musica e linguaggi
Bob Dylan, un menestrello a Stoccolma
Più
di mezzo secolo di storia della musica. E della poesia. È infatti dal
1962, anno di uscita del suo primo album, che Robert Allen Zimmerman,
il Nobel per la Letteratura 2016, usa i testi delle sue canzoni per
evidenziare il suo aderire all'una o all'altra delle tante identità che
si è scelto nel corso della lunga carriera. È impossibile procedere a
un'analisi sistematica dei suoi testi, che hanno attraversato contesti
storici e culturali incredibilmente diversi, come diversi sono stati
gli stili musicali a cui ha fatto riferimento, anche se cercare di
capire quali siano state le sue fonti di ispirazione è sicuramente
interessante.
È probabile che uno degli autori che hanno più influenzato gli inizi
sia stato Woodie Guthrie, il musicista, cantautore e scrittore
statunitense considerato fra i più importanti della storia della musica
del paese, autore di quei blues parlati che furono precursori delle
canzoni di protesta più note. Bob Dylan, originario del Minnesota,
iniziò a imitarne le strutture del discorso, tipiche dell'Oklahoma e
raccontate nella biografia di Guthrie "Bound for glory", al punto che
nel 1961 a un concerto che tenne a New York, disse al pubblico di aver
"viaggiato per il Paese, seguendo le orme di Woodie Guthrie". Ma il
Minnesota non ha la stessa tradizione di musica folk dell'Oklahoma e
degli altri stati delle grandi pianure, né lo stesso accento vagamente
metallico e una simile scelta può essere dovuta solo a una volontà di
Dylan di integrarsi nella sena del folk.
Maria Teresa Milano, ebraista
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