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 27 Novembre 2016 - 26 Cheshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
A
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Nelle ultime due settimane mi sono trovato più volte a chiedermi: “tutte le opinioni vanno rispettate? E mi sono risposto: “nemmeno per idea”. Viceversa è importante mantenere il principio che “tutte le persone vanno rispettate, quali che siano le loro opinioni”. Le opinioni, una volta che diventano pubbliche, possono essere contestate, rigettate e se è il caso, ridicolizzate. Perché tutto il progresso intellettuale di noi uomini e donne deriva dalla messa in discussione di opinioni sacralizzate dall’abitudine o dalla superstizione.
"Non dimentichiamo
le tragedie del presente"
“Molto giustamente mandiamo i nostri in viaggio con le scuole nei campi di sterminio nazisti perché imparino a non dimenticare. Per la stessa ragione è bene che non si dimentichi mai ciò che non è ancora storia, le tragedie legate all’immigrazione, perché continuano a riguardarci”. Così il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ieri ha visionato in anteprima insieme al Corriere il docufilm ‘Come è profondo il mare’ che verrà trasmesso stasera su Sky Atlantic. Il racconto del recupero del barcone salpato dalle coste libiche con 700 disperati che, nella notte del 18 aprile 2015, si inabissò a 131 miglia da Lampedusa: solo 28 vennero recuperati vivi, poi furono ritrovate 24 salme, gli altri si inabissarono con la barca a 370 metri di profondità. “La più grande tragedia avvenuta nel Mediterraneo in questi anni” ricorda il Corriere.
Hanno sentimenti negativi verso i migranti, i diritti umani e l’Unione europea: piuttosto che allargare le maglie vorrebbero restringerle, su tutte e tre le questioni. Sono ostili ai giornali, e si fidano di più di un tuffo in Internet senza stare a sottilizzare particolarmente su quale sia la fonte a cui si affidano. Uno studio inglese, analizzato oggi dalla Stampa, individua le principali caratteristiche comuni ai movimenti populisti d’Europa e del mondo. Spiega uno studioso al quotidiano: “Come in Romania, da voi c’è una cosa singolare: il populismo autoritario è stato mischiato anche con movenze prese dalla sinistra radicale. È il caso del populismo autoritario del M5S e di Grillo”.
 
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  davar
dopo i roghi appiccati NEGLI SCORSI GIORNI
Israele in fiamme, l'UCEI

chiama la società a raccolta
“Ogni palmo della terra di Israele è stato coltivato con amore e attenzione. Ogni centimetro conteso, ogni appezzamento minacciato dal pericolo. Esprimiamo la nostra vicinanza a tutta la popolazione di Israele e il sentimento di dolore dinanzi agli incendi che continuano a divampare con gravi danni per la popolazione civile e il duro lavoro compiuto in tanti anni di sacrifici”.
Lo ha dichiarato la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in riferimento agli incendi che in queste ore stanno divampando e avvolgono i centri residenziali e le foreste lungo tutto il Paese minacciando l’inestimabile patrimonio naturale, ma anche le abitazioni e le vite di molte persone.
“Denunciamo – prosegue Di Segni – prima di tutto una siccità di valori dimostrata da chi compie questi gesti e al contempo affermiamo di nuovo la rigogliosità delle nostre capacità e speranze. Ma diciamo anche grazie a chi si è mobilitato per evitare il peggio e per lenire le ferite e diciamo grazie in primo luogo all’Italia, uno dei pochi pochissimi paesi ad aver offerto prontamente supporto”.
“Non possiamo tacere – conclude Di Segni – che se oggi brucia la nostra terra, per mano di chi appicca le fiamme dell’odio e pensa di incendiare il nostro futuro, domani il rogo rischia di raggiungere tutte le sponde del Mediterraneo, anche quelle a noi vicine. Per questo è urgente intervenire con determinazione, non solo per domare le fiamme”.

L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane prosegue in queste ore in stretto contatto con le autorità israeliane e con l’Ambasciata di Israele in Italia il proprio impegno di mobilitazione e invita tutta la popolazione a offrire un contributo concreto per soccorrere i territori devastati dagli incendi, contribuendo alla raccolta di fondi da destinare alle famiglie colpite per la ricostruzione delle case e delle sinagoghe distrutte dalle fiamme.

