10 Novembre 2016 - 9 Cheshwan 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum, Maria Teresa Milano, Daniel Funaro, Valerio Fiandra e Sara Valentina Di Palma.
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Benjamin Netanyahu
@netanyahu
9 nov
President-elect Trump, my friend: Congratulations on being elected President of the United States of America. @realDonaldTrump
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#PE24BreakingNews |
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Donald Trump alla Casa Bianca,
per i media "svolta" con Israele
Come
si caratterizzerà la politica estera del governo Trump? I quotidiani si
interrogano oggi su questo e su molti altri temi di interesse globale.
Per l’analista Mordechai Kedar, che interviene su La Stampa, la
vittoria del candidato repubblicano segna “una svolta” nei rapporti con
Israele. “Credo – riflette Kedar, per 25 anni nell’intelligence dello
Stato ebraico – che Trump definirà Israele in termini adulatori come
‘il nostro migliore alleato’, e forse manterrà la sua promessa di
spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme. L’affinità mentale e
ideologica tra Trump e Netanyahu produrrà un clima positivo che porterà
i due a scambiarsi idee e cooperare. In questo modo Trump rimedierà
alla situazione che ha gettato un’ombra sulle relazioni tra Israele e
Usa negli ultimi otto anni di permanenza di Obama alla Casa Bianca”.
Trump però, aggiunge Kedar, potrebbe anche perdere la pazienza e dire a
Netanyahu qualcosa come: “Mio caro amico, dopo 50 anni di occupazione,
potresti gentilmente sederti a un tavolo con i tuoi vicini arabi e
raggiungere un accordo. Hai sei mesi per farlo. Se non ci riesci, allo
scadere di questi sei mesi sarò io a risolvere il problema, con i miei
mezzi, e faresti meglio a non costringermi a farlo”.
Per Franco Venturini, sul Corriere, sono da aspettarsi “solidi legami
con Israele” e “un probabile scontro con l’Iran”. Trump ha infatti
annunciato che denuncerà l’intesa con Teheran raggiunta da Obama,
“creando un contrasto con gli alleati atlantici e lasciando in teoria
l’Iran libero di perseguire le sue ambizioni nucleari”.
Jared, il genero consigliere.
i Tra i consiglieri più stretti del neo presidente emerge tra le altre
la figura di Jared Kushner, marito della figlia Ivanka. “Il giovane
palazzinaro con un padre ingombrante (e con precedenti penali) nel
quale Trump rivede se stesso” lo definisce, non certo molto
positivamente, il Corriere. “Jared newyorchese di famiglia ebraica – si
legge ancora, con un accostamento non proprio felice – che ha dato tre
nipotini ebrei al presidente eletto con l’endorsement del Ku Klux Klan.
‘The Donald’ lo scorso aprile non poté presenziare al brit, la
cerimonia religiosa di circoncisione, dell’ultimogenito Theodore: era
impegnato a un comizio di ‘uomini bianchi arrabbiati'”.
Le Pen: "Impariamo dal voto Usa".
Intervistato da Repubblica, il fondatore del Fronte Nazionale francese
Jean Marie Le Pen afferma: “Questa valanga è cominciata con me. È tutto
merito mio. Sono uno dei rari uomini politici in Occidente ad aver
puntato su di lui. Ho capito subito che Trump aveva la stoffa, mi
assomiglia anche un po’. Sembra un Le Pen americano”.
“La prossima sorpresa sarà l’elezione di Marine Le Pen?” viene chiesto
al padre, da tempo escluso dalla vita e dalla gestione del partito.
“Solo – sostiene – se sarà capace di imparare dalla lezione che viene
dal voto Usa. Il trionfo di Trump è la dimostrazione che la svolta
moderata decisa da Marine è una fregatura o, se vogliamo dirlo con
eleganza, un pericoloso errore. Con la dédiabolisation, la
normalizzazione del nostro partito, rischiamo di non essere più in
sintonia con un’opinione pubblica che si sta sempre più radicalizzando”.
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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