Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Chag
ha-Sukkot – Festa delle Capanne – che celebriamo in questi giorni è una
delle tre feste, insieme a Pesach e Shavuoth (Pasqua e Pentecoste) –
ricordate nella Torah come tempo di pellegrinaggio per il popolo
d’Israele nel luogo prescelto dal Signore per stabilirvi il Santuario.
Una testimonianza biblica dell’atmosfera gioiosa che accompagnava
questi pellegrinaggi a Gerusalemme è data dal Salmo 122, che fa parte
della liturgia festiva secondo diversi riti: “Ho gioito quando mi hanno
detto – Andiamo alla Casa del Signore!- “Il Salmo descrive diverse
caratteristiche di Gerusalemme, quale meta condivisa e simbolo di unità
delle tribù d’Israele, residenza regale della discendenza del re David,
luogo di convegno dei giudici nel più alto consesso del Sinedrio ma
essa è innanzitutto sede della “Casa di D.O”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Sulle
assurdità culturali del voto Unesco che recide il legame fra il Monte
del Tempio e l’identità ebraica ha già ampiamente detto Pierpaolo Punturello
su queste stesse pagine. Non credo, però, che sia il caso di
prendersela con l’Unesco perché, semplicemente, l’Unesco non esiste. Si
tratta di forme organizzative del tutto dipendenti dalla composizione
dei Paesi membri ed è assai noto che i Paesi Arabi, pronti a farsi la
guerra l’un altro ad ogni piè sospinto, trovino, invece, inaspettate
finestre di accordo quando si tratta di utilizzare Israele come sponda
di propaganda.
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Risoluzione Unesco, Italia
astensione inaccettabile
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In
evidenza su tutti i più importanti quotidiani le dichiarazioni della
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
sul voto della vergogna che all'Unesco ha negato in modo definitivo
l'ebraicità di alcuni siti di Gerusalemme.
“Votando in forma definitiva una risoluzione che nega l'identità
ebraica di alcuni siti della capitale e unica e indivisibile dello
Stato di Israele, Gerusalemme, fra cui il Muro occidentale che
costituisce come è universalmente noto il luogo più sacro per il mondo
ebraico, l'Unesco si pone fuori dalla storia e scrive, con pesanti
responsabilità dell'Italia e degli altri Paesi astenuti e favorevoli,
una delle pagine più gravi e al tempo stesso grottesche della storia
delle Nazioni Unite" le parole della presidente dell'Unione, richiamate
nel titolo tra gli altri da Corriere della sera, Repubblica e La
Stampa.
La riconquista di Mosul. Continua la battaglia delle forze alleate per
riconquistare quella che da oltre due anni è diventata la roccaforte
del sedicente Stato islamico in Iraq. “L'Isis sa di non poter vincere
questa battaglia, - scrive Repubblica - ma può rendere la vittoria
altrui molto molto dolorosa”, e per questo sta usando i civili come
scudi umani per l'ultima difesa di Mosul, spostando intere famiglie
nelle zone esposte agli attacchi della coalizione. La Stampa invece
racconta come sia cambiato il volto dei peshmerga, i combattenti curdi
che dall'inizio sono in prima fila nella lotta per sconfiggere l'Isis:
addestrati anche dall'Italia, i peshmerga “ora si sentono le forze
armate di un vero Stato”.
Il 16 ottobre, lutto cittadino. Furio Colombo scrive al Corriere della
Sera Roma per sostenere la proposta rilanciata sul quotidiano dal
giornalista Paolo Conti affinché l'amministrazione della Capitale
riconosca come giornata di lutto cittadino il 16 ottobre, in memoria
della razzia nazifascista dei cittadini ebrei nel ghetto di Roma. Lo
stesso Colombo sulle colonne del Fatto Quotidiano spiega invece il
perché della sua contrarietà alla realizzazione di un Museo del
fascismo a Predappio. Secondo il giornalista, “tutto il periodo
berlusconiano, e una folla di addetti all'informazione (non fascisti ma
sempre orientati a dire ciò che dice il potere), ha svilito la memoria
e la rinascita democratica dell'Italia (dalla Resistenza alla
Costituzione al tentativo di attribuire la responsabilità dei gulag ai
comunisti italiani) e frantumato ogni possibilità di memoria condivisa,
che vuol dire che non è una colpa essere stati fascisti, ma lo è
esserlo ancora, dopo decine di milioni di morti e dopo la Shoah (che è
stato anche un delitto italiano”.