È possibile utilizzare l’IBAN IT42B0200805205000103538743
indicando come causale “MEDITERRANEO IN FIAMME”

il congresso della federazione 
'Italia-Israele, cammino comune'
“Questo Congresso ha rappresentato due note positive e inedite: l’alta partecipazione, con un numero doppio di delegati e osservatori rispetto al passato. E la valorizzazione di un programma che prevede lo sviluppo di diverse linee guida. Un coinvolgimento più fattivo dei giovani, una collaborazione più stretta con Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Ambasciata d’Israele, l’impegno scientifico di grandi personalità della nostra cultura, un lavoro intenso sulla comunicazione. Siamo molto soddisfatti”.
Questo il bilancio che Maurizio Borra, presidente delle Federazione Associazioni Italia-Israele fa del Congresso nazionale svoltosi nelle scorse ore a Roma.
Tra gli ospiti del Congresso, l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, intervenuta questa mattina. Molteplici inoltre i relatori che nella due giorni di lavoro sono saliti sul palco per illustrare il proprio campo d’attività e il proprio lavoro, aprendo inoltre la strada a possibili collaborazioni futura.
Particolarmente densa la sessione dedicata ieri al tema dei progetti strategici: il Network Italia-Israele, presentato dal presidente del Keren Hayesod Andrea Jarach; il Progetto Sport, illustrato dal segretario organizzativo Luigi Diamanti; il Progetto con l’Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia-Israele; il Progetto Comitato Scientifico, che ha visto l’architetto David Palterer spiegare le ragioni che hanno portato al coinvolgimento di alcune importanti figure del mondo della cultura e delle arti; il Progetto Comunicazione e nuovo portale, di cui hanno parlato Giuseppe Crimaldi e Rafael Erdreich.
A prendere la parola anche il direttore della Comunicazione e della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, che si è soffermato sul lavoro quotidianamente offerto dalla redazione all’insieme della società italiana e su possibili sinergie da implementare in questo campo.
A portare il proprio saluto, tra gli altri, anche il presidente del B’nai B’rith Europe Daniel Citone.
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qui bologna - i giovani a congresso
Ugei, scelto il nuovo Consiglio
Ariel Nacamulli, Giorgio Berruto, Filippo Tedeschi, Ruben Spizzichino, Matteo Israel, Elena Gai, Benedetto Sacerdoti.
Questa la composizione del nuovo Consiglio dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, riunitasi nelle scorse ore a Bologna per il tradizionale Congresso annuale.
Tre intense giornate di confronto sul futuro dell’organizzazione, la sua rappresentatività, le linee guida della sua operatività cui hanno preso parte, tra gli altri, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, l’Assessore a Scuola, Formazione e Giovani Livia Ottolenghi e il Consigliere Saul Meghnagi.
Accolti dai vertici della Comunità ebraica bolognese, nelle figure tra gli altri del presidente Daniele De Paz, del rabbino capo Alberto Sermoneta e del Consigliere UCEI David Menasci, gli oltre 60 partecipanti giunti da tutta Italia hanno portato un contributo plurale alla discussione. “Un confronto prezioso e stimolante, segnato dalla necessità di dare ai nostri ragazzi un ruolo sempre più da protagonisti, nel pieno rispetto della loro indipendenza e propositività” sottolinea la Presidente Di Segni.


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OGGI L'INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL 
Pisa, venti anni di Nessiah
Venti anni con Nessiah, il festival artistico organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa sotto la direzione del Maestro Andrea Gottfried (nell’immagine), suo fondatore e anima. Vent’anni è l’età del divertimento e della vitalità più gioiosa, e per celebrare questo traguardo Nessiah si regala alcune novità. Il tema scelto è infatti “trame e tessuti”, declinato nei diversi aspetti della cultura ebraica.
Nessiah prenderà il via questo pomeriggio alle 17.30, alla Gipsoteca Arte Antica, con l’inaugurazione della mostra personale “Bridging” di Michal Hidas, tra le più interessanti stiliste israeliane emergenti (allestimento a cura di Altea Pivetta, ad introdurre la stilista sarà invece Miriam Camerini). Seguirà alle 21, nella stessa sede, il concerto della band “Note Noire”, che proporrà musiche Klezmer e Gipsy.
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la scomparsa di fidel castro
Il Lider Maximo e Israele,

