22 dicembre 2016 - 22 Kislev 5777 |
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22 dicembre
PM Netanyahu: The US should veto the anti-Israel resolution at the UN Security Council on Thursday.
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Strage di Berlino, la polizia
a caccia del terrorista tunisino
Caccia
all'uomo, in tutta la Germania e anche nei paesi vicini. Anis Amri,
tunisino, 24 anni, probabilmente ferito, sicuramente armato è
sospettato di essere il responsabile della strage di Berlino.
L'invito ai cittadini è di fare attenzione, scrive Repubblica. Il
presunto terrorista era stato quattro anni in carcere in Italia; ora su
di lui è stato spiccato un mandato di cattura europeo. Intanto dalle
ricostruzioni della polizia, risulta che il camionista polacco a cui
l'attentatore ha sottratto il tir poi lanciato sulla folla presente al
mercatino di Natale, fosse ancora vivo al momento dell'attacco e abbia
cercato di fermare il terrorista (Avvenire). Da Israele invece arriva
la conferma che una delle 12 vittime è l'israeliana Dalya Eliakim, in
vacanza con il marito a Berlino e investita dal camion lunedì scorso.
Il marito, Rami, è invece ancora ricoverato in ospedale in condizioni
serie.
Strage di Berlino, perché. “I
tedeschi ora si chiedono "Perché?" come gli ebrei durante il nazismo”,
scrive sul Fatto Quotidiano Leonardo Coen, parlando della strage
terroristica nella Capitale tedesca. “Warum se lo chiesero gli ebrei
dinanzi allo sprofondo dell'Olocausto, e se lo chiese e ce lo chiese
Primo Levi, nel suo squassante indagare sull'annientamento dell'uomo,
su I sommersi e i salvati, "perché io?”, scrive il giornalista. “La
Storia replica di nuovo il suo turpe inventario: corpi senza identità,
giovani generazione Erasmus sacrificati in nome di un'ideologia malata
e fanatica, vite spezzate senza ragione: appunto, perché?”. Intanto
manifestazioni in tutta la Germania con la partecipazione dei
rappresentai dei tre grandi monoteismi sono stati organizzati per le
prossime ore, scrivono Avvenire e l'Osservatore Romano. Sul Fatto
invece Furio Colombo risponde a un lettore che si chiede perché la
guerra in corso non venga definita “di religione”: buttando Dio nella
mischia, afferma Colombo, “si disarmano i veri sentimenti religiosi e
si dà vita a un odio contro odio, motivato dal fatto che io non posso
permettere che il mio nemico sia peggiore di me. In questa gara a chi
odia di più, ed è capace di fare più male, l'invocazione di Dio è
necessaria come lo è stata nei secoli”.
Sequestro Moro e coinvolgimento palestinese.
Dai cassetti segreti di una storia infinita come il caso Moro, ora
affiora una nuova vicenda che conferma il rapporto privilegiato e
oscuro intrecciato dallo Stato italiano con i movimenti palestinesi,
nella stagione in cui questi praticavano attività terroristiche:
nell’aprile 1978 - quindici giorni prima che il prigioniero Aldo Moro
venisse ucciso dalle Br - dunque nel momento di massima crisi dello
Stato repubblicano - i Servizi italiani attivarono un canale
riservatissimo con i palestinesi per sondare una trattativa. Obiettivo:
la liberazione del presidente democristiano (La Stampa e il Corriere).
Predappio, fondi Ue per il museo sul fascismo.
“Siamo a un punto di svolta col progetto e io vado avanti, non posso
permettere di fare di un edificio del genere una vittima della damnatio
memoriae”, così il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti sulla
realizzazione del Museo del fascismo nell'ex casa del fascio. “Lo stato
dei fatti – scrive La Stampa - è che al milione di euro versato in
parti uguali dal comune di Predappio e dalla fondazione Cassa dei
risparmi di Forlì se n'è appena aggiunto un altro della regione Emilia
Romagna, che ha pescato fra i fondi strutturali europei, mentre si
attende una risposta del governo dopo che Luca Lotti, allora
sottosegretario, si era interessato venendo qui di persona”.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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