Leonard Cohen e la Bibbia. Tanti i riferimenti biblici presenti
nell'ultimo disco del celebre cantautore ebreo americano Leonard Cohen,
di cui oggi il Corriere della Sera pubblica un'intervista. “Non mi
sento una persona religiosa. - spiega Cohen - In alcuni momenti ho
sentito la grazia di un'altra presenza nella mia vita, ma non ci posso
costruire una struttura spirituale. Questi però sono il panorama e il
vocabolario con cui sono cresciuto”.
La politica di Abbas. La dirigenza palestinese è “prigioniera delle sue
stesse bugie”, spiega al Foglio il giornalista arabo-israeliano Khaled
Abu Toameh, che descrive le debolezze di Mahmoud Abbas, leader
dell'Autorità nazionale palestinese, e il suo tentativo di bloccare il
riavvicinamento tra Israele e i paesi arabi del Golfo con iniziative
come la vergognosa risoluzione Unesco.
L'ebraismo irregolare di Piperno. Lo scrittore Alessandro Piperno
“rappresenta l'anima più attenta, profonda e limpida dell'ebraismo che
ho sempre amato. Non il vittimismo, avido di calamitare la
corte dei compiacenti, che stanno con gli ebrei (e con Israele,
dove magari non sono mai andati) quasi sempre per interessato desiderio
di vicinanza, se non di appartenenza”. A scriverlo sul Corriere,
Antonio Ferrari commentando l'ultima lavoro di Piperno Dove la storia
finisce.
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la presidente ucei sui principali media italiani
Unesco, il voto della vergogna
“Grave l’astensione italiana”
In
evidenza su tutti i più importanti quotidiani le dichiarazioni della
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
sul voto della vergogna che all’Unesco ha negato in modo definitivo
l’ebraicità di alcuni siti di Gerusalemme.
“Votando in forma definitiva una risoluzione che nega l’identità
ebraica di alcuni siti della capitale e unica e indivisibile dello
Stato di Israele, Gerusalemme, fra cui il Muro occidentale che
costituisce come è universalmente noto il luogo più sacro per il mondo
ebraico, l’Unesco si pone fuori dalla storia e scrive, con pesanti
responsabilità dell’Italia e degli altri Paesi astenuti e favorevoli,
una delle pagine più gravi e al tempo stesso grottesche della storia
delle Nazioni Unite” le parole della presidente dell’Unione, richiamate
nel titolo tra gli altri da Corriere della sera, Repubblica e La Stampa.
“Tremila anni di storia, ebraica ma anche cristiana – ha affermato Di
Segni – cancellati con una decisione di chiaro stampo revisionistico e
negazionistico. Questa risoluzione, che tratta in modo fuorviante anche
l’identità di alcuni siti di Hevron e Betlemme, è un insulto
all’intelligenza, alla decenza, alle battaglie che tante persone e
Istituzioni responsabili e di buona volontà combattono ogni giorno per
contrastare i professionisti dell’odio e della menzogna”. Leggi
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l'intervista a noemi di segni
'Roma, la Realpolitik non basta'
“L’astensione
dell’Italia è un affronto alla pace e alla convivenza”, dice Noemi Di
Segni che è presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. Mentre
scende da un aereo, non nasconde “un tono disperato”.
Perché l’astensione dell’Italia nel voto Unesco su Gerusalemme la scandalizza?
“Perché quella risoluzione è una mossa politica, è un documento di
condanna verso Israele. Travalica la missione Unesco, e anche quella
Onu, perché non aiuta la pace, anzi. È un affronto alla convivenza
pacifica di popoli e religioni”.
Un voto di astensione non può essere inteso come una posizione “morbida”?
