Periscopio – L’Italia e l’Unesco

lucreziIllustre Signor Presidente del Consiglio,
alla Sua intelligenza, cultura e sensibilità democratica non può essere sfuggita l’enorme gravità di quanto recentemente accaduto all’UNESCO, dove una scellerata risoluzione ha avuto l’impudenza di negare il millenario legame storico tra il popolo ebraico e il Monte del Tempio, il luogo dove ha avuto inizio il radicamento del popolo ebraico nella sua terra, e che è sempre stato al centro della memoria individuale e collettiva di tutte le generazioni di ebrei, in ogni luogo e ogni tempo.
Illustre Presidente, se non riguardasse Israele e gli ebrei, la risoluzione potrebbe essere tranquillamente etichettata come semplicemente ridicola, al pari della pretesa di negare il legame tra Roma e gli italiani, o tra Parigi e i francesi, o il Vaticano e i cattolici. Ma Lei capisce bene che, nel momento in cui Israele è sempre più colpito, isolato e minacciato sul piano internazionale, e in cui la malapianta dell’antisemitismo mostra un’impressionante recrudescenza, in tutto il mondo, tale presa di posizione assume un colore molto preciso, che è quello di un ulteriore, concreto e micidiale attacco agli ebrei e alla loro patria storica. Se gli ebrei non hanno alcun legame con quella terra, perché mai stanno là? Tutti quelli che li vogliono cacciare o uccidere hanno ragione, non stanno facendo altro che porre riparo a un’ingiustizia. Questo è il senso, univoco e chiarissimo, della risoluzione.
Illustre Presidente, il Parlamento italiano, su Suo concreto e lodevole impulso, ha recentemente approvato un’importante misura legislativa, volta a punire pubblicamente il reato di negazionismo, colpendo così gli antisemiti che intendono negare l’enorme voragine della Shoah. Ma che cos’è, questa dell’Unesco, se non un’altra forma di negazionismo? Negare la Shoah e negare le radici storiche del popolo ebraico sono due cose sostanzialmente identiche: in entrambi i casi si nega una realtà di irrefutabile evidenza – come dire che il Colosseo non esiste -, e in entrambi i casi si colpisce il popolo ebraico. Tutti i negazionisti, infatti, staranno oggi giubilando, così come tutti quelli che hanno votato a favore della risoluzione sono negazionisti, o, quanto meno, hanno un atteggiamento malevolo e irrispettoso nei confronti della memoria della Shoah.
Illustre Presidente, il voto dell’Italia all’Unesco, su questa risoluzione, è stato di astensione. Una posizione che ci ha profondamente deluso, indignato e rattristato. Lei si è sempre distinto per le Sue chiare e ferme parole a difesa di Israele e del popolo ebraico, e ricordiamo con ammirazione e gratitudine il Suo nobile e coraggioso discorso pronunciato di fronte alla Knesset, la Sua ferma condanna dell’antisemitismo, dell’antisionismo, degli ignobili boicottaggi contro Israele. Questo che si è consumato all’Unesco, Signor Presidente, è proprio un atto di antisemitismo, di antisionismo, di boicottaggio, effettuato con la firma dell’intera comunità internazionale. Niente di più e niente di meno.
Illustre Presidente, i Suoi numerosi avversari la criticano, come Lei sa, tra le tante cose, anche per i Suoi, veri o presunti, legami con Israele e con ambienti ebraici. Nella migliore tradizione antisemita, i nomi dei Suoi amici ebrei, veri o inventati, vengono pubblicati e commentati, a riprova di torbidi e oscuri retroscena del Suo operato politico. Lei è stato anche sospettato di essere un agente del Mossad. Forse questo recente voto dell’Italia all’Unesco potrà spiazzare qualcuno dei Suoi detrattori, dimostrando che il Suo governo non è poi tanto amico degli ebrei. Ma quel che è certo è che questo voto reca una profonda ferita all’onore e alla tradizione di democrazia e civiltà del nostro Paese.
Illustre Presidente, Israele e il popolo ebraico non hanno bisogno di sole parole di amicizia, ma di una solidarietà concreta e operante, consistente in un’attiva e costante azione di contrasto contro l’odio e la violenza, a favore di ogni iniziativa utile a favorire le prospettive di pace in Medio Oriente, che questa scellerata risoluzione fa invece definitivamente e clamorosamente naufragare. Perché mai gli arabi dovrebbero sedere a un tavolo di trattative con degli usurpatori, degli intrusi, dei fantasmi? Come si può perseguire il dialogo e la pace se uno dei contendenti non ha nessunissimo diritto sulla terra che abusivamente occupa? Non c’è proprio niente di cui parlare, se ne deve andare e basta.
Illustre Presidente, tanto i Suoi estimatori quanto i Suoi avversari riconoscono, in Lei, le doti di determinazione, coraggio e indipendenza di giudizio che l’hanno finora sorretta nella Sua rapida e prestigiosa ascesa politica. Facciamo appello a queste Sue personali doti e alla Sua coscienza civile e democratica affinché voglia salvare l’onore del nostro Paese, ponendo riparo al grave, forse involontario errore, e impedendo che l’Italia voglia ratificare una risoluzione che ha un inequivocabile sapore di menzogna, odio e violenza.
Non ci deluda, Signor Presidente. Confidiamo in Lei, e siamo certi che non la tratterrà la paura di confermare, con un Suo intervento in questa direzione, le voci che la vogliono un agente del Mossad. Noi la consideriamo un agente al servizio esclusivo della Sua coscienza. Non ci deluda.
Con stima e rispetto,

Francesco Lucrezi

(19 ottobre 2016)