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22 novembre 2016 - 21 Cheshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Abramo deve conoscere la visione della giustizia divina perché lui e i suoi figli dovranno applicarla, seguirla e diffonderla: "... poiché Io l'ho scelto in quanto istruisce i suoi figli e la sua casa a osservare la strada dell'Eterno realizzando rettitudine e giustizia..." (Bereshìt; 18, 19). ll capitale di testimonianza che Abramo deve tramandare deve cominciare dall'esempio in casa sua. I nostri Saggi ci fanno notare come per capire il valore e l'autenticità di un individuo dobbiamo rifarci al comportamento e alle scelte dei suoi figli.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Leonard Cohen è morto. Cantautore, e poeta. È morto dopo aver appena pubblicato un ultimo album. La canzone che gli dà il titolo, You Want It Darker, dice “Hineni, hineni, I’m ready my Lord”, “Eccomi, eccomi, sono pronto, Signore!” Presentimento? Predisposizione dello spirito? Non lo sappiamo.
“Hineni” è la risposta di Abramo, di Giacobbe e poi di Mosè a Dio che li chiama. Leonard Cohen era pronto alla sua ultima prova, e sarebbe stato anche pronto per il premio Nobel, se i grandi giudici delle lettere avessero mai letto e ascoltato i testi delle sue canzoni e compreso il percorso esistenziale dell’uomo e della sua coscienza.
 
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Terrorismo in Francia, sette nuovi arresti
Sette arresti sono stati effettuati ieri in Francia nel quadro delle operazioni anti-terrorismo. Cinque francesi, un afghano e un marocchino sono stati fermati con l’accusa di far parte di una cellula che stava preparando attacchi simultanei a Parigi e Marsiglia in occasione delle prossime festività natalizie.
“La minaccia terroristica in Francia non è mai stata così alta” ha detto in una conferenza stampa il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. Come riporta tra gli altri il Messaggero, sei dei sette potenziali attentatori erano sconosciuti alle forze di sicurezza. Il settimo, un marocchino di 26 anni, aveva un regolare permesso di soggiorno in Portogallo dal 2014. L’età degli altri arrestati va dai 29 ai 36 anni. Le indagini erano scattate otto mesi fa, dopo il rientro di cinque del gruppo dalla Siria.

Riportare in Nordafrica i profughi salvati nel Mediterraneo piuttosto che condurli in Italia, vietare il velo integrale e difendere la ‘Leitkultur’ (la cultura guida tedesca) come elemento “unificante” della società. Sono alcune delle richieste contenute in una mozione approvata ieri dai vertici della Cdu che racchiude i principi cardine su cui i cristiano-democratici costruiranno la campagna elettorale per assicurare un quarto mandato ad Angela Merkel nel 2017. Ad anticiparne i principali temi è La Stampa, che ha visionato in anteprima il documento. Chi rifiuterà di integrarsi, si legge nella mozione, “dovrà fare i conti con sanzioni che vanno fino a tagli alle prestazioni sociali e all’espulsione”. Il partito della cancelliera si schiera inoltre contro “l’abuso dell’Islam, per l’odio, la violenza, il terrorismo e l’oppressione”. Tra gli obiettivi che ci si pone, la chiusura delle moschee in cui si predica la violenza e l’espulsione dei “predicatori d’odio”.
 
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  davar
LA FESTA AL CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI
Arrigo Levi, 90 anni di passione 
"La sua intera vita un esempio"

Giornalista di fama internazionale, ma anche scrittore e consigliere diplomatico ad altissimi livelli. Arrigo Levi ha voluto festeggiare i suoi primi 90 anni di vita nel Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dove ieri pomeriggio si è tenuta una cerimonia in suo onore.
“Ci sono molti motivi per dirle grazie, caro Arrigo. Per le importanti pagine di giornalismo che ci ha donato, per gli straordinari libri che ha scritto, per la sua costante attività a sostegno dello Stato di Israele. Ma anche e soprattutto per un’umanità speciale, per un modo di guardare alla vita, nei suoi alti e bassi, nelle molte sfide che si presentano ogni giorno, che è un esempio per tutti noi” ha sottolineato la presidente UCEI Noemi Di Segni, rivolgendosi al festeggiato.
Sala gremita, tanti giovani presenti. Molti anche i giornalisti che, seduti tra il pubblico, non hanno voluto mancare. E con loro anche l’ex presidente UCEI Renzo Gattegna e la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
Accanto a Levi il rabbino rav Riccardo Di Segni, che si è detto “spettatore sempre ammirato” delle imprese del grande giornalista, insieme ai colleghi Paolo Mieli e Maurizio Molinari, che hanno portato due testimonianze di un pezzo di vita professionale al suo fianco. Levi scherza, si emoziona, incalza i suoi interlocutori.
Facendo il suo ingresso nella sala, ricorda con emozione l’intervista che diede a
Pagine Ebraiche a poche settimane dalla visita del presidente Napolitano al Congresso UCEI del dicembre 2010, evocata dalla Presidente UCEI nel corso del suo intervento. Levi sorride e si lascia cullare dai ricordi, anche quando viene proiettata l’intervista che concesse al programma televisivo Sorgente di vita in occasione del lancio di “Un paese non basta”.
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IN COLLABORAZIONE CON LA REDAZIONE UCEI
Sport e comunicazione televisiva
Ginettaccio, trionfo in volata