No, perché quando vengono calpestati tremila anni di vissuto, non puoi
avere una posizione di mezzo. Sulla Storia non ci si può astenere: non
opporsi quando viene cancellata è gravissimo.
Come si spiega questa scelta quindi?
“Magari nel gioco diplomatico l’Italia avrà anche tentato di migliorare
il testo, ma se ambisce ad avere un ruolo di leadership in Europa e
alle Nazioni Unite, la realpolitik non basta: bisogna mostrarsi
all’altezza. Invece con mosse come questa il nostro Paese si mostra
irresponsabile e miope. L’Onu, ancor di più”.
Perché?
“Perché dovrebbe risolvere pasticci come quello siriano invece di fare
mosse lesioniste come questa, che rendono la pace difficile”.
Francesca De Benedetti, La Repubblica 19 ottobre 2016 Leggi
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unesco - Istituzioni, sdegno trasversale
"Voto italiano, grave passo falso"
Molte
e trasversali le voci a levarsi nel mondo delle istituzioni contro la
decisione dell'Unesco. "Non ha senso negare l'ebraicità del Muro del
Pianto. Chiederò a Renzi e Gentiloni di parlare della questione, sono
certo che si cercherà il modo per tornare indietro da questa posizione"
afferma il parlamentare democratico Emanuele Fiano. "Esprimo
solidarietà allo Stato d'Israele per una decisione che lascia stupiti"
dice presidente dell'Associazione Interparlamentare di Amicizia
Italia-Israele, l'onorevole Maurizio Bernardo.
Significativa la presa di posizione del vicepresidente della Camera dei
deputati, il grillino Luigi Di Maio, che al sito della Stampa ha
dichiarato: “La cultura deve unire, non possiamo prendere questa
direzione. Penso che Gerusalemme sia il luogo in cui tutte le religioni
debbano avere il diritto e la possibilità di riconoscersi, questa
risoluzione nega una identità e dunque è divisiva, non è questo ciò di
cui abbiamo bisogno".
"Negare il legame tra il Monte del Tempio e l'ebraismo e il
cristianesimo è un falso storico, un falso culturale e un
incoraggiamento all'odio anti-Israele e al terrorismo islamico che non
accetta neppure l'idea di una pacifica convivenza, una strizzata
d'occhio al regime di Teheran che ha più volte proclamato di voler
distruggere lo Stato ebraico" scrive in una nota il senatore Lucio
Malan, di Forza Italia.
Per questo pomeriggio alle 15 il quotidiano Il Foglio ha promosso
un'iniziativa di protesta davanti alla sede romana dell'Unesco. "Per un
giorno - si legge oggi sul quotidiano, che pubblica molti messaggi e
molti interventi - trasformeremo la sede dell'Unesco a Roma nel nostro
Muro del Pianto: portando di fronte alla sede italiana
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e
la Cultura le lettere del Foglio e dei nostri lettori per spiegare che
cancellare la storia di Israele non è Educazione, non è Scienza, non è
Cultura: è semplicemente una Shoah culturale". "È importante esserci,
dare un segnale. Perché riscrivere la storia è un fatto inammissibile,
una vergogna" racconta alla redazione UCEI Claudio Cerasa, direttore
del quotidiano
Scrive il Consigliere UCEI David Meghnagi: "Se non fosse per le
implicazioni, verrebbe da ridere amaramente all’idea che una votazione
dell’Unesco, nata per tutelare i beni comuni dell’umanità, la storia
possa essere cancellata con un trattino a uso e consumo di stati
autoritari e totalitari". Leggi
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IN MOSTRA ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE
Firenze, a 50 anni dall'alluvione
il grande ritorno dei libri ebraici
Centinaia
di libri, volumi a stampa, manufatti. Testimonianze preziose riportate
a nuova vita. Uno straordinario e simbolico ritorno in città.
“E le acque si calmarono”, la grande mostra dedicata al patrimonio
ebraico colpito dalla furia dell’Arno che si inaugurerà giovedì 27
ottobre alle 17.30 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze,
preceduta alle 15.30 da un convegno sul significato storico del
patrimonio ebraico a Firenze dalle origini, è tra gli eventi più attesi
nel quadro delle iniziative organizzate nel capoluogo toscano per il
Cinquantenario dell’Alluvione.
