19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Chag ha-Sukkot – Festa delle Capanne – che celebriamo in questi giorni è una delle tre feste, insieme a Pesach e Shavuoth (Pasqua e Pentecoste) – ricordate nella Torah come tempo di pellegrinaggio per il popolo d’Israele nel luogo prescelto dal Signore per stabilirvi il Santuario. Una testimonianza biblica dell’atmosfera gioiosa che accompagnava questi pellegrinaggi a Gerusalemme è data dal Salmo 122, che fa parte della liturgia festiva secondo diversi riti: “Ho gioito quando mi hanno detto – Andiamo alla Casa del Signore!- “Il Salmo descrive diverse caratteristiche di Gerusalemme, quale meta condivisa e simbolo di unità delle tribù d’Israele, residenza regale della discendenza del re David, luogo di convegno dei giudici nel più alto consesso del Sinedrio ma essa è innanzitutto sede della “Casa di D.O”.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Sulle assurdità culturali del voto Unesco che recide il legame fra il Monte del Tempio e l’identità ebraica ha già ampiamente detto Pierpaolo Punturello su queste stesse pagine. Non credo, però, che sia il caso di prendersela con l’Unesco perché, semplicemente, l’Unesco non esiste. Si tratta di forme organizzative del tutto dipendenti dalla composizione dei Paesi membri ed è assai noto che i Paesi Arabi, pronti a farsi la guerra l’un altro ad ogni piè sospinto, trovino, invece, inaspettate finestre di accordo quando si tratta di utilizzare Israele come sponda di propaganda.
 
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Risoluzione Unesco, Italia
astensione inaccettabile
In evidenza su tutti i più importanti quotidiani le dichiarazioni della presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sul voto della vergogna che all'Unesco ha negato in modo definitivo l'ebraicità di alcuni siti di Gerusalemme.
“Votando in forma definitiva una risoluzione che nega l'identità ebraica di alcuni siti della capitale e unica e indivisibile dello Stato di Israele, Gerusalemme, fra cui il Muro occidentale che costituisce come è universalmente noto il luogo più sacro per il mondo ebraico, l'Unesco si pone fuori dalla storia e scrive, con pesanti responsabilità dell'Italia e degli altri Paesi astenuti e favorevoli, una delle pagine più gravi e al tempo stesso grottesche della storia delle Nazioni Unite" le parole della presidente dell'Unione, richiamate nel titolo tra gli altri da Corriere della sera, Repubblica e La Stampa.

La riconquista di Mosul. Continua la battaglia delle forze alleate per riconquistare quella che da oltre due anni è diventata la roccaforte del sedicente Stato islamico in Iraq. “L'Isis sa di non poter vincere questa battaglia, - scrive Repubblica - ma può rendere la vittoria altrui molto molto dolorosa”, e per questo sta usando i civili come scudi umani per l'ultima difesa di Mosul, spostando intere famiglie nelle zone esposte agli attacchi della coalizione. La Stampa invece racconta come sia cambiato il volto dei peshmerga, i combattenti curdi che dall'inizio sono in prima fila nella lotta per sconfiggere l'Isis: addestrati anche dall'Italia, i peshmerga “ora si sentono le forze armate di un vero Stato”.

Il 16 ottobre, lutto cittadino. Furio Colombo scrive al Corriere della Sera Roma per sostenere la proposta rilanciata sul quotidiano dal giornalista Paolo Conti affinché l'amministrazione della Capitale riconosca come giornata di lutto cittadino il 16 ottobre, in memoria della razzia nazifascista dei cittadini ebrei nel ghetto di Roma. Lo stesso Colombo sulle colonne del Fatto Quotidiano spiega invece il perché della sua contrarietà alla realizzazione di un Museo del fascismo  a Predappio. Secondo il giornalista, “tutto il periodo berlusconiano, e una folla di addetti all'informazione (non fascisti ma sempre orientati a dire ciò che dice il potere), ha svilito la memoria e la rinascita democratica dell'Italia (dalla Resistenza alla Costituzione al tentativo di attribuire la responsabilità dei gulag ai comunisti italiani) e frantumato ogni possibilità di memoria condivisa, che vuol dire che non è una colpa essere stati fascisti, ma lo è esserlo ancora, dopo decine di milioni di morti e dopo la Shoah (che è stato anche un delitto italiano”.