un rapporto complicato
Nei suoi 49 anni alla guida del regime cubano, Fidel Castro, scomparso a 90 anni, ha costruito un rapporto contraddittorio con il mondo ebraico e con Israele. Inizialmente, ad esempio, lo Stato ebraico era ben visto dal lider maximo tanto che nel 1959 – anno in cui salì al potere – fu aperto un ufficio diplomatico israeliano all’Havana. Il mito dei kibbutzim era arrivato oltreoceano e molti personaggi di spicco del comunismo cubano guardavano con ammirazione all’esperimento socialista israeliano. Ma i rapporti presto deteriorano fino alla rottura del 1973, con Israele schierata a favore degli Stati Uniti e contro il blocco sovietico per cui parteggiava Cuba.
Già nel 1966 le cose in realtà erano precipitate come racconta la stampa ebraica internazionale. In questa data infatti furono aperti a Cuba dei campi di guerriglia per i palestinesi, dando così il via a un rapporto pluridecennale che vide Castro coltivare un’amicizia con il leader palestinese Yasser Arafat. “Arafat è un uomo che amiamo profondamente e rispettiamo, a cui abbiamo sempre mostrato la nostra solidarietà”, ebbe a dire l’allora presidente cubano. Non è un caso se tra i primi a esprimere le proprie condoglianze per la sua morte ci sono stati proprio alcuni rappresentanti palestinesi.


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qui napoli - il seminario
Wajda: cinema, ebrei, Polonia
Si è tenuto negli scorsi giorni all’Università L’Orientale di Napoli un seminario dedicato al grande regista polacco Andrzej Wajda, scomparso il 9 ottobre scorso a 90 anni. “Andrzej Wajda: il cinema, gli ebrei, la Polonia”, il titolo dell’evento con protagonisti Andrea De Carlo, Raffaele Esposito, Giancarlo Lacerenza, Sarah Kaminski e Silvia Parlagreco. Il seminario è stato anche l’occasione per presentare l’edizione dal taccuino Dybuk (Libro d’arte, Officina d’arte grafica Lucini, Milano, 2015), scritto e disegnato nel 1988 dal regista in occasione della prima dello spettacolo Dybuk a Cracovia e poi del viaggio compiuto in Israele per un nuovo allestimento a Tel Aviv con la compagnia del Teatro Naziomale Habima. Un’edizione curata da Sarah Kaminski, Giulia Randone e Silvia Parlagreco, che sul numero di Pagine Ebraiche di novembre ha raccontato la complessità del lavoro di Wajda, tra teatro e cinema.


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qui torino - l'incontro
L'archeologia per Dan Bahat
Serata dedicata all’archeologia al Circolo dei lettori, promossa dal Gruppo Sionistico Piemontese e della Comunità ebraica di Torino con un ospite d’eccellenza. Si tratta di Dan Bahat, uno dei più grandi personaggi dell’archeologia israeliana, che ha condotto scavi a Gerusalemme, portando alla luce il tunnel che scorre alla base del Kotel (Muro Occidentale), forse la più celebre scoperta fatta dallo studioso. Interventi e scoperte che portano il suo nome riguardano anche Masada, un altro luogo simbolo del territorio d’Israele, dove sono stati rinvenuti cocci con nomi di ebrei databili alla caduta della fortezza.


