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 20 Novembre 2016 - 19 Cheshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Al centro dell’approccio ebraico, vi è la ricerca. In maniera quasi parossistica, ci si incentra sulla ricerca di senso, di significato. Non esiste altro scopo che questo, che non significa necessariamente trovare, bensì continuare a rielaborare.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
“Chi ha memoria è in grado di vivere nella fragilità del tempo presente. Chi non ce l’ha non vive da nessuna parte”.
“Nostalgia della luce” di Patrizio Guzmán, cileno, a proposito dei desaparecidos e dei loro famigliari che li cercano, senza mai smettere di chiedere ai responsabili di quelle sparizioni.
"Una chance a Trump"
“È importante che il mondo dia una chance al mio successore”. Così Barack Obama parlando ai giovani di Lima a margine del vertice Apec, l’organismo di cooperazione economica Asiatico-Pacifica. Nell’occasione, Obama ha inoltre invitato a “non farsi condizionare dai pregiudizi”.
Ieri è stato anche il giorno dell’incontro a tre tra Donald Trump, il suo vice Mike Pence e il candidato repubblicano nel 2012 Mitt Romney, tra i più accesi critici interni del neo presidente. “Secondo una corrente di pensiero – scrive il Corriere – il presidente eletto avrebbe invitato Romney nel suo resort di Bedminster, nel New Jersey, per chiedergli la disponibilità a diventare Segretario di Stato. Altre fonti, invece, fanno osservare che il colloquio avesse solo una funzione scenografica: un modo per certificare l’unità del partito repubblicano e mostrare all’opinione pubblica l’immagine di un Donald Trump pronto a dialogare anche con gli avversari della campagna elettorale”.
Secondo il politologo Vali Nasr, intervistato dal Corriere, per il nuovo governo degli Stati Uniti sarà molto difficile agire con incisività in Medio Oriente. “Questo – sostiene Nasr – non è semplicemente un governo che sposta molto a destra l’asse della politica Usa. Anche George Bush, 15 anni fa, fece una cosa simile. Ma lui si affidò a falchi competenti, da Cheney a Rumsfeld. E, nonostante il trauma degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, capì che non avrebbe potuto tessere alleanze coi Paesi arabi del Golfo attaccando la cultura e la religione islamica”.
Oggi invece, prosegue Nasr, “vedo non solo radicalizzazione, ma anche improvvisazione, istanze contraddittorie che disorientano”. E, aggiunge, anche tanta islamofobia. “Sarà ancor più difficile, per un’America già in difficoltà, fare politica estera in Medio Oriente”, il suo giudizio.
 
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  davar
A BOOKCITY CON PAGINE EBRAICHE 
Demenza digitale e odio 2.0
"Diffidiamo dei conformisti"