Una nuova straordinaria vittoria, in volata, per Gino Bartali. Il documentario Rai sul grande ciclista toscano e la sua azione di salvataggio di ebrei e perseguitati, realizzato con la collaborazione con la redazione giornalistica UCEI, si è aggiudicato ieri la Ghirlanda d’Onore al campionato mondiale della Televisione, del Cinema, della Cultura e della Comunicazione sportiva.
Ideato e coordinato da Massimiliano Boscariol, produttore esecutivo Rai, il documentario “Gino Bartali, il campione e l’eroe” condotto da Ubaldo Pantani era stato scelto nella cinquina finalista del premio a inizio autunno. Ieri sera, nella sede dell’Auditorium della Regione Lombardia a Milano, durante un’intensa cerimonia di premiazione cui ha preso parte anche il ministro Dario Franceschini, la consegna del prestigioso riconoscimento nelle mani di Boscariol e di uno degli autori, Antonio Ficarra.
“Sono molto orgoglioso per quello che abbiamo realizzato e per come è stato recepito. Una grande vittoria” afferma Boscariol.
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Il vertice di COPENAGHEN
Rete europea dei Musei ebraici
Il Meis entra fra i protagonisti

Un vasto pubblico di direttori e curatori dei musei ebraici europei, insieme ad alcuni rappresentanti dei musei ebraici americani, ha accolto stamani con forte interesse la presentazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah avvenuta nel corso della Conferenza annuale dell’Aejm – Association of European Jewish Museums tenutasi in questi giorni a Copenaghen.
Il Presidente Dario Disegni ha spiegato le basi istituzionali del Museo, illustrando, nello specifico, l’impegno e il sostegno del Governo italiano, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e delle istituzioni locali. Il Direttore del Meis, Simonetta Della Seta, è entrata nel vivo del lavoro di preparazione degli allestimenti e dei diversi servizi previsti nel Museo da oggi al 2020. Numerose le domande poste dalla platea: dalla sostenibilità del Meis al significato trasmesso dalla sua architettura, dal tipo di pubblico cui si rivolge alle collezioni. Il dibattito ha suscitato molta curiosità anche intorno alla città di Ferrara e alla particolarità dell’ebraismo italiano.
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qui roma - la mostra  
Tra orgoglio e pregiudizio
“Si sa poco della storia ebraica, e anche dello strettissimo legame che c’è con la cultura e il tessuto nazionale, sociale, civile del nostro Paese. Questa mostra contribuisce a sopperire a tali lacune, nella convinzione che solo attraverso la conoscenza sia possibile contrastare il pregiudizio.” Così in una nota il presidente dell’Enciclopedia Treccani Massimo Bray, letta ieri in apertura della mostra “Orgoglio e pregiudizio – 2000 anni di storia ebraica attraverso le fonti storiche”. L’esposizione è realizzata con documenti provenienti dalla Fondazione Elisabeth De Rotschild, con il supporto dell’UCEI e dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Israele: un percorso tra antichissime monete e bolle papali, carte risorgimentali e contratti di compravendita dei terreni nella Palestina del mandato britannico, testimonianze della persecuzione antiebraica e numeri originali de “La difesa della razza”.
Presentata ieri presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e visitabile fino al 2 dicembre, l’iniziativa è stata raccontata e introdotta dal Presidente della Fondazione Elisabeth De Rotschild Yehoshua Levy, dalla responsabile Formazione e Cultura della Fondazione Roberta Ruth Cerruto e dalla storica Anna Foa.
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master ucei
Viaggio nel tempo a Venezia 
Gli studenti del Master in Cultura ebraica e Comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane possono scegliere diverse forme espressive per le loro tesine conclusive, sperimentando strade non sempre classiche. Una sfida che ha appassionato l’allievo Andrea Mauri, giornalista, scrittore e redattore della Rai, che ha fatto rivivere in forma narrativa la vita nel ghetto di Venezia.
L’ebreo venuto dalla nebbia è il titolo del suo racconto, presentato nella sessione dello scorso 3 novembre a conclusione del suo iter formativo, in cui un giovane che sta effettuando una ricerca sul ghetto è protagonista di una sorta di viaggio indietro nel tempo, nella Venezia del 1516.
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pilpul
Herzl a Basilea
La settimana scorsa ero a Basilea per una conferenza del Congresso ebraico mondiale. Insieme a me, dall’Italia, Margherita Sacerdoti, Daniel Citone e Rafi Korn. Ogni volta che mi trovo in quella città provo un’emozione profonda al pensiero che da lì, poco più di un secolo fa, prese le mosse il grande progetto sionista, che cinquanta anni dopo – attraverso la tragedia della Shoah – avrebbe condotto alla nascita dello Stato d’Israele.
Tutti conosciamo la frase scritta da Theodor Herzl nel suo diario (“Oggi ho fondato lo Stato ebraico. Se dicessi questo susciterei adesso una risata generale. 


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Crimini di guerra
Al termine del secondo conflitto mondiale, l’individuazione dei responsabili dei gravi crimini commessi durante l’occupazione tedesca in Italia contro le popolazioni civili rimase circoscritta a pochi casi eclatanti. Anche per ragioni di politica internazionale (l’incipiente guerra fredda e la necessità di “tutelare” l’avamposto della Germania dell’Ovest dall’espansione sovietica), ben presto gli Alleati abbandonarono il progetto di fare giustizia delle stragi compiute dai tedeschi durante la campagna d’Italia, e gli italiani, a parte poche condanne (Kappler per le Fosse Ardeatine, Reder per Marzabotto e altri eccidi), ben presto posero fine a quella stagione processuale.

Mario Avagliano
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