Leonard Cohen e la Bibbia. Tanti i riferimenti biblici presenti nell'ultimo disco del celebre cantautore ebreo americano Leonard Cohen, di cui oggi il Corriere della Sera pubblica un'intervista. “Non mi sento una persona religiosa. - spiega Cohen - In alcuni momenti ho sentito la grazia di un'altra presenza nella mia vita, ma non ci posso costruire una struttura spirituale. Questi però sono il panorama e il vocabolario con cui sono cresciuto”.

La politica di Abbas. La dirigenza palestinese è “prigioniera delle sue stesse bugie”, spiega al Foglio il giornalista arabo-israeliano Khaled Abu Toameh, che descrive le debolezze di Mahmoud Abbas, leader dell'Autorità nazionale palestinese, e il suo tentativo di bloccare il riavvicinamento tra Israele e i paesi arabi del Golfo con iniziative come la vergognosa risoluzione Unesco.

L'ebraismo irregolare di Piperno. Lo scrittore Alessandro Piperno “rappresenta l'anima più attenta, profonda e limpida dell'ebraismo che ho sempre amato. Non il vittimismo, avido di calamitare la corte dei compiacenti, che stanno con gli ebrei (e con Israele, dove magari non sono mai andati) quasi sempre per interessato desiderio di vicinanza, se non di appartenenza”. A scriverlo sul Corriere, Antonio Ferrari commentando l'ultima lavoro di Piperno Dove la storia finisce.
 
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  davar
la presidente ucei sui principali media italiani
Unesco, il voto della vergogna
“Grave l’astensione italiana”

In evidenza su tutti i più importanti quotidiani le dichiarazioni della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sul voto della vergogna che all’Unesco ha negato in modo definitivo l’ebraicità di alcuni siti di Gerusalemme.
“Votando in forma definitiva una risoluzione che nega l’identità ebraica di alcuni siti della capitale e unica e indivisibile dello Stato di Israele, Gerusalemme, fra cui il Muro occidentale che costituisce come è universalmente noto il luogo più sacro per il mondo ebraico, l’Unesco si pone fuori dalla storia e scrive, con pesanti responsabilità dell’Italia e degli altri Paesi astenuti e favorevoli, una delle pagine più gravi e al tempo stesso grottesche della storia delle Nazioni Unite” le parole della presidente dell’Unione, richiamate nel titolo tra gli altri da Corriere della sera, Repubblica e La Stampa.
“Tremila anni di storia, ebraica ma anche cristiana – ha affermato Di Segni – cancellati con una decisione di chiaro stampo revisionistico e negazionistico. Questa risoluzione, che tratta in modo fuorviante anche l’identità di alcuni siti di Hevron e Betlemme, è un insulto all’intelligenza, alla decenza, alle battaglie che tante persone e Istituzioni responsabili e di buona volontà combattono ogni giorno per contrastare i professionisti dell’odio e della menzogna”.
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l'intervista a noemi di segni 
'Roma, la Realpolitik non basta' 
“L’astensione dell’Italia è un affronto alla pace e alla convivenza”, dice Noemi Di Segni che è presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. Mentre scende da un aereo, non nasconde “un tono disperato”.

