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20 Ottobre 2016 - 18 Tishri 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
È uso comune, in questi giorni, di leggere il libro di Qohéleth. I Maestri ci raccontano che c’era chi si opponeva a che questo libro entrasse a far parte del canone biblico, perché vi sono alcune affermazioni che sembrano in contrasto con l’Ebraismo. Ad esempio, a fronte di un noto passaggio della Torah che dice chiaramente “non errate seguendo i vostri occhi ed il vostro cuore”, Qohéleth invita “Vai per le vie del tuo cuore”.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Nella vicenda tragica e grottesca del voto all’Unesco, è ancora più tragico e grottesco quanto è avvenuto nella delegazione del Messico. Il Messico, rammentiamo, è il paese che nel novembre 1975 aveva ospitato la Conferenza mondiale per l’Anno Internazionale della Donna, la cui mozione finale richiedeva l’eliminazione del colonialismo, del neo-colonialismo, dell’occupazione straniera, del sionismo, dell’apartheid e della discriminazione razziale in tutte le sue forme. Su questa falsariga, nel novembre 1975 l’Assemblea Generale dell’ONU approvava a larga maggioranza la mozione che equiparava il sionismo a una forma di razzismo – mozione poi revocata dall’Assemblea Generale della stessa ONU nel dicembre 1991. All’epoca il ministro degli esteri messicano era Emilio Óscar Rabasa Mishkin, un diplomatico di origine ebraica, che poche settimane dopo era costretto a dimettersi. Da allora i rapporti fra Messico e Israele sono notevolmente migliorati. Ma lo scorso aprile il Messico ha votato all’Unesco a favore della mozione anti-israeliana sui luoghi santi a Gerusalemme.
 
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Unesco, una ferita aperta
Continuano in queste ore le prese di posizione contro la risoluzione approvata dall’Unesco che non riconosce il legame tra l’ebraismo e il Monte del Tempio a Gerusalemme. A denunciare tra gli altri l’ipocrisia e la falsità del documento votato dall’Unesco – con l’astensione italiana – anche rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, che in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera scrive: “Se si può negare il riferimento specifico del Monte del Tempio all’ebraismo, si può negare tutto e cancellare, dopo la storia, anche gli esseri umani”. Il rav condanna anche il silenzio del mondo cristiano e della politica in generale, e rispetto al voto dell’Italia afferma: “L’astensione italiana sconfessa i discorsi dei nostri politici alle Giornate della Memoria”. Sempre sul Corriere viene ricostruita la storia recente del Monte del Tempio (per i musulmani, Spianata delle Moschee), area che nel 1967, dopo la riconquista di Gerusalemme, il ministro della Difesa Moshe Dayan decise di affidare al Waqf, l’organizzazione islamica che gestisce i luoghi sacri, siglando un accordo con la Giordania.

Antisemitismo, l’indagine per capire il presente. Sulla prima pagina di Repubblica, l’ex direttore del quotidiano Ezio Mauro riflette sull’ultimo saggio sull’antisemitismo di Pierre-André Taguieff che indaga i miti negativi che portarono alla persecuzione degli ebrei nel Novecento. “È utile, oggi che ci sentiamo al riparo della storia, indagare la banalità della selezione, – scrive Mauro – ripercorrere l’ottusità tecnica della differenziazione, fisica, civile o culturale, fino alla risoluzione dell’Unesco che due giorni fa ha negato il legame tra il ‘miglio sacro’ dei luoghi santi di Gerusalemme e gli ebrei”.

Al Kotel per Sukkot. Decine di migliaia di ebrei, riporta La Stampa, si sono riuniti al Muro Occidentale di Gerusalemme “per partecipare a uno dei riti principali della Festa dei Tabernacoli (Sukkot): la Benedizione dei Sacerdoti. L’imponente affluenza del pubblico ebraico ha avuto il sapore di un’implicita reazione alla controversa Risoluzione dell’Unesco su Gerusalemme”.
 
