornanti della mia mente.
Con questo titolo, Davanti al mare, uno dei più grandi scrittori ebrei di inizio secolo scorso, David Vogel, ha scritto nel 1934 un’aspra novella “alla francese”, la cui bellezza e decadenza si mescolano per scemare via come le onde.
Zelda, cittadina di Gerusalemme, quando scrisse negli anni Settanta del suo mare sicuramente non cercava la riviera dalle sabbie dorate, ma si era messa al cospetto del mare come se fosse rimasta sola al mondo davanti alla creazione. Una essenziale sensazione di fine estate.

Quando liberai il pesciolino rosso
Il mare rise
e mi strinse al cuore.
Al suo cuore libero
che fluiva.
Allora cantammo insieme
(io e lui).

Non morrà la mia anima.
Potrebbe forse il marcio dominare
la corrente viva?

Cantò così
della sua anima tempestosa,
e io cantai
della mia, dolente.

Sarah Kaminski, Università di Torino