Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22 settembre 2016 - 19 elul 5776
header

Società

Legge ebraica e proprietà intellettuale
“Citare la fonte porta salvezza al mondo”

img headerNel 1997, il braccio israeliano di Microsoft portò in tribunale alcune compagnie di software che ne avevano copiato i programmi. Il tribunale decise in loro favore, ma la vittoria non fu completa finché alla società creatrice di Windows non fu data ragione anche da parte della Corte rabbinica di Bnei Berak, che ribadiva come la protezione dei diritti d’autore rappresenti un principio centrale nella legge ebraica. È con questo episodio che la rivista americana Commentary apre la presentazione del libro “From Maimonides to Microsoft: The Jewish Law of Copyright Since the Birth of Print” (Da Maimonide a Microsoft: la legge ebraica del Copyright dalla nascita della stampa) di Neil Weinstock Netanel da poco uscito per la Oxford University Press. Perché il tema è antico quanto i caratteri mobili, precursori di tutto secoli prima della nascita di internet e di musica, film e programmi piratati. E tra i primi a mettere al bando la ripubblicazione non autorizzata, furono i rabbini di Roma, all’inizio del XVI secolo.
“I valori ebraici impongono di citare la fonte di un’idea: ‘Chiunque ripete un’idea nel nome di chi l’ha per primo formulata porta redenzione al mondo’ dicono i Saggi” ha scritto il rabbino Shlomo Brody, già insegnante alla Yeshivat HaKotel, in un approfondimento dedicato all’argomento sul Jerusalem Post. Allo stesso tempo, aggiunge il rav, una volta citata la fonte, importante è anche considerata la circolazione della conoscenza. Con una certa accortezza. “Diffondere la conoscenza rappresenta un investimento economico che richiede tempo e risorse. Se qualcuno riproduce questa conoscenza, causa danno economico a colui che l’ha originata, anche senza una lesione diretta o un furto nel senso fisico del termine, poiché la “proprietà intellettuale” è un’entità astratta. Oltre alla singola perdita, un’attività del genere può minacciare l’esistenza dell’intero settore, e di conseguenza minare la possibilità di diffondere la conoscenza”.

Leggi tutto

 

Verso Rosh Hashanah

Il suono dello Shofar

img header

Uno degli aspetti paradossali dello Shofar, il corno di montone che si suona durante Rosh Hashanah, sta nel fatto che nel capitolo della Torah relativo alla festività noi troviamo soltanto la prescrizione del suono, ma non le istruzioni su come lo Shofar vada suonato. Per conoscere queste regole, i Maestri del Talmud si devono appellare ad altre parti della Torah: e tutto questo non serve ad altro che a sottolineare come l’eco dello Shofar si propaghi nella vita ebraica ben oltre l’angusto limite di due giorni di festa e a spronarci nella ricerca di sempre nuovi significati di un precetto tanto caro al popolo d’Israel. Nel trattato Rosh HaShanah del Talmud le regole relative al suono dello Shofar si deducono dal capitolo della Torah che tratta del Giubileo. In epoche trascorse, allorché tutte le tribù d’Israel abitavano la Terra dei Padri, ogni cinquant’anni ricorreva un’annata speciale, segnata dalla liberazione di tutti gli schiavi e dal ritorno delle terre ai loro primitivi proprietari. L’inizio dell’anno del Giubileo era annunciato, il Giorno di Kippur, dal suono dello Shofar: la Torah prescrive che in quell’occasione si dovesse emettere un suono lungo (Teki’ah), seguito da una serie di suoni brevi e rotti (Shevarim o Teru’ah) e poi da un ultimo suono lungo (Teki’ah). Il suono dello Shofar del Giubileo annuncia la liberazione: cosi, anche il suono di Rosh haShanah di ogni anno simboleggia una liberazione, la liberazione dal giogo delle trasgressioni e dell’istinto del male.

Alberto Moshe Somekh, rabbino

Leggi tutto

 

Verso Rosh Hashanah

La teshuvah e il coraggio

img header

Rabbi Nachman di Breslav nei Likute’ Etzot riflettendo sulla teshuvah insegna che per poter davvero allontanarsi dal peccato bisogna essere coraggiosi e forti. Perché la teshuvah richiede molto coraggio.
Il coraggio di cambiare vita, il coraggio di non nascondersi dietro la routine delle piccole immoralità quotidiane, il coraggio di ammettere i propri errori, il coraggio della trasparenza di ciò che siamo e del miglioramento di ciò che dovremmo essere. Per fare teshuvah ci vuole il coraggio dell’onestà di ogni giorno: ingrediente fondamentale da aggiungere al seder di Rosh Hashanah.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

Leggi tutto

 

Società  

Arrigo Levi: «Il viaggio
che fece riscoprire l'Italia»

