21 dicembre 2016 - 21 Kislev 5777 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion e Francesco Lucrezi.
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PM of Israel @IsraeliPM
20 dic
Prime Minister Benjamin Netanyahu: We will win this fight against the terrorists and together we will win it faster
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Berlino, l'attentatore è in fuga
Attacco rivendicato dall'Isis
È
stato rivendicato nella notte dai terroristi dell'Isis l'attentato che
lunedì sera ha sconvolto Berlino, causando la morte di almeno 12
persone e 48 feriti. Il pachistano inizialmente sospettato di essere
alla guida del tir che ha investito la folla nella Capitale tedesca è
stato scarcerato ed è quindi caccia aperta al terrorista che ha causato
una strage. L'uomo è in fuga. Delle 7 vittime identificate fino a ieri
invece 6 sono tedesche, una è polacca. C'è una dispersa italiana,
Fabrizia di Lorenzo, 31 anni (Corriere). I famigliari sono in Germania
ma, dicono ai media, non si illudono. Intanto alzati in tutto Europa i
livelli di sicurezza, anche in Italia dove sono state vietate le
manifestazioni senza protezioni. A rischio il concerto di Capodanno a
Roma.
La posizione della Merkel.
“Solidarietà alla Germania da tutta Europa e da tutto il mondo. Per il
Paese e per le vittime dell'attentato al mercatino di Natale. Ma anche
preoccupazione per la posizione politica di Angela Merkel”, l'analisi
del Corriere, secondo cui la cancelliera oggi è “meno forte e meno
apparentemente invincibile di due giorni fa. Ieri, Barack Obama ha
telefonato alla cancelliera non solo per le condoglianze ma anche per
offrirle l'aiuto degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo”. A
insidiare Merkel sul fronte politico i movimenti populisti di Germania
ma anche europei che stanno usando l'attentato di Berlino per attaccare
la cancelliera, simbolo della politica di integrazione nei confronti
dei migranti: “Il terrorista islamico di Berlino è un migrante e la
Merkel è responsabile. In Francia e in Europa, fermiamo questi leader
incoscienti”, le accuse di Marine Le Pen. In realtà non si conosce
l'identità del terrorista di Berlino, ancora a piede libero.
Berlino, l'anima ebraica e la difesa della libertà.
Lo scrittore Peter Schneider su Repubblica racconta gli episodi del
passato che spiegano l'anima di Berlino e il suo desiderio di difendere
la libertà: “Qui a Berlino furono nascosti e salvati almeno 1.300
ebrei. - racconta Schneider ricordando il periodo nazista - E 13mila
berlinesi parteciparono all'operazione, in nome della dignità umana”.
Poi Schneider ricorda il periodo del Muro e come “a Berlino Ovest non
avevi sopra di te il governo di Bonn, solo le potenze vincitrici e il
borgomastro, quindi molta più libertà e distanza dall'autorità che
altrove. Con cautela possiamo dire che questo ha a che fare con il
chutzpah, il talento anticonformista, ebreo. Storicamente cultura e
vita ebraica impregnarono la mia città. E oggi, mentre tantissimi ebrei
francesi intimoriti emigrano in Israele, migliaia di giovani israeliani
vengono ad assaporare la libertà berlinese, aprono ristoranti,
studiano, fondano startup”.
Sicurezza tedesca sotto accusa.
La Stampa parla delle critiche piovute sui servizi di sicurezza
tedeschi dopo l'attentato. “La prima accusa, come a Nizza, è quella di
non avere predisposto barriere necessarie per proteggere il mercatino
di Natale oggetto dell'attacco. - spiega il quotidiano - Per quanto
ormai attentati compiuti con camion e macchine, già visti da anni in
Israele, stiano diventando frequenti anche nel Vecchio Continente e
quindi si dovrà sempre più ragionare in quest'ottica, la critica è
ingiusta. La lista dei possibili obiettivi di un terrorismo, come
quello jihadista, che ha fatto dell'attacco indiscriminato una
dottrina, è pressoché infinita: centri commerciali, bar, piazze, stadi,
aeroporti, stazioni”.
Muti, sul podio in Israele come Arturo Toscanini. Si
è tenuto ieri a Tel Aviv il concerto in onore degli 80 anni della
Filarmonica d'Israele. A dirigere l'orchestra un grande direttore
italiano: Riccardo Muti, scelto anche per il legale simbolico con
Arturo Toscanini a cui nel 1936 fu affidato il primo concerto della
Filarmonica di Tel Aviv. “La nascita di questa orchestra
significò dare asilo a tanti musicisti sfuggiti alla barbarie — le
parole di Muti riportate dal Corriere -. Oggi la musica in Israele è un
bagaglio culturale indispensabile per la società. Questa serata è per
chi non dimentica la persecuzione e il passato tragico. Un monito che
speriamo verrà applicato a tutti i popoli che si trovano nella stessa
situazione”.
Ebrei in Toscana due secoli di immagini.
Su Repubblica Firenze presentata la mostra che fino al 26 febbraio,
alla Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi, racconta la
storia della Comunità ebraica toscana dalla Grande Guerra ad oggi. “Un
percorso di storia sociale, istituzionale, politica - spiega Catia
Sonetti, direttrice dell'Istituto Storico della Resistenza e della
società contemporanea nella provincia di Livorno e curatrice di Ebrei
in Toscana XX-XXI secolo - con l'obiettivo di far emergere l'importanza
dal punto di vista sia economico che culturale”.
Pitigrilli, la corsa verso l'abisso di un ebreo antisemita. È
il titolo dell'articolo pubblicato oggi da La Stampa a firma di Bruno
Segre che racconta Bruno Segre che racconta da testimone il percorso
dello scrittore piemontese, dai romanzi all'attività di delazione per
l'Ovra fascista.
Il mito della “brava gente”.
Su La Gazzetta del Mezzogiorno ampia recensione del libro di Alberto
Stramaccioni in uscita per Laterza Crimini di guerra. Storia e memoria
del caso italiano, in cui si parla delle “violazione dei più elementari
diritti umani nelle guerre che hanno costellato la storia italiana”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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