Perché l’astensione dell’Italia nel voto Unesco su Gerusalemme la scandalizza?
“Perché quella risoluzione è una mossa politica, è un documento di condanna verso Israele. Travalica la missione Unesco, e anche quella Onu, perché non aiuta la pace, anzi. È un affronto alla convivenza pacifica di popoli e religioni”.
Un voto di astensione non può essere inteso come una posizione “morbida”?
No, perché quando vengono calpestati tremila anni di vissuto, non puoi avere una posizione di mezzo. Sulla Storia non ci si può astenere: non opporsi quando viene cancellata è gravissimo.
Come si spiega questa scelta quindi?
“Magari nel gioco diplomatico l’Italia avrà anche tentato di migliorare il testo, ma se ambisce ad avere un ruolo di leadership in Europa e alle Nazioni Unite, la realpolitik non basta: bisogna mostrarsi all’altezza. Invece con mosse come questa il nostro Paese si mostra irresponsabile e miope. L’Onu, ancor di più”.
Perché?
“Perché dovrebbe risolvere pasticci come quello siriano invece di fare mosse lesioniste come questa, che rendono la pace difficile”.

Francesca De Benedetti, La Repubblica 19 ottobre 2016
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unesco - Istituzioni, sdegno trasversale
"Voto italiano, grave passo falso"
Molte e trasversali le voci a levarsi nel mondo delle istituzioni contro la decisione dell'Unesco. "Non ha senso negare l'ebraicità del Muro del Pianto. Chiederò a Renzi e Gentiloni di parlare della questione, sono certo che si cercherà il modo per tornare indietro da questa posizione" afferma il parlamentare democratico Emanuele Fiano. "Esprimo solidarietà allo Stato d'Israele per una decisione che lascia stupiti" dice presidente dell'Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia-Israele, l'onorevole Maurizio Bernardo.
Significativa la presa di posizione del vicepresidente della Camera dei deputati, il grillino Luigi Di Maio, che al sito della Stampa ha dichiarato: “La cultura deve unire, non possiamo prendere questa direzione. Penso che Gerusalemme sia il luogo in cui tutte le religioni debbano avere il diritto e la possibilità di riconoscersi, questa risoluzione nega una identità e dunque è divisiva, non è questo ciò di cui abbiamo bisogno".
"Negare il legame tra il Monte del Tempio e l'ebraismo e il cristianesimo è un falso storico, un falso culturale e un incoraggiamento all'odio anti-Israele e al terrorismo islamico che non accetta neppure l'idea di una pacifica convivenza, una strizzata d'occhio al regime di Teheran che ha più volte proclamato di voler distruggere lo Stato ebraico" scrive in una nota il senatore Lucio Malan, di Forza Italia.
Per questo pomeriggio alle 15 il quotidiano Il Foglio ha promosso un'iniziativa di protesta davanti alla sede romana dell'Unesco. "Per un giorno - si legge oggi sul quotidiano, che pubblica molti messaggi e molti interventi - trasformeremo la sede dell'Unesco a Roma nel nostro Muro del Pianto: portando di fronte alla sede italiana dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura le lettere del Foglio e dei nostri lettori per spiegare che cancellare la storia di Israele non è Educazione, non è Scienza, non è Cultura: è semplicemente una Shoah culturale". "È importante esserci, dare un segnale. Perché riscrivere la storia è un fatto inammissibile, una vergogna" racconta alla redazione UCEI Claudio Cerasa, direttore del quotidiano
Scrive il Consigliere UCEI David Meghnagi: "Se non fosse per le implicazioni, verrebbe da ridere amaramente all’idea che una votazione dell’Unesco, nata per tutelare i beni comuni dell’umanità, la storia possa essere cancellata con un trattino a uso e consumo di stati autoritari e totalitari". 
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IN MOSTRA ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE
Firenze, a 50 anni dall'alluvione
il grande ritorno dei libri ebraici

