Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
Abramo
deve conoscere la visione della giustizia divina perché lui e i suoi
figli dovranno applicarla, seguirla e diffonderla: "... poiché Io l'ho
scelto in quanto istruisce i suoi figli e la sua casa a osservare la
strada dell'Eterno realizzando rettitudine e giustizia..." (Bereshìt;
18, 19). ll capitale di testimonianza che Abramo deve tramandare deve
cominciare dall'esempio in casa sua. I nostri Saggi ci fanno notare
come per capire il valore e l'autenticità di un individuo dobbiamo
rifarci al comportamento e alle scelte dei suoi figli.
|
|
Leggi
|
Dario
Calimani,
Università di Venezia
|
Leonard
Cohen è morto. Cantautore, e poeta. È morto dopo aver appena pubblicato
un ultimo album. La canzone che gli dà il titolo, You Want It Darker,
dice “Hineni, hineni, I’m ready my Lord”, “Eccomi, eccomi, sono pronto,
Signore!” Presentimento? Predisposizione dello spirito? Non lo sappiamo.
“Hineni” è la risposta di Abramo, di Giacobbe e poi di Mosè a Dio che
li chiama. Leonard Cohen era pronto alla sua ultima prova, e sarebbe
stato anche pronto per il premio Nobel, se i grandi giudici delle
lettere avessero mai letto e ascoltato i testi delle sue canzoni e
compreso il percorso esistenziale dell’uomo e della sua coscienza.
|
|
Leggi
|
 |
Terrorismo in Francia, sette nuovi arresti
|
Sette
arresti sono stati effettuati ieri in Francia nel quadro delle
operazioni anti-terrorismo. Cinque francesi, un afghano e un marocchino
sono stati fermati con l’accusa di far parte di una cellula che stava
preparando attacchi simultanei a Parigi e Marsiglia in occasione delle
prossime festività natalizie.
“La minaccia terroristica in Francia non è mai stata così alta” ha
detto in una conferenza stampa il ministro dell’Interno Bernard
Cazeneuve. Come riporta tra gli altri il Messaggero, sei dei sette
potenziali attentatori erano sconosciuti alle forze di sicurezza. Il
settimo, un marocchino di 26 anni, aveva un regolare permesso di
soggiorno in Portogallo dal 2014. L’età degli altri arrestati va dai 29
ai 36 anni. Le indagini erano scattate otto mesi fa, dopo il rientro di
cinque del gruppo dalla Siria.
Riportare in Nordafrica i profughi salvati nel Mediterraneo piuttosto
che condurli in Italia, vietare il velo integrale e difendere la
‘Leitkultur’ (la cultura guida tedesca) come elemento “unificante”
della società. Sono alcune delle richieste contenute in una mozione
approvata ieri dai vertici della Cdu che racchiude i principi cardine
su cui i cristiano-democratici costruiranno la campagna elettorale per
assicurare un quarto mandato ad Angela Merkel nel 2017. Ad anticiparne
i principali temi è La Stampa, che ha visionato in anteprima il
documento. Chi rifiuterà di integrarsi, si legge nella mozione, “dovrà
fare i conti con sanzioni che vanno fino a tagli alle prestazioni
sociali e all’espulsione”. Il partito della cancelliera si schiera
inoltre contro “l’abuso dell’Islam, per l’odio, la violenza, il
terrorismo e l’oppressione”. Tra gli obiettivi che ci si pone, la
chiusura delle moschee in cui si predica la violenza e l’espulsione dei
“predicatori d’odio”.
|
|
Leggi
|
|
|
LA FESTA AL CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI
Arrigo Levi, 90 anni di passione
"La sua intera vita un esempio"
Giornalista
di fama internazionale, ma anche scrittore e consigliere diplomatico ad
altissimi livelli. Arrigo Levi ha voluto festeggiare i suoi primi 90
anni di vita nel Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, dove ieri pomeriggio si è tenuta una cerimonia in
suo onore.
“Ci sono molti motivi per dirle grazie, caro Arrigo. Per le importanti
pagine di giornalismo che ci ha donato, per gli straordinari libri che
ha scritto, per la sua costante attività a sostegno dello Stato di
Israele. Ma anche e soprattutto per un’umanità speciale, per un modo di
guardare alla vita, nei suoi alti e bassi, nelle molte sfide che si
presentano ogni giorno, che è un esempio per tutti noi” ha sottolineato
la presidente UCEI Noemi Di Segni, rivolgendosi al festeggiato.
Sala gremita, tanti giovani presenti. Molti anche i giornalisti che,
seduti tra il pubblico, non hanno voluto mancare. E con loro anche l’ex
presidente UCEI Renzo Gattegna e la presidente della Comunità ebraica
romana Ruth Dureghello.