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  davar
nella notte l'ultimo dibattito con la clinton
La retorica di Donald Trump
e i suoi follower antisemiti

Tutti concordi, anche in Israele: l'ultimo dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza Usa Donald Trump e Hillary Clinton, è stato vinto da quest'ultima. Da Yedioth Ahronoth fino a Haaretz, passando per i commentatori di Galei Zahal (la radio dell'esercito israeliano), i diversi analisti sottolineano che l'ultimo confronto è stato il più interessante grazie anche al giornalista di Fox News Chris Wallace, ebreo e figlio del leggendario reporter del programma 60 Minutes Mike Wallace. Chemi Shalev di Haaretz, come i colleghi d'oltreoceano del Washington Post e del New York Times, spiega che Trump è andato meglio nella prima parte del dibattito, quando è riuscito ad essere più controllato e rassicurante, sembrando più presidenziale. Poi Trump, come scrive il vicedirettore del Post Francesco Costa, ha fatto il Trump e il suo aggressivo narcisismo ha preso la meglio. Il candidato repubblicano si è spinto fino a rifiutare di impegnarsi a riconoscere il risultato che verrà fuori dalle urne il prossimo 8 novembre (data delle elezioni americane). Una retorica che fa il paio con l'uscita degli scorsi giorni in cui il candidato repubblicano parlava di presunti “poteri forti” che, attraverso Clinton, pianificherebbero la distruzione degli Stati Uniti. “Hillary Clinton si è incontrata in segreto con le banche internazionali per pianificare la distruzione della sovranità americana, arricchire i poteri della finanza globale così come i suoi amici e i suoi donatori”, la filippica complottarda di Trump, denunciata poco dopo dall'Anti-Defamation League, organizzazione che si batte contro l'antisemitismo. Trump “dovrebbe evitare la retorica e le metafore usate storicamente contro gli ebrei e che ancora oggi fomentano l'antisemitismo”, il monito di Jonathan Greenblatt, direttore dell'Adl, che ha sottolineato come le accuse cospirazioniste del magnate siano simili ai deliri presenti in libelli come i Savi anziani di Sion.
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nuove reazioni contro la risoluzione
'Dopo il vergognoso voto Unesco
anche la storia può essere negata'

Ancora numerose le prese di posizione contro la risoluzione approvata negli scorsi giorni dall’Unesco in cui non si riconosce il legame tra l’ebraismo e il Monte del Tempio a Gerusalemme. Uno sdegno trasversale, che va dalla politica al mondo dell'informazione alla gente comune. Scrive il Tribunale rabbinico del Centro Italia rav Giuseppe Laras sul Corriere della sera: “Se si può negare il riferimento specifico del Monte del Tempio all’ebraismo si può negare tutto e cancellare, dopo la storia, anche gli esseri umani”. Con riferimento all'astensione dell'Italia in sede di voto, denunciata il giorno precedente con grande evidenza sui giornali dalla presidente UCEI Noemi Di Segni, il rav aggiunge: "Da superstite della Shoah, da italiano e da ebreo, dinanzi a tale sì vile e infamante astensione, ritengo che, signori politici italiani, alle Giornate della Memoria e della cultura ebraica, dovreste starvene a casa vostra e non nausearci con discorsi melensi e ipocriti, per di più postumi, sconfessati dalle vostre stesse pratiche".
"È utile, oggi che ci sentiamo al riparo della storia, indagare la banalità della selezione, ripercorrere l’ottusità tecnica della differenziazione, fisica, civile o culturale, fino alla risoluzione dell’Unesco che due giorni fa ha negato il legame tra il ‘miglio sacro’ dei luoghi santi di Gerusalemme e gli ebrei" scrive l'ex direttore di Repubblica Ezio Mauro in un'ampia riflessione pubblicata sulla prima pagina del giornale che dai miti negativi che portarono alla persecuzione degli ebrei nel Novecento arriva ai giorni nostri.
Alcune centinaia i partecipanti ieri a Roma, davanti alla sede dell'Unesco, al sit-in di protesta organizzato dal quotidiano Il Foglio. Assieme al direttore Claudio Cerasa, tra gli altri, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il vicepresidente Ruben Della Rocca, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. Il Foglio pubblica oggi molti messaggi di sdegno dei lettori per la decisione assunta a Parigi, tra cui uno del Consigliere UCEI Gianluca Pontecorvo.
Intervenendo questa mattina al Congresso del partito popolare europeo a Venezia, il rabbino capo Scialom Bahbout ha affermato: "Penso che l'Unesco debba essere messa in stato fallimentare ed essere comunque degradata dal suo ruolo di braccio culturale e di salvaguardia del patrimonio artistico dell'umanità e che venga costituita una nuova entità che possa svolgere in maniera dignitosa questo ruolo".
Si chiede infine in un editoriale il direttore del dorso fiorentino del Corriere della sera Paolo Ermini: "Questa è la città di Giorgio La Pira, il sindaco che dette voce alla sua vocazione internazionale. Ed è anche la città di Matteo Renzi, che tra i suoi primi atti decise di illuminare la cupola della sinagoga. Qui diamo luce al tempio degli ebrei e accettiamo passivamente il colpo inferto per odio al Muro del Pianto?".