«È stata una delle più grandi ed entusiasmanti imprese della mia vita, il Viaggio in Italia, con Carlo Azeglio Ciampi». Arrigo Levi ha la voce rotta dalla commozione nel ricordo del presidente emerito della Repubblica, con cui lavorò astretto contatto di gomito nel settennato al Quirinale, in veste di consigliere per l'Informazione, incarico poi svolto anche con Giorgio Napolitano. «Fu un'avventura straordinaria: un viaggio che toccò quasi mille capoluoghi, e che io peraltro feci due volte. La prima da solo per preparare le visite e la seconda con il Presidente». Levi che nella sua carriera giornalistica ha girato il mondo, diretto giornali e condotto trasmissioni - ricorda che quell'esperienza, che ha segnato la presidenza per il contatto con gli italiani, fu «una scoperta dell'identità italiana. Questo lungo viaggio è stato anche per me, e non solo per la presidenza, una grande emozione e questo lo debbo a lui». È questo il sentimento che ora Levi rievoca «Per me quegli anni al Quirinale sono stati un periodo davvero bello, di grande interesse e impegno e dico anche formativo per la mia storia personale».


Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore
17 settembre 2016


Leggi tutto

Società 

Ricerca sull'Islam francese:
«Giovani radicalizzati»

La prima notizia è che un'inchiesta di questo genere è stata realizzata. «Un islam francese è possibile», si intitola lo studio diffuso ieri dal think tank liberale Institut Montaigne. In Francia le indagini sociologiche su base etnica o religiosa sono vietate. II ricercatore Hakim El Karoui ha aggirato i limiti per cercare di rispondere alla domanda «chi sono i musulmani di Francia»? Curiosità comprensibile, visto che il tema della presenza islamica e il suo rapporto con la République sta occupando da mesi gran parte del dibattito politico ed è per ora l'argomento fondamentale degli aspiranti candidati all'Eliseo nei 2017. Intanto, secondo lo studio condotto ad aprile-maggio 2016 su 1029 islamici, individuati su un campione di 15459 persone rappresentativo della popolazione francese sopra i 15 anni, i musulmani sarebbero meno del previsto: non i 5-7 milioni che si pensava, ma tra 3 e 4 milioni. Molto giovani, perché l'età media è di 35,8 anni contro i 53 dei cristiani e i 43 dei «senza religione». Poi, la ricerca si dedica alla questione più delicata: che rapporti hanno con il fondamentalismo? Anche qui la risposta riserva delle sorprese.

Stefano Montefiori, Corriere della Sera
19 settembre 2016


Leggi tutto



Shir Shishi - una poesia per erev shabbat

Due Rose

img headerYa’akov Orland scrisse la ballata “Due Rose” su un tovagliolo di carta nel famoso caffè Kassit di Tel Aviv, mentre incontrava gli amici poeti, bevendo un bicchierino e magari lasciando un debito che mai avrebbe saldato.
Ya’akov nasce in Ucraina nel 1914 e muore in Israele nel 2002. Da bambino si salva miracolosamente da un pogrom che distrugge il suo shtetl e colpisce molti dei suoi famigliari. Arriva in Palestina all’età di 7 anni, vive in una comune insieme ai genitori pionieri sionisti e poi si trasferisce a Gerusalemme dove nel ’47 contribuisce alla difesa della città. Studia filosofia a Gerusalemme e teatro a Londra e al suo ritorno in Israele mette su casa a Tel Aviv. Qui frequenta il milieu letterario bohémienne di Natan Alterman, Avraham Shlonsky e Alexander Pen. Ha scritto poesie, drammi per il teatro e molte canzoni dal sapore folcloristico e popolare, musicate con maestria dal compositore Mordechai Zeira ed è proprio per queste che il pubblico lo ha molto amato. È stato editor e traduttore nonché uno dei fondatori nel 1967 del movimento politico, “La grande Israele”. Ha vinto il premio Israele nel 1994 e ha avuto la cittadinanza onoraria di Haifa, dove si è trasferito nel ’54.

Ti canterò una melodia antica,
una ballata su un giglio.
C’erano molti anni fa
due gigli, due gigli.
Accadde in tempi remoti, in giorni lontani,
uno era bianco, l’altro vermiglio.
 
Nello stesso giardino, come due fratelli,
sbocciarono le foglie, spuntarono le spine.
Giunse l’alba, tenue.
Il giglio bianco spalancò gli occhi,
mentre al vespro, al calar della sera,
il fiore vermiglio si addormentò.
 
E nelle notti, oh nelle notti,
venti leggeri li sfioravano.
Così fiorirono fin quando venne una mano,
una mano che colse un giglio solo.
Ancora oggi nessuno sa
se fosse il bianco o il vermiglio.
 
Si sa soltanto che a quello rimasto
il cuore si spezzò …
C’erano molti anni fa
due gigli, due gigli.
Accadde in tempi remoti, in giorni lontani,
uno era bianco, l’altro vermiglio.


Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.