Accanto
a Levi il rabbino rav Riccardo Di Segni, che si è detto “spettatore
sempre ammirato” delle imprese del grande giornalista, insieme ai
colleghi Paolo Mieli e Maurizio Molinari, che hanno portato due
testimonianze di un pezzo di vita professionale al suo fianco. Levi
scherza, si emoziona, incalza i suoi interlocutori.
Facendo il suo ingresso nella sala, ricorda con emozione l’intervista che diede a Pagine Ebraiche
a poche settimane dalla visita del presidente Napolitano al Congresso
UCEI del dicembre 2010, evocata dalla Presidente UCEI nel corso del suo
intervento. Levi sorride e si lascia cullare dai ricordi, anche quando
viene proiettata l’intervista che concesse al programma televisivo
Sorgente di vita in occasione del lancio di “Un paese non basta”. Leggi
|
IN COLLABORAZIONE CON LA REDAZIONE UCEI
Sport e comunicazione televisiva
Ginettaccio, trionfo in volata
Una
nuova straordinaria vittoria, in volata, per Gino Bartali. Il
documentario Rai sul grande ciclista toscano e la sua azione di
salvataggio di ebrei e perseguitati, realizzato con la collaborazione
con la redazione giornalistica UCEI, si è aggiudicato ieri la Ghirlanda
d’Onore al campionato mondiale della Televisione, del Cinema, della
Cultura e della Comunicazione sportiva.
Ideato e coordinato da Massimiliano Boscariol, produttore esecutivo
Rai, il documentario “Gino Bartali, il campione e l’eroe” condotto da
Ubaldo Pantani era stato scelto nella cinquina finalista del premio a
inizio autunno. Ieri sera, nella sede dell’Auditorium della Regione
Lombardia a Milano, durante un’intensa cerimonia di premiazione cui ha
preso parte anche il ministro Dario Franceschini, la consegna del
prestigioso riconoscimento nelle mani di Boscariol e di uno degli
autori, Antonio Ficarra.
“Sono molto orgoglioso per quello che abbiamo realizzato e per come è stato recepito. Una grande vittoria” afferma Boscariol. Leggi
|
qui roma - la mostra
Tra orgoglio e pregiudizio
“Si
sa poco della storia ebraica, e anche dello strettissimo legame che c’è
con la cultura e il tessuto nazionale, sociale, civile del nostro
Paese. Questa mostra contribuisce a sopperire a tali lacune, nella
convinzione che solo attraverso la conoscenza sia possibile contrastare
il pregiudizio.” Così in una nota il presidente dell’Enciclopedia
Treccani Massimo Bray, letta ieri in apertura della mostra “Orgoglio e
pregiudizio – 2000 anni di storia ebraica attraverso le fonti
storiche”. L’esposizione è realizzata con documenti provenienti dalla
Fondazione Elisabeth De Rotschild, con il supporto dell’UCEI e
dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Israele: un percorso tra
antichissime monete e bolle papali, carte risorgimentali e contratti di
compravendita dei terreni nella Palestina del mandato britannico,
testimonianze della persecuzione antiebraica e numeri originali de “La
difesa della razza”.
Presentata ieri presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e
visitabile fino al 2 dicembre, l’iniziativa è stata raccontata e
introdotta dal Presidente della Fondazione Elisabeth De Rotschild
Yehoshua Levy, dalla responsabile Formazione e Cultura della Fondazione
Roberta Ruth Cerruto e dalla storica Anna Foa. Leggi
|
Herzl a Basilea |
La
settimana scorsa ero a Basilea per una conferenza del Congresso ebraico
mondiale. Insieme a me, dall’Italia, Margherita Sacerdoti, Daniel
Citone e Rafi Korn. Ogni volta che mi trovo in quella città provo
un’emozione profonda al pensiero che da lì, poco più di un secolo fa,
prese le mosse il grande progetto sionista, che cinquanta anni dopo –
attraverso la tragedia della Shoah – avrebbe condotto alla nascita
dello Stato d’Israele.
Tutti conosciamo la frase scritta da Theodor Herzl nel suo diario
(“Oggi ho fondato lo Stato ebraico. Se dicessi questo susciterei adesso
una risata generale.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
Storie - Crimini di guerra |
Al
termine del secondo conflitto mondiale, l’individuazione dei
responsabili dei gravi crimini commessi durante l’occupazione tedesca
in Italia contro le popolazioni civili rimase circoscritta a pochi casi
eclatanti. Anche per ragioni di politica internazionale (l’incipiente
guerra fredda e la necessità di “tutelare” l’avamposto della Germania
dell’Ovest dall’espansione sovietica), ben presto gli Alleati
abbandonarono il progetto di fare giustizia delle stragi compiute dai
tedeschi durante la campagna d’Italia, e gli italiani, a parte poche
condanne (Kappler per le Fosse Ardeatine, Reder per Marzabotto e altri
eccidi), ben presto posero fine a quella stagione processuale.
Mario Avagliano
Leggi
|
|
|