qui roma
Sukkot, un messaggio di pace
Una Succà aperta a tutti, nel cuore di Roma. Piazza Barberini, già sede in inverno dell’ormai tradizionale Chanukkiah, torna ad essere un presidio di identità ebraica. E allo stesso tempo un luogo forte di incontro, dialogo, amicizia.
Merito appunto anche della “Succà per la Pace” allestita e inaugurata ieri, alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali (Comune di Roma e Regione Lazio, tra gli altri), dal movimento Chabad Lubavitch.
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qui milano - il giardino dei giusti  
Dall'Hypercasher fino al Bardo,
i nuovi eroi del Monte Stella 

Lassana Bathily, Mohamed Ben Abdesslem, Raif Badawi, Pinar Selek e Etty Hillesum. Sono i cinque nomi a cui l'Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano ha scelto di dedicare altrettanti alberi nella foresta del Monte Stella di Milano in occasione della prossima Giornata europea dei Giusti il prossimo 6 marzo. “Abbiamo scelto di ricordare chi si batte contro il fanatismo, contro l’odio e per il dialogo. - ha spiegato il presidente dell'Associazione Gariwo Gabriele Nissim (nell'immagine con Lassana Bathly, eroe dell'Hypercasher di Parigi che salvò alcuni ostaggi durante l'attentato terroristico del 9 gennaio 2015) - Questi Giusti ci indicano la strada da percorrere: il loro esempio conferma il valore della solidarietà umana e del rispetto dell’altro, che è intramontabile e tanto più necessario nei momenti di crisi come quello attuale”.
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il VIAGGIO DELLA MEMORIA UGEI
Piero Terracina parla ai giovani
"Raccogliete il mio testimone"

“Piero, vuoi prenderti una pausa?”. “No, assolutamente no”.
In questo scambio la misura del successo della straordinaria lezione offerta ieri dal Testimone della Shoah Piero Terracina ai tanti ragazzi accorsi a Roma, alla Casa della Memoria e della Storia, su invito dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia.
Due ore fluide di racconto, testimonianza, impegno civile in un costante scambio con il pubblico presente in sala. Un incontro molto atteso e significativo nel percorso di preparazione al Viaggio della Memoria organizzato dall’Ugei per i prossimi giorni..
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una sentenza che fa discutere
"Il saluto romano? Non è reato"
Il saluto romano non è necessariamente reato. Sconcerto e preoccupazione per la sentenza della Corte di Appello di Milano che questa mattina ha confermato l’assoluzione di Marco Clemente e Matteo Ardolino, esponenti di Casapound accusati di apologia del fascismo per aver fatto il saluto durante una recente commemorazione.
Hanno compiuto “gesti rituali del disciolto partito fascista”, ma “non è chiaro” se “il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva della ideologia” scrive la Corte di appello nella sentenza.
Come riporta tra gli altri l’Ansa, Il sostituto pg Annunziata Ciaravolo aveva chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione per i due imputati. La Procura appellante aveva infatti ribadito “la sussistenza negli imputati della volontà diffusiva della ideologia fascista, intrinsecamente connessa alla modalità della manifestazione commemorativa”.
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jciak
Quel mistero di nome Bob Dylan
Se ancora vi chiedete perché dopo il Nobel Bob Dylan si è chiuso nel silenzio e rifiuta di parlare persino con l’Accademia svedese, rifugiatevi al cinema perché sul grande schermo rischiate di trovare parecchie risposte.
L’ultima in ordine di tempo e forse la più definitiva arriva nel 2007, quando a cimentarsi con l’enigma Dylan è Todd Haynes, tessitore di mirabili ritratti d’epoca – ultimo in ordine di tempo Carol, con Cate Blanchett e Rooney Mara. L’ambizione è raccontare Bob Dylan sotto diverse prospettive. Ma, come si annuncia fin dal titolo Io non sono qui, acchiapparlo è impossibile perché il menestrello del rock è un work in progress così inarrestabile mutevole che per dargli volto e voce Todd Haynes alterna ben sei attori. Sei volti per un solo personaggio è senz’altro da record, soprattutto se si tiene conto che uno di sei è una donna.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Astensioni
Due parole ancora sulla vergognosamente nota risoluzione dell’Unesco nonché sulla astensione dell’Italia. Ha correttamente ricordato Vittorio Robiati Bendaud che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura da decenni – senz’altro almeno dal 1974 – dimostra e applica una odiosa ostilità nei confronti di Israele. Quelli però erano altri tempi, e allora alta e forte tuonò la condanna di molti intellettuali: da Aron ad Argan, da Jemolo a Montale, da Sciascia a Soldati, da Mirò a Ionesco. Oggi gli intellettuali – sempre che esistano – per lo più tacciono. Già.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Sukkot
La mia nonna aveva una straordinaria abilità narrativa, che le veniva da una curiosità innata per il genere umano e dal desiderio di custodire memorie di vita, un desiderio che mi ha lasciato in eredità. In effetti sono cresciuta con l’idea che tra le cose più importanti da salvare al mondo ci siano senz’altro le storie.
Per Sukkot ho ripreso in mano una vicenda poco conosciuta e “salvata” dallo storico Paolo Veziano, autore di un saggio davvero interessante sulla comunità ebraica di Sanremo, la cittadina della Riviera ligure che fin dal medioevo cominciò ad attirare ebrei dall’Europa centrale per via dell’ottima qualità di cedri e palme.