Alice Fubini

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pilpul

Differenze ed eguaglianza
Se si dovesse dare ragione ai Clinton, i grandi sconfitti in questa tornata elettorale per le presidenziali, tutto ruoterebbe intorno all’economia. La quale girerebbe bene. D’abitudine, infatti, Bill gradisce dire che: «It’s the economy, stupid!», che è poi un po’ la versione in salsa democratica della famosa battuta: «è il mercato, bellezza!». A dare uno sguardo molto veloce e sintetico, ma già di per se stesso indicativo delle tendenze di fondo, parrebbe quindi che con la presidenza Obama le perfomance economiche siano migliorate o abbiamo comunque raggiunto un livello accettabile rispetto alle aspettative e alle esigenze della popolazione. Secondo i dati ufficiali la disoccupazione è calata al 4,9% (ottobre 2016) mentre il prodotto interno lordo risulta essere cresciuto del 2%. Senz’altro meno di quanto ci si aspettasse ma comunque meglio di ciò che l’Unione europea e il Giappone, i due altri grandi protagonisti planetari dell’economia a sviluppo avanzato, hanno saputo garantirsi. L’uscente maggioranza democratica, tiepidamente riconosciutasi intorno alla candidatura di Hillary Clinton, ha quindi ripetuto, in tutti i dibattiti elettorali, come gli Stati Uniti si siano oramai avviati sulla strada del superamento del lungo frangente della crisi, innescatosi poco meno di una decina di anni fa. In realtà, scorporando i dati, le cose appaiono molto diverse.

Claudio Vercelli
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Inquietudine
Questo è il capitolo nuovo che Primo Levi inserisce nel libro. Si intitola Iniziazione. Consiste di quattro fogli dattiloscritti in copia carbone posti dopo il secondo intitolato Sul fondo (questo titolo era tra i possibili del volume del 1947). Con queste pagine Levi fornisce numerose informazioni sul Lager: la confusione delle lingue e Babele, i sogni, il pane come moneta, il lavatoio, Steinlauf. Qui per la prima volta parla in modo diretto della necessità di testimoniare: bisogna sopravvivere “per raccontare,per portare testimonianza”. Una riflessione che appartiene alla seconda edizione del libro, maturata nel frattempo. Prima di arrivare a questi fogli dattiloscritti Levi ha scritto e riscritto il capitolo nuovo tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, quando già pensava a una ripubblicazione del libro. Su un quaderno manoscritto esiste un diverso attacco del capitolo: “Dal primo mese di Lager non ricordo che un succedersi di giorni plumbei, una sensazione continua di schiacciamento, di naufragio. Mi pareva assurdo sperare di sopravvivere, e mi sembravano ridicoli e pietosi, come conati del topo, che si rigira nella trappola, i tentativi dei miei compagni più forti per migliorare la loro condizione”. La differenza con la versione poi scelta è notevole. Levi sceglie la presa diretta, collocando la voce narrante dentro il Lager, nel momento presente, e utilizza il presente indicativo: … Sono stato assegnato”, marco-belpoliti-inquietudine“Io non ho sonno…”; “Ho troppe cose da chiedere”. Nella versione scartata c’è una messa a distanza temporale e i tempi sono al passato. Resta anche il sentore di un abbattimento, uno stato depressivo, insieme a una presa di distanza dai compagni, che tentano di migliorare la propria condizione. L’immagine del topo “che si rigira nella trappola” è efficace e rimanda ad altri topi presenti successivamente nella sua opera. La scelta finale è quella di un racconto in cui ciò che accade e ciò che pensa sono nello stesso tempo verbale, inscindibili. Scompare il giudizio sui compagni. Nel quaderno manoscritto un’altra versione di inizio del capitolo: “Sepolto nelle interminabili ore di lavoro sotto lo spesso strato del disagio fisico acuto, la coscienza della mia disperata condizione bruciava come un ferro rovente nei pochi minuti di rilassamento della giornata: al risveglio segnatamente, dopo la tregua clemente del sonno”. Anche l’immagine del “ferro rovente” è forte, ma probabilmente il tono non lo convince del tutto. Preferisce far emerge la “disperata condizione” di ciò che accade intorno a lui e la pagina dattiloscritta affidata Einaudi contiene un ritmo più veloce, rapido; è il susseguirsi di cose e avvenimenti inframmezzate da riflessioni altrettanto celeri e fulminee. Più che “disperata condizione” è la parola “inquietudine” che dà il tono al brano inserito, che si legge ora nel dattiloscritto.

Marco Belpoliti, scrittore

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