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14 Dicembre 2016 /  14 Kislev 5777
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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Spizzichino, oggi l'ultimo saluto
Si svolgeranno questa mattina i funerali di Giulia Spizzichino, la testimone che con le sue parole, il suo coraggio, il suo appassionato impegno personale riuscì a inchiodare il criminale nazista Erich Priebke alle sue responsabilità e a farlo estradare in Italia dall’Argentina, dove si era rifugiato da tempo e dove viveva indisturbato.
Nata e cresciuta a Roma, Giulia sfugge al rastrellamento del 16 ottobre 1943 grazie al padre Cesare, che intuisce subito i segnali di pericolo con l’arrivo dei tedeschi in città e la famigerata richiesta dell’oro alla Comunità ebraica capitolina. Il 21 marzo del ’44, dopo mesi trascorsi in clandestinità, sfugge miracolosamente all’arresto, mentre nell’abitazione di fronte vengono catturati i nonni e numerosi altri familiari. Sette di loro finiranno tre giorni dopo alle Fosse Ardeatine, altri 19 invece saranno mandati ad Auschwitz.
Numerosi le reazioni di cordoglio alla triste notizia ai più alti livelli istituzionali. Ad intervenire tra gli altri anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti. 

“Il suo impegno determinato e determinante per far estradare il criminale nazista Erich Priebke in Italia, andando in Argentina, e generando così la partecipazione di un intero sistema che ne ha portato alla definitiva condanna, resterà per sempre esemplare” dichiara la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
“Ci lascia un’altra testimone della memoria, a noi spetta il compito di non dimenticare e ricordare alle nuove generazioni il suo esempio positivo” afferma la Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.

Aleppo, finisce l'incubo. L'Onu: "Violenze sui civili". È finita la battaglia di Aleppo. Balli per strada per festeggiare la fine di un incubo, iniziato nel luglio del 2012. "Un incubo - scrive Repubblica - iniziato con l'arrivo delle colonne ribelli dalla campagna e dal confine con la Turchia; la divisione arbitraria della città; l'ondata di rifugiati in fuga da Est; le famiglie spaccate; i servizi collassati; la vita ridotta a lotta quotidiana per il minimo".
L'avanzata finale delle forze governative, appoggiate dall'aviazione russa e dalle milizie filo-iraniane libanesi, irachene e afgane, più i palestinesi delle Brigate al Quds, è stata però accompagnata da denunce di massacri e violenze sui civili, fatte proprie dal Comitato Diritti Umani dell'Onu. Ad essere citati dal portavoce dell'organismo internazionale, Rupert Coalville, "non meglio precisati 'rapporti' provenienti da Aleppo Est, secondo i quali 82 persone, tra cui donne e bambini, sarebbero state uccise a sangue freddo in quattro diverse località".

Trump guarda a Gerusalemme. Sui giornali si parla ancora dell'intenzione espressa da Donald Trump di trasferire la rappresentanza diplomatica americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.
"Si tratta di una cosa che Israele, un grande amico che abbiamo in Medio Oriente, apprezzerebbe, e che molti ebrei americani hanno indicato essere una loro preferenza" afferma Kellyanne Conway, uno dei più stretti consiglieri del presidente statunitense.
Stando al Times Israel, il luogo sarebbe stato individuato nel comprensorio di Talpiot, dove oggi si trova il consolato.

Per Avvenire, si tratta di una mossa "che rischierebbe di alimentare le tensioni già molto forti fra arabi e israeliani nella regione".

La fine dell'Europa. l Foglio pubblica oggi alcune anticipazioni dall'ultimo libro di Giulio Meotti, La fine dell'Europa (ed. Cantagalli).
"Noi che siamo nati in un mondo ormai anziano, e siamo testimoni di una guerra che non dice il proprio nome, ci viene da dire che il suicidio europeo è la somma delle vigliaccherie e delle abdicazioni nazionali che iniziano sempre dalle rinunce a ciò che va oltre l'individuo - patria, eredità, Dio" sostiene nella prefazione lo scrittore francese Richard Millet.


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