Maria Teresa Milano
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RiMEIScolando - Edot d'Italia
Quando, circa un mese fa, trenta persone, tutte a capo di un progetto culturale ebraico italiano, si sono riunite a Ferrara, David Piazza fece notare che mancavano a quel primo spontaneo appello partito dal MEIS alcuni rappresentanti della cultura ebraica italiana. Tra questi, ci disse, non erano stati chiamati, ad esempio, gli ebrei libici di Roma, o gli ebrei milanesi provenienti dalla Persia, dall’Egitto, da Aleppo, dalla Turchia, dal Libano. L’ho ascoltato con molta attenzione e ho preso nota, provando subito a risalire con la mente a un centro ebraico che si occupasse esclusivamente di queste culture. Ho pensato alle varie sinagoghe di rito tripolino, persiano, libanese.

Simonetta Della Seta, Direttore MEIS
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Se Piperno batte Safran Foer
Cosa scrivervi di un libro che appassiona, che non lasci fino a che non l’hai finito, ma del quale non puoi, non devi nemmeno per sbaglio far intendere il finale?
Eppure Dove la storia finisce, di Alessandro Piperno (Mondadori) non è un giallo, anche se alla fine la Colpevole è individuata, ma non arrestata. È una storia di famiglie, quella degli Zevi e dei Mogherini, che si intrecciano e sbrecciano nella Roma di questi anni fashion e depressi; è una Tragedia all’Italiana, dunque una parodia: umorismo e lacrime, nella miglior tradizione della letteratura ebraica della diaspora, soprattutto. Il finale è indulgente, però - o addirittura positivo -, ma non ve lo posso raccontare...


Valerio Fiandra
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Nostalgia
Vorrei essere piccolo come quella bimba di due mesi, ho sentito dire un bambino, perché così non saprei che cos'è la nostalgia. Ma pensa a quanto di bello hai, lo sollecita un altro, non pensare solo alle cose di prima! Concordo, e riflettendo sulla tentazione di guardare indietro menziono la nostalgia dell'Egitto provata dai Figli d'Israele una volta lasciato Mitzraim, quando nel deserto rimpiangevano la carne egiziana, e come la moglie di Lot, guardando indietro verso Sedom distrutta, divenne una statua di sale.

Sara Valentina Di Palma
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Bereshit? In principio (e poi)
Proprio in questi giorni “iniziamo da Bereshit” la lettura delle parashoth, i brani tratti dalla Bibbia che si leggono ogni settimana.

Sira Fatucci 
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