“L’odio online è diventato una valuta di scambio, porta consenso e chi dovrebbe arginarlo, il mondo della politica e della stampa, non lo fa, anzi lo sfrutta”. Il propagarsi della violenza sulla Rete ha dei responsabili, ha spiegato questa mattina davanti a una sala gremita il sociologo Giovanni Ziccardi, protagonista dell’incontro organizzato nel quadro di Bookcity Milano dalla redazione di Pagine Ebraiche al Teatro Franco Parenti. A coordinare l’incontro che ha visto Ziccardi, dialogare con il filosofo Giulio Giorello e il giurista Carlo Melzi D’Eril, la giornalista dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Ada Treves. Davanti a un pubblico attento e partecipe, i relatori hanno individuato alcuni dei punti chiave legati alla diffusione dell’odio online, tema dell’incontro. Tra questi, come spiegava Ziccardi, il fatto che chi dovrebbe porvi un freno, in primo luogo la politica e i media, lo alimentano con retoriche violente e informazioni distorte. Il problema, ha sottolineato Giorello, è che su internet prende forma “in maniera devastante il conformismo”: ovvero le persone cercano nel mondo virtuale chi condivide le proprie idee, formano gruppi che ne attaccano altri o colpiscono i singoli, e non accettano le opinioni diverse dalle proprie.
Di fronte a questa situazione però, la riflessione del giurista Carlo Melzi D’Eril, la cura non può essere il diritto, men che meno il diritto penale. Quest’ultimo, ha sottolineato Melzi D’Eril, è uno “strumento violento per definizione, bisogna optare per la compressione delle libertà solo ed esclusivamente se sono stati offesi beni come la libertà o il patrimonio”. L’odio online è difficile da configurare all’interno di questa cornice e per il giurista non è attraverso una norma penale che si può trovare una soluzione ma attraverso l’educazione, soprattutto delle nuove generazioni.
Di Storia e del valore di studiarla si è parlato invece nell’altro appuntamento organizzato a Bookcity dalla redazione UCEI: “Quando finisce questa Storia? Anima, corpo e destino nel pensiero di Yuval Harari e Serge Gruzinski”, il titolo dell’incontro che ha visto protagonisti nella prestigiosa Sala delle Colonne del Circolo Filologico, il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale a colloquio con lo storico sociale delle idee David Bidussa e il nuovo direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Gadi Luzzatto Voghera. La riflessione, come suggerisce il titolo, è gravitata attorno ai libri di due grandi pensatori moderni, il francese Serge Gruzinski e l’israeliano Yuval Harari: il primo autore di “Abbiamo ancora bisogno della Storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato”, il secondo di “Homo Deus: A brief History of Tomorrow”.
Nel pomeriggio, infine, in collaborazione con il Touring Club Italiano, la redazione darà voce allo storico della letteratura Alberto Cavaglion, autore di “Verso la terra promessa. Scrittori italiani a Gerusalemme da Matilde Serao a Pier Paolo Pasolini”, che assieme allo studioso Bruno Pischedda e il giornalista Paolo Salom (Corriere della Sera), racconterà al pubblico il legame tra Gerusalemme e alcuni delle più importanti penne della letteratura italiana.
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QUI BOLOGNA - memoria 
Palazzo D'Accursio, la cerimonia

'Qui si capì cosa era il fascismo'
Dieci morti, oltre cinquanta feriti. La strage di Palazzo D’Accursio a Bologna, il 21 novembre di 96 anni fa, fu tra i primi atti eversivi e criminali compiuti da gruppi fascisti in Italia. Una drammatica pagina di memoria cittadina che da sempre raccoglie nel ricordo istituzioni, associazioni, diverse anime della società bolognese.
“Mostrò subito per quello che era il fascismo italiano: una forza violenta, squadrista e antidemocratica, che fondò il suo agire sin da subito sull’uso delle armi, sulla prevaricazione, sull’intimidazione” ha sottolineato il Consigliere UCEI David Menasci intervenendo questa mattina all’annuale commemorazione in Piazza Maggiore, organizzata dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti Anppia di Bologna, dal Comitato Unitario Democratico ed Antifascista della Bolognina e del Navile e dall’Associazione Piantiamolamemoria.
Numerosi gli interventi che hanno segnato questa giornata di ricordo, cui hanno aderito anche l’UCEI, la Comunità ebraica bolognese e quella romana. In piazza tra gli altri la vicepresidente della Comunità ebraica Debora Romano e la presidente della locale sezione dell’Adei Ines Miriam Marach.
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CONCLUSA LA SETTIMANA DI EVENTI 
Ferrara, il Premio Bassani

