11 Settembre 2016 - 8 Elul 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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#PE24BreakingNews
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Francia, è incubo autobomba
Dilaga
in Francia l'incubo autobomba, nuova possibile frontiera del terrorismo
jihadista. Scrive il Messaggero: "Dopo la Peugeot piena di bombole di
gas e lattine di petrolio parcheggiata una settimana fa davanti a Notre
Dame, ieri gli allarmi si sono moltiplicati: a Marsiglia vicino a una
sinagoga, a Pau, nei Pirenei, vicino alla Prefettura, poi sotto un
cavalcavia sull'Autostrada nei pressi di Montpellier, in Bretagna, nel
paesino di Le Bono. Nessuna esplosione, per fortuna, ma il commando
femminile che avrebbe dovuto entrare in azione a Parigi, prima a Notre
Dame, poi in una stazione ferroviaria, conferma che la minaccia è
reale, che l'organizzazione resiste, che c'è una rete che va da Charlie
al Bataclan alla chiesetta di Saint Etienne du Rouvray a adesso".
Virginia resta a casa. I
giornali raccontano il difficile sabato di Virginia Raggi, prima
cittadina di Roma. Molti gli appuntamenti disertati ieri tra cui un
incontro in Vaticano con i giovani di Azione Cattolica e
l'inaugurazione in serata del Festival Internazionale di Letteratura e
Cultura Ebraica. "Un bisogno di famiglia - scrive La Stampa - che
nasconde anche il timore di affrontare il palcoscenico pubblico,
l'assalto delle telecamere, le domande dei giornalisti. E stata la
settimana più difficile della breve vita politica di Raggi".
Libri ebraici in monastero. Sull'Osservatore
Romano, una intera pagina dedicata al ritorno dei libri ebraici
alluvionati a Firenze a 50 anni dall'esondazione dell'Arno. A firmare
il primo lotto del restauro, protagonista di una grande mostra
organizzata dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia alla
Biblioteca Nazionale, le suore di un convento benedettino di Rignano
sull'Arno. "Le acque tumultuose dell'Arno - scrive Adam Smulevich -
colpirono con la loro violenza un po' ovunque: il centro storico
devastato in ogni sua strada e in ogni sua piazza, l'immenso patrimonio
artistico e museale mai così vulnerabile, decine di vite innocenti
spezzate. Ma anche una prova collettiva di solidarietà e di rinascita
che, sotto la guida del sindaco Piero Bargellini, capace di unire tutti
oltre ogni appartenenza e differenza, avrebbe emozionato il mondo
intero. Una lezione quanto mai viva in una realtà, Firenze, che si
dimostra ancora una volta laboratorio di un dialogo vivo. Un dialogo in
cui l'esperienza dell'incontro riesce spesso a traghettare verso uno
stadio successivo, trasformandosi in slancio e concretezza
progettuale".
Ebrei a Shanghai. Attesa
a Milano, città capofila della Giornata Europea della Cultura Ebraica,
dove il 18 settembre, presso il Memoriale della Shoah, si inaugurerà
una mostra dedicata agli ebrei che trovarono rifugio dalle persecuzioni
a Shanghai. Scrive il Corriere Milano: "Quando le ambasciate chiusero
le loro porte dappertutto e i Paesi amici, inclusi gli Stati Uniti, le
frontiere, rimase un unico luogo dove potersi rifugiare e senza bisogno
di un visto: Shanghai. Nel 1933, all'indomani dell'avvento del nazismo,
e durante la seconda guerra mondiale, si calcola siano arrivati in Cina
18 mila ebrei dalla Germania e dai Paesi occupati dai nazisti e dal
loro alleati in Europa centrale".
La vittoria di New York. "Dove
c'era il vuoto, c'è la vita". Sul Corriere della sera, nei 15esimo
anniversario dell'attentato alle Twin Towers, l'architetto Daniel
Libeskind parla della 'stupenda vittoria' di New York. "Non esiste al
mondo - afferma Libeskind - un luogo più carico di simboli e di
realizzazioni pratiche, concrete di questo. Alla fine i newyorchesi
sono riusciti a tenere insieme la memoria, il sentimento di profondo
dolore, il rispetto per le vittime dell'11 settembre, senza rinunciare
al loro vibrante vitalismo, alla loro costante proiezione nel futuro.
La prova migliore, forse, è che 15 anni fa questa era la parte della
città consacrata solo alla finanza, al lavoro. La sera si spopolava.
Adesso è viva in ogni ora della giornata, è frequentata da moltissimi
giovani. È il posto più eccitante della città, ma io dico del mondo
intero".
Vita, amore, libri, Israele. Yehoshua si racconta. Copertina
al maschile per l'ultimo numero di D - La Repubblica delle Donne. Il
protagonista è Abraham B. Yehoshua, tra i più grandi scrittori
israeliani contemporanei, che a Wlodek Goldkorn, in una grande
intervista in molte facciate, racconta la sua visione di Israele ma
anche le sue scelte di vita, l'amore, il prossimo romanzo. "Per me -
spiega Yehoshua - la cosa più importante è il matrimonio, non la
famiglia. La mia è una presa di posizione etica ed esistenziale. I
rapporti matrimoniali sono molto significativi perché possono essere
disfatti da un momento all’altro e quindi sono rapporti mantenuti per
libera scelta".
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