Recuperati e valorizzati su iniziativa della Fondazione per i Beni
Culturali Ebraici in Italia insieme alla Biblioteca Nazionale Centrale,
con il contributo determinante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze,
i volumi restaurati permetteranno di approfondire la storia
plurisecolare della Comunità ebraica fiorentina, il suo contributo al
progresso culturale ed economico della città, i molti personaggi che
lasciarono il segno.
“Dopo cinquanta anni siamo riusciti a riportare nella nostra città un
patrimonio fondamentale, che è testimonianza dell’attaccamento della
comunità ebraica alla tradizione e alla storia di Firenze” dichiara
Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio ebraico di Firenze, che
per la Fondazione ha promosso e coordinato l’iniziativa insieme a
Silvia Alessandri della Biblioteca Nazionale.
Si tratta di “un’occasione importante, che permette di riportare
permanentemente a Firenze il patrimonio librario della Comunità ebraica
collocandolo in una sede prestigiosa” afferma il presidente della
Fondazione Dario Disegni.
Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca Nazionale, aggiunge:
“Questa iniziativa rappresenta anche un importante momento di indagine
e riflessione su una delle pagine meno note dei devastanti effetti
dell’alluvione di cinquanta anni fa”. Leggi
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Ticketless
- "Tengo famiglia"
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Gli
articoli pubblicati in morte di Dario Fo hanno messo a nudo le nostre
oscillazioni sui “ragazzi di Salò”. Alcuni personaggi, tra i quali il
nostro, hanno goduto di una speciale deroga nella damnatio memoriae.
Sono stati perdonati per aver aderito alla Repubblica sociale come se
niente fosse accaduto. Più che perdono si è trattato di oblio complice:
tacere, sopire, per tornare sul suo gramelot e ridere tranquilli,
invece che ritrarsi davanti alle ombre dei carnefici. Intervistatori
reticenti, biografi pigri si sono impegnati con tutte le loro forze per
sorvolare su questo che non è stato un piccolo dettaglio nella
biografia del Premio Nobel. Stupisce questo silenzio davanti al rigore
spietato applicato ad altri, contro i quali vi è stato un vero
accanimento, che non ha riconosciuto a ragazzini quattordicenni, orfani
di un padre caduto in guerra nel 1941-1942, nemmeno l’attenuante
dell’età o un’ombra di pietas.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Roma e l'Unesco
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Illustre Signor Presidente del Consiglio,
alla Sua intelligenza, cultura e sensibilità democratica non può essere
sfuggita l’enorme gravità di quanto recentemente accaduto all’Unesco,
dove una scellerata risoluzione ha avuto l’impudenza di negare il
millenario legame storico tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio,
il luogo dove ha avuto inizio il radicamento del popolo ebraico nella
sua terra, e che è sempre stato al centro della memoria individuale e
collettiva di tutte le generazioni di ebrei, in ogni luogo e ogni tempo.
Illustre Presidente, se non riguardasse Israele e gli ebrei, la
risoluzione potrebbe essere tranquillamente etichettata come
semplicemente ridicola, al pari della pretesa di negare il legame tra
Roma e gli italiani, o tra Parigi e i francesi, o il Vaticano e i
cattolici.
Francesco Lucrezi, storico
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Mala tempora
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Se
non fosse per le implicazioni, potenzialmente devastanti, verrebbe da
ridere amaramente all’idea che una votazione dell’Unesco – nata per
tutelare i beni comuni dell’umanità -, la storia possa essere
cancellata con un trattino a uso e consumo di stati autoritari e
totalitari in cui l’habeas corpus non esiste nemmeno.
Che gli stati europei, nella loro stragrande maggioranza si astengano e
non si oppongano apertamente, a questa nuova e grave deriva
dell’antisemitismo, è un segno dei tempi, su cui riflettere.
David Meghnagi, Università Roma Tre
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