Centinaia di libri, volumi a stampa, manufatti. Testimonianze preziose riportate a nuova vita. Uno straordinario e simbolico ritorno in città.
“E le acque si calmarono”, la grande mostra dedicata al patrimonio ebraico colpito dalla furia dell’Arno che si inaugurerà giovedì 27 ottobre alle 17.30 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, preceduta alle 15.30 da un convegno sul significato storico del patrimonio ebraico a Firenze dalle origini, è tra gli eventi più attesi nel quadro delle iniziative organizzate nel capoluogo toscano per il Cinquantenario dell’Alluvione.
Recuperati e valorizzati su iniziativa della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia insieme alla Biblioteca Nazionale Centrale, con il contributo determinante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, i volumi restaurati permetteranno di approfondire la storia plurisecolare della Comunità ebraica fiorentina, il suo contributo al progresso culturale ed economico della città, i molti personaggi che lasciarono il segno.
“Dopo cinquanta anni siamo riusciti a riportare nella nostra città un patrimonio fondamentale, che è testimonianza dell’attaccamento della comunità ebraica alla tradizione e alla storia di Firenze” dichiara Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio ebraico di Firenze, che per la Fondazione ha promosso e coordinato l’iniziativa insieme a Silvia Alessandri della Biblioteca Nazionale.
Si tratta di “un’occasione importante, che permette di riportare permanentemente a Firenze il patrimonio librario della Comunità ebraica collocandolo in una sede prestigiosa” afferma il presidente della Fondazione Dario Disegni.
Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca Nazionale, aggiunge: “Questa iniziativa rappresenta anche un importante momento di indagine e riflessione su una delle pagine meno note dei devastanti effetti dell’alluvione di cinquanta anni fa”.
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pilpul
Ticketless - "Tengo famiglia"
Gli articoli pubblicati in morte di Dario Fo hanno messo a nudo le nostre oscillazioni sui “ragazzi di Salò”. Alcuni personaggi, tra i quali il nostro, hanno goduto di una speciale deroga nella damnatio memoriae. Sono stati perdonati per aver aderito alla Repubblica sociale come se niente fosse accaduto. Più che perdono si è trattato di oblio complice: tacere, sopire, per tornare sul suo gramelot e ridere tranquilli, invece che ritrarsi davanti alle ombre dei carnefici. Intervistatori reticenti, biografi pigri si sono impegnati con tutte le loro forze per sorvolare su questo che non è stato un piccolo dettaglio nella biografia del Premio Nobel. Stupisce questo silenzio davanti al rigore spietato applicato ad altri, contro i quali vi è stato un vero accanimento, che non ha riconosciuto a ragazzini quattordicenni, orfani di un padre caduto in guerra nel 1941-1942, nemmeno l’attenuante dell’età o un’ombra di pietas.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Roma e l'Unesco
Illustre Signor Presidente del Consiglio,
alla Sua intelligenza, cultura e sensibilità democratica non può essere sfuggita l’enorme gravità di quanto recentemente accaduto all’Unesco, dove una scellerata risoluzione ha avuto l’impudenza di negare il millenario legame storico tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio, il luogo dove ha avuto inizio il radicamento del popolo ebraico nella sua terra, e che è sempre stato al centro della memoria individuale e collettiva di tutte le generazioni di ebrei, in ogni luogo e ogni tempo.
Illustre Presidente, se non riguardasse Israele e gli ebrei, la risoluzione potrebbe essere tranquillamente etichettata come semplicemente ridicola, al pari della pretesa di negare il legame tra Roma e gli italiani, o tra Parigi e i francesi, o il Vaticano e i cattolici.


Francesco Lucrezi, storico
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Mala tempora
Se non fosse per le implicazioni, potenzialmente devastanti, verrebbe da ridere amaramente all’idea che una votazione dell’Unesco – nata per tutelare i beni comuni dell’umanità -, la storia possa essere cancellata con un trattino a uso e consumo di stati autoritari e totalitari in cui l’habeas corpus non esiste nemmeno.
Che gli stati europei, nella loro stragrande maggioranza si astengano e non si oppongano apertamente, a questa nuova e grave deriva dell’antisemitismo, è un segno dei tempi, su cui riflettere.

David Meghnagi, Università Roma Tre
 
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