24 gennaio 2017 - 26 Tevet 5777 |

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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della
Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di
Tobia Zevi e Mario Avagliano.
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Yonah Jeremy Bob @jeremybob1
24 gennaio
Moshe Yaalon: if we had listened to populists would have gotten stuck
in Gaza swamp and would around now be leaning again with tail between
legs.
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#PE24BreakingNews |
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Milano, la Memoria sfregiata
Imbrattata Pietra d'inciampo
“Ero
ancora così commossa per la Pietra messa in ricordo di mio padre, che
quando sono scesa in strada, sabato mattina, e l'ho vista coperta di
vernice nera, mi sono sentita male. Che oltraggio, che vergogna. Non
abbiamo nemmeno una tomba per piangerlo, ci negano anche la possibilità
di ricordare chi non si può più difendere”. A parlare, Ornella Coen,
figlia di Dante, assassinato dai nazisti a Buchenwald il 4 aprile del
1945. In sua memoria, in via Plinio 20, è stata posizionata una delle
prime sei Pietre d'inciampo apposte a Milano lo scorso 19 gennaio. Ma
il sanpietrino, come racconta Repubblica Milano, è stato imbrattato di
nero dalla stupidità di qualcuno. “Abito vicino alla casa di via Plinio
20, dove venne arrestato mio padre - ha raccontato la figlia Ornella
Coen -. Sono scesa con mia figlia Laura, abbiamo comprato l'acquaragia,
ci siamo inginocchiate sull'asfalto e l'abbiamo ripulita Rimane
l'amarezza per l'umanità che ci circonda, dove serpeggiano ancora
l'antisemitismo e il negazionismo”. “La memoria viene prima di tutto e
Milano non si piegherà mai di fronte a chi vuole cancellare le nostre
radici”, ha commentato a caldo il sindaco Giuseppe Sala mentre dalla
Comunità ebraica milanese arriva la promessa: “Metteremo ancora più
Pietre, perché la memoria va difesa e tenuta alta”. Di gesto gravissimo
parla Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi Milano.
Il Giorno della Memoria, iniziative in tutta Italia.
Tanti gli appuntamenti in tutta Italia dedicati al Giorno della
Memoria, istituito, come ricordano Corriere della Sera e Fatto
Quotidiano grazie all'impegno del senatore Furio Colombo. A Roma il 26
si terrà il Concerto della Memoria “Serata colorata”, dedicato alle
musiche del campo di Ferramonti. Dalla Capitale arriva invece a Milano,
al Memoriale della Shoah – Binario 21, la mostra “16 ottobre 1943. La
razzia”, realizzata con la Fondazione museo della Shoah di Roma e
curata da Marcello Pezzetti. Inaugurata ieri, la rassegna rimarrà
aperta fino al prossimo 13 aprile, scrive Repubblica Milano, ricordando
tra gli altri l'appuntamento oggi alle 9.30 al teatro Elfo Puccini con
l'incontro “Dal passato al presente: i Giusti in mezzo a noi”,
organizzato dall'Associazione per il Giardino dei Giusti, con il
presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé, il vicepresidente
del Memoriale della Shoah Roberto Jarach, e Gabriele Nissim, presidente
di Gariwo. Il quotidiano parla inoltre della mostra a Malpensa dedicata
alla Memoria, presentata da Davide Romano, assessore alla Cultura della
comunità ebraica milanese. La Nazione racconta la partenza di oltre 500
ragazzi da Firenze con il treno della Memoria mentre al liceo Alfieri
di Torino, scrive La Stampa nelle pagine locali, uno spettacolo ricorda
gli studenti vittime delle leggi razziste del 1938. Su Repubblica Bari,
la testimonianza di Shuni Lifshitz: "I miei genitori ebrei in fuga
dalla Polonia trovarono rifugio in Salento: io sono nata qui". A
livello internazionale poi, a Bruxelles da oggi al 27 gennaio una
mostra tutta italiana ricorderà il Giorno della Memoria nei locali del
Parlamento europeo. “Venti opere, tra dipinti e sculture, realizzate da
sette artisti italiani e selezionate dal curatore torinese Ermanno
Tedeschi” (La Stampa).
Sul Fatto Quotidiano poi un'ampia riflessione a firma di Vittorio Pavoncello sul significato del Giorno della Memoria.
Trump a colloquio con Netanyahu.
A poche ore dall'insediamento alla Casa Bianca, il presidente degli
Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto un colloquio telefonico con il
primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo scambio di opinioni
“è stato molto buono”, ha affermato Trump, invitando Netanyahu alla
Casa Bianca in febbraio. La data sarà fissata nei prossimi giorni
(Osservatore Romano).
Grillo appoggia Trump, malumori nei Cinque Stelle.
Il Corriere della Sera parla di un malessere interno al Movimento
Cinque Stelle per le parole del leader Grillo che in un'intervista a
una rivista francese ha dato il suo appoggio a Trump e Putin. “Non
siamo né trumpiani né salviniani”, afferma Roberto Fico, parlamentare
Cinque Stelle, al Corriere. Prima di Fico, scrive il quotidiano, aveva
parlato, anzi scritto, Paola Nugnes. Che in mattinata su Facebook aveva
espresso tutto il suo sconcerto: “Mi sono svegliata nazionalista e
leghista. Ma quando ne abbiamo discusso?”. Post durato pochi minuti,
con spiegazione della cancellazione: “Mi è stato detto che ci sarà un
chiarimento e aspetto. Ho cancellato perché qui la discussione poteva
diventare uno strumentale punto di polemica. Ne riparleremo”.
L'uomo forte e gli italiani. Inquietante
il dato riportato da Ilvo Diamanti su Repubblica: secondo i sondaggi
Demos 8 italiani su 10 vorrebbero avere “un uomo forte al comando”.
L'affermazione: "C'è troppa confusione, ci vorrebbe un Uomo Forte a
guidare il Paese", infatti, nel 2004 era vicina - ma ancora sotto -
alla maggioranza degli elettori, spiega il giornalista. “Nel 2006,
però, era condivisa dal 55% degli elettori e nel 2010 quasi dal 60%. Ma
oggi ( meglio, pochi mesi fa, nel novembre 2016) l'attrazione verso
l'Uomo Forte sfiora 1'80%. Pare divenuta, dunque, un'idea dominante.
Sulla quale conviene interrogarsi seriamente. Riflette, certamente, il
declino dei partiti e delle organizzazioni di rappresentanza sociale e
degli interessi. Ma anche il processo di "personalizzazione", che si è
imposto in ogni ambito della vita pubblica. Non solo in politica”.
Belgio e le indagini male indirizzate.
Secondo quanto riporta il Foglio, lo scorso weekend, la parlamentare
Tzipi Livni “ha dovuto annullare un viaggio a Bruxelles a causa di una
minaccia di arresto delle autorità del Belgio”. Il quotidiano belga Le
Soir riferisce che i pubblici ministeri erano già pronti a convocare
Livni in procura per accusarla di crimini commessi durante la guerra
israeliana a Gaza dei 2009, quando era ministro degli Esteri. “Il vile
Belgio, debole coi terroristi, vuole arrestare l'israeliana Tzipi
Livni”, titola il Foglio.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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