a chi oggi difende la cultura
Paolo Conti, Roberto Saviano e il programma di Radio Radicale “Fatto in Italia”. È a loro che Italia Nostra ha oggi assegnato rispettivamente il quarto Premio Nazionale Giorgio Bassani, istituito dall’Associazione nel 2010, il Premio Speciale della Giuria e la Menzione Speciale, per essersi distinti, in campo giornalistico e letterario, per il contributo offerto alla difesa del patrimonio storico, artistico, naturale e paesaggistico italiano.
La premiazione ha segnato la chiusura del convegno promosso tra Ferrara e Roma dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Bassani, per illuminare i molteplici aspetti che hanno caratterizzato l’attività e la vita dell’autore de “Il Giardino dei Finzi Contini”.
Proprio Bassani, intervenendo a proposito dell’amministrazione dei beni culturali, sottolineava l’“importanza capitale del giornalismo militante”, definito “alleato”. Una posizione che lo scrittore ferrarese ha sempre sostenuto, anche nelle vesti – indossate per ben quindici anni, dal 1965 al 1980 – di Presidente di Italia Nostra, dove fu tra i primi a porre come scopo essenziale dell’Associazione la tutela del valore etico e culturale del patrimonio.
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QUI ROMA - SEGNALIBRO
La Legge e il divieto d'immagine
Grande interesse ha suscitato la presentazione alla Camera dei deputati del volume Il popolo del sogno, curato dall’artista Vittorio Pavoncello per Lantana Edizioni. L’opera raccoglie cinquanta interventi che personalità del mondo religioso e della cultura hanno scritto come compendio alle altrettante incisioni create da Pavoncello ed esposte al Complesso del Vittoriano nel 2005. Assieme al curatore sono intervenuti Giancarlo Carpi, Emanuela Garrone, Saul Meghnagi, Anna Nardini, monsignor Santino Spartà e Gemma Vecchio.

Pubblichiamo la riflessione della storica Anna Foa.
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pilpul

Il cavallo senatore
C’è solo l’imbarazzo della scelta, se parliamo di notizie taroccate. Tra le tante, basti citare questa, che data oramai al 2012, gettata in pasto al pubblico della Rete, a partire dai social network, nel mezzo di una campagna elettorale dai toni, tanto per cambiare, sovreccitati, aspri e astiosi: «Ieri il Senato della Repubblica ha approvato con 257 voti favorevoli e 165 astenuti il disegno di legge del senatore Cirenga che prevede la nascita del fondo per i “parlamentari in crisi” creato in vista dell’imminente file legislatura. Questo fondo prevede lo stanziamento di 134 miliardi di euro da destinarsi a tutti i deputati che non troveranno lavoro nell’anno successivo alla fine del mandato. Questo quando in Italia i malati di SLA sono costretti a pagarsi da soli le cure. Rifletti e fai girare». L’informativa, messa in circolazione come post di Facebook e poi ripresa in altri contesti, era una bufala. Delle più colossali. In quanto costruita come falso clamoroso, tanto più enfatico poiché volutamente inverosimile. Senza neanche stare a rifletterci più di tanto, infatti, i dati contenutivi erano palesemente incongrui.

Claudio Vercelli
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Se questo è un uomo. Uno e due
Ecco qui il primo foglio dattiloscritto che Primo Levi acclude al libro della prima edizione di Se questo è un uomo. Si tratta del nuovo inizio del primo libro. Non comincia più con il campo di Fossoli e con i deportati ebrei: “Alla metà del febbraio ’44, gli ebrei italiani nel campo di Fossoli erano circa seicento…”. Ora Levi parla della sua esperienza partigiana: “Ero stato catturato dalla Milizia fascista il 13 dicembre 1943 (…). Non mi era stato facile scegliere la via della montagna, e contribuire a mettere in piedi quanto, nella opinione mia e di altri amici di me poco più esperti, avrebbe dovuto diventare una banda partigiana affiliata a “Giustizia e Libertà”…”. La cornice iniziale del libro è completamente mutata negli anni che vanno dal 1946 al 1958, pochi quando esce la versione accresciuta di Se questo è un uomo presso Einaudi. La lotta partigiana entra nel libro sin dal suo esordio. Si tratta di uno dei cambiamenti sostanziali tra il libro del 1947 e quello del 1958. Sono lo stesso libro, ma non sono lo stesso libro. Finalmente nella nuova edizione delle Opere complete si potranno leggere entrambe.

Marco Belpoliti, scrittore

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