Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Pierpaolo Pinhas
Punturello e di Gadi Luzzatto Voghera. Nella sezione pilpul una
riflessione di Anna Segre, Francesco Moises Bassano e Ilana Bahbout.
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Benjamin Netanyahu
@netanyahu
29 set
שמעון, תודה.
Shimon, thank you.
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#PE24BreakingNews
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Shimon Peres, l'ultimo saluto
Nel giorno dell’ultimo saluto, numerose le testimonianze in ricordo di Shimon Peres pubblicate sui giornali italiani.
“Shimon
Peres ha creduto fino al suo ultimo giorno nella pace e, più di tutto,
nell’educazione alla tolleranza e nell’educazione in generale” scrive
su La Stampa il neo ambasciatore israeliano Ofer Sachs. Dal diplomatico
parole di forte apprezzamento per l’intervento di ieri (ospitato nelle
stesse pagine) dell’ex capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano
che, al pari di Peres, “è simbolo della stessa generazione di padri
fondatori, che hanno servito il proprio Paese e le giovani generazioni
per vari decenni”. Così invece lo ricorda David Grossman su Repubblica:
“Fin dall’inizio della carriera, Peres era stato un personaggio
importante ma non esattamente amato. Non era schietto, comunicativo;
non sapeva parlare al cuore degli israeliani, o, meglio, ai loro
istinti. Per questo i suoi ultimi anni da presidente erano stati tanto
belli per lui. Per la prima volta aveva percepito l’amore della gente,
aveva la sensazione di essersi conquistato un posto nel cuore di chi lo
aveva sempre considerato un visionario, talvolta anche un traditore”.
Sull’Osservatore Romano, il rabbino Abraham Skorka ricorda l’amicizia
con Bergoglio. ” I due grandi leader mondiali – spiega – si erano
conosciuti poche settimane dopo l’elezione di Bergoglio al pontificato.
C’era stata subito un’intesa tra loro e un sentimento di affetto aveva
cominciato a unirli”.
I funerali in diretta a questo link: http://www.iba.org.il/liveProgram.aspx?scode=2179577
Nemer Hammad (1941-2016). È
scomparso all’età di 75 anni Nemer Hammad. “Addio al palestinese della
Prima Repubblica” titola La Stampa. “Questo strano e misterioso
palestinese – si legge – è ricordato in Italia soprattutto per il ruolo
durante sequestro dell’Achille Lauro, dove viene assassinato l’ebreo
americano Leon Klinghoffer. È il momento della crisi fra Craxi e Reagan
ma è grazie ad Hammad che il capo del commando, Abu Abbas, fugge a
Belgrado e i dirottatori non finiscono in mani americane”.
Ed è inoltre lui, con molta probabilità, che nel periodo degli
attentati alla sinagoga e a Fiumicino, garantisce gli accordi segreti
fra Italia e palestinesi. “Ma con le intese di Oslo, voilà – scrive
ancora La Stampa – Hammad diventa entusiasta del dialogo e incontra
Tullia Zevi. Nel frattempo i figli sono diventati romani, frequentatori
della vita notturna. E lui, per fantastico ribaltamento, lotta contro
la malattia in un ospedale di Tel Aviv”.
Israelitico, chiuse le indagini. La
Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini nei confronti
dell’ex direttore generale dell’ospedale Isreaelitico, Antonio
Mastrapasqua, e di altre sedici persone, tra manager e operatori,
coinvolti nell’inchiesta su una presunta truffa ai danni del sistema
sanitario. Entro venti giorni, spiega Il Tempo, i difensori dei
diciassette imputati dovranno depositare inchieste istruttorie
dopodiché la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio.
Casapound abusiva: 16 arresti. I
vigili urbani di Roma hanno sgomberato una palazzina che era stata
occupata abusivamente da alcune famiglie e da una ventina di attivisti
del movimento estremista di destra Casapound. Luogo dell’intervento via
del Colosseo 73, a due passi da via dei Fori Imperiali, dove c’è un
immobile di proprietà del Comune. Alla fine dell’operazione, riporta
tra gli altri il Messaggero, i vigili hanno arrestato sedici persone,
quasi tutti attivisti, tra cui l’ex candidato sindaco Simone Di Stefano.
Il diario perduto del nazismo. Su Repubblica, Wlodek Goldkorn recensisce Il diario perduto del nazismo
(ed. Newton Compton) di Robert K. Wittman David Kinney. La storia del
diario ritrovato del gerarca nazista Alfred Rosenberg, che teorizzò la
mistica del sangue e la Shoah e che anche Hitler temeva. “Cresciuto in
città periferiche e multiculturali, Tallin e Riga, dove abitavano
tedeschi, estoni, lettoni, russi, ebrei e che appartenevano all’Impero
zarista, decise che la purezza della razza era l’unico valore assoluto,
quasi a rinnegare la propria infanzia e gioventù, quasi a cercare di
essere più tedesco dei tedeschi: capita ai neofiti” scrive Goldkorn.
I leader ebraici e lo spirito di Assisi. Sul
sito de La Stampa, nella sezione Vatican Insider, una testimonianza di
Lisa Palmieri Billig sulla percezione ebraica della tre giorni di
iniziative per la pace organizzate dalla Comunità di Sant’Egidio ad
Assisi. “Oggi, sempre più ebrei, assieme ai fedeli di altre religioni –
scrive Billig – riconoscono che la diplomazia interreligiosa, lo
‘Spirito di Assisi’ – l’uso della religione come forza per il bene e
alleata degli operatori di pace – è un potente antidoto contro
l’estremismo religioso e il terrorismo”.
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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